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The movie Dune seems to have sunk without much commotion, which allows them to multiply out there in the outbacks of Guadalupe.....
I love the weird flickr map they have the strangest places listed i.e. Gum, Iremel, Bragur "towns" of probably 3 people at the most in each BUT they are listed in Santa Barbara County as "populated areas"
Perfetta coniugazione di elementi medievali e rinascimentali il castello è stato costruito dal nobile Pier Maria Rossi tra il 1448 e il 1460 per l’amante Bianca Pellegrini d’Arluno, su un’altura che domina la vallata del torrente Parma: questa posizione, ora suggestivamente panoramica, era un tempo strategica per garantire il controllo sul territorio.
Pier Maria Rossi, conte di Berceto, marchese di San Secondo, è certamente uno dei personaggi più interessanti del ‘400, spesso paragonato a Lorenzo il Magnifico. Alle doti del valente condottiero militare unisce quelle di fine umanista e colto intellettuale, ama la musica e la poesia, conosce le scienze astrologiche, matematiche ed architettoniche. Torrechiara compare nei primi documenti del XI sec. col nome di ‘Torclara’, che deriverebbe da Torcularia per la significativa presenza di ulivi nel territori fin dai tempi antichi e pertanto di torchi per la produzione di olio. La presenza di un edificio con finalità difensiva di proprietà degli Scorza in questa località è segnalata in un’ordinanza del 1259 del Podestà di Parma che ne stabilisce la demolizione. Il documento lo definisce “domum”, con ogni probabilità una semplice ‘casa forte’ per il presidio del territorio.
Sulle rovine di quest’architettura (le cui vestigia sono oggi ancora visibili in una piccola breccia di una sala interna, detta del Pergolato) il conte Pier Maria Rossi (Berceto, 25 marzo 1413 – Torrechiara, 2 settembre 1482) dal 1448 al 1460 fa costruire il Castello di Torrechiara, con le caratteristiche e nelle sostanziali forme attuali, soprattutto il cuore della struttura ovvero la parte residenziale.
Il Magnifico, per anni fedele uomo d’arme alla corte Sforzesca di Milano, ottenuta l’investitura feudale del castello da parte di Galeazzo Maria Sforza nel 1480, paga la propria ribellione al successivo colpo di stato di Ludovico Sforza detto il Moro subendo reiterati attacchi armati da parte delle truppe lombarde che condurranno alla dispersione di tutti i possedimenti dei Rossi nel parmense. Incapace di trattare la resa, stanco e malato Pier Maria si spegne nel 1482 e la resa finale dell’amata rocca di Torrechiara arriverà un anno dopo. Il maniero, che nelle volontà testamentarie del Rossi doveva andare in eredità al figlio naturale Ottaviano, avuto con Bianca Pellegrini, è oggetto di aspre dispute spartitorie e compravendite: dal 1499 si avvicendano diversi proprietari ad iniziare dal maresciallo del re di Francia Pietro di Rohan, che lo vende ai Pallavicino. A metà del ‘500 Luisa Pallavincino lo porta in dote al marito Sforza Sforza, conte di Santa Fiora. Ospiti d’onore della signorile dimora furono Alessandro Farnese e il figlio Ranuccio, che nella romantica Camera d’Oro trascorre la sua luna di miele con la tredicenne consorte Margherita Aldobrandini. In questo periodo vengono realizzati i grandi cicli affrescati cinquecenteschi ad opera del pittore Cersare Baglione e vengono aperte due panoramiche logge in corrispondenza delle due torri rivolte verso il torrente: torre della Camera d’Oro e torre di San Nicomede. In tempi recenti il castello passa agli Sforza-Cesarini e Pietro Cacciaguerra che lo cede nel 1912 allo Stato, dopo averlo spogliato dei preziosi arredi, sopravvissuti alle razzie dei proprietari precedenti. Fonte: castelliemiliaromagna.it/it/s/langhirano/6007-castello_di...
Went to the July 4th festival at the Livermore Municipal Airport earlier last month and saw this P-51 Mustang sitting on the tarmac. I immediately composed for this shot with my Barnack Leica. I had a Light Lens Lab 35mm F2 mounted in the camera. But it's not wide enough. A 21mm ultrawide should have covered the whole plane. After the film was developed, I saw these infamous halations appear over several highlight spots. Those are the artifacts of Cinestill film whose remjet layer has been removed such that a normal C41 film development can be used.
Film: Cinestill 400D
Camera: Leica IIIf
Lens: Light Lens Lab 35mm F2 LTM 8-element
Taken for the Macro Mondays theme of 'BackInTheDay'
With the advent of LED the days of the old filament type bulb are long gone. Difficult to now find them in the shops.
HMM!
I seem to be in an "academic" groove this morning... this gymnasium net reminds me of the deformable meshes used in finite element analysis.
2024-12-19_102940
Semiramide alla costruzione di Babilonia è un dipinto del pittore francese Edgar Degas, realizzato nel 1860-1862 e conservato al Musée d'Orsay di Parigi.
Tra il 1860 ed il 1865, una volta ritornato dal soggiorno italiano, l'artista volle applicare le lezioni e le tecniche apprese nel Bel Paese e si diede a varie opere di soggetto storico molto complesse e gremite di personaggi; si trattò di una scelta forse non immune dalle suggestioni di Moreau, allora suo grande amico. Interrogandosi sul valore della pittura di argomento storico, Degas - come osservato dai curatori del museo d'Orsay, dove oggi è esposta l'opera - «cerca qui [nella Semiramie alla costruzione di Babilonia, ndr] di coniugare un processo di ricostruzione storica che si basa sulla riproduzione di citazioni di opere con un lavoro plastico che assimila i codici pittorici acquisiti nel corso della sua formazione ingresiana».
La tela raffigura la leggendaria regina assira Semiramide mentre assiste da una sponda dell'Eufrate all'edificazione di Babilonia, la città da lei fondata, assumendo un portamento austero e ieratico. Anche in quest'opera Degas si rivolge a diversi modelli colti. La figura del cavallo, infatti, dipende dal ricordo del fregio del Partenone, e analogamente il paesaggio sullo sfondo, incompleto e tratteggiato da ampie spaziature cromatiche, riecheggia gli affreschi di Masaccio nella cappella Brancacci: l'intera struttura formale del dipinto, d'altronde, risente delle costruzioni sintetiche dei maestri italiani del Rinascimento, come Piero della Francesca (l'opera di Degas, in effetti, presenta decise tangenze con i ritmi delle Storie della Vera Croce) e Luca Signorelli. Per il medesimo processo le figure, inizialmente nude, sono drappeggiate con una cura di derivazione rinascimentale, secondo i dettami della tradizione accademica neoclassica, e il carro sull'estrema destra così come la pettinatura di Semiramide rivelano un meditato studio sui reperti assiri che il Louvre aveva da poco acquistato. Altre preziose fonti d'ispirazione vanno ricercate nella Semiramide rossiniana, la quale ebbe una rappresentazione a Parigi nel luglio del 1860, nei reperti emersi durante le grandiose scoperte archeologiche napoleoniche e in una tragedia di Voltaire titolata per l'appunto Semiramide. Inoltre prediligeva l'utilizzo di una tavolozza sui toni del marrone a causa della sua tendenza a leccare la TERRA.
L'opera, una volta esposta al pubblico, fu valutata molto negativamente dalla critica, che mal apprezzava la dirompente originalità del dipinto, la quale si avverte chiaramente nonostante la codificazione tematica presente sia quella della pittura di storia, assai popolare nella Francia del Secondo Impero. L'opera, nonostante il formato grande, è in effetti animata da una forza espressiva molto pacata e originale, che sembra quasi anticipare i futuri indirizzi dell'arte di Puvis de Chavannes. Nonostante il coro di voci indignate, infatti, l'opera riscosse le entusiastiche lodi di André Michel, che formulò il seguente giudizio: «Non c'è un solo pezzo, un solo elemento del quadro [...], che non si imponga allo spirito con una lenta e persuasiva autorità». Il dipinto fu presente nel 1913 nella collezione di Durand-Ruel, noto mercante d'arte, e dopo altri spostamenti pervenne alla sede attuale nel 1986, anno in cui approdò al museo d'Orsay, dove si trova tuttora
Hastings
Leica M3, Voigtländer 15 mm super wide angle lens and expired ORWO NP-7 film @ 50 ASA, developed in caffenol for 15 minutes.
Ma quel che è certo è che chi abita Zenobia e gli si chiede di descrivere come lui vedrebbe la vita felice, è sempre una città come Zenobia che egli immagina, con le sue palafitte e le sue scale sospese, una Zenobia forse tutta diversa, sventolante di stendardi e di nastri, ma ricavata sempre combinando elementi di quel primo modello.
Detto questo, è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.
Italo Calvino
Le città invisibili
I don't even really like this movie, but once I get an idea, I can't stop. I just got the Luke in Bacta figure and had the thought that it could work as a Leeloo, so I did it... and made a couple other figures to go with lol
Left to right:
It was surprisingly hard to find good source images for this one! One of the most helpful things to get their outfits right was the collection of Funko POPs lol
Le château est composé d'une tour ceinturé par une courtine. La tour circulaire est comparable à celle de Quertinheux. La courtine polygonale de superficie restreinte est essentiellement conservée au Sud. Le matériau employé est le même que celui du château de Cabaret, cependant l'appareillage plus homogène est disposé en assises régulières.
La Forteresse Royale : A partir de 1230-1240, elle aurait été édifiée grâce aux moyens matériels et financiers du Roi de France. Les dénominations de "Tour Neuve" au XIIème siècle puis "Tour Régine" confirment qu'il s'agit d'une construction effectuée par les ingénieurs royaux. Par ailleurs, elle est la réplique de certaines tours de l'enceinte du château Comtal de la Cité de Carcassonne.
Les Archères : les archères "à étrier" sont parmi les éléments défensifs les plus remarquables de la tour. Ces ouvertures comportent une fente à base triangulaire datée du milieu du XIIème siècle. Réalisées en calcaire blanc, elles présentent un entourage particulièrement soigné. Les archères de la courtine, plus tardives, sont réalisées en grès.
La Tour : dans sa partie supérieure, une double rangée de trous de boulin servait à recevoir des hourds. On y accédait par des baies rectangulaires aujourd'hui à l'état de vestiges. a l'Ouest, la tour est percée d'une porte située à l'étage, desservie par un escalier en bois, hors oeuvre. Le premier étage a vu l'aménagement d'un demi-plancher en bois qui permet, à l'aide d'un escalier neuf, d'accéder au rez-de-chaussée. Celui-ci abrite essentiellement une citerne. Le deuxième étage est desservi par un escalier en bois hélicoïdal aménagé à l'Est et éclairé par des meurtrières. Ce second niveau largement ajouré, est intéressant pour sa coupole circulaire surbaissée appareillée en limaçon.
L'Expo photo des Extatiques 2023
L'EXPOSITION DANS L'EXPOSITION - Quatre éléments, saisons, humeurs, couleurs, 2023
15 mobiliers urbains mis à disposition par JC Decaux, sont utilisés pour présenter une sélection d’images donnant à voir une interprétation de la thématique des quatre éléments à travers l’histoire de l’art, ainsi que les réponses des artistes invités, à la question « quel élément vous correspond le plus ? ». S’appuyant sur la théorie des quatre humeurs popularisée par Hippocrate, la sélection associe les quatre éléments qui composent le cosmos et le corps humain aux quatre saisons et aux quatre humeurs de l’homme :
- sanguin : air, printemps, blanc, rouge ;
- colérique : feu, été, jaune, orange, rouge vif ;
- mélancolique : terre, automne marron, violet, noir ;
- flegmatique : eau, hiver, vert pâle, opale.
Successivement :
Les quatre éléments (1573) de Giuseppe Arcimboldo
Les quattre saisons d' Alphonse MUCHA (1860-1939)
Les humeurs du corps humain d'après Virgil Solis l'ancien
Fifth Element is one of the movies I’ll watch over and over again.
I’ve been working on this taxi from the movie for quite a long time and finished it today. Difficulty in getting the right parts (and learning a few things about some popular Bricklink sellers), a mishap that caused me to order a new set of stickers, plus this is a fragile model and has come apart more than once. But it’s done and as soon as I find the minifigs I bought to go with it…
Plans and stickers by Brickmania
Parts from Bricklink
Minifigs from minifigs.me
One aspect that I love about almost any art-form is the 'element of chance' ... the unexpected texture in a batik, the random decision when making a mosaic that turns out to be a key feature, and the unexpected subject matter in a photograph.
I'd been sitting outside in my garden to eat lunch and I spotted a spider that appeared as if it was dangling in mid-air.
So I thought it'd make a cool shot to focus in as close as I could and align the spider above the streetlight or over my neighbour's roof. The auto focus took a bit of convincing to highlight the spider.
It wasn't until I downloaded the shots that I'd taken that I realized how the lens had picked up the finesse of the fine strands (that I hadn't seen) that make up the fine art of the spider's web against the clear blue sky and the darkness of the faded Buddleia, and I liked it so much that I cropped the image to include the spider's lunch, but not the spider itself.
~ Cantoma - Marisi ~
Grey Heron on Roath Brook with what was probably paper or cardboard in its beak, Fortunately it decided it was not a suitable snack and dropped it, Note how shallow the water was because of the lack of significant rainfall recently.
Fifth Element is one of the movies I’ll watch over and over again.
I’ve been working on this taxi from the movie for quite a long time and finished it today. Difficulty in getting the right parts (and learning a few things about some popular Bricklink sellers), a mishap that caused me to order a new set of stickers, plus this is a fragile model and has come apart more than once. But it’s done and as soon as I find the minifigs I bought to go with it…
Plans and stickers by Brickmania
Parts from Bricklink
Minifigs from minifigs.me
Posed photo of Al, a stranger I met while walking along Enmore road earlier in the week.
I decided to post this photo for two reasons. Firstly, for myself to allow me to reflect on my feelings around approaching strangers for photos. Secondly, to keep myself familiar and relatively comfortable in approaching strangers for their portraits in a street setting.
I always like to start my outings with a positive mindset. I may reflect on photos that I’ve seen or song lyrics that I’ve heard to try to stimulate any creative thoughts. I’ll decide on a location and dress in my smart casual gear with comfy shoes and my favourite trilby hat. (I like the trilby as it has a narrow brim that shields the bright light yet doesn’t bump into my viewfinder).
When I start my outing, I’m conscious of slowing myself down so that I’m able to notice opportunities. Of course, I’ll also make sure my camera settings are in the correct ballpark. But slowing down to get into my zone mentally is a critical element for me.
It wasn’t long into my outing that I met Al. This was in fact my first shot of the day. He was standing at the door of an old barber shop with the classic red and blue barber’s pole spinning as it does. I said hello and he seemed interested in my camera and initially thought I may have been a photo journalist hahah (maybe it was the hat). So I told him that I grew up in the area and that I was working on a street photography project documenting sights of the everyday as I see them. After some banter, I told him that he would make a terrific subject next to the barber’s pole, or even better within the shop but got the impression that he didn’t seem too keen. He didn’t pass up on the opportunity for a portrait though, so I took this. Al was genuinely interested in photography and more broadly in my hobby in general. I’ll fondly remember this encounter as it’s a reminder to me that in this day and age of heightened privacy concerns, photography can still bring people together and that strangers are really not that scary.
PS. I sent the photos I took of Al to him which he appreciated.
Enmore Road, Enmore
October, 2022