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La basilica di San Bartolomeo all'Isola sorge sull'isola tiberina, tra il rione Trastevere e il quartiere ebraico. Fu edificata alla fine del X secolo per volere dell'imperatore Ottone III su un antico tempio dedicato a Esculapio, dio della medicina. Doveva accogliere i resti di due martiri: San Bartolomeo apostolo, il cui corpo è custodito nell'altare maggiore e Sant'Adalberto, vescovo di Praga, che fu ucciso nel 997 mentre evangelizzava popolazioni pagane dell'Europa del Nord.
E' stata ricostruita nel XVII secolo a seguito di una disastrosa esondazione del Tevere e si presenta in stile barocco particolarmente ricco nell'interno.
Al centro della piazza la "Colonna Infame" così denominata perchè qui veniva affissa una tabella (l'uso durò fino al 1870) nella quale erano indicati i "banditi che nel giorno di Pasqua non partecipavano alla messa eucaristica". Spezzata la colonna dall'urto violento di un carro, fu sostituita dal monumento attuale, opera di Ignazio Jacometti del 1869, sorreggente sulla guglia una croce.
La basilica è anche sede della Confraternita dei Sacconi Rossi, (durante il rito della sepoltura vestivano un mantello rosso) una congregazione religiosa che si occupava del recupero delle salme rinvenute nel Tevere, le cui ossa scarnificate venivano deposte nella cripta del convento.
Oggi la basilica è luogo di memoria dei "nuovi martiri" del XX secolo, in onore dei quali è stata posta una grande icona sull'altare maggiore.
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.
Capitolo 4: BUONANOTTE, L'AVANA
Tela eseguita con colori acrilici - Habana vieja
Album completo: www.flickr.com/photos/stefanoparadossi/sets/7215765188719...
BUONA NOTTE L'AVANA
Si desta la città, mentre a occidente, ancora qualche stella punteggia il cielo.
Le flebili lampade, fanno a gara per resistere alla notte trascorsa.
Ho dormito poco... forse per il fuso orario, forse per l'eccitazione di essere qua. Ad essere sinceri sino in fondo, più che altro, la colpa è del letto, mi ricorda quei vecchi materassi in vegetale della nonna, non credevo esistessero ancora. Mi accorgo di vivere un'esperienza già vissuta, è un Déjà vu bello e buono... la cosa mi affascina e m'inquieta. Mi trovo in una "casa particular" all'Avana, insieme a mia moglie ed un’altra coppia di amici.
E' un appartamento signorile, di un medico, almeno credo, mi ricorda in modo impressionante, casa di zia Ultima, in via di Pratale, quando ero piccolo.
Ieri sera, non mi ero accorto di nulla, tanto ero frastornato dal viaggio... adesso gli occhi si aprono ed è... IERI... che dico ieri, anni fa... mooolti anni fa. Aprendo la finestra, l'odore intenso della strada, penetra tra le tende in lino, facendole dolcemente ondeggiare.
Il profumo del pane fresco, si mischia ad altri sconosciuti. Sogno o son desto, nel corridoio una pendola rintocca sette volte, è incredibile, l'ultima volta che ho sentito questo suono, ero proprio a casa di zia Ultima, non vi dico in che anno, diciamo, nell'altro secolo.
Mi affaccio, ed una sberla di salmastro mi sveglia del tutto. No, non sto sognando... li per li, un po' me ne dispiace... ma, per fortuna, quel ricciolo di mare la in fondo alla via, mi rincuora.
Poi, d'incanto, il sole inonda le strade logore, già pulsanti di vita brulicante.
Una bella colazione a casa, mi conferma, se ancora ce n'era bisogno, che qua, la musica, è decisamente diversa. Mi arrendo... beh... andiamolo a vedere questo mondo che scorre così fluido, così lento, come un cucchiaio di miele dolcissimo, giù per la gola.
Scendo i gradini a due a due, sbucando d'impeto sul marciapiede, per poco, non travolgo un passante. Non c'è male, cominciamo bene.
M'incammino, ed è come aprire un vecchio scrigno, ricolmo d'umanità.
Felice, vedo bambini giocare ovunque, permeando i vicoli scrostati, in oasi di felicità. I loro strilli gioiosi, mi sciolgono… come gelato al sole. Ma... tra quei piccoli... per caso, non è che ci sono anch'io? Magari... non ci crederete, per un attimo, mi son visto tra loro, sorridere e saltare, con i ginocchi sbucciati, e la maglietta sporca di fango.
Sono in estasi, e, come nulla, semino mia moglie tra i vicoli maleodoranti. Un classico, che mi contraddistingue, quando il reale, non lega col battito del cuore…
Proseguo, con la fotocamera, rubo sguardi dolci e remissivi di chi vive solo per arrivare alla sera... poi... poi si vedrà.
Volti pieni di rughe, volti intrisi di dolcezza, di candido, disincantato quieto vivere. L'orologio? E' un optional, l'importante è arrivare, non importa quando. Sono esterrefatto, tutto scivola via, disegnando quadretti tenerissimi, ormai, rari dalle nostre parti. Persino il respiro si adegua, ora è lieve, prolungato, come a voler sospendere per l'aria, attimi irripetibili.
L'architettura coloniale ti avvolge, come sa farlo una madre premurosa, niente ti opprime, anzi, ti culla, ti fa star bene, e vaghi senza meta, per il piacere di farlo. La gente che incontro, mi fa tenerezza. In un certo qual modo, mi stupisce.
Noi, così avanti, così emancipati, eppure, per strada, così soli, così spauriti... così fragili.
Qui, per contraltare, vedo gente aiutarsi, lottare, piangere e soprattutto ridere, cantare, con gli occhi pieni di luce.
Che strano, non provo più l'inquietudine che da mesi mi attanaglia, sono dall'altra parte del mondo, e mi sento a casa.
Tutto scorre immerso in un tempo che fu... m'inebria, mi allevia l'ansia, sino ad un fermo immagine, zeppo di sensazioni corroboranti.
Lo so, non è per nulla semplice descrivere cosa provo, comunque sia, sarà sempre poco, bisogna viverle queste emozioni, bisogna esserci.
Mi riavvio verso casa, con la mente che fluttua su una nuvola, ed i piedi, pesanti come pietre, non m'importa, qui, oggi, ho capito molte cose.
Saprò farne tesoro?
State tranquilli, credo proprio di sì, ho imparato da questa gente meravigliosa, così tanto, da riempire un sogno intero.
La sera giungerà di nuovo, e con essa, il torpore del sonno... Anche per oggi è andata, forse, senza infamia e senza lode, di sicuro, con grande dignità ed amore nei confronti della vita. Buona notte L'Avana... ti sognerò.
Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits ;
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris ;
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrement.
- Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme ; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.
Baudelaire
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Lujuria entretenida,
dilatada en tus ansias.
búsqueda del placer en el
Hastío
de tu mañana;
Existencia envuelta
en lisérgia.
Vas desterrando,
con deleite, a los mecenas de
tu Decadencia.
Ya no inhalas,
solo exhalas palabras;
finadas,
marchitas,
apagadas.
Palabras.
Que perecen,
sucumben,
fallecen,
se extinguen
en el
Éxtasis
al llegar a sus moradas;
Esos nidos llenos de infame
Fruición,
desprovistos de cualquier rastro
de las normas humanas,
dónde no se visten los Cuerpos.
se desvisten
las Almas;
… y se elevan
como humo,
cubriendo de niebla la
infinita Esfera,
hasta ahogar todos los
murmullos
de su
Tristeza.
Stomaco, carcere dell'ansia
ripieno ormai troppo per non traboccare
l'ultima goccia e' giunta
l'ultimo respiro, a glottide chiusa
l'esofago viene inondato
tachicardia, sudore freddo dai pori
orofaringe, cavita' orale, il fluido scorre inesorabile
VOMITOANSIA
mi accascio, sulla poltiglia nera
finalmente vuoto
sorrido
provo ad alzarmi
un brivido lungo la schiena
apnea
il fluido prende vita, mi avvolge
infame anaconda
mi stritola
ossa polverizzate
il mostro si nutre di me
pensavo non potesse vivere al di fuori dei miei visceri
il mio corpo, avvolto da un bozzolo nero piceo catramoso
il mio corpo, emaciato, ematoso, emiparalizzato da un emetico baal zebu in cerca di vittime
il mio corpo, putrescente, non sara' mai piu' ritrovato
Con la sua usuale crudezza, Rancè ricordava nelle sue lettere che dobbiamo tutti considerarci pecore al macello, "tamquam oves occisionis". Victor Hugo: "Il Vangelo fa di Dio un pastore. La Trappa ne fa un macellaio". Ma i pastori, che proteggono il loro gregge, via via lo macellano....
(R.Calasso, da "La rovina di Kasch")
... a Josè Saramago, nella speranza che l'organo di stampa del Vaticano, invece di criticare chi non può più replicare, oltre a ricordare l'infamia delle Crociate o del Tribunale dell'Inquisizione (ma potremmo continuare con un lungo elenco...), si occupi dei problemi legati ai 'metodi' usati da molti 'ministri di Dio' nell''educazione' dei piccoli cattolici ,-(.
Après sa charge victorieuse, le roi des rois, sur son cheval blanc, pousse l'infâme antéchrist, l'usurpateur anglais et sa perfide Albion, dans l'abîme de soufre et de flammes... ça c'est de la propagande à grand spectacle digne d'Hollywood, non ?
Dedicato a Italia Donati, vittima innocente.
Italia Donati (Cintolese, 1º gennaio 1863 – Porciano,1° giugno 1886) è stata un'insegnante italiana, protagonista di un tragico fatto di cronaca.
Figlia del fabbricante di spazzole Gaspero Donati, dimostrò un'attitudine allo studio sufficiente per aspirare a un posto da insegnante elementare, e nel 1882, al secondo tentativo, superò l'esame di abilitazione. Fu assegnata a Porciano, un paesino a una decina di chilometri da Cintolese, in Toscana.
Giunta nel borgo, dovette sottomettersi alle pressioni del sindaco Raffaello Torrigiani, suo datore di lavoro (secondo la Legge Coppino del 1877 che assegnava ai sindaci il potere di assumere e anche di licenziare gli insegnanti) e dovette accettare, pena il licenziamento, di sistemarsi in una dependance della villa e convivere con l’amante e la convivente del sindaco. La giovane scoprì ben presto di avere a che fare con un donnaiolo che approfittava della sua posizione di potere per osare avances a cui lei oppose sempre un deciso rifiuto, ma dovette soccombere alle pretese di lui quando nei giorni di festa portava le sue donne in paese con il suo calesse mostrandole a tutti come suoi trofei di caccia! Le malelingue si misero subito all’opera e Italia venne giudicata senza appello come la “terza donna” del sindaco.
Ben presto si trovò a dover fare i conti con l'ostilità della comunità e, priva di qualsiasi difesa, fu oltraggiata e additata come una poco di buono. Nell'estate 1884 arrivò a un magistrato di Pistoia una lettera anonima che l'accusava di aver abortito illegalmente con l'aiuto del sindaco. Torrigiani fu costretto a dimettersi, ma per Italia le conseguenze furono devastanti.
Malgrado la polizia non trovasse alcuna prova contro di lei e lei medesima si fosse offerta ad accertamenti medici atti a confermare la sua castità, questi non le vennero concessi e l'ostilità nei suoi confronti non ebbe più freni. Mentre la sua salute risentiva della tensione, si diffuse la voce che era di nuovo incinta: lo provavano, per gli accusatori, il pallore e i sudori che erano dovuti invece ad uno stato di prostrazione psicologica a cui fu sottoposta Italia che era evitata da tutti come appestata e che sentiva sulla sua pelle il disprezzo delle sue alunne più grandi, sempre più insolenti e ribelli perché plagiate dalle famiglie. Chiese di essere trasferita in un'altra scuola della zona, e nella primavera del 1886 l'amministrazione comunale acconsentì. Ma la cattiva fama l'aveva preceduta, e la nuova comunità non celò la sua irritazione nel vedersi imporre la presenza di una donna così svergognata, arrivando a spedirle lettere anonime piene di insulti infamanti e volgarità, per farla desistere dal proposito di trasferirsi.
Prostrata da tanto insensato odio, reduce da un precedente tentativo di suicidio fallito per intervento di un suo vicino di casa, Italia riprogrammò con freddezza la sua dipartita come unica via di salvezza. Lasciò disposizioni al fratello Italiano affinché dopo morta fosse sottoposta a visita medica per comprovare la sua illibatezza, visita che in vita le fu sempre negata dal consiglio comunale.
La sera del 31 maggio Italia scrisse un breve biglietto destinato ai genitori in cui si discolpava e si difendeva. Al fratello Italiano scrisse:
« Io sono innocentissima di tutte le cose fattemi [...] A te, unico fratello, a te mi raccomando con tutto il cuore, e a mani giunte, di far quello che occorrerà per far risorgere l'onor mio. Non ti spaventi la mia morte, ma ti tranquillizzi pensando che con quella ritorna l'onore della nostra famiglia. Sono vittima dell'infame pubblico e non cesserò di essere perseguita che con la morte. Prendi il mio corpo cadavere, e dietro sezione e visita medico-sanitaria fai luce a questo mistero. Sia la mia innocenza giustificata [...] »
Camminò nel buio fino alla gora del vecchio mulino ad acqua sul fiume Rimaggio, poco fuori dal paese, fermò le sottane con due spille da balia (voleva scongiurare l'umiliazione di venire trovata con le gambe scoperte), e saltò nell’acqua. L'autopsia eseguita da due medici e due levatrici confermò che era morta vergine.
La salma fu sepolta nel cimitero di Porciano e poco ci mancò che il prete la estromettesse dalla terra consacrata perché era una suicida; evitò di farlo per estremo rispetto nei confronti della sua povera famiglia che aveva contato sul misero stipendio di lei per tirare a campare. Fu perciò sepolta nell’angolo più remoto del cimitero, vicino al muro di cinta, e sulla croce c’erano solo le iniziali del suo nome.
Il Corriere della Sera mandò il reporter Carlo Paladini ad indagare. La storia suscitò scalpore e commozione tanto che Matilde Serao pubblicò un articolo in cui denunciava la terribile condizione delle maestre elementari. Il Paladini constatò l’estrema miseria della famiglia Donati perciò fu lanciata una sottoscrizione per coprire le spese del trasporto e della tumulazione da Porciano a Cintolese, suo paese natale. Il 4 luglio fu celebrato un funerale solenne, con tanto di dignitari e Carabinieri in alta uniforme, fra ali di folla stimate in circa 20mila persone provenienti da numerosi paesi e città della Toscana. Sulla tomba fu collocata un'elegante lapide di marmo nero con l'iscrizione in lettere dorate, che era stata pagata dal Corriere. Vi si leggeva:
« A Italia Donati, maestra municipale a Porciano, bella quanto virtuosa, costretta da ignobile persecuzione a chiedere alla morte la pace e l'attestazione della sua onestà. Nata a Cintolese il 1° gennaio 1863, morta a Porciano il 1° giugno 1886. Per supremo suo desiderio il corpo fu trasportato qui da Porciano e fu posta questa memoria. A spese di pubblica sottoscrizione ».
A lei è stata intitolata la scuola elementare "Italia Donati" di Cintolese.
Nel 2003 Elena Gianini Belotti ha pubblicato il romanzo “Prima della quiete”, in cui racconta la storia di Italia Donati. Stupendo e commovente!
San Marcos de León tiene su origen a mediados del siglo XII, gracias a la donación de unos terrenos que hizo la infanta Sancha Raimúndez, hermana de Alfonso VII, rey de León y Castilla, para la construcción de un pequeño monasterio, con iglesia y hospital, para atender a los peregrinos que iban a Santiago de Compostela.
Es en el siglo XVI cuando el antiguo monasterio medieval es derribado por su mal estado y en su lugar se comenzó a construir, por mandato del rey regente Fernando el Católico, el actual San Marcos. Pasado el tiempo el edificio crece y se convierte en uno de los más importantes de Renacimiento español.
Hay que decir, también, que la historia de San Marcos ha pasado, a lo largo del tiempo, por diversos y desgraciados avatares.
En la primera década del Siglo XIX fue ocupado y saqueado por los franceses durante la Guerra de la Independencia.
Años después, la desamortización de Mendizábal en 1836, fue el comienzo de un largo período de decadencia y casi la ruina de San Marcos.
Incluso en 1875 el Ayuntamiento leones, viendo su lamentable estado, propuso derribarlo y convertirlo en escombros. Afortunadamente las protestas ciudadanas impidieron el desastre.
Aunque su devenir no parecía augurar nada bueno. Así ocurrió en 1898, cuando el Ministerio de la Guerra decide destinar el convento de San Marcos como depósito de sementales del Ejército.
La ocurrencia fue considerada una auténtica profanación por la Comisión Provincial de Monumentos y de nada sirvió que en 1844, San Marcos hubiera sido declarado Monumento Histórico Artístico.
Y los equinos ocuparon el claustro de San Marcos y no lo abandonaron hasta el año 1961.
En el transcurso de la Guerra Civil Española, el edificio se transforma en un improvisado presidios y campo de concentración franquista. Un lugar de reclusión, tortura y muerte para muchos españoles.
Recordamos aquí a aquellos que vivieron entre estos muros sucesos de infame recuerdo.
Francisco de Quevedo, para su desgracia, también pasó por San Marcos. Se dice que lo que le llevó a la cárcel fue una sátira en verso contra conde-duque de Olivares, por lo que fue encerrado durante tres años y medio, de 1639 a 1643. Así lo cuenta el poeta:
A siete de diciembre, víspera de la Concepción de nuestra señora, a las diez y media de la noche, fui traído en el rigor del invierno, sin capa y sin una camisa, de sesenta y un año, a este convento Real de San Marcos de León, donde he estado todo el dicho tiempo con rigurosísima prisión, enfermo por tres heridas que con los fríos y la vecindad de un río que tengo a la cabecera se me han cancerado, y por falta de cirujano y no sin piedad, me las han visto cauterizar con mis manos.
En los muros del claustro de San Marcos se puede leer:
Vivo en conversación con los difuntos
y escucho con los ojos a los muertos.
El antiguo monasterio de San Marcos, es, hoy, un hotel parador de cinco estrellas.
Cosas veredes...
...................................................................SIGUIENTE
Continúan los curiosos azares. La tarde de hoy, andando a lo flâneur por París, ha estado llena. Por la mañana he caminado por la rue Jacob, por la place de Furstenberg, por la rue Bonaparte, por la rue de Saint-Benoît, donde vivía esos años en que vivió en París, todas esas calles suyas de las que ando yo ahora haciendo el recorrido.
Pero en cuanto me he sentado después de comer a tomar café en el Café de Flore y he abierto el libro, me lo topo contándonos del “joven y chiflado huérfano Tomás Moll, que acabó convirtiéndose en toda una institución del Café de Flore”.
Luego, ya puestos a hacer recorridos literarios, he seguido hasta la place de Saint-Sulpice, donde Perec se pasó horas y días fijándose y haciendo una relación de todas las cosas que ahí pasan; y después hasta el Museo de Luxemburgo, para ver la maravillosa exposición de Filippo Lippi y su hijo Filippino (que me ha interesado mucho menos que el padre). Cuando me he sentado a seguir leyendo un rato en el café del Museo, Vila-Matas nos iba contando de la investigación del joven Moll sobre Baroja, que vivió en París unos años, “en su infame habitación del horrendo Hotel Bretonne de la calle Vaugirard. ¨Precisamente a cuatro pasos de allí¨, me comentó aquel día el joven Moll en el Flore, ¨también en la rue Vaugirard, en duro contraste entre la literatura española y la norteamericana, en un maravilloso apartamento del número 58, vivían rodeados de glamour Scott Fitzgerald y Zelda. Baroja, en cambio, lo hacía en un sórdido cuarto con la cama entrada en la pared¨ ”. Me han echado en ese momento del café (iban a cerrar, no es que yo los haya mirado mal o les haya molestado que anduviera leyendo a Vila-Matas) y al darme la vuelta para salir, veo que estoy en plena rue Vaugirard, a la altura de los 50s, casi al frente de donde vivían los Fitzgerald en duro contraste con nuestro pobre Baroja.
Y bueno, me he ido a sentarme al Jardín, en una de esas silla que hay por todos lados, frente a unos tulipanes rojos, a seguir leyendo, y ¡zas!, llego a donde cuenta que un día “Nos habíamos encontrado los tres casualmente en la rue de Medicis, a la altura de la librería Corti, y bajo el viento vivo y claro habíamos comenzado a caminar juntos paseando por la gravilla rociada de los caminos del jardín de Luxemburgo”.
Y aunque yo no he visto a Beckett en el Jardín como lo vio Vila-Matas otra mañana de invierno diferente a ésa en que se encontró con Copi y Jeanne Boutade, ni tampoco me he encontrado con Margurite Duras, acelerada porque tiene que verse en el Flore con Peter Brook, ya es un curioso azar que tres veces me siente esta tarde a leer París no se acaba nunca y tres veces Vila-Matas me hable del sito donde yo estoy precisamente.
En fin… Ha estado divertido este recorrido siguiendo el rastro al escritor catalán mientras él se lo sigue a Hemingway. Sin que yo, claro, me crea por todo ello continuador de una serie Hemingway-Vila-Matas-…
Colagens e desenhos feitos por mim ultilizando de técnicas variadas 2010.
INFAME CREW
SOMETIMES SAMURAI
SANTOGRAVE
Je suis heureuse de partager cette photo avec vous bise
Auprès de mon arbre
Georges Brassens
J'ai plaqué mon chêne comme un saligaud
Mon copain le chêne, mon alter ego
On était du même bois, un peu rustique, un peu brut
Dont on fait n'importe quoi sauf naturellement les flûtes
J'ai maintenant des frênes, des arbres de Judée
Tous de bonne graine, de haute futaie
Mais toi, tu manques à l'appel, ma vieille branche de campagne
Mon seul arbre de Noël, mon mât de cocagne
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû m'éloigner de mon arbre
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû le quitter des yeux
Je suis un pauvre type, j'aurais plus de joie
J'ai jeté ma pipe, ma vieille pipe en bois
Qu'avait fumé sans s'fâcher, sans jamais m'brûler la lippe
L'tabac d'la vache enragée dans sa bonne vieille tête de pipe
J'ai des pipes d'écume ornées de fleurons
De ces pipes qu'on fume en levant le front
Mais j'retrouverai plus ma foi dans mon cœur ni sur ma lippe
Le goût d'ma vieille pipe en bois, sacré nom d'une pipe
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû m'éloigner de mon arbre
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû le quitter des yeux
Le surnom d'infâme me va comme un gant
D'avec que ma femme j'ai foutu le camp
Parce que depuis tant d'années c'était pas une sinécure
De lui voir tout l'temps le nez au milieu de la figure
Je bats la campagne pour dénicher la
Nouvelle compagne, valant celle-là
Qui, bien sûr, laissait beaucoup
Trop de pierres dans les lentilles
Mais se pendait à mon cou quand j'perdais mes billes
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû m'éloigner de mon arbre
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû le quitter des yeux
J'avais une mansarde pour tout logement
Avec des lézardes sur le firmament
Je l'savais par cœur depuis
Et pour un baiser la course
J'emmenais mes belles de nuits
Faire un tour sur la grande ourse
J'habite plus d'mansarde, il peut désormais
Tomber des hallebardes, je m'en bats l'œil mais
Mais si quelqu'un monte aux cieux
Moins que moi j'y paie des prunes
Y a cent sept ans qui dit mieux
Que j'ai pas vu la lune
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû m'éloigner de mon arbre
Auprès de mon arbre je vivais heureux
J'aurais jamais dû le quitter des yeux
youtu.be/i8zNbCJnQes écoutez !!
No me des tregua, no me perdones nunca.
Hostígame en la sangre, que cada cosa cruel sea tú que
vuelves.
¡No me dejes dormir, no me des paz!
Entonces ganaré mi reino,
naceré lentamente.
No me pierdas como una música fácil, no seas caricia ni
guante;
tállame como un sílex, desespérame.
Guarda tu amor humano, tu sonrisa, tu pelo. Dálos.
Ven a mí con tu cólera seca de fósforos y escamas.
Grita. Vomítame arena en la boca, rómpeme las fauces.
No me importa ignorarte en pleno día,
saber que juegas cara al sol y al hombre.
Compártelo.
Yo te pido la cruel ceremonia del tajo,
lo que nadie te pide: las espinas
hasta el hueso. Arráncame esta cara infame,
oblígame a gritar al fin mi verdadero nombre.
Julio Cortázar
LXXVIII. Spleen
Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l’esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l’horizon embrassant tout le cercle
Il nous fait un jour noir plus triste que les nuits;
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l’Espérance, comme une chauve-souris,
S’en va battant les murs de son aile timide,
Et se cognant la tête à des plafonds pourris;
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D’une vaste prison imite les barreaux,
Et qu’un peuple muet d’infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout-à-coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrément.
— Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme; l’Espoir,
Vaincu, pleure, et l’Angoisse atroce, despotique
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.
Charles Baudelaire
il 16 ottobre 1943
qui ebbe inizio
la spietata caccia agli ebrei
e duemilanovantuno cittadini romani
vennero avviati a feroce morte
nei campi di sterminio nazisti
dove furono raggiunti
da altri seimila italiani
vittime dell'infame odio di razza
i pochi scampati alla strage
i molti solidali
invocano dagli uomini
amore e pace
invocano da Dio
perdono a speranza.
a cura del comitato nazionale
per le calebrazioni del ventennale
della Resistenza
25 ottobre 1964
Lapide commemorativa nel Ghetto di Roma
Y cuando ese liquido infame penetre en tus venas
cierre tus ojos, te nuble la sangre y te lleve a esa negra
negra oscuridad serena, oscuridad sin recuerdos, sin sueños, sin miedos y sin metas
yo seré la mano que te sujete a este mundo, la luz del camino de vuelta
el que no estará, el que no verás cuando vuelvas y…
quien habrá estado más cerca.
Tierra de Luz del que andará ausente
Oigo tu voz que llora el acordeón
Avisa tu mama
Que aunque esté muy lejos
En este rinconcito
Yo la he de recordar
Soy como el polvo que flota por el mundo
Infame y pobre sin pueblo y sin valor
Soy como nube que vaga por el cielo
Que va llorando sin el aliento de Dios
¿Donde estás? tierra de mi corazón
No es que yo esté llorando
El río se desbordó
¿Dónde estás?
Yo soy solo un pasajero
Tierra de mi pensamiento
Conmigo vas
Yo soy solo un pasajero
Tierra de mi pensamiento
Conmigo vas
Soy como el polvo que flota por el mundo
Infame y pobre sin pueblo y sin valor
Soy como nube que vaga por el cielo
Que va llorando sin el aliento de Dios
Donde estás? tierra de mi corazón
No es que yo esté llorando
El río se desbordó
¿Dónde estás?
Yo soy solo un pasajero
Tierra de mi pensamiento
Conmigo vas
Tras un largo y duro combate, donde el caballero pone todo su empeño, la suerte a jugado ha su favor y logra dar muerte al infame Dragón, del cual mana un charco de sangre y de este aparece una bella Rosa que el caballero no duda en ofrecerle a la Princesa…
Pian Gelassa: veduta panoramica
"Questa è la terra in cui abito da 10 anni, e che ho imparato ad amare come la mia vita. Lotterò contro tutti coloro che vorranno devastarla, salvaguardando il futuro dei miei figli, anche se tutto ciò dovesse intaccare la mia fedina penale!
Politici italiani infami, fuori dalla Valle!!!!"
"This is the land where I live since 10 years and I have learned to love as my life. I will fight against all those people who will want to devastate it, safeguarding the future of my children, even if all of this had to nock my criminal record!
Infamous italian policians go out to the valley!"
Sotto l'incannucciato
respiro un'ombra anomala
che a nascondino gioca
col sole mattutino,
protegge i miei pensieri
dalla calura infame
del picco meridiano
e li consegna al vespero
come il profano al sacro.
(gm)
Tierra de luz
del que andará ausente,
oigo tu voz
que llora el acordeón.
Avisa a tu mama
que aunque esté muy lejos
en este rinconcito
yo la he de recordar.
Soy como el polvo
que flota por el mundo
infame y pobre,
sin pueblo y sin valor.
Soy como nube
que vaga por el cielo,
que va llorando
sin el aliento de Dios.
¿Dónde estás,
tierra de mi corazón?
No es que yo esté llorando,
el río se desbordó.
¿Dónde estás?
Yo soy sólo un pasajero,
tierra de mi pensamiento,
conmigo vas,
conmigo vas,
conmigo vas.
Letra: Lila Downs
Opera di Lucamaleonte.
Luca Maleonte nasce nel 1983 a Roma, città dove vive e lavora. Laureato all'Istituto Centrale per il Restauro della capitale, l'artista ha realizzato i suoi primi lavori sui muri di Roma intorno al 2001. L'inizio è stato con poster e adesivi, ma in breve tempo la sua attenzione si è spostata sulle opere su tela. La tensione costante al perfezionamento della tecnica dello stencil ha fatto di Lucamaleonte un artista dallo stile inconfondibile: è tra i pochi al mondo a utilizzare mascherine e vernice per realizzare stencil multilivello molto elaborati e caratterizzati da una sovrapposizione di numerosi strati di colore. Oltre cinquanta mostre tra personali e collettive dal 2004 ad oggi per l'artista romano: dal Cans Festival a Londra promosso dal guru della street art internazionale Tristan Manco, all'imponente street art group show Scala Mercalli all'Auditorium di Roma, all'esposizione itinerante Twenty Street Artists commissioned byGreen Day negli States. Lucamaleonte è stato invitato a esporre in tutto il mondo, da Milano a Melbourne e Adelaide, passando per Berlino, Parigi, e New York. Con il collettivo francese Stencil History X, l'artista ha esposto nelle principali capitali europee, da Londra a Barcellona. Non solo artista, ma anche promotore della street art internazionale, insieme agli artisti Sten e Lex ha ideato e curato le tre edizioni del festival International Poster Art a Roma. Nel 2010 e nel 2011 è stato chiamato con gli Orticanoodles a tenere due workshop al MART di Trento e Rovereto. Recentemente è stato chiamato dall’ambasciata ItaloBrasiliana per il progetto Mural Italia-Brasil, per il quale ha realizzato diversi interventi murali a Salvador in Brasile (2012). Grande successo ha avuto la mostra che la Casa dell’Architettura di Roma gli ha dedicato nel Marzo del 2012.
Verso le 4 del mattino del 17 aprile 1944 al Quadraro scatta il piano "Unternehmen Walfisch" ("Operazione "Balena"), feroce rastrellamento ad opera della Gestapo e della polizia fascista condotto personalmente dal comandante Kappler per punire il quartiere di Roma che fu uno dei più attivi e organizzati centri dell'antifascismo e della Resistenza in Italia.
Ai 70 anni da quell'evento, a metà aprile del 2014, l'artista romano Lucamaleonte ha realizzato un proprio "Nido di Vespe" in via del Monte del Grano, un'opera che sottolinea l'orgoglio con cui i cittadini del Quadraro accolsero e conservano ancora quell'appellativo che i nazisti diedero al quartiere in segno di disprezzo.
L'appellattivo "nido di vespe" fu dato al quartiere in senso spregiativo dal comandante Kappler, noto responsabile dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, che pianificò e condusse al Quadraro l'infame "Operazione Balena”, la deportazione di circa mille uomini dai 16 ai 55 anni nei campi di lavoro nazisti, venduti a industriali tedeschi che li usavano come schiavi.
Questo muro intende ora simboleggiare la resistenza di questo quartiere, insignito della medaglia al valor civile perché subì quell'infame deportazione rimanendo fedele ai suoi ideali di libertà.
Nessuno fece mai la spia, piuttosto morirono nei campi di concentramento.
La formula fisica della Resistenza campeggia oggi alta sul murale di Lucamaleonte.
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From 2009 to present the works of Lucamaleonte has also been shown in several exhibitions in the stands for Traffic Gallery among which was the MiArt 2009-2010 in Milan, Bergamo BAF 2010-2011, The ArtVerona 2009 in Verona, Scope Basel 2010 in Basel, Munich StrokeArtFair 2011-2012 in Monaco of Bavaria, Berlin StrokeArtFair 2011 in Berlin, at Art First 2012 in Bologna, Blooom 2011 in Koln and Roma Contemporary 2012 at Macro.
Le vampire
Toi qui, comme un coup de couteau,
Dans mon cœur plaintif es entrée;
Toi qui, forte comme un troupeau
De démons, vins, folle et parée,
De mon esprit humilié
Faire ton lit et ton domaine;
– Infâme à qui je suis lié
Comme le forçat à la chaîne,
Comme au jeu le joueur têtu,
Comme à la bouteille l’ivrogne,
Comme aux vermines la charogne,
– Maudite, maudite sois-tu!
J’ai prié le glaive rapide
De conquérir ma liberté,
Et j’ai dit au poison perfide
De secourir ma lâcheté.
Hélas! le poison et le glaive
M’ont pris en dédain et m’ont dit:
«Tu n’es pas digne qu’on t’enlève
A ton esclavage maudit,
«Imbécile! – de son empire
Si nos efforts te délivraient,
Tes baisers ressusciteraient
Le cadavre de ton vampire!»
Charles Baudelaire
.Versi 11-15
"...e 'n su la punta de la rotta lacca
l'infamïa di Creti era distesa
che fu concetta ne la falsa vacca;
e quando vide noi, sé stesso morse,
sì come quei cui l'ira dentro fiacca."
(Dante Alighieri)
¿por qué la gente prefiere viajar en los infames colectivos, cuyo pasaje vale $1.200 y no hay aire ni espacio, en vez de usar los buses azules que son espaciosos, vale $1.100 y sólo paran en los paraderos? ¿acabo de responder a mi propia pregunta?
Roma è un luogo unico al mondo, è una città con dentro altre mille città. Le immagini dedicate a tutti ,romani e non, non hanno alcun intento campanilistico o superficialmente celebrativo ma vogliono dare il giusto tributo alla città per eccellenza, luogo dove si incrociano culture diverse, e dove convivono, eternamente presenti, il sacro ed il profano, la ricchezza e la povertà, la magnificenza e la più bassa grettezza.
Dice bene "il poeta", quando parla di "santità" e di "maestà" nella città di Roma, quando la erge sì a "capoccia", ma di un mondo, infame...eternamente infame.
Benvenuti nella città dei "palazzi" e dei salotti, benvenuti nella città delle fontane e degli obelischi, benvenuti nella città santa e maledetta....ecco a voi l'arte, la cultura, ecco a voi gli sconvolgenti tramonti...ecco a voi la grandezza e la decadenza.
Puoi amare questa città, puoi farne il tuo modello, il luogo ideale dove vivere e dove amare.. la puoi anche odiare...e non tornare più.
Ma se girando per le grandi vie piene di rumore o per le stradine che svelano tesori grandi come il mondo...sentirai battere forte il tuo cuore...da quel momento saprai che Roma, è anche la tua città. .......
Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma.
Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, 1815/17
Isaura - Está bem, senhor, está bem! replicou Isaura soltando-se da mão de Henrique; se é só isso o que tinha a dizer-me, deixe-me ir embora.
Henrique - Por piedade, Isaura! - insistiu o rapaz continuando a querer abraçá-la; - oh!... não fales tão alto!... um beijo... um beijo só, e já te deixo...
Isaura - Se o senhor continua, eu grito mais alto. Não posso aqui trabalhar um momento, que não me venham perturbar com declarações que não devo escutar...
Henrique - Oh! como está altaneira! - exclamou Henrique, já um tanto agastado com tanta resistência. - Não lhe falta nada!... tem até os ares desdenhosos de uma grande senhora!... não te arrufes assim, minha princesa...
Isaura - Arre lá, senhor! - bradou a escrava já no auge da impaciência. - Já não bastava o senhor Leôncio!... agora vem o senhor também...
Henrique - Como?... que estás dizendo?... também Leôncio?... oh!... oh! bem o coração me estava adivinhando!... que infâmia!... mas decerto tu o escutas com menos impaciência, não é assim?
Isaura - Tanto como escuto ao senhor.
Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits ;
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris ;
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrement.
- Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme ; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.
Charles Baudelaire
la secuencia del maquillaje de Paloma en la comida de la fiesta de San Sebastián en Labuerda.
Las condiciones de luz eran infames pero a mi me gustan estas fotos por su espontaneidad
La mantis religiosa debe su nombre a sus prominentes patas delanteras, que están dobladas y juntas en un ángulo que recuerda a la posición de oración. Mantis hace referencia al género mantis, al que solo pertenecen ciertas especies de mantis religiosa.
A pesar de su nombre, estos fascinantes insectos son unos fantásticos depredadores. Su cabeza triangular se alza en lo alto de un estirado cuello, que de hecho es un tórax alargado. Los mántidos pueden girar la cabeza 180 grados para escudriñar los alrededores con sus dos grandes ojos compuestos y tres simples situados entre ellos.
La mantis, que suele ser verde o parda y se camufla muy bien entre las plantas de su hábitat, embosca o acecha pacientemente a sus presas. Usan sus patas delanteras para atrapar a su víctima con unos reflejos tan vertiginosos que resulta difcil verlo a simple vista. Además, las patas presentan pas con las que atrapan e inmovilizan a la presa.
Muy a su pesar, polillas, grillos, saltamontes, moscas y otros insectos suelen despertar el nada deseado interés de la mantis. Por otra parte, estos animales también se comen a los de su propia especie. El ejemplo más famoso de ello es la infame conducta amatoria de la hembra adulta, que en ocasiones se come a su pareja justo después del apareamiento, e incluso durante. A pesar de ello, los machos no rehuyen la oportunidad de reproducirse.
Peridicamente, las hembras ponen cientos de huevos en una pequeña bolsa, de la que las larvas emergerán con un aspecto muy similar al de sus progenitores a escala diminuta.
Que se me perdone el título, algo infame, pero muy acorde con los tiempos que nos está tocando vivir. Me hicieron tilín la luz y el color y me apresuré a componer algo parecido a un intento de bodegón. Ahí la dejo.
San Marcos. León
Recordamos aquí a aquellos que vivieron entre estos muros sucesos de infame recuerdo.
...................................................................SIGUIENTE
3 Short videos:
"How to apply Incontinence Pads -female and male" - Damit die Hose nicht naß wird
"Incontinence Sketch - female"
"Urinal Incontinence in Men - Animation"
Aktualität - Türkis (nach dem Stein Türkis, auch Türkenstein): Auf diesem Sessel haben sie zwar sicher nicht gesessen, aber hier waren sie, der Ignaz Seipel (der Antidemokrat, der Antisemit, der Christ, der Blutprälat, der Bundeskanzler. Parteiobmann der antisemitischen Christlichsozialen Partei), und der Kardinal Innitzer (jenen Juden deren Einrichtung er damals benutzt hat, hat er nicht geholfen, sondern aufgerufen hat er zum Ja zum Anschluß und "Heil Hitler" in kurrent, …. )
Die antisemitschen katholischen Christlich Sozialen (u.a. eine Partei der Handwerker, Kleinbürger) - das ist die Ahnentafel der ÖVP.
Diese Schwarzen haben jetzt eine türkise Bewegung gestartet - und da haben sie gleich Josef Moser auf ihre Kandidatenliste für die nächsten Wahlen gesetzt - früherer Clubdirektor der FPÖ, Vertrauter Jörg Haiders, jener Moser von der "Plastiksackerlaffäre". Ordnung in die Verwaltung bringen will er. Der Bundesparteiobmann Kurz wird gelobt für seine Führerschaft - aber damits nicht nach Führer klingt, spricht man lieber von leadership-qualitäten), Führerschaft und Unterwerfung ist wieder angesagt. Österreich will er wieder an die Spitze führen - klingt wie Trumps "America first", "Make America great again"
Und der christliche Kirchenchor singt es auch schon mit Inbrunst: "Make America great again" (youtube) und der Trump twittert es….
Der Moser spricht von enkelfit machen - ob das Ergebnis von all dem für die Enkeln nicht eher so aussieht: Kaputt steht auf dem Lichtschalter, der Telefonanschluß gekappt, Scherben, Scherben und noch mehr Scherben, Glasscherben, Fensterscherben, eingeschlagen, zerschlagen, zertrümmert, ein zerbrochener Kleiderhaken am vorherigen Bild, hier ein abgebrochener Teil eines Kleiderständers.
Ein Klassiker aus der Zeit des Jugendstils, der berühmte Bugholz Thonet Kleiderständer designed 1905. Dieses Gebäude wurde schon früher gegründet, aber zu der Zeit als Seipel und Innitzer da waren, könnten sie so einen hier schon benützt haben.
Noch ein Beispiel für einen weiteren Querverweis, Parallelen, rote Fäden die sich kreuzen, Ablauf, Verlauf, Dramaturgie: Zitat aus dem Lied beim vorigen Bild, da singt Blixa Bargeld über Farben:
"….
Gedankengänge sind gestrichen
In Kopfhöhe braun
infam oder katholisch violett
…."
jetzt kommt auch noch türkis dazu.
Part of Forlorn Places - Forsaken Buildings Lebensborn // "Empty Chair . Van Gogh" // No to: "Some things and people count, most don`t" - arisch rein - Ariernachweis: auf der Ahnentafel als Bekenntnis immer ein christliches - katholisch, protestantisch…. // türkis je schwärzer je blauer um so brauner // Binden kein Fetisch
Foto 061 28.6.2017 #unterwegs #ausflug #outing #trip #glas #glass #glasscherben #fenster #window #fensterglas #scherbe #shard #zersprungen #broken #zerbrochen #gebrochen #abgebrochen #verwüstung #zerstörung #bruch #sprung #verwittert #schmutz #dreck #schmutzig #dirty #staub #dust #garderobeständer #bugholz #holz #holzbrett #schrank #kasten #kästchen #kasterl #lade #offen #open #leer #empty #nachtkasterl #maserung #pattern #muster #kreis #circle #telefonanschluß #telefonleitung #festnetz #blut #blood #bloody #blutfleck #red #rot #mahagony #ebenholz #türkis #blaugrün #grünblau #cyan #turquoise #fleck #yellow #gelb #urin #braun #brown #fekalinkontinenz #inkontinenz #undicht #windel #diaper #wegwerfwindel #einmalwindel #inkontinenzeinlage #exploration #erkundung #erforschung #urbex #geschichte #history #lebensborn #kinderheim #geburtsklinik #sanatorium #kriegerheilstätte #suchttherapie #abandoned #decay #verfall #zerfall #geschlossen #verlassen #closed #detritus #symbol #analogie #stille #lungenheilanstalt #suchttherapie #silence #sonne #sun #sonnig #sommer #summer #hochsommer #midsummer #weiß #white #wall #wand #mauer #ecke #corner #tschick #zigarettenstummel #butt #stub #cigarette #zigarette #herbst #autumn #memory #remembrance #erinnerung #memorial #geschichte #history #bewegung #tagebuch #diary #inhalt #aussage #form #formular #liste #fragebogen #bürokratie #verwaltung #frage #antwort #question #answer #interview #alter #oldage
Victor HUGO (1802-1885)
Melancholia
(extrait)
... Où vont tous ces enfants dont pas un seul ne rit ?
Ces doux êtres pensifs que la fièvre maigrit ?
Ces filles de huit ans qu'on voit cheminer seules ?
Ils s'en vont travailler quinze heures sous des meules
Ils vont, de l'aube au soir, faire éternellement
Dans la même prison le même mouvement.
Accroupis sous les dents d'une machine sombre,
Monstre hideux qui mâche on ne sait quoi dans l'ombre,
Innocents dans un bagne, anges dans un enfer,
Ils travaillent. Tout est d'airain, tout est de fer.
Jamais on ne s'arrête et jamais on ne joue.
Aussi quelle pâleur ! la cendre est sur leur joue.
Il fait à peine jour, ils sont déjà bien las.
Ils ne comprennent rien à leur destin, hélas !
Ils semblent dire à Dieu : - Petits comme nous sommes,
Notre père, voyez ce que nous font les hommes !
Ô servitude infâme imposée à l'enfant !
Rachitisme ! travail dont le souffle étouffant
Défait ce qu'a fait Dieu ; qui tue, oeuvre insensée,
La beauté sur les fronts, dans les coeurs la pensée,
Et qui ferait - c'est là son fruit le plus certain ! -
D'Apollon un bossu, de Voltaire un crétin !
Travail mauvais qui prend l'âge tendre en sa serre,
Qui produit la richesse en créant la misère,
Qui se sert d'un enfant ainsi que d'un outil !
Progrès dont on demande : Où va-t-il ? que veut-il ?
Qui brise la jeunesse en fleur ! qui donne, en somme,
Une âme à la machine et la retire à l'homme !
Que ce travail, haï des mères, soit maudit !
Maudit comme le vice où l'on s'abâtardit,
Maudit comme l'opprobre et comme le blasphème !
Ô Dieu ! qu'il soit maudit au nom du travail même,
Au nom du vrai travail, sain, fécond, généreux,
Qui fait le peuple libre et qui rend l'homme heureux !
Povera patria!
Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare...''
Versione consigliatissima!
www.facebook.com/francesco.cantalupo.10
PS: Questa foto è stata scattata a ''Piazza Affari''!!!
"Doutez que les étoiles ne soient de flamme
Doutez que le soleil n'accomplisse son tour
Doutez que la vérité soit menteuse infâme
Mais ne doutez jamais de mon amour."
William Shakespeare
Chaque nuit, toutes les étoiles du ciel et mes rêves, sont pour toi
Difendere l’allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo e dalla routine
dalla miseria e i miserabili
dalle assenze transitorie
e le definitive
difendere l’allegria come un principio
difenderla dallo stupore e dagli incubi
dai neutrali e dai neutroni
dalle dolci infamie
e dalle gravi diagnosi
difendere l’allegria come una bandiera
difenderla dal fulmine e la malinconia
dagli ingenui e le canaglie
dalla retorica e gli arresti cardiaci
e dalle endemie e dalle accademie
difendere l’allegria come un destino
difenderla dal fuoco e dai pompieri
dai suicidi e dagli omicida
dalle vacanze e dall’oppressione
dall’obbligo di essere allegri
difendere l’allegria come una certezza
difenderla dall’ossido e dalla rogna
dalla famosa patina del tempo
dalla trascuratezza e dall’opportunismo
dai ruffiani della risata
difendere l’allegria come un diritto
difenderla da dio e dall’inverno
dalle maiuscole e dalla morte
dai cognomi e dalle compassioni
dall’azzardo
e anche dall’allegria.
M. Benedetti, Difendere l'allegria
« Cette nuit, en regardant le ciel, je suis arrivée à la conclusion qu'il y a beaucoup plus d'étoiles qu'on en a besoin. »
Mafalda
« Doutez que les étoiles ne soient de flamme
Doutez que le soleil n'accomplisse son tour
Doutez que la vérité soit menteuse infâme
Mais ne doutez jamais de mon amour. »
William Shakespeare
www.youtube.com/watch?v=Bb7BJQ7LAlo&feature=related
Berlioz: Symphonie Fantastique-4th Movement
L'aspetto più vergognoso e infame del decreto Gelmini...
una scuola multiculturale e interculturale rapprensenterebbe una ricchezza infinita per il nostro paese.
play (thanks to semidionormale)
Por tercera vez en otros tantos años, éste punto del BPT a vuelto a ser protagonista de otro descarrilo, más aparatoso en daños que los anteriores sufridos por trenes de Tracción Rail y Transfesa Rail.Tras el bochornoso incidente del arbol y el Alvia de Barcelona del viernes en Inoso, y el ridiculo de Feve con otro arbol caido cerca de Arija, hubo que sumar éste de la imagen, sucedido el sabado sobre las 17:30.Tal a sido la desgracia de éste último, que hasta los infames grafitteros se han aprovechado y han pintado la unidad dentro del tunel.Afortunadamente, todos los sucesos narrados se han saldado sin heridos, lo que es de agradecer.La 446.076, a tardado varias horas en volver a ser encarrilada, ya que desde la madrugada del sabado al domingo, el personal de Tecsa tuvo que empezar a retirar toda la tierra y las piedras caidas.A primera hora ya hicieron acto de presencia una retroexcavadora y la tambien infame 319.403, hasta el techo de pintadas, remolcando el tren taller de Bilbao-Abando hasta éste punto.Se veia venir desde hace tiempo que algo asi iba a suceder con tanta trinchera en mal estado, filtraciones y demás irregularidades, ya denunciadas, incluso...Esta, también la arreglaran colocando otro cartel de trinchera inundable y una elegante limitación a 30 km/h o menos...Y se aproximan más lluvias...PONGAMOS UN PAR DE VELAS...
"Todo lo que tenemos para ofrecerle a la juventud es la locura, pues es necesario enloquecernos antes de que llegue la guerra atómica. El hombre será aniquilado por el hombre. La humanidad borrará en un segundo la historia infame que escribió en un millón de años. Nosotros nos apresuramos a saludar regocijados su desaparición, y nos vomitamos jubilosamente en su inútil historia de miles de siglos. Estamos asqueados, y nos negamos a sobrevivir en esa ilustre inmundicia…"
Gonzalo Arango
Una giornata infame... conferenza stampa senza preavviso in comune con il sindaco ecc.... Mi presento con una infradito da 30 euro con il cordone rotto, zoppicando.
Tornando verso la moto mi imbatto in sta invasata che sta provando sti schifi di occhiali.... non potevo non fotografarla.
La luce in Hight Key è stata una consegueza della scatola bianca in cui mi trovavo, Un piccolo negozio con tutte le pareti bianche (io ho solo aiutato il tutto con un colpo di flash, quel riverbero dietro i capelli di Giulia)
Per il momentaccio che stai passando ascoltati questa:
it.youtube.com/watch?v=v1lCUrpIPIY
chiedo scusa a tutti per il video DIDASCALICO da far quasi schifo..... ma di... che ci vuoi fare....
comunque il gancio in mezzo al cielo arriverà!
¿De dónde viene la infame leyenda negra que se ha propagado sobre la masonería? ¿Por qué se insiste en la falacia de que los masones adoran a otros ídolos distintos al propio de la religión que cada uno de sus iniciados profesen? Hoy abordaremos la llamada «broma de Taxil». Y es que fue el francés conocido como Léo Taxil quien creó la invención de la práctica del culto a Satán dentro de la masonería. Pero a pesar de que finalmente manifestó que todo se trataba de una «broma», la atracción por este bulo ha pervivido en las mentes más intolerantes.
📕 Información extraída de mi libro La corrupción inarmónica: www.amazon.es/dp/B082TMYP7X/
🎥 Si quieres conocer más sobre la masonería blanca consulta el vídeo que acabo de publicar en YouTube: www.youtube.com/watch?v=NJZJXTtAytE&list=PL_vSy9oclSL...
Foto: © Enrico Lo Storto 2011
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con questo tempo infame solo la tenacità della natura fa si che questi bellissimi fiori fioriscano anche sotto la pioggia che li distrugge in pochissimo tempo ......
Sur la gauche de la photo, on aperçoit la pointe de l'Ile St Louis et au fond de la photo la Conciergerie et le pont d'Arcole.
Cette photo m'évoque le poème "Spleen" de Paul ELUARD
Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrement
Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme ; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.
Postal mostrando um local humanizado, os jardins dando um toque mais agradável.
Também postei outra foto do local em:
www.fotolog.com/sorio/36196492
História:
A praça leva o nome de Tiradentes homenagiando a todos que idealizaram a inconfidência.
Foram muitos os que tinham a vontade de mudar nossa história:
Entre os mais importantes inconfidentes estavam militares, escritores de renome, poetas famosos, magistrados e sacerdotes, como: Francisco de Paula Freire de Andrade, José Álvaro Maciel, Carlos Toledo e Melo, José da Silva Rolim, Inácio de Alvarenga Peixoto, Cláudio Manuel da Costa, Tomás Antônio Gonzaga, Domingos Vidal Barbosa, José Resende da Costa, José Aires. João Dias da Mota, Luís Vaz de Toledo Piza, Domingos de Abreu Vieira, Francisco Antônio de Oliveira Lopes.
Joaquim José da Silva Xavier foi o único enforcado. Depois de permanecer por três anos incomunicável em uma masmorra, em 21 de abril de 1792.
A forca foi construida próximo do campo da Lampadosa - hoje Praça Tiradentes no Rio de Janeiro, foi decapitado e esquartejado. Sua cabeça foi exposta em Vila Rica e os quartos do corpo dependurados em postes sendo sua memória declarada infame.
Para ser mais exato a forca teria sido erguida na pequena esquina do cruzamento de Avenida Passos e Rua Senhor dos Passos, e Tiradentes ao ser trazido a pé desse largo - atual praça Tiradentes, teria parado diante da igreja da Lampadosa e feito uma prece, a fachada atualmente fotografada pelo Marcos Araujo pode ser vista em.
www.flickr.com/photos/marcos_araujo/3577563187/
Mesmo após a independência do Brasil, em 1822, Tiradentes não foi aceito como mártir da Inconfidência. Só em 1867 construiram um monumento em memória.
Em uma outra postagem que fiz algum tempo atrás, tive um comentarista que insinuou que existiria documento escrito na França em que um indivíduo com o mesmo nome teria andado por lá, após o enforcamento e que poderia ser nosso Tiradentes. Lembrando que Tiradentes era realmente um indivíduo letrado e influente, um criminoso comum teria sido enforcado em seu lugar em troca do silêncio, Tiradentes teria sido levado para a França.
Uma inconfidência deve ter tido muita gente conhecida e abastada envolvida, e que era simpatizante, mas com a traição às vésperas, foi uma ducha de água fria e a turma insatisfeita com Portugal, teve que recuar e ficar quieta. (Tudo é possível, quem sabe esse relato - comentário não teve algum fundo de verdade, não temos provas portanto fiquemos apenas na especulação - como se lê atualmente - "A verdade está lá fora")
Nossa referência bibliográfica principal foi:
Um revolucionário à frente de seu tempo - Mara Lúcia Martins -
www.educacaopublica.rj.gov.br/biblioteca/historia/hist22.htm
Ótimo 2008 a todos.
Estou também em:
André Costa