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Grilled tilapia marinated in olive oil, lime, chili powder and cumin. Served on top of a grilled corn tortilla with homemade guacamole and lettuce.

CUMIN-the 1.5 year-old-Morkie-Who’s-a-Pandemic-Puppy

The ultimate comfort food from HQ Chinese Skillet

Summer’s-The-Reason….. we live here!

Chicago has dog-lovers everywhere.....including

a Chicago Fire Station called Engine Company 60,

near The University of Chicago, not far from

Pres. Barack Obama's home (he no longer sleeps in),

as well as many other groovy spots.

Chief has 3 Shitzu's in her house, and Cumin just charmed

her to pieces!

 

I read that some would find difficulty in finding subject matter to photograph for this week's Macro Mondays' group theme "Seeds". Lucky me then; I just opened a kitchen cupboard and there on a rack, in among all the other herbs and spices, were quite a number of bottles/jars containing a variety of seeds used in cooking. Commiserations to anyone unable to find anything to photograph for this week's theme.

 

You may have found some amusement watching me painstakingly picking up individual seeds with a pair of eyebrow tweezers to place on the gluey bit but, other than that, I found this theme not too onerous to accomplish. Let's hope the end result meets with some approval cos I quite like it, :)

 

The seeds from left to right as you look are: Mustard, Sesame, Caraway, Coriander, Cumin and Fennel.

 

HMM to all in the group.

Project 6 Osservo l’acqua scorrere sotto ,la vita

  

END PROJECT

Le città invisibili di Claudio Cumin

In Mostra alla

Sala Comunale d'Arte G. Negrisin

Piazza Marconi, 1 - Muggia (Trieste)

dall 8 febbraio all 4 marzo 2012

www.benvenutiamuggia.eu

 

Le città e gli occhi. 1.

 

Gli antichi costruirono Valdrada sulle rive d’un lago con case tutte verande una sopra l’altra e vie alte che affacciano sull’acqua i parapetti a balaustra. Cosí il viaggiatore vede arrivando due città: una diritta sopra il lago e una riflessa capovolta. Non esiste o avviene cosa nell’una Valdrada che l’altra Valdrada non ripeta, perché la città fu costruita in modo che ogni suo punto fosse riflesso dal suo specchio, e la Valdrada giú nell’acqua contiene non solo tutte le scanalature e gli sbalzi delle facciate che s’elevano sopra il lago ma anche l’interno delle stanze con i soffitti e i pavimenti, la prospettiva dei corridoi, gli specchi degli armadi.

Gli abitanti di Valdrada sanno che tutti i loro atti sono insieme quell’atto e la sua immagine speculare, cui appartiene la speciale dignità delle immagini, e questa loro coscienza vieta di abbandonarsi per un solo istante al caso e all’oblio. Anche quando gli amanti dànno volta ai corpi nudi pelle contro pelle cercando come mettersi per prendere l’uno dall’altro piú piacere, anche quando gli assassini spingono il coltello nelle vene nere del collo e piú sangue grumoso trabocca piú affondano la lama che scivola tra i tendini, non è tanto il loro accoppiarsi o trucidarsi che importa quanto l’accoppiarsi o trucidarsi delle loro immagini limpide e fredde nello specchio. Lo specchio ora accresce il valore alle cose, ora lo nega. Non tutto quel che sembra valere sopra lo specchio resiste se specchiato. Le due città gemelle non sono uguali, perché nulla di ciò che esiste o avviene a Valdrada è simmetrico: a ogni viso e gesto rispondono dallo specchio un viso o gesto inverso punto per punto. Le due Valdrade vivono l’una per l’altra, guardandosi negli occhi di continuo, ma non si amano.

 

Le città invisibili

di Italo Calvino

Einaudi, Torino 1972

Nigella sativa may remind you of a more common species with smaller, blue flowers, Nigella damascena or love-in-a-mist, with which it shares its genus. N. sativa is a native of Western Asia/the Middle East. It has long been cultivated around the Mediterranean as well as in other parts of the world, where it has escaped capitivity and been naturalised. The plant's seeds have been used as a spice in many cuisines and as traditional medicines. In English and other languages, common names include black caraway and black cumin. While the seeds taste similar to these and other spices, and have been used as substitute in cooking for them, they are not actually related to any of them. Additionally, the common names black seed, black cumin and black caraway are also used to refer to Elwendia persica.

Ground cumin

 

Macro Mondays: Smell

Cumin- “likes” the 80° temps in Early April

Star anis and cumin.

I didnt have the time (or weather) to get out and look for some interesting seeds.... so I just grabbed something from the kitchen.

One-Day......One-Day, (maybe) he'll encounter a "slow" squirrel, and that'll be his BEST DAY- EVER!

Le città invisibili di Claudio Cumin

In Mostra alla

Sala Comunale d'Arte G. Negrisin

Piazza Marconi, 1 - Muggia (Trieste)

dall 8 febbraio all 4 marzo 2012

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Le città sottili. 2.

 

Ora dirò della città di Zenobia che ha questo di mirabile: benchè posta su terreno asciutto essa sorge su altissime palafitte, e le case sono di bambù e di zinco, con molti ballatoi e balconi, poste a diversa altezza, su trampoli che si scavalcano l’un l’altro, collegate da scale a pioli e marciapiedi pensili, sormontate da belvederi coperti da tettoie a cono, barili di serbatoi d’acqua, girandole marcavento, e ne sporgono carrucole, lenze e gru. Quale bisogno o comandamento o desiderio abbia spinto i fondatori di Zenobia a dare questa forma alla loro città, non si ricorda, e perciò non si può dire se esso sia stato soddisfatto dalla città quale noi oggi la vediamo, cresciuta forse per sovrapposizioni successive dal primo e ormai indecifrabile disegno. Ma quel che è certo è che chi abita a Zenobia e gli si chiede di descrivere come lui vedrebbe la vita felice, è sempre una città come Zenobia che egli immagina, con le sue palafitte e le sue scale sospese, una Zenobia forse tutta diversa, sventolante di stendardi e di nastri, ma ricavata sempre combinando elementi di quel primo modello. Detto questo, è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non e in queste due specie che ha senso dividere la città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.

 

Le città invisibili

di Italo Calvino

Einaudi, Torino 1972

My portfolio of Città invisibili portfolio.fotocommunity.it/claudionimuc

Four spices, coriander, cumin, black pepper, carom (ajwain) [counterclockwise, from bottom]

Cumin on a chair at our dining room table.

 

[SOOC, f/1.4, ISO 800, shutter speed 1/100, +2 EV]

Cumin, acknowledging his happiness with a Nap as well!

Totally delicious From the Chili Garlic restaurant

Project 3 Ultimate year

. . . CATNIP.

 

Cumin enjoying the aroma of the weed. . .

 

[SOOC, f/2.8, ISO 100, shutter speed 1/1250]

I rewrote a recipe given to me with the same title using what I had in the house instead of having to shop. It was delicious! (If I do say so myself)

 

FRIJOLE CHEESE SOUP

 

2 T. olive oil

3/4 cup diced onion

1 T. seeded and minced jalapeno pepper

2 small garlic cloves, finely diced

1 can Red Gold diced tomatoes, including liquid

1 can refried beans

1 T. fresh lime juice

1½ cups chicken stock

4 slices crisp bacon, crumbled

½ t. each: chili powder, ground cumin, and dried oregano

1 t. taco seasoning mix

2 oz. cheddar cheese, grated

 

Garnish with:

 

Sour cream

2 scallions, chopped

2 oz. grated cheddar

 

In large pan, heat oil; add onion, pepper and garlic and cook over medium heat. Stir occasionally until tender, about 1 minute. Add tomatoes with liquid, bacon, chili powder, cumin, oregano, taco seasoning and lime juice. Stir to blend. Cook for 5 minutes. Add stock and beans, increase heat to medium high and cook, stirring constantly until mixture is thoroughly heated. Stir in cheese until melted. To serve, ladle soup into 4 soup bowls and top each with a dollop of sour cream, chopped scallions, and grated cheddar.

Serves 4

 

My three favourite seeds for using in curries - Fenugreek (Methi) seeds, Nigella or Black Onion seeds, and Cumin seeds

Le città invisibili di Claudio Cumin

In Mostra alla

Sala Comunale d'Arte G. Negrisin

Piazza Marconi, 1 - Muggia (Trieste)

dall 8 febbraio all 4 marzo 2012

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Le città e i segni. 2.

 

Dalla città di Zirma i viaggiatori tornano con ricordi ben distinti: un negro cieco che grida nella folla, un pazzo che si sporge dal cornicione d’un grattacielo, una ragazza che passeggia con un puma legato al guinzaglio. In realtà molti dei ciechi che battono il bastone sui selciati di Zirma sono negri, in ogni grattacielo c’è qualcuno che impazzisce, tutti i pazzi passano le ore sui cornicioni, non c’è puma che non sia allevato per un capriccio di ragazza. La città è ridondante: si ripete perché qualcosa arrivi a fissarsi nella mente.

Torno anch’io da Zirma: il mio ricordo comprende dirigibili che volano in tutti i sensi all’altezza delle finestre, vie di botteghe dove si disegnano tatuaggi sulla pelle ai marinai, treni sotterranei stipati di donne obese in preda all’afa. I compagni che erano con me nel viaggio invece giurano d’aver visto un solo dirigibile librarsi tra le guglie della città, un solo tatuatore disporre sul suo panchetto aghi e inchiostri e disegni traforati, una sola donna–cannone farsi vento sulla piattaforma d’un vagone. La memoria è ridondante: ripete i segni perché la città cominci a esistere.

 

Le città invisibili

di Italo Calvino

Einaudi, Torino 1972

 

My portfolio of Città invisibili portfolio.fotocommunity.it/claudionimuc

Le città invisibili di Claudio Cumin

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Le città e gli scambi. 2.

 

A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l’uno dell’altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s’incrociano per un secondo e poi si sfuggono, cercano altri sguardi, non si fermano.

Passa una ragazza che fa girare un parasole appoggiato alla spalla, e anche un poco il tondo delle anche. Passa una donna nerovestita che dimostra tutti i suoi anni, con gli occhi inquieti sotto il velo e le labbra tremanti. Passa un gigante tatuato; un uomo giovane coi capelli bianchi; una nana; due gemelle vestite di corallo. Qualcosa corre tra loro, uno scambiarsi di sguardi come linee che collegano una figura all’altra e disegnano frecce, stelle, triangoli, finché tutte le combinazioni in un attimo sono esaurite, e altri personagi entrano in scena: un cieco con un ghepardo alla catena, una cortigiana col ventaglio di piume di struzzo, un efebo, una donna–cannone. Cosí tra chi per caso si trova insieme a ripararsi dalla pioggia sotto il portico, o si accalca sotto un tendone del bazar, o sosta ad ascoltare la banda in piazza, si consumano incontri, seduzioni, amplessi, orge, senza che ci si scambi una parola, senza che ci si sfiori con un dito, quasi senza alzare gli occhi.

Una vibrazione lussuriosa muove continuamente Cloe, la piú casta delle città. Se uomini e donne cominciassero a vivere i loro effimeri sogni, ogni fantasma diventerebbe una persona con cui cominciare una storia d’inseguimenti, di finzioni, di malintesi, d’urti, di oppressioni, e la giostra delle fantasie si fermerebbe.

 

Le città invisibili

di Italo Calvino

Einaudi, Torino 1972

 

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Le città invisibili di Claudio Cumin

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Piazza Marconi, 1 - Muggia (Trieste)

dall 8 febbraio all 4 marzo 2012

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Le città sottili. 1.

 

Isaura, città dai mille pozzi, si presume sorga sopra un profondo lago sotterraneo. Dappertutto dove gli abitanti scavando nella terra lunghi buchi verticali sono riusciti a tirar su dell’acqua, fin là e non oltre si è estesa la città: il suo perimetro verdeggiante ripete quello delle rive buie del lago sepolto, un paesaggio invisibile condiziona quello visibile, tutto ciò che si muove al sole è spinto dall’onda che batte chiusa sotto il cielo calcareo della roccia.

Di conseguenza religioni di due specie si dànno a Isaura. Gli dei della città, secondo alcuni, abitano nella profondità, nel lago nero che nutre le vene sotterrranee. Secondo altri gli dei abitano nei secchi che risalgono appesi alla fune quando appaiono fuori della vera dei pozzi, nelle carrucole che girano, negli argani delle norie, nelle leve delle pompe, nelle pale dei mulini a vento che tirano su l’acqua delle trivellazioni, nei castelli di traliccio che reggono l’avvitarsi delle sonde, nei serbatoi pensili sopra i tetti in cima a trampoli, negli archi sottili degli acquedotti, in tutte le colonne d’acqua, i tubi verticali, i saliscendi, i troppopieni, su fino alle girandole che sormontano le aeree impalcature d’Isaura, città che si muove tutta verso l’alto.

 

Le città invisibili

di Italo Calvino

Einaudi, Torino 1972

 

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a favorite of mine, humus base with a pine nut and spice mix (lemon juice, 1/4 cup olive oil, tahini, garlic, cumin, paprika, salt, and crushed peppercorns) dipped with black bean chips and a drop of green chili sauce.

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