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This model marks my first attempt at a triple transformation. Initially, I was going to make a much smaller model, but I'd already conceptualized another larger model and that's what I went with instead. Unfortunately, the tank mode doesn't snap together as firmly as I would like, and I'll likely make future mods to the legs to both simplify the transformation and provide a more solid locking system. The treads roll, the turret rotates, the cannon can pivot up and down, and the turret can accommodate two operators sitting back-to-back.
227/365 Photo Manipulation Project
With thanks to -
Model - Selficide Stock
Background - joessistah
Moon/Sun - Alegion Stock
Pasqua porta con sé la Vernaccia di Cannara, vino ordinario, ma vino della Festa. Concedeteci l'ossimoro. Sì, perché questo vino senza troppo carattere, prodotto in poche bottiglie nei garage del paese, ordinariamente dolce e facilmente amabile, ha un ruolo importante nella tradizione pasquale umbra. Certo la Vernaccia è poca cosa per quegli umbri trasformati in sommelier (dal francese provenzale “saumalier”, conducente di bestie da soma) dalla sete sempre gagliarda, che maneggiano il bicchiere con l'irreprensibile circospezione di chi sposti un bucchero prezioso. I cannaresi non sentono il bisogno di codificarne la ricetta, a loro basta goderla, la Vernaccia. In verità un disciplinare esiste fin dal 2009 nell'ambito della zona di produzione dei vini della DOC «Colli Martani», consentita a Gualdo Cattaneo, Giano dell'Umbria e parte del territorio dei comuni di Todi, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montefalco, Castel Ritaldi, Spoleto, Bevagna, Cannara, Bettona, Deruta e Collazzone. Ma la Vernaccia capace di farci sognare, a Pasqua, è quella uscita dalle cantinelle familiari di Cannara. E il disciplinare chi lo rispetta? Forse solo una azienda leader, che ne produce più o meno tremila bottiglie. Poco importa se l'appassimento avvenga sui graticci o direttamente sulla pianta, o nelle più sbigative cassette di plastica. Chi se ne frega se l'uva proviene tutta da Cornetta o vi si aggiungano altri oscuri vitigni. Quello che conta è che il prodotto sia bevuto con umbra consapevolezza, pasquale devozione. Perché la colazione del Risorto, senza un sorso di Vernaccia, equivale a un pranzo senza agnello. Tra non molto ci toccherà pure quello. A quando il divieto delle uova lesse per non far dispiacere alla fiocca? Bizzarro l’essere umano, che non è riuscito a preservare il rinoceronte nero e oggi lancia accorati appelli sui social network per salvare l’agnello, partorito in milioni di esemplari, dall’Asia alla Patagonia, dalla Nuova Zelanda alla Normandia. L’agnello no, il vitello sì. L’agnello no, il maiale sì. L’agnello no, il genocidio dei Tutsi e degli Hutu sì. Oltre alla Vernaccia la Pasqua porta il misterioso canto di primavera del cuculo. Uccello divinatorio per eccellenza, il cuculo è tornato. Appena lo sentivano i contadini si rotolavano a terra per fecondare il corpo della forza vitale della natura ridesta. “Cucco dalle penne d’oro, dimme quando me moro”. Oppure, “cucco se me voi bene dimme quant’anni ho da campane”. Il cucco che torna è la perfetta caricatura di certi politici che non mollano mai. Per l’appunto, vecchio come il cucco, si dice. Ci aspetta una Pasqua all'insegna del rinnovamento, fasullo a giudicare dall’anagrafe di chi detiene ancora le redini della politica umbra. E’ sempre tempo di intortate pasquali. La torta col formaggio, si sa, s’accompagna con una bottiglia di Vernaccia e un salametto stagionato. Talvolta anche con qualche santino prudentemente ritoccato. Siparietto. Appena riscalderà l’aria riprenderanno le gare di ruzzolone. Vince chi lo manda più lontano. Peccato che l'oggetto non sia più di vera caciotta, ma una tozza ruota di legno di sorbo. La sua sostituzione risale ai primi anni Sessanta, per l'Umbria agricola e patriarcale una data fatidica, che segna il principio della fine, l’egemonia dei traditori della vanga. Beata umbritudine, umbra beatitudine.
Giovanni Picuti
giovanni.picuti@alice.it
dal Corriere dell'Umbria del 17.4.2014
Ho scattato queste due foto mentre mio marito guidava. Non sono il massimo ma i colori della natura in questo periodo mi stupiscono sempre.
«[...] And the shadow answered, "I am SHADOW, and my dwelling is near to the Catacombs of Ptolemais, and hard by those dim plains of Helusion which border upon the foul Charonian canal." [...]»
Shadow - A Parable, by Edgar Allan Poe (1809-1849)
My Umbra frame with a Soldier loadout.
Mobile Frame Zero: Rapid attack Stats: 2Rd (gun) 1B (shield) 1G (leg jets) 1Y (antenna) 2W + SSR.
Foresta- Umbra Gargano Puglia Italy © 2013 All rights reserved
Signature make with FotoSketcher
Nikon coolpix p 7100
Riserva naturale Foresta Umbra
La Riserva naturale Foresta Umbra è una area naturale protetta posta all'interno del Parco nazionale del Gargano. Si estende nella zona centro-orientale del Gargano, a circa 800 metri di altitudine. Il nome "umbra", deriva dal latino e significa cupa, ombrosa, come allora, e come in parte oggi, appare.
Tasso
Diffuso nella foresta Umbra è l'albero del tasso (Taxus baccata). È un albero che preferisce vivere in solitudine dai suoi simili, in quanto le sue radici tendono a soffocare la vegetazione circostante. Il tasso è detto anche "albero della morte", poiché da esso si ricava un veleno mortale, la tassina, che ha effetto narcotico e paralizzante sull'uomo e su alcuni animali; è mortale in quanto anche se ingerita in piccole quantità blocca la respirazione. Esiste una leggenda che vuole la tassina usata dal principe Federico II di Svevia per uccidere le sue amanti scomode. Nonostante l'elevata pericolosità, dalla tassina si ricava il farmaco tamoxifene. Il tasso ha un legno particolarmente elastico usato anticamente per la produzione degli archi.
Fauna
La foresta umbra ospita specie animali comuni e rari. Tra i primi possiamo trovare lepri, scoiattoli, fagiani oltre a cinghiali, caprioli, picchi e donnole; tra i secondi daini, volpi, tassi e gatti selvatici. . Molte specie di uccelli tra le quali il corvo, la gazza, la capinera, l'usignolo, il pettirosso e il merlo. Numerosi sono i rapaci sia diurni come lo sparviero, il nibbio, l'astore e la poiana, sia notturni come il grande gufo reale,l'allocco, la civetta ed il barbagianni. Recentemente, alcune fototrappole, messe nelle zone più interne della foresta hanno dimostrato la presenza del lupo appenninico. Il ritorno del lupo, non solo sul Gargano, ma ancora prima sulla Murgia barese può essere spiegato con l'efficacia delle misure di protezione attuate dallo stato che stanno facendo aumentare notevolmente la popolazione di lupi che sono alla ricerca di nuovi territori da abitare.da Wikipedia
Umbra Forest nature reserve
Umbra Forest nature reserve is a nature reserve located within the Parco nazionale del Gargano. Extends in the East-Central area of the Gargano, at about 800 metres above sea level. The name "umbra", derives from the Latin and means grim, shadowy, as then, and how in part today, it appears.
Rate
Widespread in the Umbra Forest is the tree of the yew (Taxus baccata). It is a tree that prefers to live in solitude from his fellows, because its roots tend to suffocate surrounding vegetation. The rate is also known as "tree of death", because it is a deadly poison, tassina, which has narcotic effect and paralyzing humans and some animals; is deadly because even if ingested in small amounts blocks breathing. There is a legend that wants the tassina used by Prince Frederick II of Swabia to kill his mistresses uncomfortable. Despite the high dangerousness, tassina is derived from the drug tamoxifen. The rate has a particularly elastic wood used in ancient times for the production of the arches.
Fauna
The umbra forest is home to rare and common species. Among the earliest we can find rabbits, squirrels, pheasants and wild boar, deer, woodpeckers and weasels; among the second deer, foxes, badgers and wild cats. Many species of birds including the Crow, magpie, the blackcap, the Nightingale, the Robin and the Blackbird. There are both daytime birds of prey such as the sparrowhawk, red kite, goshawk and buzzards, both clubs as the great owl, the tawny owl, the OWL and the Barn Owl. Recently, some fototrappole, put the inner areas of the forest have shown the presence of the Apennine Wolf. The return of the Wolf, not only on the Gargano, but still before the Murgia barese may be explained by the effectiveness of the security measures implemented by the State they are doing greatly increase the population of wolves in search of new land to be inhabited.From Wikipedia
A shot of the Moon during the December 21st total lunar eclipse. I captured this by mounting my 5d Mark II to my Meade LXD75 6" Schmidt-Newtonian telescope, which has a focal length of 762mm.
Rear view. The mecha's arms form the entire engine sections from intake to exhaust, the tank's cannon forms the tail, and the legs form the wings.
Not sure that I like these here - although now that they're up, if I change my mind that's 25 holes I have to patch.
blogged here
So sad for saying this but...
I'm thinking about giving on adoption my unique Angel Gate customized by the talented Craia.
Why? because I don't pay attention on her...
From now I just will listen offers and if someone would like to adopt her I'll think about it ^^
Fuzzbutt on Lovecraft Festival patrol! Strolling the streets and greeting the peeps!
COME FIND FUZZ, and pose with him! And ENJOY FEST!
And folks, we have LOTS of peeps!
(Sim packed full at 60 capacity regularly)
Visit this location at Lovecraft Festival 2016 in Second Life
folk umbra forest 2010
Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
Alda Merini, da "Vuoto d'amore"