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Press conference by NATO Secretary General Jens Stoltenberg following the second day of meetings of NATO Ministers of Foreign Affairs
illustrazione di copertina realizzata per il libro "Dolci leggerezze" di Veronica Lavenia,
edizioni VerbaVolant
carta, foto, pc (cm 24x17)
© novembre 2012
Roan Saddle, watching North.
From left to right. Beco de Mezodì, Rocheta de Prendera, Rocheta de la Ruoibes, Rocheta de Cianpolongo.
Press conference by Jens Stoltenberg, Secretary General of NATO following the Ministers of Foreign Affairs NAC meeting.
Left to right: Antony J. Blinken (US Secretary of State) talking with Eva-Maria Liimets (Minister of Foreign Affairs, Estonia)
Bevagna, un esempio di classicità e di economia locale.
Ci volevano gli imprudenti paradossi di un maledetto toscano, come Curzio Malaparte, perché nel 1956 gli italiani venissero a conoscenza di una delle stranezze non ancora definitivamente spiegate dei bevanati: quella di imporre ai propri figli nomi insoliti, presi in prestito da poemi epici o più in generale dalla storia più altisonante della nostra civiltà. Questa tendenza, ancora oggi in voga, costituisce probabilmente il retaggio della Repubblica Romana giacobina del 1798, negli anni in cui - guarda caso - fu presidente del senato il bevanate Alessandro Aleardi. Ci fu in quell’epoca, in tutto lo Stato, una ventata di retorica laicista e repubblicana che richiamava alla classicità, di cui Bevagna si fece fedele interprete per il peso culturale delle famiglie più colte ed anticlericali, che influirono di riflesso sulle scelte delle classi meno abbienti del territorio comunale. Ma prima ancora Bevagna, in origine centro umbro e poi municipio, era fortemente radicata nella sua romanità, se si considera che lo stesso falsario e medico Alfonso Ceccarelli, decapitato nel 1583 a Castel Sant’Angelo, impose ai figli i nomi di Socrate,Pannonio e Filogenia.
Bisognerebbe vederla questa Bevagna dei tempi passati, immersa nel suo paesaggio rimasto inalterato per secoli, pur dopo la bonifica e la centuriazione romana, pur a seguito del risanamento idrico dei Trinci, per giungere - addormentata nel suo provinciale feudalesimo - fino al primo dopoguerra, quando l’urbanistica ancora non si era elevata a scienza perversa e devastatrice e le costruzioni nuove si contavano sulla punta delle dita, così come gli opifici e le strade percorse ancora da cavalcature e da carri e solo di tanto in tanto, a partire dai primi del novecento, dalle autovetture dei conti Spetia,degli Angeli Mongalli e dei Mattoli. E fu proprio Agostino Mattoli, medico di Giolitti ed uno dei padri dell’omeopatia italiana (antenato di quel Mario Mattoli che fu prolifico regista di Totò e zio di Dino Mattoli, pioniere del giornalismo ed editore del settimanale “Centro Italia”) che fece conoscere Bevagna a Curzio Malaparte. Lo scrittore rimase particolarmente colpito nel sentire “da porta a porta,da finestra a finestra,da cantonata a cantonata e dal forno alla fontana,dal lavatoio alla cucina, dalla stalla al frantoio, Temistocle chiamare Cassandra, ed Elettra Agamennone,ed Ecuba Astianatte e Tiresia Antigone”.
Non è la Bevagna decorativa o romantica, che voglio rievocare, ma quella curiosa, stramba, costruttrice geniale delle sue piccole grandi cose immortali,tra le quali, appunto, l’eccellente -almeno sulla carta- patrimonio onomastico, giunto fino a noi superando anche le traversie e le difficoltà del dopoguerra, della dilagante modernità e del basso impero filologico che stiamo vivendo. E’ difficile a distanza di tempo richiamare l’essenza della civiltà e della vita di un paese italiano,che, a dispetto della propria emarginata posizione geografica - che costituisce quasi un enclave linguistica all’interno dell’enclave culturale e sociale umbra - generò personaggi illustri –questa volta non solo sulla carta- come Francesco Torti, Filippo Silvestri, Ciro Trabalza e il Cardinale Alessio Ascalesi, cresciuto sulle sponde del Timia.
Ma c’è anche una Bevagna attuale, dalle case di pietra antica ancora disposte a semicerchio intorno all’impianto del teatro romano, trasformato in parte a ristorante stellato e in parte a cartiera delle Gaite; una Bevagna delle seggiolette disposte a lato di Corso Matteotti, che un pennarello di un Pasquino sgrammaticato ha assegnato a tal Menotti, a Jovanne, a Cincino il ferroviere,ad Angelino il postino, proprio davanti alla bottega antiquaria di Peppe Strappini, quello che … “Compro cose vecchie e vendo cose antiche”. Una Bevagna in cui il tempo si è fermato, appunto, come dimostrano quelle minime sedute, dove i predetti ovvero i loro iniziati, si raccolgono per ore a chiacchierare, fregandosene di intralciare la chiassosa marea del turismo domenicale alla ricerca del buon vino,del buon mangiare e dell’arte; una marea umana che affluisce di lì per invadere una delle piazze più belle dell’Italia minore, che una gru ivi sistemata da più di un lustro per restaurare la chiesa di San Michele Arcangelo non riesce a deturpare. C’è poi la Bevagna di Gigi Frappi, pittore di grande levatura, che concepì e realizzò il sipario raffigurante il Clitunno romano all’interno del teatro Torti, luogo annuale d’incontro di Symbola, la “Fondazione per le Qualità Italiane”, scelto da Realacci e Profumo; una Bevagna cara e visitata con frequenza quasi maniacale da Pierluigi Vigna, Lamberto Sposini, Pierluigi Celli e da Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, che solo per lei ha coniato il termine “bevagnizzazione”, sinonimo di qualità della vita.
Mi accorgo che ho parlato di tutto,ma non di quello di cui mi era stato chiesto di parlare, cioè delle peculiarità gastronomiche del distretto bevanate. Comunque quel che è fatto è fatto ed il pezzo non lo ributto giù! Mi basterà aggiungervi che Bevagna fu mercatale medievale e che le sue rinomate macellerie - da dove escono impareggiabili salsicce vagamente contaminate dall’aglio (essenza orticola a cui bevanati non sanno rinunciare) e salami con grani di pepe così grossi che sembrano quelli del rosario - vengono prese d’assalto dai buongustai erranti, che sapendola lunga non intendono confrontarsi con certe malizie di stampo nursino. E che dire dei panicocoli (in toscana le chiamano cialde, ma a Bevagna sono cosparse di semi d’anice) o delle roccette al mosto delle monache del Monte, che si sono fatte cristianamente sfilare la ricetta - e le relative formine di rame - dalle pasticcerie del corso? In tutte le osterie bevanati si mangia come si deve e si alberga meglio. Del vino non ve ne parlo,perché ci troviamo nel distretto del Sagrantino, su cui è stato scritto di tutto. Anche troppo. Vorrei solo segnalare che questo borgo rischia di entrare di nuovo in conflitto –si fa per dire- con Montefalco, per una sorta di salutare e storico dualismo, che oggi si ripropone sul piano dei tannini e degli antociani. Aggiungo solamente che Marco Caprai, nel corso di Vinataly 2006, con uno dei suoi colpi di testa che talvolta lo avvicinano “deprecabilmente” ad Oliviero Toscani, ha riprodotto in una gigantografia la piazza Silvestri, realizzando una sala di posa sotto il cielo di Verona, dove il gotha dell’enologia mondiale si è messo in fila per farsi fotografare. L’iniziativa ha sollevato un mezzo vespaio a Montefalco, che ha risposto vinificando il Sagrantino in bianco. Ma dispute come queste ben vengano, perché da sé sole sono in grado di risollevare una microeconomia, quella dei vari Lisippo, Ariosto, Zenaide,Zuara, Persefone, Clitemnestra, Agamennone,Giunone e del sindaco Bastioli, che si chiama semplicemente Enrico, ma che si sfrega comunque le mani.
Giovanni Picuti
Dal Corriere dell'Umbria del 18.4.2007
Doorstep statement
by NATO Deputy Secretary General Mircea Geoană ahead of the Informal Meeting of NATO Ministers of Foreign Affairs
Read more about this part of our trip to the Dolomites on our blog. Our walk around the Pass di Falzarego area combined parts of walks 20, 21, 22, and 23 in the book Shorter Walks in the Dolomites.
Joint press conference by NATO Secretary General Jens Stoltenberg (remote from Brussels) and the Minister of Foreign Affairs of Germany, Annalena Baerbock
Joint press conference by NATO Secretary General Jens Stoltenberg (remote from Brussels) and the Minister of Foreign Affairs of Germany, Annalena Baerbock
Left to right: NATO Secretary General Jens Stoltenberg; Annalena Baerbock (Minister of Foreign Affairs, Germany); Antony J. Blinken (US Secretary of State); Melanie Joly (Minister of Foreign Affairs, Canada); Jean-Yves Le Drian (Minister of Foreign Affairs, France)
[CAT]: Mentre la 335.002 de Comsa espera a que li formin el seu mercant, els rodalies anaven desfilant un rere l'altre. A la foto el 465.257 realitzant un servei de la R7.
[ES]: Mientras la 335.002 de Comsa espera a que le formen su mercante los cercanias iban desfilando uno tras otro. En la foto el 465.257 cubriendo un servicio de la R7.
Doorstep statements
by NATO Secretary General Jens Stoltenberg and the Minister of Foreign Affairs of Ukraine, Dmytro Kuleba
Bevagna, un esempio di classicità e di economia locale.
Ci volevano gli imprudenti paradossi di un maledetto toscano, come Curzio Malaparte, perché nel 1956 gli italiani venissero a conoscenza di una delle stranezze non ancora definitivamente spiegate dei bevanati: quella di imporre ai propri figli nomi insoliti, presi in prestito da poemi epici o più in generale dalla storia più altisonante della nostra civiltà. Questa tendenza, ancora oggi in voga, costituisce probabilmente il retaggio della Repubblica Romana giacobina del 1798, negli anni in cui - guarda caso - fu presidente del senato il bevanate Alessandro Aleardi. Ci fu in quell’epoca, in tutto lo Stato, una ventata di retorica laicista e repubblicana che richiamava alla classicità, di cui Bevagna si fece fedele interprete per il peso culturale delle famiglie più colte ed anticlericali, che influirono di riflesso sulle scelte delle classi meno abbienti del territorio comunale. Ma prima ancora Bevagna, in origine centro umbro e poi municipio, era fortemente radicata nella sua romanità, se si considera che lo stesso falsario e medico Alfonso Ceccarelli, decapitato nel 1583 a Castel Sant’Angelo, impose ai figli i nomi di Socrate,Pannonio e Filogenia.
Bisognerebbe vederla questa Bevagna dei tempi passati, immersa nel suo paesaggio rimasto inalterato per secoli, pur dopo la bonifica e la centuriazione romana, pur a seguito del risanamento idrico dei Trinci, per giungere - addormentata nel suo provinciale feudalesimo - fino al primo dopoguerra, quando l’urbanistica ancora non si era elevata a scienza perversa e devastatrice e le costruzioni nuove si contavano sulla punta delle dita, così come gli opifici e le strade percorse ancora da cavalcature e da carri e solo di tanto in tanto, a partire dai primi del novecento, dalle autovetture dei conti Spetia,degli Angeli Mongalli e dei Mattoli. E fu proprio Agostino Mattoli, medico di Giolitti ed uno dei padri dell’omeopatia italiana (antenato di quel Mario Mattoli che fu prolifico regista di Totò e zio di Dino Mattoli, pioniere del giornalismo ed editore del settimanale “Centro Italia”) che fece conoscere Bevagna a Curzio Malaparte. Lo scrittore rimase particolarmente colpito nel sentire “da porta a porta,da finestra a finestra,da cantonata a cantonata e dal forno alla fontana,dal lavatoio alla cucina, dalla stalla al frantoio, Temistocle chiamare Cassandra, ed Elettra Agamennone,ed Ecuba Astianatte e Tiresia Antigone”.
Non è la Bevagna decorativa o romantica, che voglio rievocare, ma quella curiosa, stramba, costruttrice geniale delle sue piccole grandi cose immortali,tra le quali, appunto, l’eccellente -almeno sulla carta- patrimonio onomastico, giunto fino a noi superando anche le traversie e le difficoltà del dopoguerra, della dilagante modernità e del basso impero filologico che stiamo vivendo. E’ difficile a distanza di tempo richiamare l’essenza della civiltà e della vita di un paese italiano,che, a dispetto della propria emarginata posizione geografica - che costituisce quasi un enclave linguistica all’interno dell’enclave culturale e sociale umbra - generò personaggi illustri –questa volta non solo sulla carta- come Francesco Torti, Filippo Silvestri, Ciro Trabalza e il Cardinale Alessio Ascalesi, cresciuto sulle sponde del Timia.
Ma c’è anche una Bevagna attuale, dalle case di pietra antica ancora disposte a semicerchio intorno all’impianto del teatro romano, trasformato in parte a ristorante stellato e in parte a cartiera delle Gaite; una Bevagna delle seggiolette disposte a lato di Corso Matteotti, che un pennarello di un Pasquino sgrammaticato ha assegnato a tal Menotti, a Jovanne, a Cincino il ferroviere,ad Angelino il postino, proprio davanti alla bottega antiquaria di Peppe Strappini, quello che … “Compro cose vecchie e vendo cose antiche”. Una Bevagna in cui il tempo si è fermato, appunto, come dimostrano quelle minime sedute, dove i predetti ovvero i loro iniziati, si raccolgono per ore a chiacchierare, fregandosene di intralciare la chiassosa marea del turismo domenicale alla ricerca del buon vino,del buon mangiare e dell’arte; una marea umana che affluisce di lì per invadere una delle piazze più belle dell’Italia minore, che una gru ivi sistemata da più di un lustro per restaurare la chiesa di San Michele Arcangelo non riesce a deturpare. C’è poi la Bevagna di Gigi Frappi, pittore di grande levatura, che concepì e realizzò il sipario raffigurante il Clitunno romano all’interno del teatro Torti, luogo annuale d’incontro di Symbola, la “Fondazione per le Qualità Italiane”, scelto da Realacci e Profumo; una Bevagna cara e visitata con frequenza quasi maniacale da Pierluigi Vigna, Lamberto Sposini, Pierluigi Celli e da Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, che solo per lei ha coniato il termine “bevagnizzazione”, sinonimo di qualità della vita.
Mi accorgo che ho parlato di tutto,ma non di quello di cui mi era stato chiesto di parlare, cioè delle peculiarità gastronomiche del distretto bevanate. Comunque quel che è fatto è fatto ed il pezzo non lo ributto giù! Mi basterà aggiungervi che Bevagna fu mercatale medievale e che le sue rinomate macellerie - da dove escono impareggiabili salsicce vagamente contaminate dall’aglio (essenza orticola a cui bevanati non sanno rinunciare) e salami con grani di pepe così grossi che sembrano quelli del rosario - vengono prese d’assalto dai buongustai erranti, che sapendola lunga non intendono confrontarsi con certe malizie di stampo nursino. E che dire dei panicocoli (in toscana le chiamano cialde, ma a Bevagna sono cosparse di semi d’anice) o delle roccette al mosto delle monache del Monte, che si sono fatte cristianamente sfilare la ricetta - e le relative formine di rame - dalle pasticcerie del corso? In tutte le osterie bevanati si mangia come si deve e si alberga meglio. Del vino non ve ne parlo,perché ci troviamo nel distretto del Sagrantino, su cui è stato scritto di tutto. Anche troppo. Vorrei solo segnalare che questo borgo rischia di entrare di nuovo in conflitto –si fa per dire- con Montefalco, per una sorta di salutare e storico dualismo, che oggi si ripropone sul piano dei tannini e degli antociani. Aggiungo solamente che Marco Caprai, nel corso di Vinataly 2006, con uno dei suoi colpi di testa che talvolta lo avvicinano “deprecabilmente” ad Oliviero Toscani, ha riprodotto in una gigantografia la piazza Silvestri, realizzando una sala di posa sotto il cielo di Verona, dove il gotha dell’enologia mondiale si è messo in fila per farsi fotografare. L’iniziativa ha sollevato un mezzo vespaio a Montefalco, che ha risposto vinificando il Sagrantino in bianco. Ma dispute come queste ben vengano, perché da sé sole sono in grado di risollevare una microeconomia, quella dei vari Lisippo, Ariosto, Zenaide,Zuara, Persefone, Clitemnestra, Agamennone,Giunone e del sindaco Bastioli, che si chiama semplicemente Enrico, ma che si sfrega comunque le mani.
Giovanni Picuti
( pubblicato oggi 21.4.2007 sul "Corriere dell'Umbria")
9.05.2018. - Rīga, Latvija. Aizsardzības ministrs Raimonds Bergmanis tiekas ar Polijas ārlietu ministru Jaceku Čaputoviču (Jacek Czaputowicz), lai pārrunātu divpusējo sadarbību. Ministri apmeklē Ādažu bāzi, kur dien arī Polijas karavīri.
Foto: Armīns Janiks (Aizsardzības ministrija)
On May 9, 2018 Minister of Defence of Latvia Raimonds Bergmanis met Minister of Foreign Affairs of Poland. Both ministers discussed bilateral cooperation and visited Camp Adazi where Polish soldiers serve in eFP battlegroup.
Photo: Armīns Janiks (MoD)
Trilateral meeting between NATO Deputy Secretary General Mircea Geoană, the Minister of Foreign Affairs of Finland, Pekka Haavisto and the Minister of Foreign Affairs of Sweden, Ann Linde
L'autunno regala colori speciali, in questo caso i protagonisti di questa meraviglia sono Croda da Lago e i lastoni di Formin.
Press conference by NATO Secretary General Jens Stoltenberg following the extraordinary meeting of NATO Ministers of Foreign Affairs with Finland, Sweden and the EU on Russia's attack to Ukraine
Left to right: Mélanie Joly (Minister of Foreign Affairs, Canada) with Jeppe Kofod (Minister of Foreign Affairs, Denmark)
Mevlüt Çavuşoğlu (Minister of Foreign Affairs, Turkey) with Antony J. Blinken (Secretary of State, United States)
U.S. Secretary of State John Kerry chats with French Foreign Minister Jean-Marc Ayrault at the North Atlantic Treaty Organization Headquarters in Brussels, Belgium, on May 19, 2016, amid the alliances biannual Foreign Ministerial Meetings. [State Department photo/ Public Domain]
(From left to right on the front row) Minister of Foreign Affairs of Albania Olta Xhaçka, Minister of Foreign Affairs of Estonia Eva-Maria Liimets and Minister of Foreign Affairs of Iceland, Thórdís Kolbrún Reykfjörd Gylfadóttir
Online press conference by NATO Secretary General Jens Stoltenberg ahead of the Meeting of NATO Ministers of Foreign Affairs to be held via secure teleconference
Press conference by NATO Secretary General Jens Stoltenberg following the second day of meetings of NATO Ministers of Foreign Affairs
Left to right: Mevlüt Çavuşoğlu (Minister of Foreign Affairs, Turkey) with NATO Secretary General Jens Stoltenberg
U.S. Secretary of State John Kerry, watched by Montenegrin Prime Minister Milo Djukanovic, puts the cap back on his pen after signing an Accession Protocol to continue Montenegro's admission to the North American Treaty Organization amid the biannual Foreign Ministerial Meetings on May 19, 2016, at NATO Headquarters in Brussels, Belgium. [State Department photo/ Public Domain]
Ingredienti
300 gr. farina
100 gr. burro
140 gr. zucchero
3 tuorli d'uovo
scorza grattugiata di limone
Preparazione
Montate i tuorli con lo zucchero e il burro; unite la farina e un po' di buccia di limone grattugiata.
Impastate, formate una palla e lasciatela riposare per circa un'ora. Stendete la pasta e tagliatela con la formina a cuore.
Disponeteli sulla placca del forno imburrata e cuocete in forno preriscaldato a 200 gradi per circa otto minuti.
Doorstep statements
by NATO Secretary General Jens Stoltenberg and the Minister of Foreign Affairs of Ukraine, Dmytro Kuleba
Left to right: Antony J. Blinken (US Secretary of State) with NATO Secretary General Jens Stoltenberg
Bilateral meeting betwwen NATO Secretary General Jens Stoltenberg and Luigi Di Maio (Minister of Foreign Affairs, Italy)
Trilateral meeting between NATO Deputy Secretary General Mircea Geoană, the Minister of Foreign Affairs of Finland, Pekka Haavisto and the Minister of Foreign Affairs of Sweden, Ann Linde