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HP5plus (1600)

D-76

 

"Le case disabitate le riconosci subito, hanno addosso il profumo dell'abbandono. Si, sono la muffa e la polvere ad arrivare per prime alle narici, ma subito dopo i più attenti si accorgeranno anche di quella zaffata antica pregna di vita vissuta, di ricordi."

 

Lorenzo Marone, Un ragazzo normale

O carnaval 2007 de Florianópolis volta à cena. Entre os meses de abril e maio a TVBV realizou a uma seletiva fotográfica para escolher os melhores registros do desfile das Escolas de Samba na Passarela do Samba Nego Quirido.

 

Através de participação no site da TVBV, os fotógrafos selecionados foram: Marcelo Miyashita, Marco Nunes, Nicolas Zaffi e Cristiano Francatto. As fotos estarão expostas na mostra “O Carnaval visto pela TVBV – 2ª edição” no Espaço Cultural Jerônimo Coelho, na Assembléia Legislativa de Santa Catarina entre os dias 04 e 06 de julho de 2007.

More than 500 years have passed since Gasparo Contarini, one of the enlightened intellectuals of the 16th century, decided to build his palace in the far north of the city. One of his guiding principles was likely to have a large garden with a "Casino" (small house), in keeping with Venetian tradition, to host friends and, in his specific case, the city's intellectuals. One of the major issues of the time was the Reform of the Church, for which Gasparo fought with all his might, albeit without great success. His dream of avoiding a rift between Lutherans and Catholics was destined to remain just that, with the well-known consequences of the split of the "one" church into two distinct ones. Among the prominent intellectuals who frequented the Casino and discussed various current issues were Titian and Aretino. They were called "spirits," meaning "chosen spirits," and the (relatively) "small house" of the time is still called the "Casin dei Spiriti" (Spirit House). In popular imagination, however, the sound of the waves crashing evoked the noise made by ghosts, so the shift in meaning from "intellectuals" to "ghosts" was brief. In honor of popular tradition, the last owner, Mr. Eggs, organized parties where he required his guests, as well as the waiters and all attendees, to conform to this theme in their costumes and behavior. It was he, who cared deeply about the garden, who was forced—given the size of that space—to surrender to the impossibility of caring for it as he wished and keeping it in good condition. The sale of the original Contarini property was difficult for him, so Mr. Eggs was forced to divide it in two, and thus two different buyers became the current owners. From the main door, you can glimpse both properties: the one to the left of the entrance, known as the Casa del Cardinal Piazza, with its garden that has developed primarily as a woodland with thick, tall trees; the other, to the right, known as the Piccola Casa della Divina Provvidenza (Little House of Divine Providence), Cottolengo, developed primarily as a garden in the strictest sense, with flowers, large lawns, and scattered trees.

(by Loredana Giacomini)

A sea of whiskey couldn't intoxicate me as much as a drop of you.

 

- JS Parker

 

closeups & details at ahchoo-e!.

A sea of whiskey couldn't intoxicate me as much as a drop of you.

 

- JS Parker

 

closeups & details at ahchoo-e!.

Grazie a Paola alla quale ho gentilmente zaffato la foto....

The palazzo and garden is now home to retired nuns.

Sì, vabbè, ma oltre ai “sassi” classici, cosa rimane di questo viaggio nella capitale greca?

Rimane, ad esempio, il fatto che la cucina greca non è che sia proprio digeribilissima: ma buona, Gaviscon mon amour, insomma. Quindi l'hotel con vista parco e vista acropoli (ma solo dal ristorante o dal tetto: buono per l'estate, con la piscina all'aperto, un po' meno a dicembre: in Grecia ed ad Atene in particular fa caldo, ma le sere d'inverno son comunque fredde) probabilmente sapendolo, propone cucina internazionale, d'alto livello e abbondante e, per chi sceglie à la carte pure il sushi, che comunque, tra chi sceglie à la carte va fortissimo: è da notare infatti la presenza molto molto risicata di ristoranti giapponesi di cui ne ho in mente solo uno, su uno stradone vicino a Gazi che però si professava più cinese che nipponico.

Ma noi, tra la colazione a buffet e la cena che si preannunciava abbondante, a pranzo abbiamo pure osato una coppa di gelato presa su un tavolino con vista porto turistico al Pireo in una gelateria che aveva come claim “vero gelato italiano”. Gelato sugli standard italici più che accettabile, anyway, e quella zona lì chissà d'estate che temperature raggiunge e quanto casino che c'è: una fortuna andarci a dicembre, in effetti.

Grande tradizione panificatrice e un sacco di catene tipo Princi a Milano o Majer a Venezia e vasta scelta di dolci anche nei bar e in localini take-away per la strada. E ogni giorno, sulla strada per piazza Syntagma, la tentazione di una torrefazione che lanciava zaffate di caffè nell'immediata vicinanza e, insomma, bisognava accelerare il passo per non restarne (probabilmente piacevolmente) intrappolati. Che poi si dimenticano tante cose, ma gli odori, te li ricordi per un bel pezzo. Ecco cosa resta.

L'antico Oratorio, eretto nel 1797, era proprietà della famiglia Contarini Dal Zaffo, poi del barone Franchetti e successivamente ceduto.

Sopra la porta d'ingresso è ricavata una nicchia contenente una bella statua lignea del Santo. Questa chiesa è incorporata con le abitazioni del luogo di fronte a Villa Franchetti, ed attualmente in totale stato di degrado.

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Palazzo Contarini dal Zaffo on the right is now divided into two institutions with separate gardens. I visited the property on the right whose walled garden overlooks the northern lagoon as well as the Sacca della Misericordia ( a large marina ).

Between the two obliques, which denote that the palazzo was owned by an admiral of the navy, is the bell tower of Madonna dall'Orto.

Alessandro Baricco

 

Un po' di mesi fa mi è nato un figlio. Ho notato che gli scrittori, quando gli nasce un figlio, poi se ne escono spesso con qualche libro in cui parlano della cosa, oppure addirittura parlano al figlio, e con quella scusa dicono la loro. A me per ora non è venuto in mente niente. Volevo scrivere L'Ulivo spiegato a mio figlio, ma, con l'ingresso dell'UDEUR di Mastella, la cosa è diventata impossibile: non son buono a scrivere libri surreali. Insomma, non se ne fa niente.

 

In compenso ho pensato di raccogliere in un manuale tutto quello che ho imparato dei bambini. In pratica, il manuale è costruito in due parti. La prima è costituita da una frase che mi ha detto Lella Costa quando mio figlio è nato e non la smetteva di piangere. Lei mi disse: "Non preoccuparti: qualsiasi cosa facciano, non la fanno per molto". Fine della prima parte. La seconda consiste in un breve saggio che pubblico per la prima volta in questo inizio d'anno. Si intitola: Cose che accadono quando si cambia un pannolino. Il fatto è che i bambini sono un mistero fantastico (come il calcio, del resto) e quindi questa è praticamente l'unica cosa su cui ho da dividere qualche spicciolo di sapere: come cambiare un pannolino. Potrei azzardare anche qualcosa su come parlano, ma lì già si fa difficile. Quindi mi scuso, e pubblico il saggio. Che si intitola, appunto

Cose che accadono quando si cambia un pannolino.

 

1. Il pannolino può essere cambiato per tre ragioni: a) perché lo dice la mamma; b) perché lo dice la suocera; c) perché il bimbo ha cagato. Naturalmente il gesto perde, nei primi due casi, gran parte della sua drammaticità. Il vero, autentico, cambio di pannolino prevede la presenza della merda. Di solito accade così. La mamma prende in braccio il bambino, lo annusa un po' e dice, con voce gaia e piuttosto cretina: "E qui cosa abbiamo fatto, eh?, sento un certo odorino... cosa ha fatto l'angioletto?". Poi la mamma va di là e vomita. A questo punto si riconosce il padre di sinistra dal padre di destra. Il padre di destra dice: "Che schifo" e chiama la tata. Il padre di sinistra prende il bambino e lo va a cambiare.

 

2. Il pannolino si cambia, rigorosamente, sul fasciatoio. Il fasciatoio è un mobile che quando lo vedi a casa tua capisci che un sacco di cose sono finite per sempre, tra le quali la giovinezza. Comunque è studiato bene: ha dei cassettini vari e un piano su cui appoggiare il bambino. Far star fermo un bambino su quel piano è come far stare una trota in bilico sul bordo del lavandino. È fondamentale non distrarsi mai. Il neonato medio non è in grado quasi di girarsi sul fianco: ma è perfettamente in grado, appena ti volti, di buttarsi giù dal fasciatoio facendoti il gesto dell'ombrello: pare che si allenino nella placenta, in quei nove mesi che passano sott'acqua. Dunque: tenere ben ferma la trota e sperare in bene.

 

3. Una volta spogliato il bambino, appare il pannolino contenente quello che Gadda chiamava "l'estruso". È il momento della verità. Si staccano due pezzi di scotch ai lati e il pannolino si apre. La zaffata è impressionante. È singolare cosa riesca a produrre un intestino tutto sommato vergine: cose del genere te le aspetteresti dall'intestino di Bukowski, non di tuo figlio. Ma tant'è: non c'è niente da fare. O meglio: si inventano tecniche di sopravvivenza. Io, ad esempio, mi son convinto che tutto sommato la merda dei bambini profuma di yogurt. Fateci caso: se non guardate, potrebbe anche sembrare che vostro figlio si è seduto su una confezione famiglia di Yomo doppia panna. Se guardate è più difficile. Ma senza guardare... Io con questo sistema sono riuscito a ottenere ottimi risultati: adesso quando apro uno yogurt sento odor di merda.

 

4. Impugnare con la mano sinistra le caviglie del bambino e tirarlo su come una gallina. Con la destra aprire la confezione di salviettine profumate e prenderne una. Neanche il mago Silvan ci riuscirebbe: le salviettine vengono via solo a gruppi di ottanta. Scuotete allora il blocchetto fino a rimanere con tra le dita un numero di salviettine inferiore a cinque. A quel punto, di solito, la gallina-trota, stufa di stare appeso come un idiota, dà uno strattone: se non vi cade, riuscirà comunque a spargere un bel po' di cacca in giro. Tamponate ovunque con le salviettine profumate. Ritirate su il pollo e con gesto rapinoso pulite il sedere del bambino. Posate le salviettine usate nel pannolino, e chiudetelo. A quel punto la vostra situazione è: nella mano sinistra, un pollo-trota coi lineamenti di vostro figlio. Nella mano destra, una bomba chimica.

 

5. NON andate a buttare la bomba chimica! La trota scivolerebbe per terra. Quindi posatela nei paraggi (la bomba, non la trota) registrando il curioso profumo di yogurt che si spande nell'aria. Senza mollare la presa con la mano sinistra usate la destra per detergere a fondo e poi passate all'olio. Ve ne versate alcune gocce sulla mano. Esse scivoleranno immediatamente giù verso il polso, valicheranno il confine dei polsini e da lì spariranno nell'underground dei vostri vestiti: la sera ne troverete tracce nei calzini. Completamente lubrificati, passate alla Pasta di Fissan, un singolare prodotto nato da un amplesso tra la maionese Calvè e del gesso liquido. Ne riempite il sedere del pollo, e naturalmente ve ne distribuite variamente in giro per giacche, pantaloni ecc. A quel punto avete praticamente finito. A quel punto il bambino fa pipì.

 

6. Il bambino non fa pipì a caso. La fa sul vostro maglione. Voi fate un istintivo salto indietro. Errore. La trota, finalmente libera, si butta giù dal fasciatoio. Ritirate su la trota e non raccontate mai alla mamma l'accaduto.

 

7. Prendere un pannolino nuovo. Capire qual è il lato davanti (di solito c'è una greca colorata che aiuta, facendovi sentire imbecilli). Inserire il pannolino tra le gambe del bimbo e chiudere. Il sistema è stato studiato bene: due specie di pezzi di scotch, basta una piccola pressione e il pannolino si chiude. Sì, ma quanto si chiude? Così è troppo stretto, così è troppo largo, così è troppo stretto, così è troppo largo. Si può arrivare anche a una ventina di tentativi. È in quel momento che il bambino inizia a intuire di avere un padre scemo: giustamente manifesta una certa delusione, cioè inizia a gridare come un martire. Da qui in poi si fa tutto in apnea e in un bagno di sudore.

 

8. Nonostante i decibel espressi dal bambino, mantenere la calma e provare a rivestire il bambino. È questo il momento dei poussoir. Quando Dio cacciò gli uomini dal paradiso terrestre disse: partorirete con dolore e dovrete chiudere le tutine dei vostri figli coi poussoir. Per chiudere un poussoir bisogna avere: grandissimo sangue freddo, mira eccezionale, culo della madonna. Il numero di poussoir presenti in una tutina è sorprendente e, perfidamente, dispari.

 

9. Se, nonostante tutto, riuscite a rivestire il bambino, avete praticamente finito. Vi ricordate che avete dimenticato il borotalco: il culetto si arrosserà. Pensate ai bambini in Africa, e concludete: si arrosserà, e che sarà mai. Quindi prendete il bambino e lo riconsegnate alla mamma. Lei chiederà: "L'hai messo il borotalco?". Voi direte: "Sì". Con convinzione.

 

10. Ripercussioni fisiche e psichiche. Fisicamente, cambiare un pannolino brucia le stesse calorie di una partita di tennis. Psichicamente il padre post-pannolino tende a sentirsi spaventosamente buono e in pace con se stesso. Per almeno tre ore è convinto di avere suppergiù la nobiltà d'animo di Madre Teresa di Calcutta. Quando l'effetto sparisce, subentra un irresistibile desiderio di essere single, giovane, cretino e un po' di destra. Alcuni si spingono fino a consultare il settore "Decapottabili" in Gente Motori. Altri telefonano a una vecchia ex fidanzata e quando lei risponde tirano giù. Pochi dicono che devono andare a comperare le sigarette, escono e poi, tragicamente, ritornano. In casa li avvolge la sicurezza del focolare, il tepore di sentimenti sicuri, e un singolare, acutissimo profumo di yogurt.

 

(A. Baricco)

 

www.taus.it/?q=danzacandelabro

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Raks Shamadan, la danza del candelabro

La danzatrice esegue una danza lenta e soffice tenendo in equilibrio un candelabro in testa. L'esibizione comprende anche una parte a terra che rende piu' difficile la danza e aumenta la suspence del pubblico. Questa danza e' ricorrente durante i matrimoni egiziani, infatti durante la "zaffa" (marcia nuziale) danzatrici con candelabri in testa guidano il corteo della sposa in segno di buon augurio per gli sposi.

Have you ever seen anything like this before?????????????

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Raks Shamadan, la danza del candelabro

La danzatrice esegue una danza lenta e soffice tenendo in equilibrio un candelabro in testa. L'esibizione comprende anche una parte a terra che rende piu' difficile la danza e aumenta la suspence del pubblico. Questa danza e' ricorrente durante i matrimoni egiziani, infatti durante la "zaffa" (marcia nuziale) danzatrici con candelabri in testa guidano il corteo della sposa in segno di buon augurio per gli sposi.

The former large palazzo has been divided; part is a home for eldery nuns. The large garden looks toward the north lagoon.

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Lo zipolo (o zaffo) è un bastoncino di legno con un'estremità leggermente appuntita.

È usato specialmente per otturare il foro di spillatura delle botti.

Il termine, usato in enologia, è di origine longobarda e deriva dalla voce antica zippel e dalla sua successiva italianizzazione zippa, che significa estremità appuntita oppure cuneo.

Dallo stesso etimo origina anche il termine italiano "zeppa".

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Entrance to the garden of Palazzo Dontarini dal Zaffo. In the distance at the end of the garden is a very large casino - the Casin degli Spiriti named after the intellectuals who met here.

The grounds of the large property are simply maintained. There is no hint of the formal garden that was once here.

Still same day.This is Muffy,she loved the snow.Posed just for you.

I never met a fur friend I didn't like...except for my parent's cat...

In 2004 the publishing house Erickson published my interactive CD-ROM of graphic puzzles "Zaffles", now sold out. The aim was to develop the creativity of children and adults, both guess the proposed enigmas and create your own zaffles.

 

The game consists in guessing which character (or animal, object, title of movie or novel, etc.) is hiding in a design made of letters of the alphabet.

 

HELP THE DETECTIVE ZAFF TO GUESS WICH OBJECT IS PROJECTED ON THE SCREEN

(F in Italian, read S in English)

 

If you guess it, please answer in the comment.

Otherwise you can find the answer in the next image (Zaffles 54)

In questo momento sta piovendo. Ha iniziato da un po'. Stamattina il cielo era grigio e plumbeo. Pioggia largamente annunciata insomma.

La pioggia ha un grande potere: quello di far sembrare qualcosa o decisamente più bella o decisamente più triste. È come se tirasse fuori l'essenza di ciò che bagna.

Subito dopo pranzo sono dovuto andare al centro commerciale vicino casa, dieci minuti di macchina, per comprare una cosa. Ci vado raramente in quel centro commerciale: un po' perché non è che faccia grandi acquisti e un po' perché se devo comprare qualcosa di solito vado direttamente a Milano.

Comunque sia, il centro commerciale vicino casa, che non è una di quelle mega-costruzioni a tre piani con le fontane e le palme all'interno, beh, è un posto triste. Cioè, oggi, quando sono sceso dalla macchina e ho percorso qualche passo a piedi per entrare, mi è arrivata addosso una zaffata di tristezza. Non so. Sarà stata la distesa di auto parcheggiate, le famiglie mamma-papà-figlio/a col carrello del supermercato pieno della spesa settimanale, saranno stati i tizi fuori dall'entrata che fumavano, grigi quanto il paesaggio, saranno stati i due cartelli del ristorante all'ingresso: “fritto misto a 6,50€” e “costina day”. Tristezza molto molto grande comunque.

Alla fine quello che cercavo l'ho trovato, così dopo aver pagato sono uscito e mi sono ridiretto verso casa ad impigrirmi in questa giornata grigia e piovosa. Un po' più triste di quando ero partito.

Disturbing the kitten siesta #Ziff #Zaff via Instagram instagr.am/p/CHs2kdohyUL/

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

Remember our visually-impaired kittens Ziff & Zaff? Meet their mom, Tina! She was rounded up by the tireless @sassee_badass_tnr who got her spayed, vaccinated and tested. When she realized Tina was friendly we moved her into our bathroom for safekeeping. She enjoys the elegance of our scalloped cultured marble sink (ie resin plastic) but would love a full-featured home even better! She's about 1 year old, small and sweet and very appreciative of chin skritches! Let us know if you're interested in giving her a new life. Everything plus the kitchen sink! #sinkcat #catsofbrownsville #adoptthiscat #tabbycat #streetcatnomore via Instagram instagr.am/p/CH3C5LHJ2Dc/

"their" hallway will now be a light cheerful yellow!

 

Are they color blind?

 

Nope!

Oh, I'm just a gigolo

That everybody knows

The people know the part I'm playing

 

You paid for every dance

Selling each romance

Every night from heart betraying

 

Now there will come a day

Youth will pave away

Then what will it be about me, baby?

 

When the end comes I know

There will just another gigolo

And life goes on without me

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

Le tradizioni della Settimana Santa a Caltanissetta costituiscono un patrimonio di storia, di religiosità, di tradizioni popolari e di arte, che è necessario conoscere e tutelare. Per comprenderne il senso e penetrarne lo spirito è essenziale riscoprire le origini e le trasformazioni storiche di tutta una serie di azioni corali che non sono rievocazioni storiche o cortei in costume, ma che coinvolgono veramente tutta la città, come la processione della Real Maestranza, che si svolge il Mercoledì Santo e che ha un forte richiamo turistico.

 

Le origini di questa manifestazione affondano nel Rinascimento: a metà del Cinquecento, infatti, per timore di una imminente invasione turca, il viceré Vega aveva istituito le milizie urbane su tutto il territorio siciliano. Così, nel 1554, si costituì a Caltanissetta un piccolo esercito di un centinaio di persone appartenenti al ceto degli artigiani che doveva provvedere da sé alla propria armatura, formando la cosiddetta milizia di pedi, la fanteria. Così si formò la maestranza nissena, sellai, conciatori, ferraioli e quartarari , divisi in piccheri e arcabugeri, a seconda se erano armati di picche o di archibugi, che continuavano a vivere nella propria casa e ad attendere tranquillamente al proprio mestiere, ma che, ad un particolare suono della campana, dovevano prendere le armi e correre all'adunata.

 

Il capo di questo piccolo esercito vi era un capitano d'armi, assistito dai suoi sottufficiali, chiamati trombetta e tamburo. I turchi però non giunsero mai a Caltanissetta e il piccolo esercito nisseno a poco a poco si trasformò: perse il significato difensivo per cui era stato creato e divenne un picchetto d'onore, invitato a schierarsi ogni qual volta vi era qualche occasione ufficiale e principalmente per la festa del patrono, San Michele, e per le solenni Quarantore.

 

In questa seconda ricorrenza, dalla sera del lunedì precedente la Pasqua sino al mercoledì mattina, per quaranta ore consecutive, l'Ostia Consacrata rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Madre. Poi a mezzogiorno il parroco usciva sul sagrato con l'Ostensorio, benediceva la cittadinanza assiepata sulla piazza principale e riponeva il Santissimo nel Tabernacolo. In quella occasione la milizia urbana, la Maestranza appunto, schierata davanti al portone della chiesa, rendeva l'onore delle armi e sparava a salve con gli archibugi. Con il passare degli anni, vennero eletti come capitani non più i nobili, ma i maestri d'arte più noti e saggi che avevano responsabilità e privilegi per la durata del loro mandato. Nel 1806 il re Ferdinando di Borbone, in visita a Caltanissetta, diede alla Maestranza il titolo di Reale, per rendere omaggio alla maestosità della sfilata.

 

La tradizione cinque-seicentesca si è consolidata e rafforzata nel tempo e la processione del Mercoledì Santo ne conserva ancora il senso. Un esercito di artigiani, (solo uomini naturalmente, perché le donne, anche se artigiane, non potevano far parte dell'esercito) vestiti rigorosamente di nero, schierati sotto le proprie insegne, guidati dal capitano in feluca e marsina e dallo scudiero, dall'alabardiere, e dai consoli delle dieci categorie artigiane, lentamente si avviano verso la Cattedrale con le bandiere abbrunate. Il capitano della Maestranza, eletto ogni anno dai componenti di una delle dieci categorie, indossa calze e guanti neri, porta un crocifisso velato in segno di penitenza. Quando il corteo giunge in Cattedrale vengono tolti i segni di lutto e la Maestranza esce con le bandiere al vento insieme al Vescovo che porta l'Eucaristia in processione solenne.

È la sintesi della Settimana Santa che la cristianità è chiamata a vivere: dalla Morte alla Resurrezione; dal lutto alla gioia; dalla Passione alla Gloria.

 

Rosanna Zaffuto Rovello

   

La sua organizzazione.

e categorie di artigiani presenti nella Maestranza erano originariamente quattro; successivamente passarono a sei; oggi sono dieci. In ordine di uscita, le categorie che hanno sfilato nella processione del 2010 con il Capitano Maestro Angelo Amico sono le seguenti:

 

Panificatori, santo protettore San Michele.

Stagnini e Idraulici, santo protettore Sant'Eligio.

Barbieri, santi protettori Cosma e Damiano.

Pittori e Decoratori, santo protettore San Luca.

Muratori, santo protettore San Vincenzo Ferreri.

Marmisti, santo protettore San Pietro.

Falegnami ed Ebanisti, santo protettore San Giuseppe.

Carpentieri e Ferraioli, con la protezione della Madonna di Loreto.

Calzolai, Pellittieri e Tappezzieri, santi protettori Crispino e Crispiniano.

Fabbri Ferrai, santo protettore Sant'Adriano di Nicomedia.

 

Il Capitano.

gnuna di queste categorie, a turno, propone ogni anno il Capitano della Real Maestranza, la figura simbolo dell'intera Settimana Santa nissena, destinato a diventare Cavaliere della Repubblica.

 

gli ha il privilegio di cingere la fascia tricolore con l'emblema della Repubblica italiana; dal 1982 riceve dal Sindaco di Caltanissetta le chiavi della città e continua a cingere la spada e a portare un Crocifisso velato durante la processione del Mercoledì Santo. Fino al 1822, egli aveva il privilegio, durante la Settimana Santa, di liberare un condannato a pena lieve, un esercizio di perdono che potrebbe essere recuperato, come è successo a Malaga (Spagna).

 

al 2000 tutte le componenti della Real Maestranza si sono riunite dando vita all' "Associazione Real Maestranza" il cui presidente attuale è Gaetano Villanucci.

   

Organigramma Ass. Real Maestranza

 

ESECUTIVO

 

Presidente attuale (Console Maggiore): Gaetano Villanucci

Vice-Presidenti: Maurizio Arcadipane e Calogero Castelli

Segretario: Agesilao Fiocco

Tesoriere: Sebastiano Garzia

Ass. Spirituale: Padre Michele Quattrocchi

  

DIRETTIVO

 

Ass. Pittori Decoratori

Gaetano Villanucci

Roberto Di Dio

Emanuele Bruccoleri

  

Ass. Fallegnami Ebanisti

Calogero Castelli

Roberto Nicosia

Massimiliano Bella

  

Ass. Idraulici Lattonieri

Maurizio Arcadipane

Angelo Palermo

Antonio Maiorana

  

Ass. Marmisti

Agesilao Fiocco

Luigi Falzone

Umberto Salerno

  

Ass. Muratori

Sebastiano Garzia

Michele Di Natale

Giuseppe Truscelli

  

Ass. Barbieri

Salvatore Diminuco

Attilio Papa

Gioacchino Ricotta

  

Ass. Panificatori

Salvatore Guagenti

Pietro Gallo

Franco Gagliano

  

Ass. Carpentieri Ferraioli

Giuseppe Tumminelli

Biagio Lacagnina

Salvatore Ciotta

  

Ass. Calzolai Tapezieri Pellettieri

Angelo Mossuto

Peregrino Francesco

Peregrino Massimo

  

Ass. Fabbri

Giuseppe Giordano

Angelo Mammana

Giuseppe Dell'Utri

  

Cerimonieri

 

Gran Cerimoniere: Gerlando Taibi

Maestro Cerimoniere: Gioacchino Ricotta

Cerimoniere Ecclesiastico: Carmelo Martorana

Resp. di Corteo: Salvatore Ciotta

Resp. di Corteo: Giovanni Lo Dico

Aiutante di Corteo : Salvatore Tumminelli

Aiutante di Corteo: Giuseppe Fiocco

  

Comitato Culturale

 

Professoressa Rossana Zaffuto (Storica)

Dottoressa Rosalba Panvini (Sovrint. B.C.A.)

Professore Antonio Vitellaro (Preside)

Avvocato Giuseppe Michele Tripisciano (Nipote dell'Artista nisseno Michele Tripisciano)

Maestro Franco Spena (Critico d'Arte)

Professore Sergio Mangiavillano (Professore)

Maestro Angelo Li Calzi (Maestro di Musica)

Architetto Walter Lo Cascio (Fotografo)

 

Fonte: www.settimanasantacaltanissetta.it

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