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Quel che resta.
Sabato sera di un due novembre, per strada poche anime, persino a teatro posti vuoti.
Il ponte dei morti trascorre in un vento caldo che dal porto mi ha accompagnata in collina verso casa.
Domani il mare si agiterà, c'è nell'aria odore di pioggia.
Nel vento torno a casa insieme ai miei pensieri che negli ultimi tempi sono pieni di sogni.
E nella testa riecheggia ancora la voce potente di Eros Pagni che, recitando Shakespeare, ci ha ricordato che "siamo fatti della stessa materia dei sogni"
Dunque massimo rispetto per i nostri sogni.
Olga 2 novembre 2019
Torna l‘antica festa alpina che rievoca la cacciata degli invasori saraceni, che si svolge ogni 5 anni (doveva svolgersi l'anno scorso, ma è stata rimandata per via del Covid). Magica manifestazione con 400 uomini in costume tradizionale. In Occitano Baìo significa 'abbadia', non in senso religioso, ma nel senso di associazione e aggregazione popolare di tipo paramilitare molto diffusa nei secoli passati nelle valli. Intorno all'anno mille, anche le vallate alpine, così come altre aree geografiche dell'Europa occidentale, conobbero la piaga delle scorribande operate delle orde saracene provenienti dalla Provenza: questo fu per i montanari un periodo di tremende vessazioni, tanto che, quando un alleanza di Signori si prefisse di scacciare gli invasori, la gente locale insorse organizzandosi in milizie popolari. I Sampeyresi imparano fin da piccoli, ascoltando i racconti dei nonni, che la festa della Baìo ricorda proprio quegli eventi così lontani, che vanno a perdersi nella notte dei tempi. Gli studiosi locali, impegnati in un lavoro di ricostruzione storica reso difficile dalla scarsità dei documenti scritti, stanno a poco a poco evidenziando altri aspetti della Baìo; la festa, infatti, subì profonde influenze che da momenti storici particolarmente significativi, che la arricchirono di nuove valenze senza peraltro stravolgerne il significato centrale: per i Sampeyresi, infatti, a dispetto della "guerra" che ne sta alla radice, la Baìo è prima di tutto una straordinaria festa di armonia e di riappacificazione ed è per questo che la sentono così preziosa! LE BAÌE DEL COMUNE DI SAMPEYRE sono ben quattro: oltre a quella di Sampeyre, anche detta Capoluogo (Piasso), ci sono i cortei di Rore (Roure), Calchesio (Lou Chuchèis) e Villar (Lou Vilà). La prima domenica, la Baìo di Calchesio fa visita a quella di Sampeyre (con il solenne incontro degli Abà, capi indiscussi della festa, che incrociano le spade in segno di saluto), la seconda domenica convergono nel capoluogo tutte le quattro Baìe. Il giovedì grasso è giorno di processi: le Baìe, infatti giudicano il proprio Tesoriere, accusato di furto ai danni della comunità; la sentenza emessa nei confronti dell'accusato non è la medesima in tutte e quattro le località ... Secondo la tradizione la Baìo si celebra nelle due domeniche prima del carnevale, e si conclude il giovedì grasso. Finita la festa, le Baìe si sciolgono e i nastri (assolutamente di seta) vengono scuciti dal supporto dove erano fissati, per riporli distesi e senza pieghe, in modo tale che non si sgualciscano. A ogni edizione della Baìo, i nastri (bindèl in occitano) con le relative coccarde e roselline vengono ricuciti con grande pazienza e maestria. I nastri o bindèl costituiscono una tradizione di famiglia, un patrimonio da tramandare e da custodire gelosamente con cura, anche per il loro triplice valore: simbolico -> il bindèl avvolgeva la candela benedetta e veniva regalato a un neonato; estetico -> con i loro colori sgargianti (più scuri quelli dell’alta valle, più chiari quelli della bassa valle) e le minuziose lavorazioni di cui sono protagonisti, i nastri impreziosiscono dei piccoli capolavori artigianali; economico -> essendo di seta, da sempre i bindèl sono molto costosi, soprattutto per la difficoltà nel reperirli. Dopo la progressiva scomparsa delle filande del Nord Italia, nel 1982 da Sampeyre partì un cospicuo ordine di bindèl, indirizzato a una fabbrica di tessuti di St. Etienne, in Francia. E da allora quella azienda diventò il fornitore dei nastri della Baìo. I maggiori conoscitori della Baìo parlano di una Baìo visibile e di una Baìo invisibile. La Baìo visibile è lo spettacolo rappresentato le due domeniche prima del Giovedì Grasso e il Giovedì Grasso stesso. La Baìo invisibile è il lavoro delle famiglie e, in primis, delle sarte, ricamatrici e merlettaie, che svolgono un lavoro immane per realizzare gli splendidi abiti dei figuranti. Tra loro, tempo fa c’era anche Ombretta Audisio che ha realizzato dei merletti con crine di cavallo per le cuffie dei bambini e dei merletti in filo di lino per i colletti e i polsini degli abiti dei Cavalìe di Calchesio. Se le donne rientrano nella Baìo invisibile, cioè nel dietro le quinte, queste cercano di prendersi la scena in occasione dei balli in piazza e degli scherzi giocati ai figuranti, a partire dalla provocazione del furto di oggetti. Inoltre, sono loro a chiedere la grazia a favore del tesoriere, accusato di furto. Sono però vestite in abiti contemporanei, non in costume. La loro mancata partecipazione alle sfilate si collega all’interpretazione dei ruoli femminili da parte degli uomini in tempi antichi, consuetudine già in epoca greco-romana e anche nel teatro popolare. A questa tradizione, si aggiunge anche una cultura pastorale contadina, profondamente patriarcale. Fonti: www.ghironda.com/vvaraita/rubriche/baio.htm; www.piemontecultura.it/baio-2023-la-baio-di-san-peyre-5-1...; www.cristinabertolino.it/baio-sampeyre-significato-storia...
Milano, cavalcavia autostrada A1
Leica M5, Summicron 50 f 2 Wetzlar
Fuji Neopan 1600 sviluppato / developed in Fomadon LQR (1+10)
Ho calcolato a proporzioni i tempi di sviluppo (260 secondi) dato che su questo rivelatore le informazioni sono molto scarse.
...scusatemi, non voglio annoiarvi, ma credo che il tramonto di qualche Sabato fà meriti una doppia "pubblicazione"! - (Consigliata la visualizzazione nelle dimensioni originali / Recommended viewing in original size)
Participants using their portable devices are captured in the congress centre during the Annual Meeting 2015 of the World Economic Forum in Davos, January 22, 2015.
WORLD ECONOMIC FORUM/swiss-image.ch/Photo Valeriano DiDomenico
...prima volta che mi capita di immortalare
questa unità. Qui titolare del TEC 42631 AMBROGIO (Neuss -) Domo II - Gallarate.
Transito da Meina (NO)
Ma una volta non era il mese dei fiori, degli uccellini che cinguettano e delle splendide giornate di sole???!!!!!!!
Devo laurearmi e tentare di fermarmi a vivere stabilmente a Milano.
Tra le cose meno difficili da realizzare c'è il desiderio di studiare fotografia, finire di leggere la pila di libri che ogni sera mi dà la buonanotte dal comodino e andare a New York City.
Se non chiedo troppo al fato mi piacerebbe prendermi una FM2 con un nikkor 20mm f2.8... Dopotutto oggi è il mio compleanno ^^
Compleanno numero 30, ma io mi sento come Supergiovane.
A te, che da lassù continui a vegliare su di me…
A te, che, con dolce prepotenza, sei parte di me…e vivi con me…
A te, che, attraverso silenzi, segni, ricordi, attimi, parole, sguardi, lacrime…rendi questo mio cuore proiezione del tuo…
A te, che nonostante ogni luogo, ogni tempo, ogni spazio…continui a essere…
A te, che con tenera violenza mi spingi a continuare a guardare in faccia a questa vita e a darle un senso anche senza il tuo essere qui, ora…
A te, che sei… che continuerai a essere… qui..con me…
Osservo questo cielo…sopra di noi…e so che tu, per me, stai sorridendo alle stelle…alla luna…al sole…e al mio cuore dolorante…
Guardo lassù e sento la tua carezza… e ti stringo a me…con rabbia e amore…
Non lasciarmi… fa’ che io ti senta sempre in me… fa’ che io viva per te…per me…e per quanti mi vogliono bene…
Vola…e non lasciarmi mai… (© MGrazia Tulimieri)
Toronto, Canada.
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