View allAll Photos Tagged Tomasin
Arch. e Designer Carlo Scarpa
Venezia 02 06 1906
Sendai Miyagi Jap 28 11 1978
Il Memoriale Brion, donato al FAI da Ennio e Donatella Brion, fu commissionato nel 1969 dalla loro madre Onorina Brion Tomasin, in memoria del marito defunto, Giuseppe Brion, nato a San Vito di Altivole, fondatore e proprietario della Brionvega, azienda di punta nella produzione di apparecchi elettronici di design del secondo dopoguerra.
Ultima opera di Carlo Scarpa, tra le sue più complesse, originali, significative e care, fu realizzato tra 1970 e 1978, anno della morte dell’architetto in Giappone, e ultimato sui suoi progetti: un patrimonio di 1500 disegni autografi che rappresentano il monumento in ogni minimo dettaglio.
Il complesso funerario monumentale si trova immerso nella campagna trevigiana, sullo sfondo delle colline di Asolo, ai margini del paese di San Vito d’Altivole e a ridosso del suo piccolo camposanto, da cui vi si accede attraverso un monumentale ingresso, detto propilei, caratterizzato da una scenografica apertura a forma di due cerchi intrecciati, simbolo dell’amore coniugale su cui si fonda l’intero progetto , foto che trovate andando un pò indietro in questa galleria.
Eng
The Brion Memorial, donated to the FAI by Ennio and Donatella Brion, was commissioned in 1969 by their mother, Onorina Brion Tomasin, in memory of her late husband, Giuseppe Brion, born in San Vito di Altivole. Brion was the founder and owner of Brionvega, a leading manufacturer of designer electronics in the post-World War II era.
Carlo Scarpa's last work, among his most complex, original, significant, and cherished, was created between 1970 and 1978, the year of the architect's death in Japan, and completed based on his designs: a collection of 1,500 autographed drawings that represent the monument in every minute detail.
The monumental funerary complex is nestled in the Treviso countryside, against the backdrop of the Asolo hills, on the edge of the village of San Vito d'Altivole and adjacent to its small cemetery. It is accessed through a monumental entrance, known as the propylaea, featuring a dramatic opening in the shape of two intertwined circles, a symbol of conjugal love on which the entire project is based. Photos can be found scrolling back in this gallery.
Many thanks for your views, faves, and supportive comments. These are always very much appreciated.
- No Unauthorized Use.
Absolutely no permission is granted in any form, fashion, or way, digital or otherwise, to use my images on blogs, personal or professional websites, or any other media without my direct written permission.
If you recognize yourself in a photo of this gallery, you certainly weren't what I was photographing, if you don't want it to be published let me know and the photo, perhaps, will be removed.
P. Paccagnella. [ph.p.ph.©] TdS Pd Italy
Esta es una de mis primeras fotos con el nuevo equipo.
Esta dedicada e mis amigos de Flickr y en especial a Gloria Castro y Pilar Tomasin por esos animos, que fueron especiales para mi.
space/time portal
Arch. Carlo Scarpa,
2 Giu. 1906 - 28 Nov. 1978
è stato uno dei più importanti architetti e designer del xx secolo
Nato a Venezia, ha studiato all' Accademia di Belle Arti della città, e ha collaborato con i più importanti vetrai di Murano, iniziando la sua carriera professionale.
È il 1969 quando Carlo Scarpa riceve da Onorina Tomasin Brion la commissione di un mausoleo, nella campagna di Altivole ai piedi di Asolo, da dedicare alla figura del marito, l'industriale Giuseppe Brion, inventore della Brionvega e tra i padri del design nel mondo dell'elettrodomestico.
Arch. Carlo Scarpa,
2 Giu 1906_ 28 Nov. 1978
he was one of the most important architects and designers of the twentieth century
Born in Venice, he studied at the city's Academy of Fine Arts, and collaborated with the most important Murano glassmakers, starting his professional career.
It was 1969 when Carlo Scarpa received the commission from Onorina Tomasin Brion for a mausoleum, in the countryside of Altivole at the foot of Asolo, to be dedicated to the figure of her husband, the industrialist Giuseppe Brion, inventor of Brionvega and among the fathers of design in the world of the household appliance
Many thanks for your views, faves and supportive comments. These are always very much appreciated.
you can see other works in :
- No Unauthorized Use.
Absolutely no permission is granted in any form, fashion or way, digital or otherwise, to use my images on blogs, personal or professional websites or any other media form without my direct written permission.
This includes Pinterest, FaceBook,Tumblr, Reddit or other websites where one's images are circulated without the photographer's knowledge or permission.
If you recognize yourself in a photo of this gallery, you certainly weren't what I was photographing, if you don't want it to be published let me know and the photo, perhaps, will be removed.
P. Paccagnella. [ph.p.ph.©] TdS Pd Italy
Sabía que algún día, cuando mirara a una ventana, me iba a encontrar un fantasma.
[La foto es una patata, está desenfocada ,pero da miedo. Es nuestro Tomasín particular]
Luís Tomazini (1823-1902) - The Belém Tower (1888). In the collection of the Museu Almeida Moreira, Viseu.
Tomazini (sometimes spelled Tomasini) was a Portuguese merchant marine captain and talented painter who specialized in maritime art. Very popular in his lifetime, illness prevented him from painting in the last years of his life and by the time of his death he had been forgotten. Sousa Viterbo, the Portuguese Vasari. dedicates a few pages of his book Notícia de alguns pintores portugueses (1903) to Tomazini's life and work.
Primo esperimento di HDR ,ottenuto con 5 foto (formato raw) di esposizioni diverse una sulle alte luci,una sulle basse luci,e tre scatti in bracketing ,successivamente ho eseguito i vari aggiustamenti e fatto le due versioni una più chiara (Quella sopra) l'altra un poco più scura.
Chiesa di San Rocco (Sant'Arcangelo Lomellina)
I pellegrini che avanzavano sulla “via Francigena” sceglievano a volte di
fermarsi presso un punto di accoglienza piccolo ma sicuro tenuto da quei
monaci che poi li avrebbero accolti con più calore tra le mura della vicina
Mortara.
Questo luogo di raccolta si chiamava e si chiama Sant’Angelo in onore di
San Michele Arcangelo, protettore ideale di tutti i viandanti che da Mont
Saint Michel sul canale della Manica in Francia andavano verso Monte San
Michele in terra di Puglia o verso Roma.
Sant’Angelo rappresentava un luogo sicuro dove i pellegrini potevano radunarsi,
avere un riparo sicuro e rifocillarsi presso la chiesa del villaggio.
La chiesa, di cui tratta questa guida, un tempo dedicata a Santa Maria
delle Grazie, oggi San Rocco, anticamente dipendeva dai monaci
Mortariensis di Santa Croce di Mortara che probabilmente la eressero e l’officiarono
dal XII-XIII secolo fino ai primi del XVI.
Fu proprio questo il periodo di massimo splendore della chiesa che, in
occasione di violente pestilenze, divenne anche il centro di devozione verso
quei Santi che venivano invocati contro tali calamità. Questo spiegherebbe i
numerosi ex voto fatti eseguire ad affresco sulle pareti da devoti riconoscenti
verso la Madonna, San Cristoforo, San Defendente, Sant’Apollonia,
San Sebastiano e San Rocco, del quale è narrata la vita sulle pareti laterali.
Alcune di queste pitture recano anche la firma dell’autore, il maestro
Tomasino da Mortara e la data di esecuzione (7 dicembre 1500 e 4 dicembre
1506) con i nomi dei committenti.
All my photos are presented at flickr under my exclusive copyright! Images may not be copied, downloaded or used in any way without my expressed and written permission. Any abuse will be reported to flickr.
© All rights reserved
Non è un comune tavolino da salotto, bensì un moderno pezzo d'arredo ricco di personalità ma che al coltempo si rivela un oggetto informale adatto ad ogni ambiente. Coniuga estetica e funzionalità, con un ampio piano d'appoggio ed un capiente spazio sottostante per contenere elegantemente libri, riviste, oggetti e perchè no... con un cuscino si puo' trasformare anche in una comoda cuccia per il vostro animale domestico. Designer: Giovanni Tomasini
Dedicada a Pilar Tomasín. Felicidades guapa, que disfrutes de tu día y sigas dando tanta energía y alegría a los que te rodean. Un besazo
VECCHIETTI, Pedro Paulo. Florianópolis/SC, 1933 – 1993. Tapeceiro autodidata, artista gráfico, ilustrador de livros e revistas. Nasceu em 11 de agosto de 1933, filho de Eugênio Vecchietti e Aldagisa Orige Vecchietti. Fez os estudos iniciais no Grupo Escolar Lauro Müller e Instituto Estadual de Educação, ambos em Fpolis. Membro fundador do GAPF e sócio fundador da ACAP. Realizou e participou de 100 exposições, entre individuais, coletivas e salões. 1958/59: Salões do GAPF. 1958: Semana Catarinense no Paraná. Casa com Marlytt Therezinha de Souza, tendo 4 filhos: Eugênio Luiz, Paulo Renato, Pedro Paulo Filho e Maria Alice. 1961: Salão de Arte Moderna de Blumenau/SC. 1963/66/67: Inds. MASC. 1970: Ind. Galeria Nossa Senhora do Desterro, Fpolis. 1970/71/73/74/76: Col. de Arte Barriga-Verde, Blumenau. 1972: itinerante promovida pelo MASC no Oeste Catarinense. 1974: Artistas Catarinenses no Hotel Nacional de Brasília; 22 Artistas Plásticos Catarinenses em Curitiba/PR e Galeria Oca, São Paulo/SP. 1977: ARS-ARTIS, Chapecó/SC e Criciúma/SC. 1978: GAPF, Vinte Anos Depois, Galeria de Arte do Palácio Barriga Verde, Fpolis. 1979 e 81: Pan’Arte, Baln. Camboriú/SC. 1980: Os Nove da Ilha, MAJ. 1981: Ind. Galeria Açu- Açu, Blumenau. 1982: Ind. Studio de Artes, Fpolis. 1983: Ciclo de Destaques do MASC; Col. na Câmara dos Deputados, Brasília. 1984: Arte de Santa Catarina na FAAP. 1985: Arte na Rua, Fpolis; Retrospectiva no MASC. 1987: Ind. na ACAP; Artistas Catarinenses no MASC; Vecchietti, Tomasini e Barão-Mohr, Três Exposições Simultâneas, na ACAP. 1989: com Vera Sabino e Semy Braga, Cor, Mito e Trama, na ACAP. 1990: Ind. Galeria Espaço de Arte, Fpolis. 1991: com Jayro Schmidt e Bonson, O Ponto, A Linha, O Plano, na Galeria de Arte do Palácio Barriga Verde, Fpolis. 1992: Ind. Espaço Cultural Fernando Beck, Badesc, Fpolis. 1993: a 1º de março, morre em Florianópolis. No mesmo ano, foi realizada a exposição Releitura das Vinhetas de Vecchietti, por Maria Clara Fernandes Farias, no MASC, e exposição Homenagem a Vecchietti, na ACAP. 2004: inaugurada, com a exposição Imagens do Universo Ilhéu, no Centro Cultural de Florianópolis a Galeria Municipal de Arte Pedro Paulo Vecchietti com exposição permanente de suas obras. 2005: Mostra dos Fundadores da ACAP. Artista representado no acervo do MASC. BORTOLIN, Nancy Therezinha. Indicador Catarinense de Artes Plásticas. 2.ed.rev ampl. . Itajaí: Ed. UNIVALI; Florianópolis: Ed. UFSC, FCC, 2001.
The thatcher has a dainty sense of balance! High up on the roof of Tomasin's bar in Stradbally. See the reed stacked after harvesting at Bunratty, in this fine shot by Climberhunt: www.flickr.com/photos/climberhunt/3263323725/
Super / Heft-Reihe
Untertitel: Sonderheft
> Phantom / Das Geheimnis um Tomasin
art: Ray Moore
Moewig-Verlag (München / Deutschland; 1971-1973)
Copyright: King Feature Syndicate (USA)
ex libris MTP
As antigas celas do Dops (Departamento de Ordem Política e Social), palco de um dos piores momentos da história do país, deram lugar ao Memorial da Resistência, em São Paulo. O local havia sido reaberto em 2002 com o nome de Memorial da Liberdade. Mas mudou de nome a pedido de ex-presos políticos que discordavam do "liberdade". Era lá que os presos políticos eram levados para serem interrogados --e acabavam sendo torturados. A exposição reúne painéis compostos por 110 fotografias, com 1,60m de altura e uma extensão de 70 metros lineares. O Memorial ocupa parte do prédio da Estação Pinacoteca (o prédio foi concluído em 1914). Vale a pena visitar.
Obs. A flor é em homenagem aos que foram presos na época da ditadura militar.
Obs 2. Essa é mais uma foto da saída fotográfica com a Gabriela (gabriela tomasini). :)
___
Lei do Direito Autoral nº 9.610, de 19 de Fevereiro de 1998: proibe a reprodução ou divulgação com fins comerciais ou não, em qualquer meio de comunicação, inclusive na Internet, sem prévia consulta e aprovação do autor, assim como o uso das imagens sem os devidos créditos.
My actual bike for 2015 in action:
www.youtube.com/watch?v=sqCp435gOzU
NINO’s Honda CR 125 AF per March 2015
CHASSIS:
CRF chassis
2015 Showa SFF Air Tac forks
Revalved Poletti suspension front an rear (DLC coated stanchions and TPS system in the fork)
RCS Titanium spring on rear shock
Pro Circuit lowering link
Billet Kite triple clamps
KTM SXS steering damper
KTM PHDS handlebar mounts
Renthal Fatbar
ODI Lock-on grips
Oversize 270 Motostuff front brake rotor&adaptor
AP brakepads
Motostuff rear brake rotor
Talon sprocket&chainring 13/50 gearing
Lightweight EK MRDL6 chain
CRFs Only Titanium footpegs
Thinktechnology seatfoam
100% seatcover
CMT carbon fuel tank
Aluminium bolts (fork protectors,rear brakeline guides,rear axle nut....)
Titanium bolts everywhere (except front&rear&swingarm axles)
Schwalbe SJ13 Fatbike innertubes (360-380g ea.)
Pirelli MT32 tires front&rear
Twin Air Sand cover on Air Filter
Cycra front fender
Cycra front numberplate
ENGINE:
'98 lower engine (5-speed transmission)
'90 Mugen cylinder
Slightly lowered Mugen head (higher compression)
Vertex 22190 piston
'98/'99 HPP exhaust valves
38mm Keihin PJ carburetor (better than PWK AS !)
Modified Boyesen RAD valves
Modified HPP governor for retarded opening
'98 Messico exhaust (during 2015 i went to a Tomasin R&D)
DLR carbon silencer
Hydraulic Magura clutch
Billet Hinson clutch basket and hub
Nickel-plated aluminium clutch discs for enhanced durability
Stiffer Pro Circuit clutch springs
VERIFIED WEIGHT (without gas): 88,7 kilos / 193 lbs
And this is how i saved 7722g / 17.2 lbs:
In the end the net savings were almost 8 kilos / 18 lbs! But i also added some weight by mounting the steering stabilizer and PHDS bar mounts.
Savings compared to parts i replaced:
Titanium bolts & and few aluminium................................-836g
Showa SFF Air Tac ’15 forks...............................................-1418g
RCS Titanium spring on rear shock..................................-599g
Thinktechnology seatfoam.................................................-560g
CMT Carbon fuel tank..........................................................-565g
Messico exhaust.....................................................................-140g
DLR Carbon silencer..............................................................-180g
Cycra front mudguard.............................................................-40g
Cycra Stadium front numberplate........................................-77g
Innertube Schwalbe SJ13 of Fatbikes (rear)....................-761g
Innertube Schwalbe SJ13 of Fatbikes (front)..................-570g
Rear tire Pirelli MX32 100/80-21........................................-280g
Front tire Pirelli MT32 100/90-19........................................-370g
38mm Keihin PJ Carburetor.................................................-190g
Chain EK MRDL6.....................................................................-153g
Chainguide Leo Vince Carbon.............................................-30g
Chainring Talon 49T.................................................................-84g
CRFsonly Titan footpegs......................................................-195g
Renthal Fatbar.........................................................................-182g
ODI Lock-on grips....................................................................-20g
Hydraulic Magura clutch........................................................-23g
Rear brake rotor MotoStuff...................................................-55g
Front brake set (incl. adapter) MotoStuff 270.................-213g
Front brakehose Motostuff...................................................-26g
Shaving off rear disc protection adap................................-30g
Carbon flywheel cover...........................................................-115g
La prova di quanto il genere umano possa compiere atti assurdi.
Pensate alla cosa più stupida che abbiate mai visto. Qua la ritroverete. Moltiplicata svariate volte. La vera città con spirito Usa, LA e NY sono solo per fricchettoni e pseudo intellettuali.
Best performing exhausts on my Mugen equipped HPP engines!
1. Tomasin R&D : strong mid-top with infinite overrev
2. Messico: very strong mid-top, slightly less overrev than the Tomasin
3. FMF Fatty: pretty good but less than the other two
La Scuola normale superiore nacque ufficialmente, per decreto napoleonico, il 18 ottobre 1810, come succursale dell'École normale supérieure di Parigi per i paesi in cui era autorizzato l'uso della lingua italiana, ma solo nel 1813 cominciò veramente la sua attività, volta soprattutto alla formazione degli insegnanti di scuola media superiore.
L'abdicazione di Napoleone e la restaurazione granducale dei Lorena portò alla chiusura della nuova scuola dopo un solo anno.
Nel 1846 la Scuola normale superiore fu rifondata per volontà del granduca Leopoldo II di Lorena, con la funzione di “semenzaio dei professori e dei maestri delle scuole secondarie del granducato”. Nella denominazione originaria di “Scuola normale”, l'aggettivo si riferiva a quella che era la sua funzione didattica primaria, di trasmettere "norme"[2]: l'appellativo di "superiore" era quindi legato alla preparazione per l'insegnamento secondario.
Tra gli ex-allievi si annoverano tre premi Nobel (i fisici Enrico Fermi e Carlo Rubbia, il poeta Giosuè Carducci) e due presidenti della Repubblica Italiana (Giovanni Gronchi e Carlo Azeglio Ciampi).
Numerosi ex-allievi[4] hanno insegnato o insegnano nelle università italiane e straniere:
storici come Gioacchino Volpe, Carlo Ginzburg, Armando Saitta, Adriano Prosperi, Alessandro Barbero, Sergio Luzzatto , Delio Cantimori, Sabino Cassese
filologi e italianisti come Luigi Russo, Walter Binni, Franco Montanari, Umberto Albini, Gian Biagio Conte, Guido Paduano, Francesco Orlando, Lina Bolzoni, Marco Santagata, Alberto Casadei, Napoleone Caix e Lorenzo Tomasin
filosofi come Giuseppe Restivo, Giovanni Gentile, Claudio Cesa, Remo Bodei, Aldo Gargani e Michela Marzano
archeologi e storici dell'arte come Carlo Ludovico Ragghianti, Salvatore Settis, Giovanni Agosti, Barbara Agosti
matematici quali Vito Volterra, Mauro Picone, Aldo Andreotti, Luigi Ambrosio e Alessandro Faedo
fisici come Enrico Fermi, Gilberto Bernardini, Carlo Rubbia e Raoul Gatto
chimici come Pietro Bucci
Estratto del verbale del concorso fotografico dei soci del Club Plein Air BdS collegato alla X edizione della mostra "Latitudini d'autore"
I sottoscritti Giuseppe Viviano (Delegato FIAF di Palermo), Bruno Adamo API (Artista della Fotografia Italiana) e Antonino Belmonte, entrambi soci FIAF, sono stati incaricati dal Presidente e dal Vice presidente del Club Plein Air BdS - Maurizio Karra e Giangiacomo Sideli -di comporre la giuria per la valutazione delle foto partecipanti al concorso fotografico organizzato fra i soci del predetto sodalizio nell'ambito della decima edizione della mostra "Latitudini d'autore", allestita nei locali del Circolo del Banco di Sicilia dal 20 novembre al 10 dicembre 2009.
Ci è stato comunicato che tutti i soci del Club - dipendenti ed ex dipendenti del Banco di Sicilia e delle aziende del Gruppo Unicredit, loro familiari e amici - hanno potuto partecipare al concorso fotografico con un numero di proprie fotografie compreso fra 3 e 8, ciascuna di dimensione 20 x 30. Il tema delle foto è stato lasciato libero (paesaggi, monumenti, persone, situazioni particolari, ecc.), anche se è stato collegato comunque a momenti o episodi relativi alle escursioni, alle gite e ai viaggi effettuati dai soci del Club nel corso dell'anno 2009.
...
All'esposizione partecipano quest'anno 34 soci del Club di tutte le età, con 236 foto dai soggetti vari. Ecco i nomi degli autori: Alfio Amato, Caterina Amato, Giovanna Amico, Giovanni Anello, Francesco Bonsangue, Francesco Carabillò, Maurizio Carabine, Paolo Carabillò, Antonella Compagno, Adele Crivello, Giulia Crivello, Liliana Fiorentino, Luigi Fiscella, Michele Giaconia, Enrico Gristina, Marcello Karra, Maurizio Karra, Marcello La Barbera, Patrizia La China, Michele Marascia, Elisabetta Martinis, Filippo Milazzo, Vittorio Parrino, Pietro Petralia, Giovanni Pitrè, Larisa Ponomareva Amenta, Mimmo Romano, Gaetano Russo, Giangiacomo Sideli, Giuseppe Eduardo Spadoni, Mario Tomasino, Alfio Triolo, Enzo Triolo e Anna Tumminello.
Le 236 foto sono state esposte nella sala mostre del Circolo del Banco di Sicilia in vari pannelli, ciascuna con una targhetta che identifica l'autore, il titolo della foto e la località dove è stata scattata; ma più che dedicare un pannello a ogni autore, gli organizzatori della mostra hanno voluto privilegiare l'insieme delle esperienze dei singoli sistemando le immagini per temi e predisponendo così quattro percorsi tematici:
•"Terra di Sicilia" (44 le foto presentate), con immagini scattate nelle varie località dell'Isola;
•"Bell'Italia" (37 le foto presentate), con immagini di città, luoghi e persone delle varie regioni d'Italia (dal Veneto alla Calabria);
•"Bell'Europa" (122 le foto presentate), con vedute d'ambiente, prospettive di città e momenti di vita sociale colti fra le varie nazioni europee visitate (Portogallo, Spagna, Francia, Austria, Germania, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia, Islanda, Polonia, Repubbliche Baltiche, Russia, Croazia);
•"Terre lontane" (33 le foto presentate), con gli scatti effettuati dai soci che si sono avventurati fuori dai confini dell'Europa (Turchia, Iran, Siria, Libano, Giordania, Israele e Giappone, quest'ultimo visitato senza l'ausilio del camper).
...
Abbiamo concordato di effettuare la valutazione delle foto per giungere all'assegnazione di cinque premi, e precisamente: un primo premio "assoluto", da assegnare alla migliore fra tutte le foto presentate; un premio alla migliore fra le foto di ognuna delle quattro sezioni citate (quindi altri quattro premi) ed ulteriori segnalazioni.
La nostra valutazione ha tenuto conto dei seguenti fattori: i soggetti delle foto; le caratteristiche simboliche e iconografiche che ogni foto cerca di riassumere rispetto al contesto geografico e sociale in cui è stata scattata; le inquadrature e la tecnica dello scatto; la luminosità e la resa cromatica, la ricerca, l'originalità.
Il giorno 18 novembre 2009, alle ore 17:00, presso la sala mostre del Circolo del Banco di Sicilia, si è riunita la commissione per la valutazione delle foto. Le funzioni di presidente e di segretario sono state svolte rispettivamente da Giuseppe Viviano e Bruno Adamo. Dopo approfondito esame e valutazione congiunta, la commissione decide quindi di assegnare:
il primo premio assoluto alla foto n. 105 dal titolo Architettura in equilibrio, scattata da MarcelIo Karra, per l'eccellente idea di rappresentare con apprezzabile ironia un famoso edificio, simbolo di un'epoca e di concezione informata a grande razionalità, in modo da sovvertire le leggi della statica e della ragione, e per l'eccellente realizzazione di tale idea.
1)il premio alla migliore foto della sezione "Terra di Sicilia" alla foto n. 230 dal titolo Un tuffo nel blu, scattata da Anna Tumminello, per l'efficacia nel cogliere un momento di vita comune nella cornice di una tipica località marinara siciliana;
2)il premio alla migliore foto della sezione "Bell'Italia" alla foto n. 25 dal titolo I sassi, scattata da Giovanni Anello, per l'attenzione, manifestata con proprietà espressiva e lieve senso
contemplativo, per un soggetto dichiarato patrimonio dell'Umanità di cui bisogna tutelare la
sopravvivenza più di quanto non si faccia.
3)il premio alla migliore foto della sezione "Bell'Europa" alla foto n. 153 dal titolo Arcobaleno, scattata da Filippo Milazzo, per la sensibile rappresentazione di un paesaggio in cui elementi umani ed elementi naturali, anche effimeri, si fondono in una composizione armoniosa
4) il premio alla migliore foto della sezione "Terre lontane" alla foto n. 89 dal titolo Antiche vestigia, scattata da Michele Giaconia, per la scelta del soggetto e per le condizioni di illuminazione che evocano fasti e civiltà d'altri tempi
Sono state altresì SEGNALATE le seguenti opere: Sezione "Bell'Europa"
•Foto n. 14, dal titolo Mimo al trucco, di Caterina Amato
•Foto n. 39, dal titolo Notturno metropolitano, di Francesco Carabillò
•Foto n. 115, dal titolo Salto nel tempo, di Maurizio Karra
Sezione "Terre lontane"
•Foto n. 136, Chador ...e altro, di Michele Marascia
Del che il presente verbale.
Palermo, 18 novembre 2009
Presidente: Giuseppe Viviano
Bruno Adamo
Antonino Belmonte
Presso Palazzo Aragona Cutò (Via Consolare - Bagheria), l'Università degli Studi di Palermo - la Facoltà di Lettere e Filosofia - Corso di Laurea DAMS N.O., presentano In/certi sguardi - Giovani Obiettivi. Ingresso Gratuito.
Circa 150 scatti fotografici in esposizione, una multivisione per 7 monitor e 5 programmi video dal titolo “Nel ventre della madre”, la presentazione del volume “Le parole di Tornatore”, due Music Party con performance di v-jing su musica live, costituiscono il ricco programma della manifestazione organizzata dal DAMS n.o. dell’Università di Palermo, che si svolgerà da giovedì 26 a sabato 28 giugno 2008 a Palazzo Cutò.
ingresso libero
26 Giugno 2008
Ore 18.30 - 24.00 - Inaugurazione Mostra - con aperitivo offerto da Torre di Gratia
27 Giugno 2008
Ore 10.00 - 18.30 - Apertura Mostra
Ore 18.30 - 24.00 - Music Party con Resonance Dj e Dr. Rouge (Elektro)
28 Giugno 2008
Ore 10.00 - 18.30 - Apertura Mostra
Ore 18.00 - 19.30 - Presentazione libro 'Le parole di Tornatore' di Federico Giordano (autore), Biagio Sciortino (Sindaco di Bagheria), Renato Tomasino (Presidente del DAMS N.O.), Gregorio Napoli (critico cinematografico), Angelo Pitrone (docente di
fotografia) e Rino Schembri (docente di Cinema).
Ore 19.30 - 24.00 - Music Party - con Tuncratio + Oktane (Elettronica) e Deka & I Giostrai (Elettroclub-Raggae)
La Mostra
...raccoglie il portafoglio di giovani artisti, studenti del corso di laurea del DAMS di Lettere e Filosofia di Palermo. I percorsi creativi di questi autori sono accomunati dalla voglia di sperimentare. I soggetti più disparati finiscono per legarsi indissolubilmente sotto il concetto di percezione. Attraverso questa mostra si vuole infatti promuovere la poliedricità dei punti di vista, svincolandosi così da quegli schemi stereotipici che incatenano la Sicilia impedendole una crescita culturale. Palazzo Aragona- Cutò a Bagheria, la cui costruzione risale al XVIII secolo, con lo splendore delle sue scale affrescate, si pone come suggestiva cornice dell'allestimento non convenzionale. Questo stile originale mira a rendere l'esposizione un incontro coinvolgente e di riflessione con la fotografia e i suoi soggetti, rifuggendo la passività spesso correlata alle mostre di stampo tradizionale.
Gruppo Video - Calunniato Elisa, Giannone Bernardo, Graviano Dario, Scardina Maria, Vitale Vincenzo;
Gruppo Grafica - Bartolotta Maria Cristina, Cardamone M.Concetta, Ducato Antonina, Lembo Alfredo, Lepre Luca, Liotta Licia Radicello Laura, Russo Francesco, Santoro Marzia, Vella Lisa, Vivirito Cesare;
Gruppo Visione e Ricerca Materiali - Bruno Alessandra, Oddo Alexia, Rosolino Enrico, Terribile Alessio, Vitrano Elena;
Gruppo Allestimento - Arrigo Federica, Fasciana Marco, Fazio Alba, Alexia Oddo, Sciortino Simona;
Gruppo Ufficio Stampa - Gambino Francesca, Garlisi Flavia, Spinoso Linda;
Docenti Responsabili - Prof. Angelo Pitrone - Prof. Gennaro Schembri;
Coordinamento Tecnico - Manuela Migliore, Sergio Nuzzo, Francesca Sorce.
Biševo szigete az Adriai-tenger egyik utolsó érintetlen gyöngyszeme. Az Adrián szinte sehol nincs ilyen természeti értékekben gazdag, változatos növény- és állatvilággal rendelkező birodalom, amire azt lehet mondani, hogy egy megőrzött középkori vidéki táj. Biševo szigetének a mai megjelenése ie. 7000-1500 közötti időszakban alakult ki. A sziget legmagasabb pontja a Stražbenica (239 m), mely egy gyalogút mentén 45 perces sétával elérhető. A sziget közepén termékeny mező helyezkedik el, az északi részét fenyőerdők, a többi részét maquis cserjések és csupasz sziklák borítják, a parti tengeri övezet pedig gazdag halászati terület. A sziget fő iparágai a Velencei Köztársaság időszakától (996-1797) kezdődően a szőlőtermesztés a borászattal együtt, a halászat, továbbá ehhez társul az olajbogyó és a fügetermesztés is. A legkedveltebb szőlőfajta a mali plavac, amelyből a kiváló minőségű Plavac bor készül. Ma a sziget legfőbb bevételi forrását a turizmus és a vendéglátás jelenti. A sziget a mészkő összetételének köszönhetően nagyszámú karsztbarlanggal rendelkezik, amelyek közül a leghíresebb a Kék-barlang a keleti oldalon és a Medvidina-barlang a sziget déli oldalán. Ezekben a barlangokban egykor a tengeri emlősök egyik ismert faja, a szerzetes fóka lakott, de ma már ezeknek az állatoknak nagyon ritka a jelenléte, a kihalás fenyegeti őket.
Biševo sziget ősi neve „Busi”, illetve „Buzi” volt, amely egy ókori fölbirtokosnak a neve. A mai nevét a „biser (gyöngy)” főnévből származtatják, de még erősebb az a feltételezés, hogy a „bis (kén)” főnévből alakult ki, mivel a mai nap is találhatók itt kénlelőhelyek. A sziget már az őskorban is lakott volt, amit a XI. század közepén épült Szent Szilveszter bencés templom alatt talált ókori mozaikmaradvány is bizonyít, továbbá nem egy helyen maradtak fenn remetelaknak szolgáló barlangüregek. Az ókori görög és római időkből nem maradtak történelmi dokumentumok, de a szigetet ezekben az időkben is ismerték és lakták emberek, akik kimondottan földművesek voltak. Erre a sziget ősi nevéből, az illir „Busi”-ból lehet következtetni, hogy „Busi” egy akkoriban élt telepesnek volt a neve, akinek a leszármazottai kisebb földbirtokosok voltak, de ezek az emberek számottevő települést nem hoztak itt létre. Csak jóval később, a IV. században jelent meg Biševo szigetén az első horvát település, Poje, majd idővel még további hetet alapítottak. Így az egykor rendszeresen lakott, de ma állandó lakos nélküli települések: Poje, Vela Gora, Nevaja, Potok, Porat, Salabunara Gornja és Salbunara Donja, valamint Mezuporat. Poje falu az 1930-as évektől kezdve számított a sziget fő településének. Itt zajlottak a sziget életének központi eseményei, és az emigránsok által összegyűjtött pénzből itt épült fel az iskola is, amely 1961-ben bezárta kapuit, miután ekkor indult meg az utolsó nagy népszerű kivándorlás a több lehetőséget és biztosabb megélhetést kínáló nagyvárosok irányába. A sziget állandó összlakossága soha nem haladta meg az 500 főt. Ez annak köszönhető, hogy sokan az infrastruktúra terén jóval ellátottabb helyekre igyekeztek letelepülni, ahol több lehetőség kínálkozik a megélhetéshez. A legnagyobb kivándorlási hullámok a háborús időszakok tájékán következtek be, különösen akkor, amikor a II. Világháború után, 1944-ben Biševo és Vis a szocialista Jugoszláviához került. Ekkor embertömegek indultak meg Amerika és Ausztrália irányába. A sziget legnagyobb összlakossága a két világháború alatt volt, ekkor durván 200-470 fő között ingadozott. Majd 1993-ban, miután újra megalakult az önálló Komiža község, a turizmus fellendült, melynek Biševo is része lett, így ma már 15 fő, vagy még ennél is kevesebb. A sziget ingatlanjainak többsége nyaraló vagy időszakos tartózkodásra használt telek, amihez a szomszédos Vis sziget Komiža városából látogat ki a tulajdonos.
A sziget legrégibb épülete a bencés szerzetesek által 1050 (vagy még jóval előbb, 850) körül alapított Szent Szilveszter templom és kolostor volt, melyet a szerzetesek az egyre többször fellépő kalóztámadások miatt a XIII. század második felében elhagytak, és átköltöztek a szomszédos Vis szigeten, Komiža felett megépült Szent Miklós apátságba. A XII. század első felében Biševot a korabeli források önálló apátságként említik. 1145-46 körül Péter zárai gróf a komižai bencéseknek birtokokat adományozott a sziget területén. Majd 1181-ben III. Sándor pápa a Szent Szilveszter templomot felszabadította a terhek alól, és más birtokokkal együtt az apátságnak adományozta Biševo szigetét. 1258-ban Manfred tarantói herceg Konrád nápolyi király oltalmába helyezte a biševoi birtokát. Ez volt az első olyan dokumentum, amely a biševoi apátságot a komižai Szent Miklós kolostor alárendeltségében említi. 1458-ban III. Callixtus pápa Biševot Tomaso Tomasini hvari püspöknek adományozta, ezt követően az apátság összes javait részben a hvari káptalan, részben a komižai plébánia kapta. A Velencei Köztársaság idején, 1606-ban a török kalózok betörtek a szigetre, és fosztogatásuk alkalmával a helyi erdőséget is felgyújtották. 1797-ben, a velencei uralom végén a többi dalmáciai területhez hasonlóan Vissel együtt Biševo is oszrák fennhatóság alá tartozott, és ezután Biševo sziget történelme a szomszédos Vissel együtt teljesen egyformán zajlódott: 1805-ben az osztrákokat legyőző franciák vették át a hatalmat, 1811-ben a franciákat legyőző angolok kezébe került, Napóleon végső veresége után pedig ismét az osztrákoké lett. 1918-1921 között újra olasz uralom alatt állt, mégnem az 1920. évi Rapallo-egyezmény részeként a Jugoszláv Királyság uralmába került. A II. Világháború idején, 1941-1943 között megint olasz fennhatóság alatt állt, kezdetét vette az Ustaša (usztasa) mozgalom (hu.wikipedia.org/wiki/Usztasa) diktatúrája. Majd 1943 szeptemberében Vis szigetén is lezajlottak a fasizmus alóli felszabadítási harcok, és Josip Broz Tito vezetésével megkezdődött a partizán uralom. Ez év márciusától Biševo sziget lakosságát a szomszédos Visre telepítették.
Island of Biševo is one of the last unspoilt gems of the Adriatic Sea. Nowhere on the Adriatic is an empire rich in such natural values, with a diverse flora and fauna, which can be said to be a preserved medieval rural landscape. Today’s appearance of the Island of Biševo dates from 7000-1500 BC. The highest point of the island is Stražbenica (239 m), a 45 minute walk along a footpath. There is a fertile field in the middle of the island, the northern part is covered with pine forests, the rest is covered with maquis shrubs and bare rocks, and the coastal zone is a rich fishing area. The main industries of the island sincet he period of the Venetian Republic (996-1797) are viticulture together with vinery, fishing, as well as olives and figs. The most popular grape variety is Mali plavac, from which high quality Plavac wine is made. Today, the island’s main source of income is tourism and hospitality. Due to its limestone composition, the island has a large number of karst caves, the most famous of wich is the Blue Cave on the east side and the Medvidina Cave on the south side of the island. These caves were once inhabited by one of the known species of marine mammals, the monk seal, but today the presence of these animals is very rare, threatening them with extinction.
The ancient name of the Island of Biševo was „Busi” or „Buzi”, which is the name of an ancient landowner. Its present name is derived from the noun „biser (pearl)”, but the assumption is even stronger that it evolved from the noun „bis (sulfur)”, as sulfur sites can still be found here today. The island has been inhabited since prehistoric times, as evidenced by the ancient mosaic remains found under the Benedictine Church of St. Silvester, built in the middle of the 11th century, and cave cavities for hermits have survived in more than one place. There are no historical documents left from ancient Greek and Roman times, but the island was still known and inhabited by people who were explicity farmers. To this it can be deduced from the ancient name of the island, the illir „Busi”, that „Busi” was the name of a settler who lived at the time, whose descendants were smaller landowners, but these people did not establish a significant settlement here. It was only much later, in the 4th century, that the first Croatian settlement, Poje, appeared on the Island of Biševo, and over time another week was established. Thus, the settlements that were once regularly inhabited but now without permanent inhabitants are Poje, Vela Gora, Nevaja, Potok, Porat, Salabunara Gornja and Salbunara Donja, and Mezuporat. The village of Poje has been the main settlement on the island since the 1930s. It was here that the central events of life on the island took place, and from the money raised by emigrants, the school was built here, closin its doors in 1961, when the last great popular emigration to big cities offering more opportunities and a more secure livelihood began. The permanent population of the island has never exceeded 500 people. This is due to the fact that many people have tried to settle in much more well-equipped places where there are more opportunities to make a living. The greatest waves of emigration occurred around the wartime, especially when, after World War II, in 1944, Biševo and Vis came to socialist Yugoslavia. Then crowds of people set off in the direction of America and Australia. The largest population of the island was during the two world wars, when it fluctuated roughly between 200 and 470 people. Then in 1993, after the re-establishment of the independent municipality of Komiža, tourism flourished, of which Biševo also became a part, so that today there are 15 people or even less. Most of the real estate on the island is a plot of land used for a holiday of temporary stay, for which the owner visits the town of Komiža on the neighboring island of Vis.
The oldest building on the island was the Church and Monastery of St. Silvester, founded by the Benedictine monks around 1050 (or much earlier, 850), which the monks abandoned in the second half of the 13th century due to more and more increasing piracy and moved the neighboring island of Vis, into St. Nicholas Abbey, which was built over Komiža. In the first half of the 13th century, Biševo is mentioned in contemporary sources as an abbey. Around 1145-46, Count Peter of Zadar donated estates to the Benedictines of Komiža on the island. Then in 1181, Pope Alexander III freed the Church of St. Silvester from burdens and, along with other estates, donated the Island of Biševo to the abbey. In 1258, Prince Manfred of Taranto placed the estate of Biševo under the protection of King Conrad of Naples. It was the first document to mention the Biševo Abbey as a subordinate of the St. Nicholas Monastery in Komiža. In 1458, Pope Callixtus III donated Biševo to Bishop Tomaso Tomasini of Hvar, after which all the property of the abbey was given partly to the Hvar chapter and partly to the parish of Komiža. During the Venetian Republic, in 1606, Turkish pirates invaded the island and set fire to the local forest during their looting. In 1797, at the and of Venetian rule, like the other Dalmatian territories, Biševo together with Vis came under Austrian rule, and then the history of the island of Biševo, together with the neighboring Vis, took place in exactly the same way: in 1805, the French, who defeated the Austrians, took power, in 1811 it fell into the hands of the English, who defeated the French, and after Napoleon’s final defeat, it again fell to the Austrians. Between 1919 and 1921, it was again under Italian rule, almost as part of the 1920 Rapallo Convention, it came under the rule of the Kingdom of Yugoslavia. During World War II, between 1941 and 1943, it was again under Italian rule, and the dictatorship of the Ustaša movement (simple.wikipedia.org/wiki/Usta%C5%A1e) began. Then, in September 1943, liberation struggles against fascism took place on the island of Vis, and partisan rule began under the leadership of Josip Broz Tito. From March of this year, the population of the Island of Biševo was resettled in neighboring to Vis.
La Tomba Brion è un complesso funebre monumentale, situato lungo l'originale confine del piccolo cimitero di San Vito, nella frazione d'Altivole in provincia di Treviso.
Venne progettata e realizzata dall'architetto veneziano Carlo Scarpa su commissione (1969) di Onorina Brion Tomasin, per onorare la memoria del defunto ed amato congiunto Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della Brionvega, e conservarvi le sue spoglie, e quelle di alcuni parenti. Il complesso venne eretto tra il 1970 ed il 1978, anno in cui lo stesso Scarpa morì, a seguito di una caduta da una scala in un negozio a Sendai, in Giappone. L'opera venne quindi ultimata sui progetti dell'architetto, che vi fu anche sepolto, secondo quanto richiesto nel proprio testamento, in un punto discreto di congiunzione tra la sua monumentale creazione ed il vecchio cimitero del paese.
Fonte: Wikipedia.
serata-evento nell'ambito del progetto
LA MEMORIA DI SAN BARTOLOMEO
Il quartiere di San Bartolomeo, in questi anni sottoposto a radicali cambiamenti edilizi e sociali, è nato negli anni Cinquanta ed ora è vissuto anche da moltissimi giovani universitari che abitano il nuovo studentato dell’Opera Universitaria. Questo progetto di ricerca intende utilizzare strumenti multimediali per incrociare le memorie delle diverse generazioni cercando di dare un senso ai cambiamenti intercorsi nel quartiere in questi ultimi anni. L'archivio del quartiere-studentato è ospitato sul portale web Jurka.net ed è progettato come blog multi-utente in grado di raccogliere le memorie che provengono dai nuovi contributi degli utenti. L'idea del progetto è di custodire la memoria storica del quartiere integrandovi le storie di vita dello studentato universitario, attivando in questo modo un ponte generazionale basato sulla condivisione delle esperienze. La ridonazione della ricerca multimediale è prevista con la presentazione di filmati, concerti, installazioni sonore, esposizioni fotografiche.
Gli eventi e le presentazioni sono rivolti sia agli studenti che agli abitanti del quartiere di San Bartolomeo.
IN DISTRUZIONE
DVD, 2010
di Luigi Pepe ed Eugenio Maria Russo
Come risulta evidente già dal titolo, il documentario sarà incentrato su quello che Trento sta perdendo, ovvero le “palafitte” di San Bartolomeo che sono in via di demolizione. Palazzine di nessun valore architettonico e in pesante degrado, qualcuno potrebbe dire, che possono benissimo fare posto a un nuovo complesso residenziale che riqualifichi una zona spesso protagonista – in passato – delle pagine di cronaca nera dei quotidiani locali.
Intanto, poco distante, è già sorto il nuovissimo campus universitario, fiore all’occhiello degli alloggi per gli studenti dell’ateneo trentino.
Ma è davvero tutto oro quello che luccica?
PROTEUS QUARTET
Il gruppo si è fondato nell’aprile del 2010 ed è formato da Federica Tomasini alla voce, Gabriele Brigadoi al basso acustico, Ivo Brigadoi al violoncello e Paolo Gabrielli alle percussioni.
Proteus, una continua metamorfosi stilistica e strumentale senza far riferimento ad un unico genere definito. Sonorità retrò, immaginari d'ispirazione circense e gitana con forti richiami alla tradizione cantautorale italiana e americana. L'esecuzione ha lo scopo di conferire non solo ai pezzi inediti, ma anche alle cover, nuove e originali sfumature. "Ricerca del suono", risulta essere quindi il concetto principe che ci accompagnerà in questo viaggio.
progetto realizzato da
ASUT Associazione Studenti Universitari Trento e Portobeseno festival
con il finanziamento di
Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto
in collaborazione con
Comune di Trento, politiche giovanili - Opera universitaria Trento - Circoscrizione Oltrefersina
gruppo Quei de San Bortol – TrentoASA – Sanbaradio