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Alegre lugar es aquel

cuando sus moradores

cuidan y siempre respetan

cuanto encuentran en él.

Adecentan el entorno

y hacen crecer arbolado

para que bajo sus hojas

los pájaros bajen sus trinos,

las palomas encuentren morada

y las personas bien acomodadas

puedan leer a su sombra

y disfrutar lo que ven.

Calma y tranquilidad

aquí es lo que se respira,

y también mucha bondad.

Agradecidos nos tienen!!

  

André Rieu - Oh Happy Day (Feat. Harlem Gospel Choir & Soweto Gospel Choir).

foto by lola testo parri67

 

Ed ora? Italiani brava gente? Scriveva qualcuno un po di tempo fa, un tempo era senza punto interrogativo, ora il dubbio è lecito, obbligatorio direi.

Celebriamo giorni delle Memoria (giustissimo non c’è che dire) ma siamo come quei vecchietti adorabili che con la memoria a breve hanno seri problemi.

Dimentichiamo ieri, stamattina, un’ora fa, e ci meravigliamo di tutto quello che ci accade attorno.

Era da un po’ che volevo scrivere sull’argomento, ci sentiamo e ci proclamiamo Paese Civile, poi?

Poi una lite condominiale sfocia in fucilate a pompa, ma non è di questo che voglio parlare, la magistratura (spero) farà luce sull’andamento dell’accaduto,quello che più mi preme, è porre l’attenzione sul fatto che ormai siamo un paese caratterizzato da una forte impronta razzista, non nascondiamoci, siamo xenofobi e non si fa nulla per porre un freno a questa tsunami di intolleranza che pervade ogni strato sociale della nostra vita quotidiana.

Si tende ormai a giustificare con la scusa della sicurezza pubblica ogni tipo di violazione dei diritti umani, si pensi alle condizioni dei CPT di Lampedusa, si pensi ai pestaggi gratuiti nei confronti di ambulanti “irregolari”.

No non siamo più brava gente, la Voce Grossa fatta nell’ultima campagna elettorale ha dato i suoi frutti, messaggi contro immigrati e rom in nome di una Sicurezza da conquistare, ha prodotto gesti inconsulti e sconsiderati, quasi giustificati dalle nostre Istituzioni.

Intanto Obama diventa presidente degli USA e noi lo definiamo “abbronzato”.

Memoria…per quello che ci pare, abbiamo dimenticato (forzatamente) quello che siamo riusciti a fare in Africa a somali e libici negli anni trenta, l’uso di armi chimiche e altre atrocità commesse, in quegli anni, contro la resistenza abissina e libica.

Le domande che si sono fatti i tedeschi sul nazismo e gli americani sulla schiavitù noi non ce li siamo posti, siamo brava gente noi!

Intanto si continuiamo a registrare crimini contro immigrati, segregazioni, sfruttamento, e altri esempi di “Civiltà” Coloniale, e si muore per strada per colpi di pistola, di fucile o addirittura bruciati su di una panchina mentre si cerca di dormire.

Ma il razzismo mica c’entra……dicono…

 

no more...

 

aglomeração antes do treino do Brasil, no Dobsonville Stadium, em Soweto

www.youtube.com/watch?v=fh5yJG7No3w

 

Eat your heart out, Option.

 

"Praeterita" and logo added in PDN.

57. Biennale d'Arte di Venezia, 2017.

 

Mohau Modisakeng è nato a Soweto nel 1986 e vive e lavora a Cape Town, Sudafrica.

  

Il padiglione sudafricano presenta una mostra bipersonale che esplora il potere distruttivo dello storytelling rispetto alle ondate di migrazione forzata passate e presenti.

 

L'intallazione "Passage" medita sullo smembramento dell'identità africana operato dalla schiavitù e sulla cancellazione permanente delle storie personali. Com'è essere visibili nella vita di tutti i giorni e tuttavia rimanere invisibili a livello della rappresentazione culturale, politica o economica.

bcuc 4 grupo creado en la localidad sudafricana de Soweto está compuesto Kgomotso, Hloni, Jovi, Luja, Skhumba y Lerato. Ellos se consideran más un movimiento humano que un grupo.

BCUC es una banda mezcla de la pasión, el funk y el ritmo. Como ingredientes instrumentales principales presentan un silbato tradicional, la percusión y una guitarra. La voz combativa de Jovi, junto con el rap de Luja y Hloni y la voz dulce y clara Kgomotso - única mujer integrante - y los cantos de las cuatro voces juntas dan lugar a un género que ellos mismos han bautizado como "funky soul indígena".

... suena a tambor.

 

Volví a las fotos de las danzas. Buscando un latido con el que acompasar los días ... "in the name of love" ...

 

... latidos ...

 

(... ...)

Step in the Arena 2022

Eindhoven (NL)

Are you loving the weather? So much rain, sleet, snow and gloom but apparently the moss in our garden is happy!

 

Week 9 2020

©Todos os direitos reservados

Ernani Cabañas©2011

 

Fotógrafo: Ernani Cabañas

Local: Rio Vermelho

 

Exposição: Criatividade na Cor

Escolhida por: Walter Firmo

Local da Exposição: Ciranda Café - Ba

 

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Música da Foto

 

Alegria da Cidade

Ivete Sangalo

Composição: Lazzo

 

A minha pele d ébano é...

A minha alma nua

Espalhando a luz do sol

Espelhando a luz da lua (2x)

 

Tem a plumagem da noite

E a liberdade da rua

Minha pele é linguagem

E a leitura é toda sua

 

Será que você não viu

Não entendeu o meu toque

No coração da América eu sou o jazz, sou o rock

 

Eu sou parte de você, mesmo que você me negue

Na beleza do afoxé, ou no balanço no reggae

 

Eu sou o sol da Jamaica

Sou a cor da Bahia

Sou sou você e você não sabia

 

Liberdade Curuzu, Harlem, Palmares, Soweto

 

Nosso céu é todo blue e o mundo é um grande gueto

 

Apesar de tanto não

Tanta dor que nos invade, somos nós a alegria da cidade

Apesar de tanto não

Tanta marginalidade, somos nós a alegria da cidade (2x)

 

grupo creado en la localidad sudafricana de Soweto está compuesto Kgomotso, Hloni, Jovi, Luja, Skhumba y Lerato. Ellos se consideran más un movimiento humano que un grupo.

 

BCUC es una banda mezcla de la pasión, el funk y el ritmo. Como ingredientes instrumentales principales presentan un silbato tradicional, la percusión y una guitarra. La voz combativa de Jovi, junto con el rap de Luja y Hloni y la voz dulce y clara Kgomotso - única mujer integrante - y los cantos de las cuatro voces juntas dan lugar a un género que ellos mismos han bautizado como "funky soul indígena".

Photo taken May, 2019

 

Can anyone ID n the other Writers?

 

MyKiE RiZzO ...thanks for all but two of the identifications!!

 

Thanks for the additions!!!!!!!!

Nikon F100 + Tmax 400 film

85 and 35mm Nikor lenses

Sowet Kliptown

Can anyone ID the other Writers?

 

Photo taken May, 2019.

 

I put this shot up before, but I found it again in a different place and wanted to see if I could put it up . It worked.

  

MyKiE RiZzO just identified SOWET +Heper ( Tags) and BILS ( Throwy)

  

@sjonnidan in the wild! #sowet #wet #wetboy #sówetríkin #gopro #goprodreams #goproeverything #ocean #iceland #icelandair

 

11 Likes on Instagram

  

Italina scenthound (segugio) looking inside through the window. But too wet to be allowed to come in!!

And this on Xmas day!

Nikon F100 + Tmax 400 film

85 and 35mm Nikor lenses

Sowet Kliptown

youtu.be/lyjrfSs1geU

 

....Odio i delatori

E le spie di Soweto

Che ti marchiano la porta

Con un simbolo segreto ....

 

....Si vendono containers d'armi

Dai moli del Tamigi

Poi scoppiano le bombe

Per le strade di Parigi ....

  

"cantava Finardi molti anni fa....

ma cosa è cambiato?"

 

©Todos os direitos reservados

RobertoFaria©2010

Visite: www.robertofaria.com.br

robertofaria@atarde.com.br

71 9966-0470

 

Alegria da Cidade

Margareth Menezes

 

A minha pele de ébano é...

A minha alma nua

Espalhando a luz do sol

Espelhando a luz da lua...

 

Tem a plumagem da noite

E a liberdade da rua

Minha pele é linguagem

E a leitura é toda sua

 

Será que você não viu

Não entendeu o meu toque

No coração da América eu sou o jazz, sou o rock

 

Eu sou parte de você, mesmo que você me negue

Na beleza do afoxé, ou no balanço no reggae

 

Eu sou o sol da Jamaica

Sou a cor da Bahia

Sou sou você e você não sabia

 

Liberdade Curuzu, Harlem, Palmares, Soweto

 

Nosso céu é todo blue e o mundo é um grande gueto

 

Apesar de tanto não

Tanta dor que nos invade, somos nós a alegria da cidade

Apesar de tanto não

Tanta marginalidade, somos nós a alegria da cidade...

Step in the Arena 2022

Eindhoven (NL)

Soweto Gospel Choir - Ahuna Ya Tswanang Le Jesu/Kammata

youtu.be/f3UcfNTOA60

  

Lampedusa, la stagione degli sbarchi è nuovamente iniziata, grazie alle condizioni atmosferiche che sono attualmente idonee per affrontare il "viaggio della speranza".

La recente sentenza della Corte europea dei diritti umani, che ha condannato senza eccezioni le politiche italiane anti-stranieri e in particolare i respingimenti, hanno indotto le istituzioni e le autorità del nostro paese a un ripensamento rispetto al passato, anche se non pare che la pausa invernale sia servita per mettere a punto protocolli di intervento umanitario efficaci.

Almeno il centro di primo soccorso e transito di Lampedusa è nuovamente funzionante, mentre il ministero della Salute ha organizzato insieme alla Regione Sicilia e all'Istituto per la salute, le migrazioni e la povertà (Inmp), una task force formata da medici, personale sanitario e mediatori culturali, che avrà sede a Lampedusa e dovrebbe essere addestrata per fronteggiare le emergenze. Manca tuttavia, a livello internazionale, un programma di difesa dei rifugiati, un servizio di monitoraggio e soccorso attivo 24 ore su 24, in grado di evitare le ormai consuete tragedie del mare. I primi sbarchi, così, hanno già registrato cinque vittime, di cui nessun paese, nessuna organizzazione si assumono la minima responsabilità. Sono stati trovati su un gommone in deriva, a 70 miglia da Lampedusa, in mezzo a 52 compagni che sono invece sopravvissuti. Cinque bare sono allineate sul molo di Favaloro, a Lampedusa. Ma quanti altri esseri umani hanno già perso la vita durante la fuga dai paesi in crisi umanitaria o nelle acque del Mediterraneo? Quanti esseri umani sono stati fermati dalle autorità libiche - che comunque hanno sottoscritto un patto contro le migrazioni con il governo italiano - e gettati in carceri che somigliano a gironi infernali? Quante altre persone hanno trovato impossibile attraversare le terre di Libia e Tunisia, dirigendosi così verso l'Egitto - sognando di raggiungere Israele - per cadere nelle mani dei predoni del Sinai? La "rete" di collaborazione fra le nazioni esiste, ma è una rete fatta di repressione, persecuzione, negazione dei diritti umani. Nel frattempo, altre "carrette" sono in vista dell'isola pelagia, mentre Italia e Malta hanno già iniziato il loro "braccio di ferro" sulla pelle dei rifugiati, secondo il solito copione.

Nonostante la storica sentenza della Corte europea dei diritti umani, le procedure internazionali di supporto ai rifugiati hanno subito un peggioramento quasi ovunque. Emblematica la situazione in Israele, dove centinaia di migranti subsahariani prigionieri dei predoni del Sinai - vittime di tratta, tortura, stupro - ricevono, quando raggiungono lo stato ebraico, dopo aver pagato pesanti riscatti, una condanna a tre anni di detenzione, seguiti dalla deportazione, dopo processi-farsa in ambito militare. Secondo la legge gravemente lesiva dei diritti umani, approvata all'inizio di gennaio dal Knesset, anche gli attivisti umanitari che aiutano i profughi sono oggetto di persecuzione e rischiano ben 15 anni di prigione.

grupo creado en la localidad sudafricana de Soweto está compuesto Kgomotso, Hloni, Jovi, Luja, Skhumba y Lerato. Ellos se consideran más un movimiento humano que un grupo.

 

BCUC es una banda mezcla de la pasión, el funk y el ritmo. Como ingredientes instrumentales principales presentan un silbato tradicional, la percusión y una guitarra. La voz combativa de Jovi, junto con el rap de Luja y Hloni y la voz dulce y clara Kgomotso - única mujer integrante - y los cantos de las cuatro voces juntas dan lugar a un género que ellos mismos han bautizado como "funky soul indígena".

soweto baraccopoli nei pressi di nairobi Kenia

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grupo creado en la localidad sudafricana de Soweto está compuesto Kgomotso, Hloni, Jovi, Luja, Skhumba y Lerato. Ellos se consideran más un movimiento humano que un grupo.

 

BCUC es una banda mezcla de la pasión, el funk y el ritmo. Como ingredientes instrumentales principales presentan un silbato tradicional, la percusión y una guitarra. La voz combativa de Jovi, junto con el rap de Luja y Hloni y la voz dulce y clara Kgomotso - única mujer integrante - y los cantos de las cuatro voces juntas dan lugar a un género que ellos mismos han bautizado como "funky soul indígena".

los 16 inadaptados: Matias Perego - Natalia Festa - Reina Ledesma - Irina Sidorowicz - Micaela Torres - Pedro Quintans - Nacho Martinez - Tomas Corley - el Feder - Patricio Barrilet - Micaela Cerrotti - Mora Sanchez - Antolin Olgiatti - Guillermo Ruiz Diaz - Gastón Olmos - Gato Sisti Ripoll

 

www.elfeder.com.ar/lagranpandilla.htm

 

Nikon F100 + Tmax 400 film

85 and 35mm Nikor lenses

Sowet Kliptown

grupo creado en la localidad sudafricana de Soweto está compuesto Kgomotso, Hloni, Jovi, Luja, Skhumba y Lerato. Ellos se consideran más un movimiento humano que un grupo.

 

BCUC es una banda mezcla de la pasión, el funk y el ritmo. Como ingredientes instrumentales principales presentan un silbato tradicional, la percusión y una guitarra. La voz combativa de Jovi, junto con el rap de Luja y Hloni y la voz dulce y clara Kgomotso - única mujer integrante - y los cantos de las cuatro voces juntas dan lugar a un género que ellos mismos han bautizado como "funky soul indígena".

This hung on her wall. Glad to see the message getting through somewhere!

fuhr heute die Ex sowetische, Salzkammergut - Lokalbahnlok 22 mit einem Sonderzug bei Mauterndorf

Bogotá, parcela Colombia

 

Martes, 1 de enero de 2019 (noveno año de la era posterior)

 

Hola mi querida hermana, aprovecho este comienzo de año, para saludarte y desearte lo mejor en este año que comienza. No sabes lo feliz que me siento de seguir estando en Bogotá, luego de haber deambulado por otras ciudades y países que prometían mejores perspectivas personales y laborales. Por años he formado parte del triste y alegre 20% de la población colombiana que ha estado saliendo del país buscando tener mejores entradas económicas y sobreviviendo antes los embistes de la meritocracia y la dedocracia, que terminaron por escoger en los trabajos a la gente linda que venía de los mismos círculos de amiguismo.

 

Ya sabes que Bogotá es adorable y fascinante, pero a veces agota y se agota ella misma con el abominable peso de ser la ciudad capital. Ya sabes cómo es la decepción de salir y ver que las cosas son mejores para todos, pero uno no es parte de eso. Siendo esta la única ciudad de más de diez millones de habitantes de un país, el estar aislada de otras ciudades en la misma onda hace que los capitalinos se fíen de su astucia, ingenio, su inteligencia y belleza y crean que cuando quieren vender la ciudad ante el mundo, nada más tienen que recurrir a un publicista argentino que reencauche ideas y listo el asunto.

 

Bien supiste que las inmigraciones que el gobierno distrital quiso fomentar con ciudadanos de otras latitudes, hace unos años, no prosperaron. Todo terminó siendo la entrega de los recursos naturales (incluyendo aquí a las bogotanas) a los aventureros alemanes, israelitas, norteamericanos, franceses, españoles, mexicanos y de otros lugares. Ellos llegaron y en su mayoría, se dieron cuenta de lo que aquí había y encantaron con su verbo, sus laptops con una manzana, su equipos electrónicos descrestantes a nuestras mujeres. Se las llevaron y nada mejoró. Todo quedó siendo una mera idea de la globalización y la expansión de Bogotá, pero para afuera, no para adentro. Así que seguimos exportando materias primas e ideas, que a través de la red ya ofrecemos con certificados ISO 9000. Y sin duda, ha estado pasando con Andrés Caicedo lo mismo que con los discos de The Beatles: se siguen aprovechando del muerto y siguen publicando cosas de él, diciendo que son inéditas.

 

He regresado a mi ciudad natal, no sé si para cerrar un capítulo o para abrir otro. Esto de estar dando vueltas y estar pendiente de muchas cosas, hace a que a veces sienta que mis circuitos sanguíneos estén por explotar. Y eso no lo puedo permitir. El plan de salud que aún puedo pagar no contempla este tipo de situaciones. Si antes los médicos con crónometro atendían por veinte minutos, ahora nos toca esperar a los microturnos que en los centros médicos tenemos y que no duran más de cinco minutos. Así que antes de continuar con mi eterno peregrinar por calles y paisajes capitalinos, te quiero contar que me dio por ordenar algunos cajones de mi habitación y encontré unos recuerdos muy viejos de mi anterior vida como personaje entregado a la música y la cultura. Aprovecho que ahora es año nuevo para mirar atrás y para no pensar ni arrepentirme del pasado. Pero si es hora de revisarlo. Dicho sea de paso, ante los recuerdos, uno no sabe cómo sentirse, justamente ahora que los objetos físicos y los soportes materiales están siendo controlados por gobiernos-empresas multinacionales del planeta.

 

Mira que encontré una curiosísima combinación de libro y disco que hace veinte años dos personajes le dieron a Bogotá y que ahora vengo a escuchar; veinte años después de haberlo tenido en mis manos. Créeme que me siento feliz, consternado y hasta estupefacto. Hacía tiempo que buscaba algo que le trajera a mi vida una emoción más allá de las que puedo comprar. Pero con esto, he vuelto a reírme como aquel joven que tenía fe en lo análogo. Cuando lo encontré, no pude evitar tener una “flashback” de recuerdos efímeros que he tratado de unir. Es complicado si, pero más complicado es poder tener donde escuchar este disco y no sé cómo sostener el libro con el que viene. Y no te quiero entonces poner en estos embistes de aquel joven que con ánimos quiere cambiar las cosas, pero como adulto solo busca la supervivencia.

 

Es que hace años dejé de tener en mis manos estas formas conocidas como discos o libros. Con esto de la desmaterialización, muchas cosas con las que crecí ya no existen, así que aún tengo que acostumbrarme a los procesos de reducción. Duré un buen rato recordando cómo era que se usaba el compact disc y casi no encuentro dónde escucharlo. La invasión de formatos descargables de la última década, me hizo abandonar cualquier esperanza en la industria discográfica y su parafernalia. Dejé de tener discos y todo pasó a ser archivos .wav o .mp3 que no caben en mis manos, si no en mis discos duros. A veces ellos se diluyen Y ni te digo la experiencia que es tocar el papel del libro. No me enredé con las hojas, pero algo tan anacrónico como es leer y ver un texto, es algo que de vez en cuando viene bien. Y ni te cuento; después de las inmolaciones de Bono, Juanes y Shakira, las causas humanitarias y de moda, no volvieron a ser lo mismo.

 

Pero bueno, sabes, escuché por fin el disco que hace veinte años publicaron Eduardo Arias y Karl Troller ayudados por Félix Riaño, llamado Transite bajo su propio riesgo. Creo que esta era una manera de recordar la gloria y la decadencia de la ciudad en la que tú y yo crecimos. Si haces un poco de memoria, cuando fuimos niños, adolescentes y adultos, ellos ya habían sido todo eso y más y habían puesto el dedo en la llaga de la seriedad capitalina. Hicieron más por este pedazo del mundo, que cientos de textos de semiólogos y teorizaciones históricas que quedaron archivadas o terminaron siendo adjuntadas a revistas y periódicos que querían buscar nuevos suscriptores.

 

Créeme que después de escuchar y leer esto, me doy cuenta que todo tiempo pasado es mejor, o en su defecto será mejor. Sé que estás viviendo afuera hace varios años. Sé que tienes aún miedo de venir a Bogotá, porque sabes que en estos años, la ciudad se volvió un lugar lleno de peligros e incertidumbres, cuando antes de eso, fue algo lindo y digno de mostrar en congresos internacionales de convivencia ciudadana y todo eso que los políticos usan como motivo para mostrar. Pero bueno, sé que si vuelves a escuchar esto y a leer el libro con el que vino, no evitarás pensar en la ciudad en la que naciste y de la cual sigues siendo parte; aún en la ausencia. Yo que he estado yendo y viniendo, siempre termino regresando. Yo que he estado saliendo, he vuelto. Y tú, que has salido, te has quedado por fuera.

 

Te dejo con esta obra, de 1999, de aquel año del pánico global del fin del mundo, por la llegada del 2000, fue un mal chiste. Superado ya el temor, no quedó más que la frustración por no tener el caos vivo, sino por seguir siendo esta la ciudad donde pasa todo, todo el tiempo, pero donde no pasa nada al fin y al cabo. Dada la jornada de ocio de la cual dispongo en este día, me de dado a la tarea de recomendarte un poco esta obra, justo cuando se que no tendrás ni las ganas o el interés en saber de qué se trata y si te causa alguna curiosidad, bien podrás pagarle a un relator oral (muy en boga por estos días) para que te cuente de que se trataba esto.

 

Veinte años atrás, Eduardo Arias y Karl Troller explotaban aún su pasión por la arqueología urbana que desde esta lejana ciudad sombría se tenía desde los años cuarenta. Si recuerdas, ellos supieron hacer de las suyas, con una publicación ya muy difícil de rastrear, conocida como Chapinero. Sus angustias y ansias artísticas sirvieron para permanecer al margen y estar en el margen del humor fino y de hacer lo que les viniera en gana en algunas ocasiones. Tu sonreíste mucho cuando te puse el disco de Horal Local por allá en 1996y si haces un poco más de memoria, por allá existió la revista Chapinero y el programa Zoociedad del cual fueron libretistas.

 

Pero basta de engolosinarte y enredarte con el pasado bien pasado. Como sé que tu ausencia de la ciudad no se recupera con mirar páginas web caducas y videos mal subidos, me toca describirte estos archivos un poco para que entiendas el contexto en el que han estado flotando por veinte años.

 

En este disco es un bello pastiche sonoro, lleno de esas plenas ideas musicales ya escuchadas, pero difícilmente reconocibles. Tanta maraña era el resultado del afán de no quedarse atrás ante la fascinación inmisericorde por esa ciudad, de la cual yo mismo me he estado dando cuenta que veinte años después, no es más que el refugio de la agonizante creatividad ahogada por la copia burda. Así que la originalidad de hace veinte años, no es más que un reencauche en esta época.

 

Basta escucharlos con El Celador, una primera canción en la que el coqueteo con el lounge es la atosigante invitación a la reflexión acerca de esas personas que aún hoy sienten que el poder está a su favor. Y si luego nos damos a la tarea de pensar qué había detrás de Sanandresito Island, no es más que seguir sintiendo que el reggae en el altiplano cundiboyacense llegó justo en caletas de contrabando que nunca se legalizaron; así que no te extrañe además si los fondos siniestros que veinte años atrás se invertían en casas, modelos y centros comerciales diez años después fueron los que vimos arder en una cooperativa económica y social llamada DMG.

 

Ay, ay, no sabes cómo me siento de viejo cuando escucho el high life de Niza Soweto; siempre supe que lo de ellos era criticar con ponzoña lo que ya enquistado estaba. Ahora que paso por ese desolado lugar de la ciudad, me doy cuenta que ese barrio siempre trajo consigo el deseo del progreso, de ser más que clase media, pero esperando permanecer seguro bajo las rejas roídas que se habían comprado en las ferreterías del Siete de Agosto. Sabes, ahora que me acuerdo, huno también algo a lo que al menos no se descacharon al promocionar. Cuando llegues a las frases de La payola de Los Marinillos, recuerda con cuidado todo lo que te conté hace años atrás acerca de ese endiablado y enfermizo sonido optimista que mercadearon como tropipop. Aquí ellos no sé cómo, nos relataban las peripecias que año tras año artistas que vinimos a conocer con nombres como: Fanny Lu, Bonka, Tinto, Fonseca, Jerau, San Alejo, Lucas Arnau, La Murdok, Wamba y otros se suponía tenían personajes listos a girar cheques para poder sonar al aire. Qué ingenuos eran ellos, o qué ingenuos seguimos siendo, cuando esta práctica no se ha acabado, ni tiene por qué acabarse. Es una sana manera de lograr llamar la atención que con el talento no se puede.

 

Cuando llegues a Bogotá, Ciudad abierta, fíjate como no es sino mirar cómo es la continuidad de la esperanza perdida. No sé cómo hacían ellos para hacer que todo el futuro desesperanzado y ruin, pero definitivamente progresista que el cine, la literatura, el clima y la vida de aquella época nos mostraban se lograra tener, aún hoy en estos tiempos. A lo mejor todo esto era tan humorístico porque no hacía sino confirmarnos cómo nuestros gobernantes bien nos han sabido mantener como peones y lacayos sin relevancia de los manejos del poder; emperadores, sacerdotes, reyes, gobiernos, dictadores, corporaciones y taxistas han hecho de las suyas en nuestras mentes y almas. Antes que olvidar, a lo mejor, la cosa es reir.

 

No quiero despedirme sin recordarte cómo las edades de oro se construyen justo cuando ya no se tienen. Y el golpe de astucia con el que se remató esta maravilla sintética fue el sonido tecno de A otro Strauss con este house. Mira que ahora que lo vuelvo a escuchar, no sé como decirte que lo que aquí se estaba haciendo, era espantar los ánimos de los que sentían que agotado el rock (pero no agotado el ánimo creativo), la música electrónica iba a capturar nuevas esperanzas en los nuevos jóvenes. Pero qué se le puede hacer. Ni el tecno, el schranz, el minimal, el house, el happy hardcore, el drum and bass y todas esas etiquetas que los que dijeron llamarse DJs dijeron programar (y que en el 95% de las ocasiones no sabían pronunciar o escribir bien) lograron divertirnos tanto como esta emulación del “bacalao español”. Si a esto le añadimos que el gobierno nacional le otorgó hace unos años a Mauro Picotto, Carl Cox, DJ Tiesto, Armin Van Buren y Paul Van Dyk la Cruz de Boyacá por sus continuos aportes al desarrollo del oído y la finura en el gusto de los colombianos, te lo juro que no sé porqué este disco no tuvo mejor difusión.

 

Mira, que no sé por qué siento que ha sido inútil escribir de algo que pasó hace veinte años atrás. Te lo digo de todo corazón, ya obras como estas no se hacen, y si se llegan a hacer no sirven para nada. Antes nos dijeron que la cosa era sexo, droga y rocanrol. Luego nos atiborraron con herpes, talco y tecnopop. Y ahora, pues no sé, me encuentro con esto y no me queda más que decir que andamos en una era donde todo es tan sano y tan amplio, que ya ser global no es ni bueno ni malo; ahora hasta la idiotización es tan bonita y tan dignificante, que hasta estas palabras terminan siéndolo.

 

Me cuentas entonces qué tal te pareció.

 

Besos, tu hermano.

 

Troller y Arias

Transite bajo su propio riesgo

MTM Discos

1999

 

1.Himno de Bogotá 1

2.El Celador

3.Sanandresito Island

4.Al Capote

5.Himno de Bogotá 2

6.Radio Taxi Mono Nuñez

7.Niza Soweto

8.El Celador (Reprise)

9.La payola de los Marinillos

10.Tierra Caliente

11.Magdalena

12.Bogotá – Ciudad Abierta

13.Himno de Bogotá – 3

14.A otro Strauss con ese house

15.La Gafa

16.Buses a todos los barrios

17.El número marcado no existe

18.A otro strauss con ese house (Danubio azul)

   

Yvison Pessoa fez parte do Quinteto em Branco e Preto. Hoje é conhecido como um dos grandes representantes do Samba de São Mateus e tem um álbum solo, "Trajetória", lançado em 2017.

 

Músico, compositor, cantor e articulador cultural, ex-integrante do Quinteto em Branco e Preto, grupo que foi considerado pela crítica como um dos mais importantes conjuntos da nova geração do samba em todo o Brasil.

 

Tem composições em parcerias com Gerson da Banda, Milbé, Zé Luis do Império, Vitor Pessoa, Everson Pessoa ,Sandoval Oliveira,Rogerinho Ângelo, Magnu Sousá, Maurílio de Oliveira, Rony King, Jarrão, Tocão, Mauricio Luandê, Chapinha, Nino Miau, entre outros.

 

Já trabalhou com grandes nomes da música brasileira como: Paulinho da Viola, Beth Carvalho, Dona Ivone Lara, Nei Lopes, Wilson Moreira, Xangô da Mangueira, Bezerra da Silva, Wilson das Neves, Osvaldinho da Cuíca, Germano Matias, Benito de Paula, Gilson de Souza, Jair Rodrigues, Maria Rita, Almir Guineto, Noite Ilustrada, Jamelão, Roberto Silva, Elton Medeiros, Monarco, Noca da Portela, Valter Alfaiate, Carlinhos Vergueiro, Nelson Rufino, Valmir Lima, Roque Ferreira, Riachão, Edil Pacheco, Moacyr Luz, Nelson Sargento, Casquinha, Jair do Cavaquinho, Fátima Guedes, Célia, Virginia Rosa, Fabiana Cozza, Zé Luis Mazziotti, Pery Ribeiro, João Nogueira, Diogo Nogueira, Guilherme de Brito, Zé Luis do Império, Ary do Cavaco, Darcy da Mangueira, Tio Hélio, Claudio Camunguelo, Velha Guarda da Mangueira, Velha Guarda do Império, Velha Guarda do Camisa Verde e Branco, Luis Grande, Barbeirinho, Marcos Diniz, Mauro Diniz, Marquinhos Satã, Elaine Machado, Deny de Lima, Dominguinhos do Estácio, Neguinho da Beija Flor, Seu Jorge, Rappin Hood, Emicida, Edy Rock (Racionais Mcs) Záfrica Brasil, Luis Carlos da Vila, Celso Viáfora, Jorge Aragão, Arlindo Cruz, Sombrinha, Zélia Duncan, Chico César, Elza Soares, Nadinho da Ilha, Paulo César Pinheiro, Eduardo Gudin, Tobias da Vai Vai, Tia Surica, Tereza Cristina, Lucinha Lins, Martinho da Vila, Dudu Nobre, Zeca Pagodinho, Paula Lima, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Maria Betânia, Ivete Sangal,Daniela Mercury, Carlinhos Brown, Olodum, Margareth Menezes, Paulo Miklos (Titãs) responsável pelo documentário “A Arte Roqueira de Noel” do qual Yvison Pessoa participou.

 

Gravou aproximadamente 12 edições do programa “Ensaio” da TV Cultura, a convite do conceituado e saudoso produtor musical Fernando Faro.

 

Foi também compositor da Comunidade Samba da Vela fundada em 2000 e um dos idealizadores do projeto Morro das Pedras em 2002 e, posteriormente, idealizador do Berço do Samba de São Mateus comunidade da qual realizou um CD em parceria com o Selo Sesc em 2007 - meses depois se apresentaram no Simphony Space em Nova York e Cleveland –EUA.

 

Apresentou-se por vários países: Angola, África do Sul, EUA, Alemanha, França, Itália, Suíça, Equador, coordenou Workshops falando sobre a história do samba, em Los Angeles (EUA) na fábrica da Remo, no bairro do Harlem (EUA), no Hotel Garshiwin (NY), Monteaux (SUIÇA), Quito (EQUADOR), Johanesburg em 2000 no Bairro de Soweto(Africa Do Sul), Lima ( Peru) e UNESP (BRASIL-SP).

Participou de Festivais Internacionais e Nacionais importantes como o de Montreux (Suíça), Vienne (FR), Latino Americano (IT), Festival de MPB Alegre (ES) Festival da TV Cultura, Primeiro festival Peru- Brasil.

 

Apresentou-se com a Orquestra Jazz Sinfônica sob a regência dos maestros João Mauricio Galindo e Cyro Pereira no Memorial da América Latina e a Orquestra Jovem Tom Jobim sob a regência do maestro Roberto Sion, ao lado da Banda Jovem do estado de São Paulo sob a regência da maestrina Monica Jardim no espetáculo Sinfonia Paulistana na sala São Paulo e no teatro São Pedro com a filarmônica Afro Brasileira, também com a Orquestra Brasileira do Auditório do Ibirapuera sob a regência dos maestros Branco e Naylor Proveta. Em dezembro de 2013 participou do espetáculo no auditório do Ibirapuera com a Banda Sinfônica do Estado de São Paulo sob a regência do maestro Sadao e roteiro de Magno Bissoli participação de Fabiana Cozza .

 

Atualmente em carreira solo, lançou em 2016 seu primeiro álbum intitulado “Trajetória”, com participação especial de Leci Brandão, Graça Braga e Velha Guarda da Camisa Verde e Branco.

 

Em carreira solo já atuou no Circuito Cultural Paulista de 2014,Virada Cultural 2014 e 2015,Praça das Artes no show dos Jornalistas Livres, se apresentou com o Coral Arte e Cultural no concerto em homenagem as Marias na Sala de Concerto da Praça das Artes, Sesc Itaquera e Sesc Santo Amaro.

 

Ministrou aulas de percussão na rede CDM da Prefeitura no bairro de São Mateus,

 

Projeto Tim de Música nas escolas da rede municipal em 2010, coordenou o projeto Tambores de São Mateus na

Associação São Mateus em Movimento no bairro de Vila Flávia, foi um dos idealizadores juntamente com Everson Pessoa da Orquestra de Samba e Choro de São Mateus, foi diretor cultural do Instituto Mwana Zambe juntamente com o professor Mauricio Luandê coordenando o curso africanidades , também é um dos diretores da ASTEC (Associação dos Sambistas,Terreiros e Comunidades do Samba de São Paulo).

 

Atualmente está a frente do Instituto de Tradição e Memória do Samba de São Mateus localizado no Jardim 9 de Julho em São Mateus.

 

Prêmios:

 

- Vencedor do Prêmio da Música Brasileira 2013 na categoria Melhor Grupo de Samba;

- Vencedor do troféu Raça Negra 2005;

- Vencedor do Troféu Samba de Bamba 2013 (Programa apresentado pela cantora Dorina na Rádio Nacional-RJ).

 

Fotos: Felipe L. Gonçalves/Brasil247

Soweto, Sudáfrica, domingo 3 de Octubre del 2010

 

*Zidane le entregó el trofeo al Tricolor en el Orlando Stadium.

*Fueron 40 Selecciones las que participaron en la justa.

 

México se coronó Campeón de la Copa de Naciones Danone, el torneo más importante a nivel infantil, que es avalado por la FIFA, arrojó a la Selección azteca como la mejor, después de que venció a Uruguay por un marcador de 2-0.

 

Teniendo el Orlando Stadium como escenario, el Tri se plantó en la cancha con suma seguridad pues en las rondas anteriores habían sido superiores en todo momento. Los niños se pararon en el césped para cantar el himno nacional mientras el orgullo los invadía como si se les saliera del pecho. El árbitro central dio el silbatazo inicial y México comenzó a marcar su destino poniéndose adelante con un gol de Hugo Aguirre.

 

Entonces, el Tri se dedicó a manejar el juego, a tener el balón y cortar los pocos avances que los uruguayos se atrevieron a realizar. México jamás perdió la ambición por eso unos minutos antes de que el encuentro terminara, los nacionales pusieron el 2-0, con un gol del ‘Tepis’ (Eduardo Casiano) y así se quedó el marcador final porque los charrúas no tuvieron la fuerza para parar el espíritu mexicano.

 

El equipo que debajo de la playera del Tri porta la de Pachuca, de inmediato explotó en júbilo porque lo que habían logrado era único para ellos, estaban en Sudáfrica peleando por ser los mejores del mundo y después de competir con 40 selecciones lo habían logrado.

 

Dirigidos por la pareja de padre e hijo del mismo nombre: Raymundo Benítez; el equipo nacional dejó en el camino a escuadras como República Checa, Túnez, Libia, Haití, Indonesia, Estados Unidos, Brasil y Uruguay.

 

La escuadra Tricolor recibió el trofeo de las manos de Zinedine Zidane, para después festejar con el astro francés mientras una lluvia de colores inundaba el Orlando Stadium.

 

Cinco años después de que México se coronara Campeón del Mundo con el Tri Sub-17 en Perú, un equipo de niños de edades que oscilan entre los 10 y 12 años logró volver a levantar una Copa para demostrarle al mundo que son los mejores.

 

En la categoría de 2009 (edades entre 11 y 13 años) la escuadra mexicana, que debajo tiene los colores del América, no contó con la misma fortuna y terminó perdiendo en la serie de tiros penales el partido que decretaba al onceavo lugar de la competencia.

  

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Soweto, Sudáfrica, domingo 3 de Octubre del 2010

 

*Zidane le entregó el trofeo al Tricolor en el Orlando Stadium.

*Fueron 40 Selecciones las que participaron en la justa.

 

México se coronó Campeón de la Copa de Naciones Danone, el torneo más importante a nivel infantil, que es avalado por la FIFA, arrojó a la Selección azteca como la mejor, después de que venció a Uruguay por un marcador de 2-0.

 

Teniendo el Orlando Stadium como escenario, el Tri se plantó en la cancha con suma seguridad pues en las rondas anteriores habían sido superiores en todo momento. Los niños se pararon en el césped para cantar el himno nacional mientras el orgullo los invadía como si se les saliera del pecho. El árbitro central dio el silbatazo inicial y México comenzó a marcar su destino poniéndose adelante con un gol de Hugo Aguirre.

 

Entonces, el Tri se dedicó a manejar el juego, a tener el balón y cortar los pocos avances que los uruguayos se atrevieron a realizar. México jamás perdió la ambición por eso unos minutos antes de que el encuentro terminara, los nacionales pusieron el 2-0, con un gol del ‘Tepis’ (Eduardo Casiano) y así se quedó el marcador final porque los charrúas no tuvieron la fuerza para parar el espíritu mexicano.

 

El equipo que debajo de la playera del Tri porta la de Pachuca, de inmediato explotó en júbilo porque lo que habían logrado era único para ellos, estaban en Sudáfrica peleando por ser los mejores del mundo y después de competir con 40 selecciones lo habían logrado.

 

Dirigidos por la pareja de padre e hijo del mismo nombre: Raymundo Benítez; el equipo nacional dejó en el camino a escuadras como República Checa, Túnez, Libia, Haití, Indonesia, Estados Unidos, Brasil y Uruguay.

 

La escuadra Tricolor recibió el trofeo de las manos de Zinedine Zidane, para después festejar con el astro francés mientras una lluvia de colores inundaba el Orlando Stadium.

 

Cinco años después de que México se coronara Campeón del Mundo con el Tri Sub-17 en Perú, un equipo de niños de edades que oscilan entre los 10 y 12 años logró volver a levantar una Copa para demostrarle al mundo que son los mejores.

 

En la categoría de 2009 (edades entre 11 y 13 años) la escuadra mexicana, que debajo tiene los colores del América, no contó con la misma fortuna y terminó perdiendo en la serie de tiros penales el partido que decretaba al onceavo lugar de la competencia.

  

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Robertinho de Paula, virtuoso chitarrista (chitarra acustica ed elelettrica), figlio del grande Irio de Paula, comincia la sua attività artistica professionistica in Italia all’età di 14 anni, con lo show "BRASIL BRASILEIRO" nel 1982. Nel 1990 comincia a suonare in vari jazz club e viene considerato uno dei maggiori giovani talenti in Italia. In Brasile ha suonato con Marcio Bahia, Luis Carlos Batera,Vittor Santos, Carlos Negreiros, Bnegão, Teresa Cristina, Seu Jorge, Marcos Suzano, Genil Castro, Ademir Junior, Henry Lentino,Vagner Tiso, Carlos Malta, Paulo Russo, Ivan Lins, Moacir Luz, Pedro Luiz, Soweto Kinsh, considerato uno dei migliori jazzisti europei,e la cantante jazz brasiliana Leila Maria ed uno dei migliori batteristi al mondo, il brasiliano Robertinho Silva. In Italia, Robertinho de Paula ha inoltre suonato in vari festival jazz internazionali come: il Castelbuono Jazz Festival, Jazz a Ariano Irpino, Seravezza Jazz, Teggiano Jazz, Padova Jazz Festival Centro Porsche, Pantelleria Jazz. Nel 2004 esce il suo primo cd, in duo con l’acclamato Irio de Paula, considerato come uno dei migliori dischi dell’anno secondo alcuni critici musicali, da cui ne è seguita una tournée in tutta Italia e in particolare a Verona, Torino, Napoli, Palermo, Ancona Cevignano di Friuli, Borgo Valsugana, San Donà di Piave, Vilminore di Scalve, Bolzano, Venezia. Nel 2007 ha suonato con Robertinho Silva al Festival internazionale Percpan insieme a musicisti quali Giovanni Hidalgo, Mino Cinelu, Marco Suzano, Menino Garay. Nel 2008 la sua carriera in Italia prosegue con vari concerti da solo (Messina, Faro dei Corsari di Sparta, Stromboli, Ancona), in trio (Padova) e con altre formazioni. Sempre nello stesso anno, ha partecipato come invitato speciale ad un concerto a Venezia del gruppo “Nossa Alma Canta” . Attualmente in Brasile affianca alla attività di docenza nel Progetto “Batucadas Brasileiras” Orquestra de Percussão Robertinho Silva, la carriera artistica con il suo trio , con il quale ha registrato il disco “Natural”, la cui uscita è prevista per fine aprile 2009. I suoi concerti proseguono di nuovo in Italia nell’inverno del 2009, in diverse formazioni, in alcuni tra i più importanti jazz club della capitale (Alexanderplatz, Music Inn, Bebop Jazz Club, 28divinoJazz). Forma un trio insieme al contrabbassista Alessio Urso e il batterista Osvaldo Mazzei ed un quartetto con Alessio e Osvaldo e la cantante Nadia Cancila, con la quale ha inciso il disco in duo “Atras da Porta”. Nel sud Italia suona al Maremare di Messina; al Falabrasil di Palermo, dove tiene anche un seminario di chitarra brasiliana e al Bohemien a Bari con il musicista Vito di Modugno nel progetto Organ Trio). Ha in progetto un lavoro discografico con il quartetto d’archi “Vertere String Quartet”. Discografia: “Retrato do Rio” – Irio de Paula, Brazilian friends “Bate-papo” – Roberto de Paula – Irio de Paula duo “Arias” - Valeria Venturini “Toque de Tambour” _Orquestra de Percussão Robertinho Silva “Atras da Porta” – Nadia Cancila – Robertinho de Paula In uscita: “Natural” – Robertinho de Paula

Soweto, Sudáfrica, domingo 3 de Octubre del 2010

 

*Zidane le entregó el trofeo al Tricolor en el Orlando Stadium.

*Fueron 40 Selecciones las que participaron en la justa.

 

México se coronó Campeón de la Copa de Naciones Danone, el torneo más importante a nivel infantil, que es avalado por la FIFA, arrojó a la Selección azteca como la mejor, después de que venció a Uruguay por un marcador de 2-0.

 

Teniendo el Orlando Stadium como escenario, el Tri se plantó en la cancha con suma seguridad pues en las rondas anteriores habían sido superiores en todo momento. Los niños se pararon en el césped para cantar el himno nacional mientras el orgullo los invadía como si se les saliera del pecho. El árbitro central dio el silbatazo inicial y México comenzó a marcar su destino poniéndose adelante con un gol de Hugo Aguirre.

 

Entonces, el Tri se dedicó a manejar el juego, a tener el balón y cortar los pocos avances que los uruguayos se atrevieron a realizar. México jamás perdió la ambición por eso unos minutos antes de que el encuentro terminara, los nacionales pusieron el 2-0, con un gol del ‘Tepis’ (Eduardo Casiano) y así se quedó el marcador final porque los charrúas no tuvieron la fuerza para parar el espíritu mexicano.

 

El equipo que debajo de la playera del Tri porta la de Pachuca, de inmediato explotó en júbilo porque lo que habían logrado era único para ellos, estaban en Sudáfrica peleando por ser los mejores del mundo y después de competir con 40 selecciones lo habían logrado.

 

Dirigidos por la pareja de padre e hijo del mismo nombre: Raymundo Benítez; el equipo nacional dejó en el camino a escuadras como República Checa, Túnez, Libia, Haití, Indonesia, Estados Unidos, Brasil y Uruguay.

 

La escuadra Tricolor recibió el trofeo de las manos de Zinedine Zidane, para después festejar con el astro francés mientras una lluvia de colores inundaba el Orlando Stadium.

 

Cinco años después de que México se coronara Campeón del Mundo con el Tri Sub-17 en Perú, un equipo de niños de edades que oscilan entre los 10 y 12 años logró volver a levantar una Copa para demostrarle al mundo que son los mejores.

 

En la categoría de 2009 (edades entre 11 y 13 años) la escuadra mexicana, que debajo tiene los colores del América, no contó con la misma fortuna y terminó perdiendo en la serie de tiros penales el partido que decretaba al onceavo lugar de la competencia.

  

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grupo creado en la localidad sudafricana de Soweto está compuesto Kgomotso, Hloni, Jovi, Luja, Skhumba y Lerato. Ellos se consideran más un movimiento humano que un grupo.

 

BCUC es una banda mezcla de la pasión, el funk y el ritmo. Como ingredientes instrumentales principales presentan un silbato tradicional, la percusión y una guitarra. La voz combativa de Jovi, junto con el rap de Luja y Hloni y la voz dulce y clara Kgomotso - única mujer integrante - y los cantos de las cuatro voces juntas dan lugar a un género que ellos mismos han bautizado como "funky soul indígena".

Soweto, Johannesburg, South Africa.

Regina Mundi catholic church in Soweto is famous in the history of resistance against apartheid. The statue was damaged by gun fire during a police raid and you can still see bullet holes in the outside of the church.

I hadn't planned to come to South Africa, but it was the cheapest route to Madagascar. I arrived after an exhausting journey via Dubai. My Mum had tearily waved goodbye to the wrong person through the tinted windows of the national express coach about 30 hours ago. My airport pick-up was no-where to be seen and it was 10pm in Johannesburg. I spent the next day recuperating and booked a 'tour of Soweto and visit to the Museum of Apartheid' for Sunday morning before I flew to Mada.

La activista saharaui viajó a África del Sur para sensibilizar a la opinión pública sobre las violaciones marroquíes de Derechos Humanos en los territorios ocupados del Sáhara Occidental.

 

En Pretoria, durante una cena en honor de la militante de Derechos Humanos, el director del departamento de África del Norte en el seno del ministerio de Asuntos Exteriores, Delarey Van Tonder, declaró que "es imposible hablar de desarrollo en África mientras uno de sus estados esté colonizado". Aminetu Haidar fue recibida por la viceministra de Asuntos Exteriores, Sue van der Merwe, y por la responsable de política internacional del Congreso Nacional Africano (ANC), Mavivi Myakayaka-Manzini, que le confirmó el total compromiso de su partido "en defender su postura de principio en favor del derecho del pueblo saharaui a la liberación y a la independencia".

 

Los numerosos encuentros y entrevistas:

 

21.06.06: Aminetu Haidar se entrevista con tres altos jueces surafricanos en la sede del Tribunal Constitucional. Los jueces T.H. Madala, Bess Nkabinde y Ngcobo Sandile expresaron su profunda preocupación con respecto al tema de la precaria situación de los Derechos Humanos en los territorios ocupados del Sáhara Occidental, y pidieron a Aminetu Haidar que siga en contacto con su Tribunal, que "continuará a partir de ahora interesada en este tema y atento a su desarrollo", declaró el juez T.H. Madala.

 

La activista saharaui fue recibida el mismo día más tarde en el Cap por la ministra de Asuntos Exteriores, Dlamini Zuma, que le confirmó de nuevo "la postura de principio de su país en favor del derecho del pueblo saharaui a la autodeterminación y a la independencia, pero también la determinación de África del Sur de tomar todas las medidas y esfuerzos necesarios para poner fin a este problema" de descolonización inacabado.

 

23.06.06: La activista saharaui habló en Pretoria, en una conferencia organizada por el Instituto surafricano para África (AISA) y el Instituto para el diálogo global (IGD), sobre la situación de los Derechos Humanos en los territorios ocupados del Sáhara Occidental. Unos treinta investigadores, profesores, universitarios y miembros del cuerpo diplomático en África del Sur asistieron a la conferencia, presentada por Chaela Bunwaree, presidenta del Departamento de investigación de la AISA. Fue después recibida por el viceministro surafricano de Asuntos Exteriores, Aziz Pahad, y se entretevistó con el presidente de la Comisión surafricana de Derechos Humanos, Narandan Jody Kollapen, en presencia del director ejecutivo, Tseliso Thipanyane, y de altos cuadros surafricanos.

 

25.06.06: Aminetu Haidar se reunió el domingo en su residencia en Cap con el presidente de las iglesias anglicanas y arzobispo del Cap, el reverendo Njongonkulu W.H. Ndungane. Visitó más tarde la antigua cárcel de Robben Island donde Nelson Mandela fue encarcelado.

 

27-28.06.06: El secretario general del Partido Comunista surafricano, Dr. Blade Nzimande, afirmó, al recibir a la activista saharaui, que el apoyo de su partido a "vuestra legítima lucha por la independencia es incondicional".

 

Al día siguiente, le tocó el turno al secretario general del Congreso Nacional Africano, Kgalema Motlanthe, que afirmó al recibir a Aminetu que la lucha del pueblo saharaui "por la libertad es la nuestra, y les debemos un apoyo total".

 

La activista saharaui firmó después en el museo Hector Petersen en Soweto (Johannesburg), un hermanamiento simbólico entre el barrio surafricano y el barrio saharaui de Maatallah, dos símbolos de la resistencia y de la lucha pacífica contra la opresión y el colonialismo en los dos países africanos.

En estos 9 años, salvo algunas(1) ocasiones, no he publicado camisetas de futbol o deportivas, pero empiezan a destacarse en manis radicales. La afición futbolera se socializa al margen de las burocracias de sus propios clubes, dándole un contenido de clase, un poco al estilo de las aficiones en el Norte. En la jornada de huelga general de 29M coincidía con un partido en el estadio del Calderón del Atleti y el Hannover, viéndose varios modelos de camis hermanando sus ciudades, y entremezclándose por la mañana con los piquetes del Sol y alrededores.

Por la tarde coincidiendo con la llegada de aficionados al estadio, fotografié también alguna cami no deportivas. Empiezo así un nuevo frente de captura de camis que ya irán apareciendo por aquí.

Santi Ochoa

 

(1)

Rayo Vallekano

Rayo Vallekano-1

BUKANEROS

BUKANEROS-1

mundialito antiracista de alkorkón 2009

2010

Fuenlabrada

Atletico de Madrí

ST PAULI

GIRONDINS

GIRONDINS-1

SOWETO

 

1 3 4 5 6 7 ••• 79 80