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La Zobia è il Carnevale di Fiorenzuola.
La festa deve il suo nome al latino "iovia" (giovedì, quindi "giovedì grasso") e dà spazio alla creatività degli abitanti del borgo, che nella loro stragrande maggioranza sono coinvolti nella kermesse e che scendono in strada abbigliati nei modi più strani e ridicoli, proponendosi, "semel in anno", nella veste di attori.
Una delle regole della Zobia è l'uso esclusivo, per mascherarsi, di materiale povero e facilmente reperibile (abiti smessi, accessori usati, stracci...).
Il vero "zobione" non ha mai il volto coperto e nemmeno il vestito "bello": protagonisti e spirito della manifestazione sono, da sempre, l'inventiva, la mimica, le "smorfie" che ognuno è in grado di inventare.
Questo "spettacolo di strada", fatto di scherzo e di imitazione giocosa dei concittadini, aiuta a riscoprire le proprie radici, ad ironizzare bonariamente sui difetti propri ed altrui, a dimenticare per un giorno i problemi.
Ci sono carri e carretti fatti rigorosamente di materiale di ogni genere recuperato chissà dove. Non aspettatevi però carri allegorici cartapestati. Non aspettatevi faccioni e gigantesche figure semimoventi. Aspettatevi un carnevale vivo, di popolo, in cui il carro o il carretto rappresentano la scenografia, l’attrezzatura necessaria per rendere meglio la rappresentazione che si vuol inscenare.
Verranno infine assegnati il "palio" (assegnato da una giuria popolare al carro maggiormente rappresentativo dello spirito della Zobia) ed il "paliotto" (che si assegna a gruppi di personaggi mascherati o a singoli).