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Wadi El Gemal Natural Park

Egitto

Il tempo è inafferrabile

compagno di vita

che ha fotografato la mia anima.

Ho trascorso la primavera della vita,

la stagione dell'amore...

Ho vissuto il bello e il cattivo tempo!

Ora, che sono nell'età adulta,

accetto quello che mi riserva

il futuro, ma pronta a combattere

per avere la meglio.

(Doraforino)

youtu.be/7DG3XqS8AP0

Encore un magnifique lever du jour au Saguenay qu'aucun autres photographes de la région n'a vue ( Ils dorment tous à cette heure-là ) . Toute un spectacle pour moi seulement.

 

Another magnificent sunrise in the Saguenay that no other photographers of the region have seen (They all sleep at this time). A whole show for me only.

Perfetta coniugazione di elementi medievali e rinascimentali il castello è stato costruito dal nobile Pier Maria Rossi tra il 1448 e il 1460 per l’amante Bianca Pellegrini d’Arluno, su un’altura che domina la vallata del torrente Parma: questa posizione, ora suggestivamente panoramica, era un tempo strategica per garantire il controllo sul territorio.

Pier Maria Rossi, conte di Berceto, marchese di San Secondo, è certamente uno dei personaggi più interessanti del ‘400, spesso paragonato a Lorenzo il Magnifico. Alle doti del valente condottiero militare unisce quelle di fine umanista e colto intellettuale, ama la musica e la poesia, conosce le scienze astrologiche, matematiche ed architettoniche. Torrechiara compare nei primi documenti del XI sec. col nome di ‘Torclara’, che deriverebbe da Torcularia per la significativa presenza di ulivi nel territori fin dai tempi antichi e pertanto di torchi per la produzione di olio. La presenza di un edificio con finalità difensiva di proprietà degli Scorza in questa località è segnalata in un’ordinanza del 1259 del Podestà di Parma che ne stabilisce la demolizione. Il documento lo definisce “domum”, con ogni probabilità una semplice ‘casa forte’ per il presidio del territorio.

Sulle rovine di quest’architettura (le cui vestigia sono oggi ancora visibili in una piccola breccia di una sala interna, detta del Pergolato) il conte Pier Maria Rossi (Berceto, 25 marzo 1413 – Torrechiara, 2 settembre 1482) dal 1448 al 1460 fa costruire il Castello di Torrechiara, con le caratteristiche e nelle sostanziali forme attuali, soprattutto il cuore della struttura ovvero la parte residenziale.

Il Magnifico, per anni fedele uomo d’arme alla corte Sforzesca di Milano, ottenuta l’investitura feudale del castello da parte di Galeazzo Maria Sforza nel 1480, paga la propria ribellione al successivo colpo di stato di Ludovico Sforza detto il Moro subendo reiterati attacchi armati da parte delle truppe lombarde che condurranno alla dispersione di tutti i possedimenti dei Rossi nel parmense. Incapace di trattare la resa, stanco e malato Pier Maria si spegne nel 1482 e la resa finale dell’amata rocca di Torrechiara arriverà un anno dopo. Il maniero, che nelle volontà testamentarie del Rossi doveva andare in eredità al figlio naturale Ottaviano, avuto con Bianca Pellegrini, è oggetto di aspre dispute spartitorie e compravendite: dal 1499 si avvicendano diversi proprietari ad iniziare dal maresciallo del re di Francia Pietro di Rohan, che lo vende ai Pallavicino. A metà del ‘500 Luisa Pallavincino lo porta in dote al marito Sforza Sforza, conte di Santa Fiora. Ospiti d’onore della signorile dimora furono Alessandro Farnese e il figlio Ranuccio, che nella romantica Camera d’Oro trascorre la sua luna di miele con la tredicenne consorte Margherita Aldobrandini. In questo periodo vengono realizzati i grandi cicli affrescati cinquecenteschi ad opera del pittore Cersare Baglione e vengono aperte due panoramiche logge in corrispondenza delle due torri rivolte verso il torrente: torre della Camera d’Oro e torre di San Nicomede. In tempi recenti il castello passa agli Sforza-Cesarini e Pietro Cacciaguerra che lo cede nel 1912 allo Stato, dopo averlo spogliato dei preziosi arredi, sopravvissuti alle razzie dei proprietari precedenti. Fonte: castelliemiliaromagna.it/it/s/langhirano/6007-castello_di...

Tiempo de cerezas...

 

Quina llàstima...!!!

Aquell bancal de cirerers, on cada any anàvem a fotografiar primer les flors i al temps les cireres, ja no existeix. Bé, si, el bancal si però ja no els cirerers. Ahir vaig passar per davant amb el cotxe de camí cap a Vinebre, i vaig veure una plantació nova que de moment no se sap que és.

Sort que em queden aquestes fotos.

Per això, ara que torna a ser temps de cireres, les torno a publicar.

Bon cap de setmana per a tothom...!!!

 

¡Qué lástima...!!!

Aquel bancal de cerezos, donde cada año íbamos a fotografiar primero las flores y al tiempo las cerezas, ya no existe. Bien, sí, el bancal sí pero ya no los cerezos. Ayer pasé por delante con el coche de camino hacia Vinebre, y vi una nueva plantación que de momento no se sabe que es.

Menos mal que me quedan estas fotos.

Por eso, ahora que vuelve a ser tiempo de cerezas, las vuelvo a publicar.

Buen fin de semana para todos...!!!

Fotos (c) Foca Lisboa.

 

É permitida a reprodução desde citada a fonte.

À Amherst shore en Nouvelle-Écosse

Temps qui passe, temps qu'il fait... en attendant de me rendre au salon de Sablé sur Sarthe, quelques méditations en dessinant ! bigoudene46.over-blog.com/2018/05/temps.html

We were gonna take a proper photo, but this shit was too complicated

 

Visit this location at // Backdrop City & Pose Mall in Second Life

Valle dei Templi

Agrigento

Un compteur de chargeur pour voiture électrique et une vieille pompe à essence, le contraste de la mobilité d'un siècle à l'autre. Merci à ma maman d'avoir repéré le saut historique.

 

365.jours.live/une-photo-couleur-par-jour

ESPACE TEMPS

  

Un cadre est normalement destiné à la protection d’une œuvre, or dans cette image, le cadre n’assure pas son rôle de protecteur puisque l’on aperçoit un personnage qui manifestement est en train de se noyer.

On remarque aussi que ce cadre est penché comme si l’on avait essayé de vider l’eau pour sauver le personnage, mais l’eau ne s’écoule pas et le personnage ainsi que son environnement sont dans un espace fermé, hermétique !

L’eau c’est la vie alors que notre personnage – que l’on ne voit pas mais que l’on devine – est en train de couler. L’eau symbole de vie est là symbole de mort.

On pourrait aussi supposer que lorsque l’on est dans un bon « cadre de vie » et protégé cela n’empêche pas de se retrouver en danger de mort.

Cette scène délimitée par le cadre, qui là assure sa fonction première, se trouve comme implantée dans une autre scène moins anxiogène, plus sereine, avec un paysage de bord de mer et un voilier qui semble naviguer paisiblement.

Mais en réalité ces deux scènes sont dans des espaces différents chacune ayant leur propre cadre, et elles sont dans le temps peut-être non concomitantes. Il y a donc bien là dans une seule représentation deux espaces différents et deux moments différents.

Il Parco di Villa Pallavicini è un sorprendente, grande "teatro" all'aperto, in cui il visitatore può trasformarsi in spettatore-attore della trama romantica.

Fu concepito come un vasto giardino che si arrampica sulla erta collina pegliese e al tempo stesso come una trama teatrale, sviluppata in tre atti più un antefatto e un esodo. Ogni atto presenta quattro scene, composte da architetture, arredi, torrenti, fontane, laghetti e piante esotiche o indigene scelte per le loro caratteristiche compositive ed evocative.

Nulla è lasciato al caso e chi lo percorre passa da ambienti sereni e luminosi a spazi ombrosi e inquietanti, da scenografie neoclassiche ad ambientazioni medievali o esotiche, vivendo la storia che Canzio ha ideato e che rimette in scena ogni volta per i visitatori.

La trama ha come soggetto il viaggio che l'uomo compie durante la sua vita; un viaggio di crescita interiore che lo porta ad approfondire il rapporto con la sua anima e a "guardare" il mondo per la meraviglie che esso è. (Fonte www.museidigenova.it/it/museo/parco-di-villa-pallavicini )

 

Dopo 33 anni mi è capitato di tornare alla Facoltà Universitaria dove studiai e mi laureai.

Dopo tutto questo tempo sono entrato quasi per sbaglio in una aula e, sorpresa: nulla era cambiato, manifesti, bandiere e idee sono sempre le stesse. Non nascondo di essermi emozionato.

 

After 33 years I returned to my University where I studied. After all that time surprise: nothing changed, posters, flags and ideas are still the sames.

Tempo brutto, una Pasqua al momento bagnata...non pensavo di scattare qualche foto. Invece mi sono regalato questo scatto, del tutto inaspettato.

Matizes do Tempo

 

O fotógrafo Joaquim Marques, falecido precocemente em 2004 aos 54 anos, desenvolveu no seu último ano de vida a pesquisa Matizes do Tempo. O trabalho reúne cerca de 1000 imagens e registra o passar do tempo nas folhas de uma bananeira, objeto de estudo sobre a inconstância do tempo do olhar.

No período de 40 minutos, três vezes ao dia, a lente atenta do fotógrafo captou o desenho do vento e da luz no seu objeto estático. Como resultado, percebe-se a tecnologia do tempo e a sistematização do olhar – experiência trazida da publicidade.

 

“Pode-se dizer que estas fotos pretendem ser o registro da presença da inércia na medição do tempo, uma desconstrução gravada através de luz e que nos fornece abstração dos espectros físicos: os seus fractais.”

Vera Caffé

 

Mieux en plus grand.

Better viewed in large

Thank you for your friendly messages.

Merci pour vos commentaires très sympathiques.

Obrigado por seus comentários muito agradáveis.

Thank you very much to administrators of the groups.

 

“Une journée nuageuse ne peut rien contre un tempérament radieux.”

William Arthur Ward

 

Thank you very much for your comments and for your faves.

(Please do not use without my written permission.)

 

Awesome crowd that night. São Paulo, july of 2005

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