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i had some crazy jetlag when i got back to seattle from hong kong. one day i took a 'nap' from 9pm til midnight. i tried, but couldn't sleep again so i just stayed up all night. this is a dock i discovered one day while running. i biked here as soon as the sun rose; it was cold, but worth it.
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Eclettici come non mai, i Fat Freddy’s Drop e il loro miscuglio di dub, reggae, soul, jazz, rhythm ‘n’ blues e techno arrivano in Italia per un’unica data martedì 30 ottobre 2018 all’Alcatraz di Milano.
Nei loro ultimi quattro lavori, i sette neozelandesi si sono fatti strada dall’incubatrice del reggae attraverso una coloratissima psichedelia soul, svoltando bruscamente su una superstrada desolata di Detroit nel cuore della notte. Il loro sound ha la sua migliore espressione durante i live, con un interessante mix di virtuosismi jazz e suoni che rompono ogni schema.
Queste influenze sono frutto del gusto personale e delle esperienze on the road dei singoli membri della band, come l’esibizione al Movement Festival di Detroit nel 2006, che ha costituito un vero spartiacque nella carriera dell’ensemble. L’ultimo lavoro dei Fat Freddy’s Drop, Bays (2015), è stato registrato nella natia Nuova Zelanda, mentre i precedenti album hanno preso forma durante i numerosi tour e i loro pezzi sono stati perfezionati durante le esibizioni sui palchi di Womad UK, Sonar, Bestival, Lowlands, DEMF, Pukkelpop, Glastonbury, The Big Chill e Roskilde.
Nati nel 1999, i Fat Freddy’s Drop si stanno avvicinando a grandi passi all’importante traguardo di 1000 show insieme, con oltre 500 apparizioni in Europa, quasi 30 tour in Australia e più di 300 concerti nel loro paese, con importanti picchi come due sold out consecutivi alla O2 Academy Brixton per un totale di 10,000 spettatori. La band ha ormai consolidato un’affezionata fanbase in Europa e Regno Unito grazie alle esibizioni di alto profilo accompagnate da album a cottura lenta che rivelano nuovi dettagli ad ogni ascolto, preparando il fan al prossimo live. Si tratta di un gioco lungo, un percorso costituito da un’attenta evoluzione stilistica, oltre a produzioni di valore sempre crescente e una reputazione live che precede il materiale in studio.
Dallas Tamaira ("Joe Dukie") – voce, chitarra
Chris Faiumu ("DJ Fitchie") – percussioni, produzione
Toby Laing ("Tony Chang") – tromba
Tehimana Kerr ("Jetlag Johnson") – chitarra
Iain Gordon ("Dobie Blaze") – tastiere
Joe Lindsay ("Hopepa") – trombone, tuba
Scott Towers ("Chopper Reedz") – sassofono
MC Slave – raps (live on stage)
14 september.
Zwaar bewolkte start. Iets na achten lopen, weinig last van jetlag gehad. Dwars door de volkswijken naar de verboden stad.
Stap je onderweg een warenhuis binnen, lijkt het wel of elke counter een zelfstandig bedoeninkje is. Iedereen wil dat je juist daar inkopen doet, het lijkt wel markt. Grappig om te zien dat een nep Lacoste € 5 doet. De hele Dazhalen (een drukke, smalle winkelstraat) is prachtig. Vreetzaakjes en –stalletjes, wervende meisjes voor een theehuis, pure ramsj in een zaak (Xiang Y Silkshop) die voeger de nodige allure moet hebben gehad. Bij de verboden stad aangekomen bleek de hoofdpoort (Qian Men) in de steigers te staan, ook verder in het paleisgebeuren werd het nodige onderhoud gepleegd. Op dat moment niet bij stilgestaan, maar dat was natuurlijk allemaal om zo mooi mogelijk voor de dag te komen bij de viering van het 55-jarig bestaan van de republiek op 1 oktober. Voor het mausoleum van Mao stond een enorme wachtrij. Nou was ik toch al niet echt van plan aan die poppenkast mee te doen….
An old one my mom sent me from last year. Just off the plane from HI, and waiting for dinner to hit the table.
Första morgonen vaknade killarna strax efter 4, jag var pigg som en mört vid sexsnåret. Så när John kom hem från biljarden igår kväll sov vi alla sött.
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Nei loro ultimi quattro lavori, i sette neozelandesi si sono fatti strada dall’incubatrice del reggae attraverso una coloratissima psichedelia soul, svoltando bruscamente su una superstrada desolata di Detroit nel cuore della notte. Il loro sound ha la sua migliore espressione durante i live, con un interessante mix di virtuosismi jazz e suoni che rompono ogni schema.
Queste influenze sono frutto del gusto personale e delle esperienze on the road dei singoli membri della band, come l’esibizione al Movement Festival di Detroit nel 2006, che ha costituito un vero spartiacque nella carriera dell’ensemble. L’ultimo lavoro dei Fat Freddy’s Drop, Bays (2015), è stato registrato nella natia Nuova Zelanda, mentre i precedenti album hanno preso forma durante i numerosi tour e i loro pezzi sono stati perfezionati durante le esibizioni sui palchi di Womad UK, Sonar, Bestival, Lowlands, DEMF, Pukkelpop, Glastonbury, The Big Chill e Roskilde.
Nati nel 1999, i Fat Freddy’s Drop si stanno avvicinando a grandi passi all’importante traguardo di 1000 show insieme, con oltre 500 apparizioni in Europa, quasi 30 tour in Australia e più di 300 concerti nel loro paese, con importanti picchi come due sold out consecutivi alla O2 Academy Brixton per un totale di 10,000 spettatori. La band ha ormai consolidato un’affezionata fanbase in Europa e Regno Unito grazie alle esibizioni di alto profilo accompagnate da album a cottura lenta che rivelano nuovi dettagli ad ogni ascolto, preparando il fan al prossimo live. Si tratta di un gioco lungo, un percorso costituito da un’attenta evoluzione stilistica, oltre a produzioni di valore sempre crescente e una reputazione live che precede il materiale in studio.
Dallas Tamaira ("Joe Dukie") – voce, chitarra
Chris Faiumu ("DJ Fitchie") – percussioni, produzione
Toby Laing ("Tony Chang") – tromba
Tehimana Kerr ("Jetlag Johnson") – chitarra
Iain Gordon ("Dobie Blaze") – tastiere
Joe Lindsay ("Hopepa") – trombone, tuba
Scott Towers ("Chopper Reedz") – sassofono
MC Slave – raps (live on stage)
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Nei loro ultimi quattro lavori, i sette neozelandesi si sono fatti strada dall’incubatrice del reggae attraverso una coloratissima psichedelia soul, svoltando bruscamente su una superstrada desolata di Detroit nel cuore della notte. Il loro sound ha la sua migliore espressione durante i live, con un interessante mix di virtuosismi jazz e suoni che rompono ogni schema.
Queste influenze sono frutto del gusto personale e delle esperienze on the road dei singoli membri della band, come l’esibizione al Movement Festival di Detroit nel 2006, che ha costituito un vero spartiacque nella carriera dell’ensemble. L’ultimo lavoro dei Fat Freddy’s Drop, Bays (2015), è stato registrato nella natia Nuova Zelanda, mentre i precedenti album hanno preso forma durante i numerosi tour e i loro pezzi sono stati perfezionati durante le esibizioni sui palchi di Womad UK, Sonar, Bestival, Lowlands, DEMF, Pukkelpop, Glastonbury, The Big Chill e Roskilde.
Nati nel 1999, i Fat Freddy’s Drop si stanno avvicinando a grandi passi all’importante traguardo di 1000 show insieme, con oltre 500 apparizioni in Europa, quasi 30 tour in Australia e più di 300 concerti nel loro paese, con importanti picchi come due sold out consecutivi alla O2 Academy Brixton per un totale di 10,000 spettatori. La band ha ormai consolidato un’affezionata fanbase in Europa e Regno Unito grazie alle esibizioni di alto profilo accompagnate da album a cottura lenta che rivelano nuovi dettagli ad ogni ascolto, preparando il fan al prossimo live. Si tratta di un gioco lungo, un percorso costituito da un’attenta evoluzione stilistica, oltre a produzioni di valore sempre crescente e una reputazione live che precede il materiale in studio.
Dallas Tamaira ("Joe Dukie") – voce, chitarra
Chris Faiumu ("DJ Fitchie") – percussioni, produzione
Toby Laing ("Tony Chang") – tromba
Tehimana Kerr ("Jetlag Johnson") – chitarra
Iain Gordon ("Dobie Blaze") – tastiere
Joe Lindsay ("Hopepa") – trombone, tuba
Scott Towers ("Chopper Reedz") – sassofono
MC Slave – raps (live on stage)