View allAll Photos Tagged 8...
I can't believe it took me exactly seven days to start doubting myself. Really tired, my soul weeps and questions if I made the right decision. Will I learn anything from this project? Will I find myself? It is a big commitment, I know. Maybe all I need to do is relax, not overthink it and wrap myself in blankets of patience.
....ogni sera là, a passo di danza, a salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il tintinnare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore......
farewell F.Guccini
www.youtube.com/watch?v=5JBRwEpTee0
chi gradirebbe essere aggiunta alla foto, può farlo tranquillamente, sarò felice di trovarvi, io ho provato ad inserire più persone di quelle che ci sono ora
With a Tokyo Kogaku Japan RE.Auto-Topcor 1:1.8 f=5.8cm. To give the lens its full name. Based on the serial number, the lens is a Code 129B (Chrome) version from 1966.
I bought this lens, attached to a camera, knowing that both the lens and camera were broken. The lens itself won't stop down on either the camera, or an Exakta/e-mount adapter.
I took the back of the lens off, but couldn't immediately see what was wrong, so I put it back together. This problem is quite common it seems. I contacted someone who modifies other Topcor lenses to fit on M42 mounts, and he told me he wouldn't touch the RE.Auto. Currently, I'm using a hat pin to open and close the blades, a better solution than jamming the blades wide-open.
A second problem is that the lens won't focus to infinity on the Exakta adapter. It's a pretty looking lens, such a shame it’s not working properly.
Why did I buy it? People keep telling me on YouTube that I should try the RE.Auto Topcor 58mm f1.4. They say it's one of the very best, if not the best old f1.4 lenses ever made, with a design used by Voigtlander for their 58mm f1.4. But having looked at numerous Topcor 58/1.4 images on-line, I don't like the lens's bokeh. Not enough to justify the investment, and I'm not in the mood to do a "everyone loves this lens but me" video right now.
I know the 58/1.8 is a different lens, but it is also very highly rated. So when the broken camera/lens came up on-line, I decided to bid and won them for £40.
Much that I’m frustrated with my lens’s faults, it really is good optically!!!
This Great Egret was looking washed out even though he was in the shade because I was using Sports Mode. I changed to Manual and the photos looked so rich in the camera. Here they look a little dark but I am excited that I changed to Manual and still was able to get a fairly sharp image.
IMO: 9858278
Name: FOB SWATH 8
Vessel Type - Generic: High Speed Craft
Vessel Type - Detailed: Crew Boat
Status: Active
MMSI: 219142000
Callsign: OXET2
Flag: Denmark [DK]
Gross Tonnage: 372
151 170-8 im Einsatz für EGP pausiert am Sonntag in Berlin Greifswalder Str.
151 170-8 leased to EGP takes a weekend break near Berlin Greifswalder Str.
02.08.2015
232 002-8 und 203 166-4 mit einem Strabag Zementzug bei Köthen
Dunkelheit gab es noch Kostenlos dazu.
CTHS 232 002-8 and Strabag 203 166-4 with a cement train near Köthen
26.11.2017
Mohawk Starfighter from BN Engineering.
Class A.3 FTL System
Ninplex 3S deflector Shield
Melcor Imagers and Sensor Array
Melcor 537 Targeting System
Inclarat F37 Communication Jammers (2)
Wragevar T6H Triple Engine System
Wragevar R5.A Triple Thruster Systems (2)
Rothfer 9x-R Laser Cannons (2)
DyLark JF-5/LM-2 Concussion Missile Launchers (2)
Rothfer VU7 Ion Cannons (2)
zamanin nasil gectigi en iyi cocuklarda görülüyormus.
1992 senesinde ilk yegenimi kucagimda tutyordum, simdi o 18 yasinda.
ve simdi 8. yegenim dünyaya geldi.
rabbim hepsini bagislasin...
Am 13.09.20 konnte zur großen Freude der beiden Fotografen die schicke neu lackierte WRS 120 145-8 zusammen mit der geschleppten ES 64 U2-100 bei Dormagen Nievenheim fotografiert werden. Die Loks die hier in Richtung Köln fahren, waren unterwegs nach Karlsruhe.
232 002-8 / 242 002-4 und PB 19 / 266 023-1 im Hafen Halle/Saale
232 002-8 / 242 002-4 and PB 19 / 266 023-1 at the harbour of Halle/Saale
16.05.2017
Un augurio sincero che nasce dall'anima e che parte dal cuore per ogni donna del mondo... e ricordatevi che: "donne non si nasce, lo si diventa".
Misty had a bit of a rough week...she had yet another bout of urinary track infection/inflammation. Vet can't say for sure why it keeps recurring, but we're trying a stronger type of antibiotics this time, which we hope will wipe it out for good. This was taken a few hours after we came back from the vet's office when she finally started to relax...thankfully, she's responding well to the med and is doing a lot better now.
Hi, Thank you everyone for yet another wonderful milestone....8 MILLION views! Starting the year out right...Got confirmation that my FFS surgery will take place in February...Can't wait to show you all the results of all my transition work when I return... Hugs Everyone!!!
Amiche Per l'Abruzzo - Donna d'Onna
www.youtube.com/watch?v=7krXxQ61nmY&feature=related
L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908,
quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica,
impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie,
tra cui anche delle italiane,
donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro.
Tra di loro vi erano molte immigrate,
tra cui anche delle donne italiane che,
come le altre,
cercavano di migliorare la loro condizione di vita.
L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale,
diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.
L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata.
Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso.
Il «Woman's Day» negli Stati Uniti (1908-1909)
Clara ZetkinNel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti socialisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès - vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonianismo e anche sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alla donne.
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L’uguaglianza), divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste.
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.
La Conferenza di Copenaghen (1910)
Aleksandra KollontajIl lunghissimo sciopero, che vide protagoniste più di 20.000 camiciaie newyorkesi, durato dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, fu considerato, nel Woman's Day tenuto a New York il successivo 27 febbraio, come una manifestazione che univa le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata affermazione della manifestazione della giornata della donna, decisero pertanto di proporre alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione». Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in Europa la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne».
Non fu però celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti. In Germania fu tenuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi, il 9 marzo 1914.
L'8 marzo 1917
Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima Guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 - il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia - le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta, incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton, a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 operaie, in gran parte emigrate italiane; altre versioni citavano la repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, e altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.[1]
Compare la mimosa
Manifestazione femministaNel settembre del 1944 si costituì a Roma l’UDI, Unione Donne Italiane, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, le prime giornate della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di Teresa Noce [2] , Rita Montagnana e di Teresa Mattei.[3]
Negli anni Cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere «Noi Donne», il mensile dell’UDI, divenne un gesto «atto a turbare l’ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico».[4] Nel 1959 le parlamentari Pina Palumbo, Luisa Balboni e Giuliana Nenni presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.
Il femminismo
La polizia carica un corteo femministaL'8 marzo 1972 la manifestazione della festa della donna si tenne a Roma in piazza Campo de' Fiori: vi partecipò anche l'attrice americana Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell'aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fosse «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l'intero processo della maternità». Quelle scritte sembrarorono intollerabili, perché la polizia caricò, manganellò e disperse le manifestanti.[5]
Il 1975 fu designato come "Anno Internazionale delle Donne" dalle Nazioni Unite e l'8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo proprio la giornata internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell'anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell'8 marzo la giornata dedicata alla donna.
Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una «giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale» da osservare dagli stati membri in un qualsiasi giorno dell'anno, in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
Scan vom Lithprint
München Marienplatz, Dezember 2020, Lego BB-8 (Star Wars)
PINHOLE Zero Image
Ilford HP5+, in Moersch efd entwickelt
printed on Guilleminot G4 240
Moersch SE5 Lith (80A+80B+20D)
Lith G, 4 ml auf 1l H20, 90 sec
Selen 1+10, 45 sec
3386_18_I_WEB_BB_8_Altes_Rathaus_Spielzeugmuseum