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Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
Mathilde Auvillain
Antonella Palermo Alessandro Penso
Giacomo Zandonini
Accorciare la distanza per garantire la messa a fuoco. Dalla pancia della nave Acquarius al largo delle coste libiche, alla rotta balcanica. Il giornalismo che si sporge alle frontiere, accanto a chi annega e chi nasce, o si impiglia, o rimbalza. Sfidando il naif, le retoriche, le astrazioni d’ufficio.
Shortening the distance to guarantee a better focus. From the hold of the ship Aquarius off the coast of Libya to the Balkan migration routes. reporting side by side with those who drown and those who are born, with those who are caught or bounce back. Challenging rhetoric, naivety and rubber-stamped abstractions along the way.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/barbed-wire-f...
Syrian activists, journalists and bloggers will provided first-person accounts of the situation in Syria at a special forum on the Opening Day of the 21st Session of the United Nations Human Rights Council: Bearing Witness: Human Rights and Accountability in Syria.
Opening Statements by
Ms. Navanethem Pillay
United Nations High Commissioner for Human Rights
Ms. Laura Dupuy Lasserre
President of the United Nations Human Rights Council
Moderator
Mr. Riz Khan
International Television Journalist and Author
Panelists
Mr. Muhanad al-Hassani
Human Rights Defender, Syria
Mr. Amer Matar
Syrian Journalist
Mr. Mohammad Abdallah
Syrian Journalist and Blogger in Exile
Ms. Lotte Leicht
Director, Human Rights Watch, Brussels Office
Susan Shapiro, a New York author and journalism professor, held a panel discussion in September 2009 at the public library in Montclair, New Jersey to share strategies and secrets for how to get published. The talk covered journalism and book publishing. Much of the advice was pretty sound, such as knowing your target market as an author.
Pictured are the writers and editors who took part in the discussion. They are, from left, Ms. Shapiro, Nicole Bokat, Eric Copage, Dana Jennings (of the New York Times), Kristen Kemp, and Molly Lyons.
Mr. Jennings had the best advice. He told the audience to write about what makes you different.
Syrian activists, journalists and bloggers will provided first-person accounts of the situation in Syria at a special forum on the Opening Day of the 21st Session of the United Nations Human Rights Council: Bearing Witness: Human Rights and Accountability in Syria.
Opening Statements by
Ms. Navanethem Pillay
United Nations High Commissioner for Human Rights
Ms. Laura Dupuy Lasserre
President of the United Nations Human Rights Council
Moderator
Mr. Riz Khan
International Television Journalist and Author
Panelists
Mr. Muhanad al-Hassani
Human Rights Defender, Syria
Mr. Amer Matar
Syrian Journalist
Mr. Mohammad Abdallah
Syrian Journalist and Blogger in Exile
Ms. Lotte Leicht
Director, Human Rights Watch, Brussels Office
Joanna Geary Jennifer 8. Lee An Xiao Mina Farida Vis Claire Wardle
Il 2016 è stato l'anno dei meme ispirati alla politica dei paesi occidentali, da #CatsAgainstBrexit a Pepe the Frog a #NastyWomen, tanto da essere inseriti nel linguaggio politico insieme a gif e selfie. Amati o odiati, i meme sono ormai un elemento fondamentale nell'ambiente mediatico, indipendentemente se veicolino disinformazione, messaggi impegnati di attivisti o diffondano - ebbene sì - immagini di gattini. Come possono essere utilizzati i meme in maniera efficace dai giornalisti? Quali sono i pericoli endemici di questa forma di comunicazione? Lo scopriremo esaminando l'argomento da vari punti di vista: la presenza dei meme negli ecosistemi della disinformazione, l'impatto visivo, il valore giornalistico e l'uso da parte degli attivisti per operare un cambiamento sociale.
2016 was a year of memes in Western politics, from #CatsAgainstBrexit to Pepe the Frog to #NastyWomen, as meme shells, GIFs and selfies enter the political vernacular. Love them or hate them, internet memes make up a critical part of our contemporary media environment, and they’ve been documented in their role in spreading misinformation, disseminating important activist messages, and, yes, sharing pictures of cats. How can journalists work with memes effectively? What are the dangers endemic to this media form? We’ll hear from a variety of perspectives, including memes in misinformation ecosystems, the visual role of memes, the journalistic value of discussing memes, and how activists wield memes for social change.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/internet-meme...
Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
Charter Day Luncheon in the Hall of Presidents on Saturday, March 5, 2022. Alumni, parents, and students connect over lunch and celebrate the spirit of Charter Day and the role of community service in the experience of students, faculty and staff at Colgate. The program includes a panel discussion with Colgate alumnae around the theme of social entrepreneurship and community engagement.
Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
Panel discussion with Principal Corps graduates returning to meet with the new cohort. Photo by Kevin Bain/Ole Miss Digital Imaging Services.
‘NODE15 – Forum for Digital Arts’ is gathering designers, creative coders and digital artists for creative explorations of technologies. With the Leitmotif ‘Wrapped in Code – the Future of the Informed Body’, NODE15 is devoted to the negotiation of the body and its fusion with technology. It’s a week long rush with hands-on vvvv workshops, exhibition, symposium, performances and artist talks.
Photo: Nemanja Knežević
Syrian activists, journalists and bloggers will provided first-person accounts of the situation in Syria at a special forum on the Opening Day of the 21st Session of the United Nations Human Rights Council: "Bearing Witness: Human Rights and Accountability in Syria.
Opening Statements by
Ms. Navanethem Pillay
United Nations High Commissioner for Human Rights
Ms. Laura Dupuy Lasserre
President of the United Nations Human Rights Council
Moderator
Mr. Riz Khan
International Television Journalist and Author
Panelists
Mr. Muhanad al-Hassani
Human Rights Defender, Syria
Mr. Amer Matar
Syrian Journalist
Mr. Mohammad Abdallah
Syrian Journalist and Blogger in Exile
Ms. Lotte Leicht
Director, Human Rights Watch, Brussels Office
Federico Bastiani
Giovanni Maddaloni
Maria Concetta Mattei
Sandra Mori
Condividere tempo e esperienze, creare relazioni e legami fra colleghi, vicini di casa, compagni di squadra per un ritorno alla vita “in comune”: è questo il tema di Fare rete: condividere per costruire comunità, moderato da Maria Concetta Mattei. Il panel di discussione sarà un’occasione di confronto tra alcuni community maker di rilievo: Federico Bastiani, ideatore nel 2013 di Social Street, il progetto che utilizza i gruppi chiusi di Facebook per (ri)costruire un senso di comunità nelle città, favorendo la socializzazione fra persone che abitano nella stessa strada; Sandra Mori, General Counsel Coca-Cola Europe e Presidente di Valore D, l’associazione di grandi imprese nata per sostenere il talento e la leadership femminile in azienda, grazie all’adozione di strumenti di welfare aziendale e all’attuazione di politiche di inclusione della diversità; Gianni Maddaloni, judoka e fondatore della palestra Star Judo Club di Scampia, a Napoli, che da anni accoglie i ragazzi del quartiere allontanandoli dalla strada e insegnando loro, attraverso lo sport, il rispetto delle regole e delle persone. Organizzato e sponsorizzato da Coca-Cola.
Sharing time and experience, building relationships and links between colleagues, neighbors, teammates in order to return to a “common” life. The session, moderated by Maria Concetta Mattei, will be an opportunity for discussion among some prominent community makers. Federico Bastiani who created in 2013 Social Street, the project that uses closed Facebook groups to (re)build a sense of community in cities, focussing on socialization among people who live in the same street. Sandra Mori, General Counsel Coca-Cola Europe and president of Valore D, the association of large companies which has worked to support talent and women’s leadership in the labour market through the adoption of corporate welfare instruments and the implementation of inclusion policies of diversity. Gianni Maddaloni, judoka and founder of the Star Judo Club gym in Scampia, Naples, who has for years been welcoming children of the neighborhood to get them away from the street and teach them, through sport, respect for rules and for people.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/sharing-to-cr...
Alessandro Gilioli
Michela Murgia
Flavia Perina
Giacomo Russo Spena Francesco Verderami
La destra coi lavoratori, la sinistra con le multinazionali. Giorgio Gaber entrerebbe in crisi, oggi, se dovesse cantare "Cos'è la destra, cos'è la sinistra". Le certezze crollano. Una dopo l’altra. E così il miliardario Donald Trump, repubblicano e conservatore, vince grazie al voto anti-establishment a scapito della democratica Hillary Clinton, vista come l'emanazione degli interessi di Wall Street. E mentre il leader della sinistra italiana, Matteo Renzi, vola in America scegliendo come fonte d’ispirazione i signori della Silicon Valley, la destra cavalca la rabbia popolare e critica la moneta unica, l’Unione europea. I confini ideologici che un tempo separavano i partiti di destra e partiti di sinistra sono sempre più fragili e confusi. Ha ancora senso parlare di destra e sinistra? Quali sono i valori identitari che resistono?
The right with the workers, the left with the multinationals. Giorgio Gaber would be in crisis today, if he were to sing “What is right, what is left.” Old certainties have collapsed, one after the other. And so the billionaire Donald Trump, Republican and conservative, won thanks to the anti-establishment vote at the expense of Democrat Hillary Clinton, seen as the guarantor of the interests of Wall Street. And while the leader of the Italian left, Matteo Renzi, flew to America choosing as inspiration the high priests of Silicon Valley, the Italian right rides popular anger with criticism of the single currency and the European Union.
Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
Photo by Echo Xie.
Saturday June 23, 2012 12:30pm - 1:30pm @ Affinity Lab (920 U St Washington, DC 20001)
A panel about cross-platform, multi-media storytelling for non-profits. Panel members include a filmmaker-turned-app developer, a photographer-turned-web-designer and web-designer-turned-storyteller. They have all developed campaigns for nonprofits that are pushing the storytelling boundaries of the web.
After a short presentation on their campaigns and the salient points they've learned, speakers will open the floor for questions.
The Panelists
Patrick White, Creative Director, Arcade Sunshine Media - Filmmaker Patrick White founded Arcade Sunshine Media after producing documentaries for History. The company is a strange new hybrid designed for a bold future of digital storytelling. Part video production house, part publishing house, part app development firm, and part marketing firm – Arcade Sunshine is telling stories in ways never before possible. They are now producing a cross-platform, multi-media campaign designed to raise awareness of Haitian musicians. The campaign is a fascinating marriage of traditional storytelling (films, music, photography, writing) and emerging online outreach (social media, apps, video broadcasting tools, new music distribution).
Joshua Cogan, Founder, Joshua Cogan Photography - Joshua Cogan is a photographer and anthropologist whose skill in environmental portraiture has defined his career. Cogan’s combination of still photography and poetry created, Live Hope Love, a revelatory look at the silenced voices of HIV-positive Jamaicans enduring the stigmas of their society through the words of poet Kwame Dawes. Produced by the Pulitzer Center, it won an Emmy for New Approaches to Documentary Storytelling. Cogan's work has also appears regularly on or in the Travel Channel, Discovery, New Yorker, GQ, Men's Journal, Washington Post, and the New York Times.
Rajneesh Aggarwal, President, PROVOC - Raj has over twenty years of experience as a graphic artist and designer. He specializes in theme development, color, interface design, image composition, and computer illustration. He has overseen major technology, design, and print campaigns from the Save Darfur Coalition to Citibank, Rare Conservation to Verizon, and The Aspen Institute to George Washington University. He is known for developing and implementing marketing initiatives that combine traditional marketing tactics with grassroots outreach campaigns.
Learn more: benevolentmedia.org/festival
Charter Day Luncheon in the Hall of Presidents on Saturday, March 5, 2022. Alumni, parents, and students connect over lunch and celebrate the spirit of Charter Day and the role of community service in the experience of students, faculty and staff at Colgate. The program includes a panel discussion with Colgate alumnae around the theme of social entrepreneurship and community engagement.
Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
◦ Panel Discussion
- Foreign scholars: Dr. Sergio Bertolucci, Research Director, CERN Prof. Peter Fulde, President,APCTP/Founding Director, MPI-PKS. Prof. Seungjin Whang,Graduate School of Business, Stanford University
- Korean scholars: KCUE Chairman Young Kil Kim, POSTECH President Sunggi Baik, UNIST President Moo Je Cho, PCCSS Co-Chairman Seok Kyun Noh
Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
Panel discussion with Principal Corps graduates returning to meet with the new cohort. Photo by Kevin Bain/Ole Miss Digital Imaging Services.
Syrian activists, journalists and bloggers will provided first-person accounts of the situation in Syria at a special forum on the Opening Day of the 21st Session of the United Nations Human Rights Council: "Bearing Witness: Human Rights and Accountability in Syria.
Opening Statements by
Ms. Navanethem Pillay
United Nations High Commissioner for Human Rights
Ms. Laura Dupuy Lasserre
President of the United Nations Human Rights Council
Moderator
Mr. Riz Khan
International Television Journalist and Author
Panelists
Mr. Muhanad al-Hassani
Human Rights Defender, Syria
Mr. Amer Matar
Syrian Journalist
Mr. Mohammad Abdallah
Syrian Journalist and Blogger in Exile
Ms. Lotte Leicht
Director, Human Rights Watch, Brussels Office
Chiara Bianchini
Luca Calzolari
Carlo Meletti
Titti Postiglione
Matteo Tempestini
Analisi della comunicazione sui social network e sulla stampa del terremoto del 24 agosto 2016. Come cambia il ruolo della stampa e delle istituzioni per soddisfare la richiesta di informazioni degli utenti sui social network e la verifica delle notizie. Saluti istituzionali da Fabio Paparelli, Assessore Economia, Commercio, Turismo e Sport, Regione Umbria.
The session will analyse the communication on social networks and in the press of the Italian earthquake of 24 August 2016. How has the role of the press and institutions changed to meet the demand by users of social networks for information and for news verification? Introduction by Fabio Paparelli, Umbria Regional Council.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/earthquake-ho...
Cecilia Anesi Lorenzo Bagnoli Matteo Civillini Claudio Cordova Craig Shaw
Come si fa a investigare dal punto di vista giornalistico la più potente mafia del mondo? Il centro di giornalismo d'inchiesta IRPI ha scoperto che l'unico modo è una strategia glocal, ovvero una collaborazione tra chi fa il giornalista nelle terre d'origine della 'ndrangheta e tra chi sa come scavare tra le pieghe dei paradisi fiscali, tra chi lavora sul campo in Africa e chi sa rintracciare le scatole cinesi a Lugano. Ve lo racconteremo con le ultime inchieste, quelle sull'avvocato Romeo di Reggio Calabria, quelle sul gambling online e quelle sui rifiuti e l'olio di palma in Africa. Organizzato in collaborazione con IRPI.
How do you investigate from the journalistic point of view the most powerful mafia organisation in the world? The center of investigative journalism IRPI found out that the only way is via a glocal strategy, in other words a collaboration between journalists in the homelands of the ‘Ndrangheta and between those who know how to dig into the folds of tax havens, including those working on the ground in Africa and in Lugano Switzerland. The latest investigations will be presented, on the lawyer Romeo in Reggio Calabria, on online gambling and on waste products and palm oil in Africa.
on demande video: media.journalismfestival.com/programme/2017/ndrangheta-a-...
Topic of the panel discussion: “Sustainability: From concept to co-creation – are we doing the right things?” The following members took part in the discussion: # Dennis Christou, Vice President Marketing, Del Monte, Fresh Produce, USA;
Martina Fleckenstein, Director EU Policy and Agriculture, WWF, Germany;
Nader Mahmoud, Director BASF Crop Protection, South Europe;
Antonio Marhuenda, CEO Primaflor, Producer (Lettuce), Spain;
Abelardo Hernandez Martinez, Manager Production and Quality, Proexport, Association of producers and exporters of fruits and vegetables, Spain
‘NODE15 – Forum for Digital Arts’ is gathering designers, creative coders and digital artists for creative explorations of technologies. With the Leitmotif ‘Wrapped in Code – the Future of the Informed Body’, NODE15 is devoted to the negotiation of the body and its fusion with technology. It’s a week long rush with hands-on vvvv workshops, exhibition, symposium, performances and artist talks.
Photo: Nemanja Knežević
CJRAW, Criminal Justice, Criminal Justice Reform Awareness Week, Dyer Center, Events, Students. Student Life, Yusef Dahl, panel discussion,
Manuel Agnelli
Luca Valtorta
“Adesso fa qualcosa che serva/ che è anche per te se il tuo paese è una merda” cantava Manuel Agnelli con i suoi Afterhours nel febbraio del 2009 al Festival di Sanremo nel brano intitolato Il paese è reale che avrebbe dato poi il titolo a una compilation con il meglio della scena indipendente italiana, dai Calibro 35 a Dente. Ma è fin dal 2001 che Agnelli ha deciso di sporcarsi le mani e combattere una battaglia non solo per sé. Nasce quell'anno il Tora! Tora!, un festival itinerante che andrà avanti fino al 2005 a cui partecipano i Marlene Kuntz ma anche gli Skiantos e Caparezza, Elisa e i Tiromancino nel tentativo di riuscire a creare una breccia nel mondo mediatico. Un mondo che, a differenza di quello che accade nei paesi anglosassoni, invece di parlare dei nuovi fenomeni e della musica di qualità continua imperterrita a raccontare solo di quello che viene da Sanremo e dai talent show. L'ultima battaglia è Hai paura del buio, un altro festival il cui “manifesto” pubblicato su XL, il mensile di Repubblica nel 2013, scuote il mondo underground tra favorevoli e contrari ma stavolta riuscendo a coinvolgere anche le istituzioni, dall'allora ministro della cultura Massimo Bray a Stefano Boeri con una proposta di legge per agevolare la fruizione della musica nei piccoli club e una serie di altre iniziative. Nel testo del Manifesto si diceva “prendiamo posizione e facciamo informazione perché la cultura è il nostro modo di far politica. La cultura è politica”. Dopo la grande attenzione, tutto sembra di nuovo inabissarsi nel silenzio e nell'indifferenza. Nel maggio 2016 l'annuncio di Manuel Agnelli che avrebbe fatto il giudice nella nuova edizione di X Factor “non ho paura di affrontare cose del genere se posso usarle per qualcosa di importante. Il peso mediatico, lo sappiamo, è forza e la televisione è ancora l'unica che ti può far fare quel salto. Non credo più nella riserva indiana del 'programma di qualità': se ne parla da troppi anni e non succede mai niente. L'alternativa non esiste più: è solo una parola vuota che definisce un genere musicale e non è neppure un genere musicale più libero degli altri. Oggi, anzi, è sempre più spesso vincolato a egoismi e a un'estetizzazione estenuata, è solo moda, non è neanche più un'attitudine. Bisogna andare dove c'è la gente ma naturalmente portando se stessi".
Poi il successo di massa che porta la tv, Manuel Agnelli che diventano il “cattivo” che tutti adorano e insieme, senza concedere sconti, Folfiri e Folfox, un album molto bello e molto sperimentale, gli alterchi con Fedez e Arisa e il concerto per il sostegno di Forte Prenestino a Roma, simbolo dei centri sociali che tanta importanza hanno avuto nella storia degli Afterhours. Infine, poche settimane fa, una lettera-racconto su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica: “Per quelli della mia generazione, nell'ambiente della cosiddetta musica alternativa, Sanremo era il demonio. Per questo decidemmo di andarci con spirito avventuroso pronti a duellare senza quartiere con mignotte ed avventurieri. Eravamo lì a fare promozione a noi e a tutto un ambiente, il nostro, che si è sempre autoghettizzato ma che continuava a sembrarci sottovalutato, nei numeri e nella sostanza.Eravamo lì per usare il festival”.
Chi usa chi nella società dello Spettacolo? E, soprattutto, che cosa sta cambiando oggi nella società? Quanto contano ancora i media tradizionali? È possibile riuscire a veicolare un messaggio diverso attraverso la tv generalista?
Who uses who in the entertainment business? What of significance is changing in society today? Does the traditional media count anymore? Can an alternative message be conveyed through generalist TV? A conversation between Manuel Agnelli, a leading figure in alternative Italian pop music and now an X-Factor judge known – and admired – for his blunt assessments of poor performances, and Luca Valtorta.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/from-tora-tor...
Aleksander Hemon speaks on the panel "From Many, One–Immigration Memoirs," on the Understanding Our World Stage at the National Book Festival, August 31, 2019. Photo by Shawn Miller/Library of Congress.
Note: Privacy and publicity rights for individuals depicted may apply.
Federico Bastiani
Giovanni Maddaloni
Maria Concetta Mattei
Sandra Mori
Condividere tempo e esperienze, creare relazioni e legami fra colleghi, vicini di casa, compagni di squadra per un ritorno alla vita “in comune”: è questo il tema di Fare rete: condividere per costruire comunità, moderato da Maria Concetta Mattei. Il panel di discussione sarà un’occasione di confronto tra alcuni community maker di rilievo: Federico Bastiani, ideatore nel 2013 di Social Street, il progetto che utilizza i gruppi chiusi di Facebook per (ri)costruire un senso di comunità nelle città, favorendo la socializzazione fra persone che abitano nella stessa strada; Sandra Mori, General Counsel Coca-Cola Europe e Presidente di Valore D, l’associazione di grandi imprese nata per sostenere il talento e la leadership femminile in azienda, grazie all’adozione di strumenti di welfare aziendale e all’attuazione di politiche di inclusione della diversità; Gianni Maddaloni, judoka e fondatore della palestra Star Judo Club di Scampia, a Napoli, che da anni accoglie i ragazzi del quartiere allontanandoli dalla strada e insegnando loro, attraverso lo sport, il rispetto delle regole e delle persone. Organizzato e sponsorizzato da Coca-Cola.
Sharing time and experience, building relationships and links between colleagues, neighbors, teammates in order to return to a “common” life. The session, moderated by Maria Concetta Mattei, will be an opportunity for discussion among some prominent community makers. Federico Bastiani who created in 2013 Social Street, the project that uses closed Facebook groups to (re)build a sense of community in cities, focussing on socialization among people who live in the same street. Sandra Mori, General Counsel Coca-Cola Europe and president of Valore D, the association of large companies which has worked to support talent and women’s leadership in the labour market through the adoption of corporate welfare instruments and the implementation of inclusion policies of diversity. Gianni Maddaloni, judoka and founder of the Star Judo Club gym in Scampia, Naples, who has for years been welcoming children of the neighborhood to get them away from the street and teach them, through sport, respect for rules and for people.
video: media.journalismfestival.com/programme/2017/sharing-to-cr...