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I don't usually shoot through closed windows, especially a dirty one, but there was this small patch of light on her eyes I couldn't resist.
XXX Root Beer Drive-In, Issaquah, WA
Olympus Pen-F
Panasonic 35-100
Click on "different sizes" to download a very large version of this for practising those checklists at home.
DSC_4613: At the 2014 Atlantic Grand Nationals Car Show in downtown Moncton, New Brunswick last Friday at lunch.
No post processing in software. WYSIWYG.
Running a little hot when I took this photo. I replaced one of the fans in December and the temperature rarely goes above 220 now.
Photo by Kevin Borland.
The interior of the LF-Ch concept features a strongly asymmetric dashboard which focuses on the driver. This premium compact Lexus concept seamlessly anticipates the driver’s needs through several innovative elements which creates a new driving sensation.
These are stickers from the tops of cups of coffee, lattes,etc. from my aunt's faveourite drive through coffee stand.
The Muntz Jet is a two-door hardtop convertible built by the Muntz Car Company in the United States between approximately 1949 and 1954. It is sometimes credited as the first personal luxury car. Developed from the Kurtis Sport Car (KSC) that was designed by Frank Kurtis, it was produced and marketed by Earl "Madman" Muntz. The car was powered by one of two V8 engines, either a 160 hp (120 kW) Cadillac engine or a 160 hp (120 kW) Lincoln engine, and it was equipped with either a General Motors Hydramatic automatic transmission or a three-speed Borg-Warner manual transmission. The Jet was streamlined, featured numerous luxury appointments, and was equipped with safety features that were not standard on most cars of its day, including a padded dashboard and seat belts.
Production of the Muntz Jet occurred in Glendale, California; Evanston, Illinois; and Chicago before ceasing in 1954.
" A good traveller has no fixed plans and is not intent on arriving "
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My grandparents had a 1958 Buick and I remember seeing that dashboard all lit up during a night drive - it was just about the coolest thing I had ever seen at that early point in my life.
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La Porsche 911 è un'autovettura sportiva prodotta dalla Porsche a partire dal 1963. È tuttora in produzione, e nel corso degli anni ha avuto molti cambiamenti. Si possono, tuttavia, distinguere due serie fondamentali: le 911 con motore raffreddato ad aria (1963-1997) e le 911 "moderne" (dal 1998 ad oggi). Nella seconda metà degli anni cinquanta la Porsche 356 iniziava a sentire il peso degli anni. Il motore 4 cilindri boxer raffreddato ad aria era nato nel 1948 con cilindrata di 1.131 cm³ e 40 CV di potenza, ed era derivato, come altre componenti dell'auto, dalla Volkswagen Maggiolino. Il vecchio 4 cilindri aveva raggiunto il massimo del suo potenziale di sviluppo con la versione 2.0 Carrera GS da 130 CV. Per la progettazione della nuova vettura Ferry Porsche si occupò della parte tecnica, affidando l'innovazione stilistica al figlio Ferdinand Alexander Porsche soprannominato dai suoi familiari "Butzi". Le linee guida decise a priori comportavano il mantenimento dell'impostazione tecnico-stilistica della "356", con il motore boxer raffreddato ad aria e montato posteriormente, ma con un'abitabilità sufficiente a ospitare 4 persone. La costruzione in serie di una tale vettura, avrebbe consentito alla Porsche di entrare nel mercato delle Gran turismo "due litri", con un prezzo concorrenziale rispetto ai modelli costruiti artigianalmente da molti carrozzieri italiani, su meccaniche Alfa Romeo, Fiat e Lancia. Lo sviluppo tecnico non diede gravi difficoltà e la nuova meccanica, incluso l'inedito 6 cilindri boxer, era pronta già nel 1961. Problemi maggiori derivarono dalla definizione della carrozzeria. La soluzione trovata da Butzi alla fine del 1959, il prototipo "T7" (in seguito anche denominato "754"), non convinceva e le varie modifiche non riuscirono a trovare la giusta soluzione tra l'eleganza dell'aspetto e la necessità di ottenere il richiesto spazio per passeggeri dei sedili posteriori.
Un lungo lavoro di affinamento portò alle soluzioni più disparate e bizzarre, finché Butzi si vide costretto ad abbandonare l'iniziale punto programmatico dei 4 posti e ripiegare sulla configurazione 2+2, che consentiva di mantenere la linea di cintura iniziale, raccordando il padiglione con il cofano motore in una sola curva.
L'aspetto estetico risultò subito molto equilibrato e, ancor più la parentela stilistica con il modello "356". Per la nuova vettura venne scelta la sigla commerciale "901" e il primo esemplare costruito, di colore giallo, fu presentato al Salone dell'Automobile di Francoforte del 1963, ottenendo buoni apprezzamenti dal pubblico e dalla stampa specializzata. La commercializzazione della nuova "901", avviata all'inizio del 1964, fu subito ostacolata dalla diffida della Peugeot ad usare quella sigla, poiché depositaria di tutti i numeri a tre cifre con lo zero al centro da utilizzare per i suoi modelli. La Porsche fu quindi costretta a modificare la sigla in "911" a partire dal 10 novembre 1964. Marchiati "901" furono soltanto i primi 82 esemplari già venduti, quasi tutti allestiti in maniera artigianale, dato che la produzione di serie ebbe inizio il 14 settembre di quell'anno. Pur immediatamente ottenendo un buon successo di vendite, la "911" fu inizialmente investita da forti polemiche e contestazioni, soprattutto rivolte all'eccessivo prezzo di listino e alla problematica tenuta di strada. La questione del prezzo, provocò un vero e putiferio di rimostranze da parte della clientela Porsche, dato che il nuovo modello era proposto all'astronomica cifra di 23.900 DM, con un aumento di oltre 7.000 DM, rispetto alla "356". A seguito delle proteste, l'azienda decise di ridurre il prezzo della "911" a 22.400 DM. Inoltre propose una versione con finiture modeste e motore a 4 cilindri derivato dalla "356", al contenuto prezzo di 17.500 DM, poi divenuta "912" dall'aprile 1965. Di soluzione non altrettanto facile furono le carenze tecniche lamentate dalla clientela che si tramutarono, nel 1966, in un dimezzamento delle vendite, passando alle 1.709 vetture consegnate, contro le 3.389 dell'anno precedente. Venivano lamentate la scarsa ventilazione e l'eccessiva rumorosità nell'abitacolo, il comportamento nervoso della vettura e, soprattutto, l'instabilità direzionale oltre i 130 km/h e il notevole effetto sottosterzante. La 911 era una coupé 2+2 (gli affinamenti avevano ridotto lo spazio posteriore), con motore posteriore a sbalzo, trazione posteriore, sospensioni a 4 ruote indipendenti con barre di torsione, 4 freni a disco e cambio meccanico a 5 rapporti (spesso 4 per gli USA). Il 6 cilindri boxer raffreddato ad aria e alimentato da 2 carburatori Solex triplo corpo che la muoveva aveva una cilindrata di 1991 cm³ e una potenza massima di 130 CV. Nel 1966 venne lanciata anche la 911 S che, grazie ad una serie di modifiche all'albero motore, profilo dei pistoni, valvole maggiorate, raggiungeva una potenza di 160 CV. Su tutti i modelli si passò a carburatori Weber. Esternamente la S si riconosceva per i cerchi in lega Fuchs.
Sempre nel 1966 le coupé (standard e S) vennero affiancate dalle versioni Targa, con tetto rigido asportabile. Era la 911 T, con alimentazione a carburatori e motore meno prestante (110 CV); la 911 L manteneva il motore a carburatori da 130 CV ed aveva finiture di maggior pregio; la 911 S, ancora dotata di carburatori Weber, offriva 160 CV. Tutti i modelli erano disponibili sia in versione coupé che Targa.
Nel 1968, per rendere meno "nervoso" il comportamento stradale, venne allungato il passo di 6 cm (da 221 a 227 cm): il modello base era ancora la 911 T, con alimentazione a carburatori e motore da 110 CV; i modelli 911 E (140 CV) e 911 S (170 CV) erano dotati di iniezione meccanica Bosch. Nel 1969 fu cambiata la griglia posteriore e la cilindrata del motore: da 1991 a 2195 cm³. Le potenze salirono a 125 CV per la serie T (a carburatori), a 155 CV per la serie E (a iniezione) e a 180 CV per la serie S (pure a iniezione). Una serie S come si direbbe oggi "full optional" fu acquistata dalla Solar Film (casa produttrice statunitense che faceva capo a Steve McQueen) e usata nel film Le 24 Ore di Le Mans, con lo stesso Steve McQueen protagonista, che arriva sul circuito al volante proprio della 911 S grigia. Recentemente quest'auto, venduta dall'attore pochi anni dopo il film, e passata varie volte di mano, è stata battuta ad un'asta statunitense di auto d'epoca. Nel 1971 la cilindrata del boxer venne aumentata ulteriormente da 2195 cm³ a 2341 cm³ e le potenze crebbero a 130 CV (T), 165 CV (E) e 190 CV (S). La più potente 911 S ottenne anche uno spoiler anteriore per stabilizzare l'avantreno alle alte velocità. Nel 1972 fu proposta la 911 Carrera RS (RennSport), mossa da una versione di 2687 cm³ (210 CV) a iniezione meccanica del classico 6 cilindri boxer e carrozzeria alleggerita, con cofani e portiere in alluminio e lamiere non strutturali assottigliate. La Carrera RS era disponibile in una versione Touring con interno simile a quello delle 911 S e Sport, con allestimento interno semplificato per contenere ulteriormente il peso. Era riconoscibile per il celebre alettone posteriore "a coda d'anatra" (ducktail), le strip adesive sulla fiancata ed i cerchi (in lega) in tinta con le strip. Era disponibile nella sola versione coupé. Nel 1973 ne vennero creati otto esemplari da competizione denominati Carrera RSR. Utilizzando come base la RS, vennero montati nuovi freni ventilati a disco con quattro pistoncini e nuove sospensioni sportive irrigidite. I passaruota erano stati allargati per permettere il montaggio di pneumatici da competizione, più grandi rispetto a quelli di serie. Nella parte anteriore venne sistemato un nuovo radiatore dell'olio, mentre il propulsore impiegato era una versione 2.8 da 308 cv del motore della RS stradale. La sua gestione era affidata ad un cambio manuale a 5 rapporti. Questi modelli vennero affidati ai team Brumos e Penske per competere in alcune prove del Campionato Mondiale per vetture sport.
La prima prova fu alla 24 Ore di Daytona, dove i piloti Peter Gregg e Hurley Haywood del team Brumos ottennero la vittoria. Altre pregevoli conquiste furono La Targa Florio e la 12 Ore di Sebring. Nel 1974 le nuove norme USA sulla sicurezza e sull'inquinamento costrinsero i tecnici Porsche a rivedere la 911. Furono cambiati i paraurti, resi più grandi e ad assorbimento d'urto (i cosiddetti "impact bumpers"), con due pistoni idraulici al posto delle barre metalliche usate sul mercato europeo. I gruppi ottici posteriori vennero uniti da una fascia trasparente rossa inglobante i catarifrangenti. Dal punto di vista tecnico, invece, la cilindrata venne portata per tutte le versioni a 2687 cm³. Tutte adottarono l'alimentazione a iniezione meccanica, ma l'adozione di dispositivi antinquinamento ridusse la potenza utile. Anche gli interni furono aggiornati per migliorare comfort e sicurezza. La nuova gamma comprendeva la 911 standard (150 CV), la 911 S (177 CV) e la 911 Carrera (210 CV). Quest'ultima aveva la carrozzeria delle altre 911, senza alleggerimenti e variazioni estetiche, ed era disponibile anche in versione Targa (come pure la standard e la S), mentre il motore era lo stesso della Carrera RS della serie precedente: fu venduta solo sul mercato europeo ed in Sudafrica, ma non negli Stati Uniti. Nel 1975 venne introdotta la 911 Turbo, con motore portato a 2994 cm³ e sovralimentato con turbocompressore . La potenza cresceva così a 260 CV.
La 911 Turbo, disponibile solo in versione coupé, era facilmente riconoscibile per la carrozzeria allargata, l'ampio alettone posteriore (che incorporava l'intercooler), i cerchi sportivi con pneumatici maggiorati sui posteriori, lo spoiler anteriore più pronunciato e la verniciatura in nero opaco di tutte le parti cromate. Minime le modifiche all'interno. Lo stesso anno, data l'esigenza di proporla anche sul mercato statunitense, la cilindrata della Carrera crebbe a 2994 cm³, ma a causa dei dispositivi antinquinamento la potenza scese da 210 a 200 CV. Nel 1977 fu lanciata la 911 SC (SuperCarrera), che sostituiva tutte le altre versioni "non turbo" (standard, S e Carrera); aveva una cilindrata di 2994 cm³ e una potenza ridotta a 180 CV. Esteticamente le uniche modifiche riguardavano la verniciatura in nero opaco dei particolari prima cromati.
La SC, disponibile sia in versione coupé che Targa, venne lanciata in un momento in cui il management della Casa tedesca riteneva che la 911 fosse un modello superato, destinato ad essere gradualmente rimpiazzato dalla Porsche 928, lanciata proprio quell'anno e dotata di un nuovo motore V8 raffreddato ad acqua e meccanica transaxle. La 928 ebbe un buon successo di mercato, soprattutto negli USA, ma non riuscì mai a sostituire nel cuore degli appassionati la 911, che rimase sempre il modello Porsche più popolare. Nel 1978 la cilindrata della 911 Turbo crebbe da 2994 a 3299 cm³ e la potenza, grazie anche all'adozione dell'alimentazione a iniezione elettronica (anziché meccanica), raggiunse i 300 CV. Nel 1981 la potenza delle SC venne incrementata a 204 CV. Nel 1983 le versioni coupé e Targa vennero affiancate dalla 3.0 SC Cabriolet. Nel 1984 le 911 SC lasciarono il posto alle 911 Carrera 3.2, pressoché invariate esteticamente (a parte i piccoli fendinebbia rettangolari, ora integrati nello spoiler anteriore e non più solo opzionali, e il richiamo degli indicatori di posizione in posizione laterale), ma con importanti novità tecniche: cilindrata portata a 3164 cm³, alimentazione a iniezione elettronica anziché meccanica e potenza di 231 CV.
Fu realizzata anche in versione cabriolet. Nel 1987 venne proposta la nuova migliorata trasmissione G50 e la frizione idraulica. La fascia posteriore rossa ora comprende anche i retronebbia. Sono state prodotte due versioni commemorative della 3.2, chiamate comunemente, ma erroneamente, entrambe Giubileo.
Una del 1988 in occasione della 250.000ª 911 prodotta aveva un colore specifico (Diamantblau met cod. 697), la firma Ferry Porsche ricamata sugli appoggiatesta ed i cerchi ruota forgiati Fuchs con i "petali" nello stesso colore della carrozzeria anziché neri. Venne prodotta in tutte le varianti di carrozzeria, con motore catalizzato e non. Nell'anno seguente è stata realizzata una nuova versione commemorativa per i 25 anni di inizio di produzione della 911: in realtà erano 3 modelli con equipaggiamento molto completo e piuttosto rari, contraddistinti dai codici M097, M098 e M099. Rappresentavano una serie limitata di fine produzione del modello 3.2: M097 modello Anniversario 1989 25 anni 911 versione Germania, vernice blu profondo metallizzata, interni pelle totale colore grigio perla, tappetini in velluto effetto seta colore grigio perla, consolle centrale speciale, cerchi Fuchs in tinta, cruscotto in radica; prodotta principalmente con carrozzeria coupé, ha avuto anche versioni Targa e Cabrio, molto rare; M098 modello Anniversario 1989 25 anni 911 versione USA vernice argento metallizzata, interni in pelle totale colore grigio effetto seta, tappetini in velluto colore grigio, consolle centrale speciale, cerchi Fuchs in tinta; M099 modello Anniversario 1989 25 anni 911 versione Resto del mondo vernice blu metallizzata, pelle totale colore blu, tappetini in velluto colore argento-blu, consolle centrale speciale, cerchi Fuchs in tinta. Il Model Year 1989 rappresenta l'ultimo anno di produzione della 3.2 con la tipica carrozzeria Bumper e le "sospensioni a lame". Le vetture di quest'anno presentano tutta una serie di piccole evoluzioni tecniche e di dotazioni poi riprese dalla imminente 964. Sempre nel 1989 venne realizzata una piccola serie di 911 Speedster.
Si trattava di una cabriolet alleggerita con parabrezza più piccolo, calotta aerodinamica in plastica al posto dei sedili posteriori, carrozzeria slim o allargata "Turbo Look" e meccanica della normale derivata dalla Carrera 3.2. Nel giugno 1989 venne lanciata la 911 Carrera 4 (serie 964), con tantissime novità tecniche ed estetiche. Da punto di vista tecnico la novità principale era l'adozione della trazione integrale permanente e di un motore a cilindrata maggiorata da 3600 cm³ con doppia accensione e 250 CV. I freni ottennero l'ABS di serie, mentre lo sterzo era servoassistito. Esteticamente venivano adottati nuovi paraurti, diversi cerchi, inedito alettone posteriore retrattile e interni rivisti. Le versioni disponibili erano coupé, Targa e cabriolet.
Nel 1990 anche le versioni a trazione posteriore adottarono motore, freni e allestimento della Carrera 4. Il nome commerciale era 911 Carrera 2. Le versioni disponibili erano coupé, Targa e cabriolet. Anche le 964 Turbo (talvolta impropriamente indicate come 965) vennero aggiornate, prendendo i paraurti e gli interni delle Carrera 2/4. La potenza del motore 3,3 litri saliva a 320 CV. Lo stesso anno debuttò anche la Carrera 2 3.6 RS, alleggerita grazie ad un allestimento semplificato e potenziata a 260 CV. Nel 1987 per la prima volta venne proposta la 911 Turbo Cabriolet, e nel 1993 arrivarono la Carrera 2 Speedster e la Carrera 2 3.8 RS (con motore di 3,8 litri da 300 CV). La cilindrata della Turbo venne accresciuta a 3,6 litri con un conseguente aumento della potenza massima a 360 CV. I fari anteriori più inclinati ed il diverso taglio dei gruppi ottici posteriori costrinsero la Porsche a ridisegnare i parafanghi anteriori e alcune lamiere posteriori. Nuovi anche i paraurti e parte degli interni. Rilevanti anche le novità tecniche: nuova sospensione posteriore, denominata "LSA", acronimo che sta per "leggero, stabile, agile" (con traliccio che ingabbiava il motore) e 6 cilindri boxer con condotti di aspirazione a lunghezza variabile "Variocam" introdotta dal Model Year 1996 con conseguente aumento della potenza a 286 CV. Ulteriore novità tecnica fu l'adozione, per la prima volta su un'auto di serie, del fondo piatto, soluzione che migliorò l'aerodinamica e la stabilità della vettura.
La nuova sospensione garantiva un'eccellente tenuta di strada anche al cospetto dei 272 CV erogati dal 6 cilindri di 3,6 litri. Nuova anche la trazione integrale della Carrera 4. Sia le Carrera (a 2 ruote motrici) che le Carrera 4 erano disponibili in versione coupé o cabriolet. La versione Targa non venne inizialmente prodotta. La 911 Turbo della serie 993 venne potenziata con trazione integrale e sovralimentazione con 2 turbocompressori più intercooler, per un totale di 408 CV. Nel 1995, con il Model Year 1996, venne riproposta una versione denominata Targa: si trattava di una Carrera 2 con tetto apribile panoramico in cristallo azionato elettronicamente. Lo stesso anno vennero lanciate le Carrera S e Carrera 4 S, con carrozzeria "Turbo look". Nel 1996 entrarono in gamma la RS (motore di 3,8 litri da 300 CV, trazione posteriore e carrozzeria alleggerita di 100 kg) e la Turbo GT2 (trazione posteriore e motore biturbo da 450 CV). La serie delle 911 con motore raffreddato ad aria si chiuse nel 1997. Bisognava progettare un modello completamente nuovo, ma che mantenesse l'identità estetica e meccanica (motore 6 cilindri boxer posteriore a sbalzo) della 911, evitando gli errori commessi con le varie Porsche 944 e Porsche 968: evolute tecnicamente, ma fallimenti commerciali. Fu così che alla fine del 1997 nacque la 911 serie 996. Un modello completamente nuovo, sia tecnicamente che esteticamente, ma indubbiamente legato alla tradizione, in pratica una riedizione dei modelli tradizionali. Dal punto di vista tecnico le novità riguardarono soprattutto le sospensioni anteriori (comuni alla Porsche Boxster) a quadrilateri ed il motore, sempre sei cilindri boxer, ma con raffreddamento ad acqua e testata a 4 valvole per cilindro. Posteriormente venne riproposta una riedizione della sofisticata sospensione posteriore "LSA". L'ESP integrava il lavoro delle sospensioni ed erano disponibili due tipi di trazione: posteriore o integrale permanente a gestione elettronica.
Grazie alla distribuzione a 24 valvole con fasatura variabile il boxer, nonostante la cilindrata ridotta a 3387 cm³, era in grado di fornire 296 CV. Anche gli interni erano completamente nuovi. La gamma era composta dalle versioni coupé e cabriolet alle quali s'aggiunse successivamente la versione Targa con tetto in cristallo, come sulla 993. Nel 1999 arrivò la GT3, con motore aspirato di 3,6 litri da 360 CV e carrozzeria alleggerita.
Nel 2000 entrò in produzione la 911 Turbo con motore biturbo (420 CV) e trazione integrale che spinge la vettura da 0 a 100 km/h in soli 4,2 secondi. La carrozzeria, inizialmente solo coupé poi anche in versione cabrio, venne allargata rispetto alle "normali", ma era meno estrema rispetto alle edizioni precedenti. Nel frontale debuttarono fari diversi che anticiparono il restyling su tutta la gamma, e sono state introdotte due grosse prese d'aria laterali e feritoie sul paraurti posteriore più alettone (sdoppiato superati i 120 km/h) che ne aumentarono l'aggressività rispetto alla 911 standard, oltre che le prestazioni aerodinamiche. Nel 2002 è stato inoltre rilasciato il modello potenziato "Turbo S", una versione elaborata della 996 turbo che spinge il motore da 420 cv a 450 cv limando il 0-100 a 4,1 secondi, grazie alla rimappatura della centralina, e all'impiego di turbocompressori di maggiori dimensioni. Il tutto firmato Porsche. La carrozzeria è rimasta invariata, ad eccezione della S posteriore affiancata alla scritta turbo. Per i già possessori del turbo standard, la casa produttrice di Stoccarda ha rilasciato anche il KIT S, per poter rimanere al passo senza che i più esigenti abbiano dovuto rivendere il veicolo appositamente per avere la S. Infine, sempre nel 2002 venne lanciata la versione GT2, derivata dalla Turbo, ma potenziata a 462 CV, alleggerita e convertita in trazione posteriore. Quest'auto, particolarmente nervosa ed impegnativa da guidare, era priva di qualsiasi controllo di trazione e stabilità, proprio in nome della filosofia racing che Porsche adotta per le proprie versioni GT. Nel 2004 la GT2 venne leggermente aggiornata nella versione cosiddetta "Mark2", potenziata a 483 CV e modificata in alcuni particolari. Nel 2005 un restyling di fari anteriori, paraurti e interni ha dato vita alla serie 997. Rispetto alla precedente 996, la nuova versione oltre al ritorno dei fari anteriori circolari (oblunghi sulla serie precedente), riportava alcune novità tecniche, soprattutto riguardanti il motore con cilindrata di 3600 cm³ (325 CV) per le 911 Carrera standard e di 3800 cm³ (355 CV) per le 911 Carrera S.
Venne mantenuta disponibile la trazione integrale accanto a quella posteriore, sia per le versioni standard che S. Tutte sono disponibili con carrozzeria coupé, Targa o cabriolet. Nel 2006 hanno debuttato le versioni Turbo (3,6 litri biturbo, trazione integrale, turbine a geometria variabile e 480 CV), GT3 (3,6 litri aspirata da 415 CV), GT3 RS (con la stessa meccanica della GT3 standard, carrozzeria alleggerita e assetto ancora più esasperato) e Carrera 4 Targa (con tetto panoramico in cristallo ad azionamento elettrico e trazione integrale). Alla fine dell'autunno 2006 viene proposta la 911 997 Targa. Nella primavera del 2009 la Porsche annuncia una versione commemorativa che si chiama Sport Classic e si rifà alle 911 classiche: in primis la 2.7 Carrera RS, di cui riprende l'alettone a coda d'anatra e i cerchi "Fuchs style" da 19". La meccanica è quella della Carrera S potenziata a 408 CV, il tetto ha la doppia gobba; ne verranno prodotti solo 250 esemplari.Nel 2010 viene lanciata la GT2 RS: in pratica un'auto da corsa targata. L'abitacolo presenta un roll-bar, e il motore è biturbo con 620 CV, scaricati solo sull'assale posteriore: la più potente Porsche omologata per circolare per strada. Inoltre è stata creata la versione Speedster della 997: a livello meccanico e stilistico è uguale alla Sport Classic, la differenza è naturalmente il tetto ripiegabile nella calotta aerodinamica in plastica. Ne verranno prodotti solo 365 esemplari.