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COMUNE DI CASELLE T.SE

 

ASSESSORATO ALLA CULTURA

organizza

(nei nuovi locali di via Basilio Bona)

 

INCONTRO D'ARTE E CONVEGNO SU IPAZIA D'ALESSANDRIA

(sapiente filosofa, astronoma, matematica e poetessa del IV secolo d.C.)

e una considerazione sui primi secoli del cristianesimo

 

Mostra d'arte in esposizione dal 2 al 18 marzo con orario visite dalle ore 16,00 alle 19,30.

  

INAUGURAZIONE MOSTRA : venerdì 2 marzo alle ore 17,30 con introduzione dell'Assessore Luca Baracco e relazione critica di Valeria Massa e Antonio Zappia.

La mostra proseguirà fino a domenica 18 dello stesso mese.

 

Espongono: Paolo Abatecola, Quinto Airola, Ben Alfa, Giulio Benedetti, Alberto Bongini, Ivan Cambiolo, Antonio Cannata, Stefania Carollo, Carla Bresciano, Albino Cavaliere, Antonio Favara, Piero Feroglia, Ornella Frola, Rosa Gattuso, Mimmo La Grotteria, Bruna Giovannini, Roberto Giulietti, Antonella Guarneri, Attilio Lauricella, Francesco La Porta, Lorenzo Lo Verni, Francesca Mancuso, Bruno Mantovani, Serafina Marranghino, Lucia Micozzi, Salvatore Martinico, Mirandolina, Mario Mondino, Domenico Musci, Silvio Musto, Franca Valeria Oliveri, Esterina Pereno, Marcello Pisano, Sara Grazio, Salvatore Piazza, Alessandro Paliddo, Michele Privileggi, Maurizio Rivetti, Mario Rizzato, Giovanni Rodaro, Stefano Rollero, Rosato Gerardo, Giusy Romano, Ada Sgrò Falconbello, Claudio Zanni, Rosalia Zutta, Barbara Penna e Ernesto Cosenza per la fotografia.

  

VENERDI' 16 MARZO, ORE 20,45 CONVEGNO SU IPAZIA E IL CRISTIANESIMO DELLE ORIGINI

Interverranno: Don Ermis Segatti - Direttore dell'Ufficio Cultura dell'Arcidiocesi di Torino

Il Pastore Giuseppe Platone della chiesa valdese di Milano

La Dott.ssa Gemma Beretta, autrice di un importante libro sulla filosofa

La Dott.ssa Anna Iaccheo - appassionata studiosa di Ipazia

La Dott.sa Valeria Massa - attenta studiosa delle tematiche femminili

L'assessore Baracco accoglierà gli illustri ospiti

Coordina il convegno Antonio Zappia

 

CHI ERA "IPAZIA".

"Ad Alessandria c'era una donna chiamata Ipazia, figlia del filosofo Teone, che ottenne tantissimi successi nella letteratura e nella scienza da superare di gran lunga tutti i filosofi del suo tempo. Provenendo dalla scuola di Platone e di Plotino, lei spiegò i principi della filosofia ai suoi uditori, molti dei quali venivano da lontano per ascoltare le sue lezioni.

Facendo conto sulla padronanza di sé e sulla facilità di modi che aveva acquisito in conseguenza dello sviluppo della sua mente, non raramente apparve in pubblico o davanti ai magistrati.

Né lei si sentì confusa nell'andare ad una riunione di uomini. Tutti gli uomini, tenendo conto della sua dignità straordinaria e della sua virtù, l'ammiravano di più.

Fu vittima della gelosia politica che a quel tempo prevaleva. Dopo la morte del vescovo Teofilo, la cattedra vescovile fu occupata, nel 412, da suo nipote Cirillo, di idee fondamentaliste, specie contro i novaziani e i giudei, e che venne subito in urto col prefetto di quel tempo, il romano Oreste.

Cirillo, che mal sopportava la predicazione pagana di Ipazia, divenuta ad Alessandria la rappresentante più qualificata della filosofia ellenica, si convinse che l'ostacolo maggiore alla risoluzione della controversia fosse proprio lei.

Pur non dando un espresso ordine, egli istigò il gruppo fanatico di monaci parabolani ed eremiti della Tebaide guidati da Pietro il Lettore a togliere di mezzo Ipazia.

E così, dopo averla trascinata fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario, quasi volessero compiere una sorta di sacrificio umano, prima Pietro con una mazza ferrata, poi gli altri monaci con pugnali fatti di conchiglie, massacrarono il corpo di Ipazia e lo bruciarono. Era l'anno 415, il IV dell'episcopato di Cirillo.

Gli assassini rimasero impuniti. Oreste il prefetto chiese un'inchiesta; Costantinopoli non poté non concederla, e mandò ad Alessandria un tale Edesio, il quale non fece nulla, poiché si lasciò corrompere da Cirillo.

Oreste ottenne soltanto dei provvedimenti per arginare l'ingerenza politica dei vescovi nei poteri civili. Cirillo in seguito verrà addirittura santificato come esempio di sicura ortodossia.

Fu Damascio, filosofo neoplatonico (480/prima metà del sec.VI a.C.), quinto successore di Proclo nello scolarcato dell'Accademia, che per primo, nella Vita di Isidoro, incolpò Cirillo del delitto, arrivando addirittura a dire che prima di ucciderla le strapparono gli occhi dalle orbite.

Nella Storia ecclesiastica dell'ariano Filostorgio, nato circa il 368 d.C. e dunque contemporaneo dei fatti narrati, si arriva a sostenere che l'assassinio non era opera di una amorfa folla fanatica, ma di quel clero cristiano che, ad Alessandria in modo particolare, voleva spadroneggiare su tutti.

 

Ipazia viene ricordata, ancora oggi, come la prima matematica della storia, anzi, fu la sola matematica per più di un millennio: per trovarne altre, da Maria Agnesi a Sophie Germain, bisognerà attendere il Settecento. Ipazia fu anche l'inventrice dell'astrolabio, del planisfero e dell'idroscopio.

Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

biodiversitylibrary.org/page/45371141

Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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- la coque de l'Astrolabe, arrivant le 18 janvier 2017 de Gdansk, qui ravitaille la base Dumont d'Urville en Terre Adélie

- Perseverance, arrivant hier soir, qui ravitaillera Polarpod autour de l'Antarctique

finistere.en-photo.fr/astrolabe

Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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Voyage au pole sud et dans l'Océanie sur les corvettes l'Astrolabe et la Zélée :

Paris :Gide et J. Baudry ...,1842-1853.

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Bar, downtown Mt Maunganui

In 1992, Thomas A. Reiter was selected to join ESA’s European Astronaut Corps, based at the European Astronaut Centre (EAC) in Cologne, Germany. After completing basic training, Reiter was selected for the Euromir 95 mission and started training at TsPK (Cosmonauts Training Centre) in Star City near Moscow in August 1993, preparing for onboard-engineer tasks, extra-vehicular activities and operations of the Soyuz transportation system. The Euromir 95 experiment training was organized and mainly carried out at EAC.

 

In March 1995, he was assigned as on-board engineer for the Euromir 95 mission, a record-breaking 179 days on ESA's Euromir 95 mission (3 September 1995 until 29 February 1996) with two spacewalks (EVAs).

 

In the ESA-Russian Euromir 95 mission to the Mir Space Station, along with Russian colleagues Yuri Gidzenko and Serguei Avdee,. Reiter was assigned as on-board engineer for the record-breaking 179 days mission (3 September 1995 until 29 February 1996).

 

He performed some 40 European scientific experiments and participated in the maintenance of the Mir space station. He performed two spacewalks (EVAs) to install and later retrieve cassettes of the European Space Exposure Facility experiments (ESEF).

 

Between October 1996 and July 1997, Reiter underwent training on Soyuz-TM spacecraft operations for de-docking, atmospheric re-entry and landing. He was awarded the Russian ‘Soyuz Return Commander’ certificate, which qualifies him to command a three-person Soyuz capsule during its return from space.

 

In April 2001, Reiter was assigned to the first ISS advanced training class to prepare for one of the first European long-term flights to the ISS. Within the Directorate of Human Spaceflight and Exploration he worked in the Columbus programme.

 

In September 2004, he was assigned to a long-duration mission to the International Space Station.

 

Between 4 July and 22 December 2006, Reiter took part in the Astrolab Mission - ESA's first long-duration mission to the International Space Station. Following the launch with Space Shuttle Discovery on flight STS-121, Reiter spent 166 days on board ISS as Flight Engineer 2 for ISS Expedition crews 13 and 14.

 

During his stay, as well as his duties as Flight Engineer, he conducted 19 experiments on behalf of a number of European institutions and research centres, focussing on areas such as human physiology and psychology, microbiology, plasma physics and radiation dosimetry as well as technology demonstrations.

 

On 3 August 2006, together with NASA astronaut Jeff Williams, he participated in a 5 hour 54 minute spacewalk to install hardware on the ISS exterior to support future assembly work. After 171 days in space, Reiter returned to Earth with STS-116, landing at Kennedy Space Center, Florida, on 22 December 2006.

 

After his active astronaut career, Thomas Reiter was named on 8 August 2007 as a member of the Executive Board of the German Aerospace Center, DLR, responsible for Space Research and Technology.

© Sébastien MOUROT - TAAF

RECHERCHE : 1930-1935

–ex Bardistan - ex Saint-Roch

–Futur : Capo Olmo Italien – Futur Koufra - Madali aux cargos Algériens- Futur Léon Mazella – Futur Seferoglu

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Sources:

Historique de la flotte des Messageries Maritimes du commandant Lanfant

Le grand Siècle des Messageries Maritimes du Dr Paul Bois Tome V

Encyclopédie des Messageries Maritimes de Philippe Ramona (site sur le web)

Le forum des anciens des Messageries. De nombreuses photographies, anecdotes et précisons sont régulièrement mises en ligne.

Monsieur Xavier Escallier qui a très amicalement mis à ma disposition sa collection de cartes postales des Messageries.

Les différents sites internet sur la marine marchande, qu'ils soient Britanniques, Espagnols, Français ou autres.

Différents ouvrages personnel sur l'histoire de la marine marchande française.

Indexe (1) : Données du commandant Lanfant dans ouvrage.

Indexe (2) : Données du Docteur Paul Bois dans son ouvrage.

Indexe (3) : Données de Mr Philippe Ramona sur son site web

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Construit en 1923 par William Gray à W. Hartlepool pour la Société Navale de l’Ouest. Nommé SAINT STANISLAS sur plan. (1)

1923 : Acheté la même année par la Strick Line. Renommé BARDISTAN ou il restera jusqu’en 1928 (2)

1928 : Acheté par la Compagnie Navale de l’Océanie renommé SAINT-ROCH. (2)

1930 : Acheté par les Messageries Maritimes, il est rebaptisé RECHERCHE. Il sera transformé aux Chantiers de Gironde à Bordeaux. BOUSSOLE, ASTROLABE, RECHERCHE et ESPÉRANCE y furent modifiés du 11 août 1930 au 11 mai 1931. A noter que les tôles nécessaires à ces transformations avaient été commandées en Angleterre, les aciéries Françaises n’étant pas encore en état de fournir assez se tôles. Renseignements fournis au Cdt Lanfant par Mr Vial Chef mécanicien. (1)

Dernier d’une série de quatre navires dont l’histoire fut assez compliquée

(1) Comme beaucoup d’autres armements, la Société Navale de l’Ouest avait après la guerre, passé commande de séries de navires, pensant profiter du manque de transport pour faire d’importants bénéfices. Mais la période d’Euphorie fut de courte durée et elle fut comme les autres Cie heureuse de se débarrasser de navires dont elle n’avait plus l’emploi. Quatre de ces navires construits à West Hartlepool furent achetés par le Strick Line qui fut obligé faute d’utilité de les revendre en 1926 à la Compagnie Navale d l’Océanie. En 1930 vu les difficultés de cette dernière, elle les recéda aux Services Contractuels des Messageries Maritimes sur l’aimable insistance de l’état.

Cargos lents 11 nœuds, et moyens porteurs 6650 tPL, ils ne convenaient pas du tout pour les nouvelles lignes commerciales sur la Nouvelle Calédonie. On les transforma donc en cargos mixtes en créant un château continu entre les deux mâts, en modifiant les roofs, ainsi que pour les différents salons, passagers, officiers et commandant et passerelle sur l’avant de la cheminée. Infirmerie et local T.S.F eux furent installés sur l’arrière de la cheminée. On ajouta deux installations frigorifiques, une installation Hall à CO² et une autre de type Audiffret Sigrun.

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CARACTÉRISTIQUES :

Longueur : 111 mHT (1) 110.6 mHT (2) et 106.98 mPP

Largeur : 15.93 m (1) 16 m (2)

Jauge Brute : 5.072 tjb (1) 5.111 (2)

Jauge nette : 3.069 tjn

Port en lourd : 6.920 t (1) 6650 t (2)

Déplacement : 10.377 tonnes

5 cales

8 mâts de charge de 5 tonnes

2 mâts de charge de 3 tonnes

1 bigue de 25 tonnes

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PROPULSION :

1 machine alternative à triple expansion.

Puissance : 2500 cv

Vitesse exploitation 10 nœuds 11 nœuds max.

3 chaudières cylindriques

Timbrées à 14 kg/cm²

Chauffe au charbon.

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PERSONNEL : Pas de rebseugnements

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PASSAGERS :

Après modifications effectuées à Dunkerque :

22 Passagers de 1ère Classe

28 Passagers de 2ème Classe.

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LIGNE :

Dunkerque – Nouvelle Calédonie via le canal de Panama.

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ÉVÉNEMENTS : Inconnus

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RETRAIT et FIN:

1935 : Vendu après la suppression de la ligne d’Australie. Les paquebots qui étaient sur cette ligne furent mis sur la ligne de Tahiti – Nouméa.

Il devient l’Italien CAPO OLMO

1940 en juin : Il sera saisi au Gabon à Pointe Noire (1 et 2) mis sous les ordres du Commandant Vuillemin des Messageries Maritimes. Premier navire à rejoindre la France Libre.

1945 mis en gérance à la Compagnie Worms et renommé KOUFRA ultérieurement.

1948 Vendu à la Compagnie des Cargos Algériens, renommé MADALI.

1951 Vendu à la maison Mazella d’Oran il est renommé LÉON MAZELLA.

1954 Vendu à une compagnie Turque où il devient le SEFEROGLU

1976 Démoli à Izmir. Après 53 ans de carrière sous 9 noms différents et 4 pavillons nationnaux.

  

Thomas Reiter operating the ERB-1 – the Erasmus Recording Binocular – during his ASTROLAB mission to the International Space Station.

 

Thomas Reiter, a former ESA astronaut and now ESA Director of Human Spaceflight and Operations flew from 4 July to 22 December 2006 on the first European long-duration mission to the International Space Station. Thomas Reiter joined Expedition Crew 13 and 14. For Thomas it was his second long-duration stay in space after his flight to the Mir Orbital Complex in 1995/1996.

 

Credits: ESA/NASA

  

"Improved Islamic astrolabes were introduced to the West with the spread of Islam in Southern Europe from the tenth century on. “Abū Ishāq Ibrāhīm al-Zarqālī (Arzachel) of Al-Andalus constructed the first universal astrolabe instrument which, unlike its predecessors, did not depend on the latitude of the observer, and could be used from anywhere on the Earth. This instrument became known in Europe as the Saphaea. The astrolabe was introduced to other parts of Western Europe via Al-Andalus in the 11th century"

www.geog.ucsb.edu/events/department-news/669/the-astrolab...

 

'Istanbul Museum of the History of Science and Technology in Islam' (Turkish: İstanbul İslam Bilim ve Teknoloji Tarihi Müzesi)

 

Le musée de la Kasbah Tanger

 

Le musée de la Kasbah recompose les aspects majeurs de la culture matérielle de la ville de Tanger et de sa région. L'exposition se décline en trois sections organisées en fonction d'un parcours qui respecte l'architecture du Palais. Elle illustre les traits dominants de cette région qui a joué un rôle privilégié dans les relations entre l'Afrique et l'Europe, puisqu'elle aurait fonctionné comme un lieu de passage entre les deux continents via le détroit de Gibraltar, et un lieu de rencontre et d'échange dans le bassin occidental de la méditerranée.

 

la première salle, couverte par une coupole dodécagonale, est appelée, « Bit el Mal » : trésorerie. Elle conserve toujours une lourde caisse en bois de cèdre renforcée de ferrures, faisant office d'ancien coffre fort. Ensuite, une projection permanente illustre la situation géographique des principaux sites archéologiques ayant livré les objets exposés.

 

Autour d'un magnifique patio central, à colonnes en marbre blanc ornées de chapiteaux composites, plusieurs salles s'organisent et offrent un éventail d'objets évoquant l'histoire matérielle de Tanger et de son arrière pays depuis la préhistoire jusqu'au XIX e siècle : un outillage lithique et osseux, des céramiques, des figurines en terre cuite, des bijoux en argent de tradition phénicienne, des amulettes, des colliers en argent, et des coquilles d'ouf d'autruche décorées .etc. Cette collection est complétée par un ensemble exceptionnel de céramique peinte et de figurines provenant du site-atelier de Kouass dont l'activité remonte au moins au V e siècle av. J.-C.

 

La salle qui correspond à la période de la romanisation se caractérise par un bas-relief représentant une scène de banquet couché, et par un bloc d'entablement qui évoque le thème de la victoire sacrifiant un taureau. Nous pouvons y contempler, également, des céramiques, des statuettes, des bijoux en ivoire, ou des chefs-d'ouvre de verrerie romaine.

 

La grande coupole, ou « Koubba K'bira », est une salle meublée de zelliges, et décorée de plâtre sculpté et de bois de cèdre sculpté et peint au plafond. Elle expose des enluminures, des écritoires, et un manuscrit de Coran doré et enluminé datant du XIII e siècle. Les vers de poésie qui ceignent les mûrs donnent à cet espace une beauté majestueuse.

 

Les salles de 5 à 7 sont consacrées à la période musulmane: des fragments de revêtement de zellige, des frises en bois de cèdre sculptées et ornées d'inscriptions coufiques rehaussées de décors floraux, des vases en céramique, des pièces de monnaies et des stèles funéraires. La visite du premier patio se termine par une exposition d'ouvres datant de la période Alaouite : manuscrit doré et enluminé de reliures, des pièces de monnaies, un lustre en cuivre jaune, des armes à feu.

 

Les anciennes cuisines du palais s'ordonnent sur deux niveaux :

 

le rez-de-chaussée correspond aux importantes activités commerciales entre la péninsule tingitane et d'autres civilisations méditerranéennes. Le sol du patio est pavé d'une mosaïque provenant de Volubilis « Navigum Vaneris », représentant la déesse Vénus siégeant à l'arrière d'un navire. Cette exposition est enrichie d'ouvres exceptionnelles ; notamment un vase à décor de poisson, une Oenochoé étrusque, un Ouchebti égyptien, une lampe grecque, des amphores, des ancres , et un astrolabe planisphèrique . Ces objets témoignent de rencontres fécondes, tenant tout autant des civilisations méditerranéennes que des populations autochtones, et placent le tangérois au confluent des routes maritimes.

 

A l'étage, se regroupent des témoignages relatifs à la religion et aux rites funéraires : la maquette grandeur nature du tombeau punique de Mghogha et son mobilier d'accompagnement, une sépulture d'enfant inhumé dans une jarre, des sarcophages en plomb, des urnes d'incinération découvertes dans la nécropole de Marshan et des fresques peintes de la nécropole Boukhachkhach ...

 

Le jardin « Riad As Sultan » de style maroco-andalou, est doté d'une fontaine, et abrite une exposition à ciel libre d'une collection lapidaire (des chapiteaux en marbre et margelles de puit) et des canons

Exposition "Le Mobilier-Bijou" au musée Mandet.

« Commode Espagnole » par Guillaume Piéchaud.

Acier patiné, inox poli, nickel noir ,astrolabe à mouvement mécanique, 2014.

Dumont d Urville, Jules.-Voyage de la corvette l Astrolabe exécuté par ordre du Roi, pendant les années 1826 - 1827- 1828 - 1829, sous le commandement de M.J.Dumont d Urville, capitaine de vaisseau.Publié par ordonnance de Sa Majesté. Paris, J. Tastu, 1830-1833. 12 volumes in-8 et 1 volume in-4 pour le texte et 6 atlas in-folio, l ensemble en reliure uniforme en demi-basane maroquinée rouge à dos lisses ornés de faux-nerfs, de fleurons et de palettes décoratives, titres doré.

  

Le musée de la Kasbah recompose les aspects majeurs de la culture matérielle de la ville de Tanger et de sa région. L'exposition se décline en trois sections organisées en fonction d'un parcours qui respecte l'architecture du Palais. Elle illustre les traits dominants de cette région qui a joué un rôle privilégié dans les relations entre l'Afrique et l'Europe, puisqu'elle aurait fonctionné comme un lieu de passage entre les deux continents via le détroit de Gibraltar, et un lieu de rencontre et d'échange dans le bassin occidental de la méditerranée.

 

la première salle, couverte par une coupole dodécagonale, est appelée, « Bit el Mal » : trésorerie. Elle conserve toujours une lourde caisse en bois de cèdre renforcée de ferrures, faisant office d'ancien coffre fort. Ensuite, une projection permanente illustre la situation géographique des principaux sites archéologiques ayant livré les objets exposés.

 

Autour d'un magnifique patio central, à colonnes en marbre blanc ornées de chapiteaux composites, plusieurs salles s'organisent et offrent un éventail d'objets évoquant l'histoire matérielle de Tanger et de son arrière pays depuis la préhistoire jusqu'au XIX e siècle : un outillage lithique et osseux, des céramiques, des figurines en terre cuite, des bijoux en argent de tradition phénicienne, des amulettes, des colliers en argent, et des coquilles d'ouf d'autruche décorées .etc. Cette collection est complétée par un ensemble exceptionnel de céramique peinte et de figurines provenant du site-atelier de Kouass dont l'activité remonte au moins au V e siècle av. J.-C.

 

La salle qui correspond à la période de la romanisation se caractérise par un bas-relief représentant une scène de banquet couché, et par un bloc d'entablement qui évoque le thème de la victoire sacrifiant un taureau. Nous pouvons y contempler, également, des céramiques, des statuettes, des bijoux en ivoire, ou des chefs-d'ouvre de verrerie romaine.

 

La grande coupole, ou « Koubba K'bira », est une salle meublée de zelliges, et décorée de plâtre sculpté et de bois de cèdre sculpté et peint au plafond. Elle expose des enluminures, des écritoires, et un manuscrit de Coran doré et enluminé datant du XIII e siècle. Les vers de poésie qui ceignent les mûrs donnent à cet espace une beauté majestueuse.

 

Les salles de 5 à 7 sont consacrées à la période musulmane: des fragments de revêtement de zellige, des frises en bois de cèdre sculptées et ornées d'inscriptions coufiques rehaussées de décors floraux, des vases en céramique, des pièces de monnaies et des stèles funéraires. La visite du premier patio se termine par une exposition d'ouvres datant de la période Alaouite : manuscrit doré et enluminé de reliures, des pièces de monnaies, un lustre en cuivre jaune, des armes à feu.

 

Les anciennes cuisines du palais s'ordonnent sur deux niveaux :

 

le rez-de-chaussée correspond aux importantes activités commerciales entre la péninsule tingitane et d'autres civilisations méditerranéennes. Le sol du patio est pavé d'une mosaïque provenant de Volubilis « Navigum Vaneris », représentant la déesse Vénus siégeant à l'arrière d'un navire. Cette exposition est enrichie d'ouvres exceptionnelles ; notamment un vase à décor de poisson, une Oenochoé étrusque, un Ouchebti égyptien, une lampe grecque, des amphores, des ancres , et un astrolabe planisphèrique . Ces objets témoignent de rencontres fécondes, tenant tout autant des civilisations méditerranéennes que des populations autochtones, et placent le tangérois au confluent des routes maritimes.

 

A l'étage, se regroupent des témoignages relatifs à la religion et aux rites funéraires : la maquette grandeur nature du tombeau punique de Mghogha et son mobilier d'accompagnement, une sépulture d'enfant inhumé dans une jarre, des sarcophages en plomb, des urnes d'incinération découvertes dans la nécropole de Marshan et des fresques peintes de la nécropole Boukhachkhach ...

 

Le jardin « Riad As Sultan » de style maroco-andalou, est doté d'une fontaine, et abrite une exposition à ciel libre d'une collection lapidaire (des chapiteaux en marbre et margelles de puit) et des canons

Thomas Reiter floating in the Russian Zvezda module during his ASTROLAB mission to the International Space Station from 4 July to 22 December 2006.

 

Thomas Reiter is a former ESA astronaut. He flew on two long duration missions, one to the Russian Mir Orbital Complex in 1995/1996 and one to the International Space Station. Since April 2011, he is ESA Director of Human Spaceflight and Operations.

 

Credits: ESA/NASA

Thomas Reiter operating the ERB-1 – the Erasmus Recording Binocular – during his ASTROLAB mission to the International Space Station.

 

Thomas Reiter, a former ESA astronaut and now ESA Director of Human Spaceflight and Operations flew from 4 July to 22 December 2006 on the first European long-duration mission to the International Space Station. Thomas Reiter joined Expedition Crew 13 and 14. For Thomas it was his second long-duration stay in space after his flight to the Mir Orbital Complex in 1995/1996.

 

Credits: ESA/NASA

Les saynètes à un personnage, isolées dans des cadres carrés[2] comme dans des manuscrits romains, byzantins, et d’occident médiéval[3] traitant des thèmes des travaux et des jours, montrent les métiers de la construction.

  

L’Egypte aussi a fourni des modèles stylistiques. Les femmes richement parées (danseuses, musiciennes) aux corps généreux cernés de noir[4] et aux grands yeux, sont à rapprocher des portraits coptes d’Antinoé et des déesses de la Syrie antique. Dans la salle chaude, des figures féminines nues sont accompagnées d’enfants.

  

Des réminiscences de l’art romain sont également sensibles. C’est le cas des nombreuses figures isolées dans des réseaux géométriques à motifs végétaux[5]. Les sujets sont variés, évoquant tous les divertissements princiers. Certaines représentations sont peut-être directement recopiées d’après des modèles antiques. L’animal musicien, thème qui perdure jusqu’à la Renaissance italienne, est visible aussi sur une mosaïque romaine de Sousse du musée du Louvre. Des personnifications de la Poésie, de la Philosophie, de l’Histoire et de la Victoire[6] sont identifiables grâce à des inscriptions en grec. Dans l’abside de la salle d’audience, une figure allongée sous un drap est observée par un angelot et une figure d’Eros. Une autre scène présente des lutteurs à l’allure antique. A leur gauche, un combat entre un lion et une gazelle évoque celui de Khirbat al-Mafjar. Ce thème issu du monde oriental ancien est souvent symbole de puissance lié au pouvoir.

  

Dans la même salle[7], une chasse à l’onagre évoque les mosaïques romaines[8] mais aussi l’activité favorite du roi sassanide Bahrâm Gûr.

  

La grande scène du côté sud-est de la salle d’audience présente une figure féminine rappelant l’Aphrodite grecque devant un bassin rectangulaire. Des femmes l’observent depuis un balcon, cachées derrière une clôture ajourée.

  

Les attitudes des danseuses, presque tournoyantes[9], évoquent les figures de bacchantes antiques.

  

Les constellations et les signes du zodiaque de la coupole de la salle chaude ont été probablement copiés d’après un globe antique. Première représentation du ciel dans l’art islamique, ce décor reflète le goût des scientifiques musulmans pour ce sujet, qui fut l’un de leurs principaux champs de recherche et déboucha sur la création d’observatoires, de manuscrits astronomiques, d’astrolabes,… On peut rapprocher ce décor d’illustrations provenant du Traité des étoiles fixes (1009)[10]. Les constellations y sont personnifiées, comme sur les modèles antiques.

L’ Astrolabe quittant le port de Concarneau

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Maurice Raymond BROSSARD du BOURG

(1909 – 1997)

Peintre de l’Outre Mer

 

Maurice R. Brossard du Bourg est en né 1909 à Ezy sur Eure.

Il entre à l’Ecole Navale en 1928. Lieutenant de Vaisseau en 1938. Il passe la guerre sur le croiseur Marseille. Capitaine de frégate en 1952 et capitaine de vaisseau en 1959. Il commanda la base aéronavale de Lann-Bihoué et fut nommé en 1963 chef du service historique de la Marine.

Il effectua une mission à Vanikoro sur le site du naufrage de La Pérouse.

 

Peintre de talent, il est un des trop rares artistes à avoir peint l’Outre Mer.

Coloriste hors pair, il a su transposer sur la toile ces paysages de Nouvelle Calédonie qu’il a parcouru et connaissait bien.

Brossard du Bourg était membre de l’Académie de Marine et de l’Académie des sciences d’Outre Mer.

 

Il a peint cette partie du globe dans les années 50.

 

Il avait un descendant, Pierre Brossard du Bourg, qui faisait partie de l'équipage de La Pérouse, sur la Boussole ou l'Astrolabe.

Ce dernier est mort comme les autres membres sur l'archipel des Vanikoro.

 

Le peintre, a participé à une expédition dans les années 50 date à laquelle il a peint ces tableaux.

 

Je sais que le Musée de Nouvelle Calédonie était intéressé par ces peintures, mais ils n'ont jamais eu les crédits pour les acheter, même si leurs prix était tout à fait raisonnable.

 

Ce sont vraiment de belles toiles sur cette île et aussi de bons documents d'époque.

 

Il a été l’auteur de nombreux ouvrages sur l’histoire de la Marine.

Il mourut à St Cloud en 1997.

 

La Galerie Enora

29 rue Bergère 75009 Paris

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01.48.01.65.76 – 06.09.21.11.21

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L'horloge astrolabique de la cathédrale de Chartres à Chartres (28)

 

Département : Eure et Loir

Arrondissement : Chartres

Canton : Chartres-Sud-Est

GPS : 48.4481 N / 1.4878 E

Après avoir construit la flèche du clocher nord, les travaux de la clôture du chœur sont à nouveau confiés à Jehan Texier dit Jehan de Beauce, qui se voit également chargé en 1520 de la construction du pavillon de l'Horloge. Ce bâtiment, situé au pied du clocher nord, était destiné à abriter le mécanisme de l'horloge à l'extérieur de la cathédrale. Mécanisme relié aux cloches par un système complexe de tringles qui a depuis disparu.

L'horloge astronomique de la cathédrale de Chartres (située à l'intérieur) est mentionnée dès 1407. Son cadran d'un mètre environ de diamètre a été restauré en 2006.

Mais le mécanisme, endommagé à la Révolution, a fait l'objet d'une restauration depuis 2008 par l'entreprise Prêtre de Mamirolles.

Le redémarrage a été inauguré le 22 mai 2010.

Cette horloge dite astrolabique constitue, avec l'horloge de la cathédrale de Bourges, les 2 seuls exemplaires de ce type conservés et connus dans le monde.

Le cadran indique les 24 heures de la journée, les phases de la lune, le temps d'un cycle lunaire et les signes du zodiaque correspondants au mois de l'année.

 

Pourquoi une horloge à l'intérieur de la cathédrale?

Le Moyen Age la société est dominée par la religion catholique et l'agriculture. La vie des hommes est structurée par les prières, taches agricoles sur une journée et par les cycles liturgique et saisonnier annuels.

Avant l'invention de l'horloge mécanique c'est le cadran solaire qui donne l'heure, pour les activités publiques aussi bien que religieuses.

Le cadran solaire était capital pour le monde religieux, car il permettait de définir précisément la date de Pâques, qui, depuis le concile de Nicée de 325, correspond au premier dimanche qui suit la pleine lune de printemps.

Et comme ce sont les religieux qui ont les connaissances scientifiques et qui ont besoin d'une subdivision précise du jour et de la nuit pour la réglementation des offices, on construira donc les premières horloges dans les édifices religieux.

Le cadran extérieur du pavillon de l'Horloge est visible depuis la rue de l'Etroit Degré.

Le cadran intérieur dans la clôture du chœur, côté nord.

GPS : 48°26'53" N / 01°29'17" E

 

Le cadran a fait l'objet d'une restauration vers 2008-2009 par l'entreprise Prêtre de Mamirolles. Cette restauration a nécessité la reconstitution de plusieurs roues et pignons manquants.

The Prototype of legendry Muslim Astrolab at the enterence of Conference Theatre of Islamic Civilizational dan Heritage Parks in Pulau Wan Man Kuala Terengganu, MALAYSIA. - adis el-Merbawiy

Honorine la femme la plus grosse du monde Rue des étoiles La Rochelle Mireuil juin 2010

Baraque foraine conçue par Bruno Loire. Les comédiens sont des habitants du quartier de Mireuil

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