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strange things happens in my forest .
Quando i pioppi fanno le mele a gennaio allora tutto è chiaro !
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Per la serie personale “una foto non basta”
perché non è vero che una foto parla da sola, e nemmeno che un’immagine vale più di mille parole (sopratutto se la foto è la mia).
Perciò ogni tanto le accompagno a musiche e parole, con grande guadagno per le mie foto e piena inconsapevolezza degli autori (ma non sempre). Oggi è toccato al bellissimo album di Paolo Angeli, che gira ancora mentre scrivo, e a un racconto breve dello scrittore Alex Talàstima
non ho mai ben capito come è saltata fuori questa foto (e forse mi piace per questo). È fatta con una fotocamera stenopeica di cartone, una lunga esposizione in una notte di luna. Sembra di riconoscere le sagome di tre persone in acqua, ma giuro che eravamo sì in tre, ma seduti sulla sabbia a qualche metro dalla riva.
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LEGGENDE DEGLI ABISSI
Fossa delle Marianne, 4738 metri di profondità. Riuniti attorno alla luce di un pesce lanterna, che pende curva dalla sua testa come una lampada anni ’70, cinque o sei abitanti degli abissi stanno raccolti in cerchio a chiacchierare (o forse molti di più? Impossibile vedere nell’oscurità che si estende appena più in là). È l’ora della tregua, e parlano del più e del meno: di chi ha visto chi che faceva cosa, del riscaldamento continuo e preoccupante dei mari, di quel fattaccio successo alla collina di sedimenti.
È in occasioni come queste che, ricorrentemente, tornano a galla alcune leggende che circolano nelle profondità dei mari.
Un filone di queste è incentrato sugli esseri extramarini. Queste storie suscitano sempre le reazioni più diverse, ricevendo indifferenza da alcuni, il bollo di fantasie e sciocchezze da altri, da altri ancora il beneficio del dubbio o l’attestato di verità ormai acquisite. D’altronde l’argomento attorno al quale nuotano queste storie è vecchio quasi quanto l’oceano (ossia come il mondo), e li riporta sempre alla stessa domanda: Siamo davvero soli nell’universo? La vita si è sviluppata soltanto qui o esistono anche altri mondi? Ci sono altre forme di vita oltre a quelle acquatiche?
Di primo acchito, il senso comune e la logica spingono i pesci abissali a pensare che ciò sia impossibile, almeno nei termini e nelle forme in cui la vita è conosciuta. Nessuno riesce a sopravvivere in assenza d’acqua, nel vuoto. Eppure alcuni abitanti degli abissi non soltanto sono convinti della possibile esistenza di civiltà extramarine, sostengono addirittura che rappresentanti di queste civiltà abbiano già visitato o visitino regolarmente gli oceani. Ci sono pesci che sostengono anzi di averli visti, o di aver ascoltato una storia dal tal dei tali. Uno di questi è proprio il pesce lanterna:
“Conosco uno di alta fossa che parla con uno quei Brauysgswf (capodogli) che fanno su e giù, sino ai limiti estremi del mondo abitabile: lui li ha visti con i suoi occhi.
- Pfff! “tutte uova di capodoglio!” esclama un caulophrynidae, spalancando la sua bocca enorme e agitando le spine. “Chi potrebbe sopravvivere in un ambiente tanto ostile? E se pure esistessero degli esseri capaci di vivere nell’arido ciò implica che non può averle viste qui nell’Acqua, che gli sarebbe un ambiente mortale. E poi, se una cosa del genere esistesse davvero, potrebbe essere così diversa da noi che potremmo non riconoscerlo come forma di vita”.
- “E io ti dico che non hai tutti i torti ma non hai ragione” ribatte un’anguilla pellicano: “Perché fanno come i molluschi, viaggiano dentro specie di conchiglie giganti. Dentro le conchiglie non c’è acqua e quindi possono sopravvivere. Quando ne escono per esplorare l’esterno, indossano una conchiglia più piccola.”
- “Una storia su queste conchiglie l’ho sentita anche io” interviene un echinoderma, muovendosi flessuoso come una danzatrice: “si dice che 20 cicli fa, nella fossa di Ghaull ne sia affondata una. Il lumaca che abita nella striscia lavica dice che vi si possono vedere ancora i resti, schiacciati dalla pressione”.
- “ Sì, sì, peccato che a quella profondità possano andare a vederla giusto i pesci lumaca. Tzé! Lo sanno tutti che la maggior parte di loro ha il cervello ridotto in pappa per la pressione. Un giorno ne ho visto uno che tentava di mangiarsi una roccia e poi di accucciarsi dentro le bocca di un inghiottitore nero, credendo fosse un bell’anfratto in cui nascondersi”.
- “Io ne conoscevo personalmente uno. Questo sosteneva di comunicare con una Sirena che ogni terza marea gli appariva dentro una grotta”.
- “Va bene, va bene, lo sappiamo che molti di quelli che vedono gli extra-marini sono fulminati come lamprede, ma questo al massimo basta a invalidare le loro storie particolari, non la questione generale!”
- “E poi, se vogliamo parlare di leggende e storie strane, ce ne sono molte altre, mica solo quelle raccontate dai pesci lumaca”
- “Tipo?” (chiede un diretmus argenteus, spalancando i sui occhi enormi)
- “Beh, tutte quelle di avvistamenti, di ritrovamenti di oggetti mai visti prima, cose e materiali che non ci sono nel nostro mondo e di… rapimenti.”
- “Vero...”, conferma un Melanoceto, “ci sono pesci che sostengono di essere stati trascinati improvvisamente verso l’arido dagli extramarini, finendo nelle loro navi. Dicono che c’era una luce accecante e che li rivoltavano da ogni lato. Alcuni vengono rilasciati, mentre altri muoiono lì, aperti in due per essere osservati anche dentro. Ci prelevano a campione, ci studiano”.
- “Ma così siamo siamo al punto di prima” conclude un Macropinna Microstoma che ha l’espressione di uno che ha studiato tanto: “chi diamine prenderebbe come testimone affidabile un pesce che in uno schizzo si è fatto 5000 metri verso l’alto e poi ritorna qui ripressurizzato, gonfio come la campana di una medusa eccitata? Se invece qualcuno viene a raccontarmi che ha visto sparire improvvisamente verso l’alto suo fratello, gli rispondo che è più probabile che l’abbia preso uno squalo dal collare”
Al che il macropinna si accorge che proprio uno squalo dal collare ha cominciato a fissarlo con occhi bramosi, affilandosi i denti.
“Infine potrebbe essere anche vero”, conclude frettoloso, “ma prima di preoccuparvi tanto di ciò che potrebbero farci gli extramarini, forse è meglio se vi preoccupate di cosa vorrebbero farvi i marini. Dopo pochi istanti termina l’ora di tregua: la luce del pesce lanterna si spegne improvvisamente e nel buio totale si sente il rumore di un fuggi fuggi generale.
S-4x5. Homemade Pinhole; f/250, Fl;75mm, 0,30mm.
Laser-drilled pinhole by Laser Lenox, USA.
Cardboard box.
4x5 reframed.
Malbacco, Seravezza (LU), Tuscany, Italy
Kallitype print + Gold/thiourea toning
Paper: Hahnemühle Platinum Rag
(Tell me what the clouds are)
Torre Grande
Homemade 4"x5" pinhole camera + Fomapan 100 + fomadon 1+150
Kallitype print + Gold/thiourea toning
Paper: Hahnemühle Platinum Rag
realizzata con l'antica tecnica del foro stenopeico. Per chi non lo sapesse non si usa un'obiettivo ma la luce passa da un piccolo foro. Le dimensioni del foro determinano l'apertura del diaframma, che ovviamente è fisso; nel mio caso F 180. Ovviamente le esposizioni sono lunghissime, qui 25 secondi se ricordo bene in pieno giorno.
Pinhole negative on Pictorio 4x4 inches (10x10cm)
Copy with MultiOrtho Film Litho 4x5
Exposure; 2 sec.
D-76 1+4, 21°C, 7 minutes.
Original shot; Pinhole Zero image Deluxe 6x6. October 10, 2013.
Ilford Delta Pro 100 ASA. Neg. development: Caffenol C-M (+i)
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Author : © IMRE BECSI
© All rights reserved
Location of shoot :
Italy
Rimini
Time of shoot :
2014. 06.
Film : Fuji FP-100C Color Instant
Format: 3.25 x 4.25 in. (8.5 x 10.8 cm) "Regular Size" pack film
Image Area: 2.88 x 3.75 in. (7.3 x 9.5 cm)
The camera :
Body is a Film Back Adapter Plate from a Polaroid 203 camera
- focus : 33 mm
- pinhole : 0,25 mm (Lenox Laser)
- diaphragm : 132
Film back from my Polaroid 600se camera.
Shutter and Pinhole holder is a "pu(s)h" from Dr. Kai Fuhrmann with filter thread (homemade).
Picture from the camera :
www.flickr.com/photos/jonespointfilm/2837193476/in/set-72...
The parameters of camera :
(when I use 95x73 mm format instant film)
- Angle of view : 110°
- Light falloff at the corners [f/stops] : 1,8
- Resolution [lines/diagonal] : 959
Post work : (2016.07.16-17.)
Scanner : Epson Perfection 3200 Photo (60x50 cm/300 dpi)
File Size : 156450 KB (TIF)
Pixel : 8246 X 6475
Scanner software : SilverFast SE
Final work : PS
Important note:
This images are copyright protected.
Use without permission is illegal!
No reproduction in any way,
no copies,
no editing,
no publishing,
no screenshots,
no posting,
no blogging,
no transmitting downloading
or uploading without my written permission!
Thank you !
Thanks for looking !
Comments very much welcome !
camera > DeliuxTO36
Rc > 1,5 d. > 0,16mm
fl > 19mm f > 119
angle > 127°
film > Ilford FP4 125
exp > 2 min.
One day solargraphy
pinhole tin can + RC paper + Fomatol P (1+10, 15°C ) + lot of moisture and condensation
“You boys going to get somewhere, or just going?" We didn't understand his question, and it was a damned good question.”
― Jack Kerouac
Marée descendante, 5e.
Holga 120WPC. (6x9) Pinhole.
Photo location; Portneuf, Québec, Canada.
Film used; Fuji Provia 100f.
Filtre; ND6
Exposure time: 6 secondes.
Camera : #pinholecamera #paperpin635 (d:0.3mm, F:27mm, f/90)
Film : #kodaktmax100 #madewithkodak
Exp. time : 4 min (with 4stop diy red nd filter)
Location : cinambo #bandung#jawabarat #indonesia
B de T Rouge, No.10.
f/204, Fl; 53mm, 0,26mm.
Photo location: Donnacona, Québec.
Delta 100 Pro cut at 4x4. (10,16 x 10,16 cm)
Exposure time 25 secondes. (Reciprocity+)
Development; D-76 1+3, 23 minutes.
camera > Fiugi Insta XXX (homemade pinhole, 65x100mm plane, 2 roll 135, cardboard, F214, angle of view 105°)
film > Ilford Fp4 plus expired
exposure > 7sec (1/30 @ F22)
development > FX1 1+1+8 16min (homemade soup, tank)
scanned > Epson V600 (800dpi) reduced and toned with Photoscape
Zeroimage (6x9) f/235.
Film used; Across 100 Neopan.
Push one stop. (200 asa)
Exposure time: 15 secondes.
Neg development: Caffenol CM (+i)
Scanner: Drum scan.
Photos faisant partie du livre «Pieds nus dans l'aube. Du roman au grand écran», Éditions Fides. p.77
Comédiens;
L'Oncle Richard; Guy Thauvette.
Grégoire; Xavier Gaudreau-Poulin.
Félix; Justin Leyrolles-Bouchard.
Camera : pinholecamera, paperpin635 (d:0.3mm, F:27mm, f/90)
Film : kodaktmax100
Exp. time : 17 min
Location : kunst house jln. Buton, Bandung, Jawabarat, Indonesia
S-4x5. Homemade Pinhole; f/250, Fl;75mm, 0,30mm.
Laser-drilled pinhole by Laser Lenox, USA.
Cardboard box.
Photo location; Les Écureuils, Donnacona, Québec, Canada.
Film used; Fujichrome Velvia 100 ASA.
Exposure; 4 minutes 06 secondes.
Inside veranda. Cloudy. Flashlight led on iris.
www.pinterest.com/pin/425942077235828413/
Journée nuageuse. Mini studio installé dans ma véranda côté est. Tissus noirs. Modulation de la lumière grâce à des cartons et des panneaux de bois. «Flashlight led» pointée sur l'iris.