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Fairy

Canon 6D + Super-Multi-Coated Takumar 135/2.5 - V2 M42

SMC Takumar 135 2.5 (manual focus legacy lens)

A rainy weekend..

YN560III 1/64 power thru white dish camera right, triggered by YN560 TX

 

In the Takumar 50mm F1.4 history, this one is the latest. Not considered as the best version but it still works quite well and is a pretty good fast 50mm.

My copy turned yellow with time. Not sure if this version had thorium glass or not. and because the yellow tint is stronger in the center, the color of the picture taken with it will be linked to the aperture value.

 

Picture taken with my Sony A68 / Panagor 28mm F2.8

Olympus E3 + Takumar 50/1,4

Macro shot using a manual focus Auto Chinon 135mm

+Pentax SMC Takumar 28mm/f3.5

Super-Takumar 85mm 1:1.9

Pentax6×7 smc takumar 2.4/105

Zenit ET+Takumar 50mm/1.4

Agfa APX 100

Caffenol-C-L 20°C, 70 min.

Pentax Super-Takumar 50mm f1.4

Elena non si è data per vinta e non ha abbandonato l'azienda di famiglia. La Lavorazione Pinoli - fondata nel lontano 1971 da Edo, Mauro Lanini e Loreno Gallai - era una solida realtà manifatturiera. L'arrivo, improvviso, della cimice americana delle conifere (un insetto parassita alloctono del pino mediterraneo) si è però abbattuto come un ciclone nella costa tirrenica distruggendo intere realtà aziendali. Impossibile raccogliere pigne e ricavarne pinoli. Semplicemente non c'era più nulla da fare. Di pinoli nemmeno l'ombra.

 

Ma darsi per vinti non è stata però un'opzione. Mai.

 

Con lungimiranza e attenzione l'azienda si è trasformata nell'attuale Maremmana Pellet: dalla raccolta dei pinoli alla gestione del patrimonio agroforestale della pineta leopoldina di Principina, Marina di Grosseto e non solo. La tutela dell'ambiente diventa una risorsa: dal legno si può ricavare il pellet, un prezioso combustibile di origine naturale.

 

Una scelta, che oggi, a distanza di anni, si è rivelata intelligente e redditizia. In un contesto nel quale l'approvvigionamento di combustibili fossili è diventato una sfida geopolitica e ambientale lo sfruttamento, responsabile, delle risorse agroforestali si è trasformato in un asset economico fondamentale per l'Italia e non solo.

 

Una risorsa, quella del pellet, che purtroppo non è ancora sfruttata a fondo in tutto lo stivale. Nonostante l'immensa quantità di foreste, infatti, il combustibile ricavato dalla lavorazione del legno continua in gran parte ad essere importato dai paesi produttori (Nord Europa e Austria soprattutto) con notevoli aumenti del prezzo finale. Così, nonostante il nostro Paese sia il più grande produttore di stufe a pellet a livello europeo, non ci sono abbastanza aziende che riescano a rispondere alla sempre più crescente domanda interna. L'ennesima contraddizione di una economia nazionale che sempre più spesso si rivela pigra nell'innovarsi tranne quando c'è da brandire vuoti slogan accattivanti.

 

Così, nel silenzio che un po' contraddistingue la Maremma e i suoi abitanti da sempre, una realtà piccola e familiare è diventata un esempio di economia circolare rispettosa dell'ambiente ben prima che questi argomenti finissero, spesso a sproposito, sulla bocca di tutti: dai politici agli influencer, interessati più a voti e alla fama che alla realizzazione di un progetto economico e lavorativo con solide basi.

 

Ho voluto fotografare perché raccontare con obiettività la propria terra, i luoghi dell'infanzia, le proprie radici è - probabilmente - la più difficile sfida per ogni narratore. E le sfide, quando si presenta l'opportunità, vanno raccolte.

 

Un motivo in più, quindi, per fotografare l'impegno di Elena, Loreno e Mauro attraverso le immagini del loro lavoro e del luogo dove - con impegno costante - si prendono cura con attenzione e sacrificio per consolidare una piccola realtà economica che è diventata il simbolo della resistenza e della forza di volontà. Cambiare si può e si deve.

 

Il mutamento climatico, le avversità ecologiche e i cataclismi economici modificano le nostre esistenze, i nostri sogni e le nostre aspettative. Ma resistere non solo è possibile ma anche doveroso. Queste immagini provano a testimoniarlo.

   

SONY Alpha a850 with preset Macro-Takumar 50mm f4 lens

Tele-takumar 200mm 1:5.6 +cosina 1:1 mached macro adapter for 100mm 3.5

First round of tests through my LN (though ancient) 50mm F1.4

Not bad for $1!

 

best view of a wet nose at original size

Taken with the Pentax Super-Multi-Coated Takumar 50mm f1.4 on the Canon 5D mk2 and edited in Lightroom

Pentax Spotmatic - Takumar 135mm + Orange filter

Foma 100

Rodinal 1+50

Ilford Multigrade Paper - Split grade 00+5

 

Shot with SMC 50mm/1.4 Takumar. I took the same shot with a Kiev60 MF. Couldn’t resist posting this one after seeing how the Takumar rendered colours. I don’t own so many lenses, but this one just stands out every single time!

SMC Takumar 135 2.5

YN560III 1/64 power thru white dish camera right, triggered by YN560 TX

Takumar 105 2.4 + Kipon 0.62x / GFX 50S

Super_takumar 85mm 1:1.9

Can't charge the battery yet to test.

Auto-Takumar 35mm 1:2.3

Fuji X-M1 and Pentax-Takumar SMC 50mm f/1.4 M42 lens on screw-mount to Alpa mount adapter paired to a metabones Speed Booster adapter in Alpa mount to Fuji-X mount.

 

Thus mounted the lens recovers its true full-frame standard angle of view on the APS-C X-Trans sensor and gains one full stop of light gathering ability, that would make it an f/1.0 equivalent lens when fully open to f/1.4.

Takumar 135mm f2.5

PENTAX 6×7

SMC TAKUMAR 105mm F2.4

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