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“The mind is powerful. What we believe is what we manifest in our lives, so believe you are valuable, worthy, strong, loved, joyful, unique, and powerful beyond measure.”
― Alpha Woman #VirtualWorlds#SecondLife#SL#secondlifestyle#Pull#Vanity#BigGirlEvent
www.londonchicinsl.com/post/manifesting
Headpiece: Be free headpiece - Tentacio [Fameshed event - June round]
Hair: Joy - Rama Salon [Level event - June round]
Necklace: Hello Summer necklace - Piece of me
Bikini: Baddies Bikini - Urban Collection [2much event - June round]
Bag: Getaway Dolphin Bag (White) - Cold laundry [Summer school day - June round]
Pose/ Props: La Isla Bonita - Amitie
Una manifestazione nazionale mi ha permesso di realizzare questo scatto nelle campagne di Collevecchio. Nella foto un treno straordinario, diretto nella Capitale, trainato da un 656 e otto carrozze cuccette.
KCS Manifest M-VNKC-21 is still getting up to speed after a crew change at Mexico, Missouri on its way to KCS Knoche Yard. The SD70MACes are notched out as they rock along the jointed rails of the KCS Mexico Sub with 7,500 tons trailing behind.
Cause you fall in and fall away
This love is in retrograde
Fall in and fall away
I kinda think you like this
STARSET - MANIFEST
Two BNSF helper sets await their next shove at Crawford, NE on Sept. 11, 2000. One this day, four sets were being used, three with four SD40-2's and a fuel tender and one with two SD70MAC's and a fuel tender. The SD70MAC set seemed to be used primarily on manifests while the SD40-2 sets handled the unit coal trains. I was quite fond of this BNSF scheme on the SD40-2's.
Challenging myself as usual. I nearly always have difficulty creating symmetry on these type of rotation shots and tonight was no exception. Happy to be messing around in the conservatory whilst the wind and rain is coming down outside.
PDS-02432
NS 5622 leads Pittsburgh Line local NS C42 westbound through Mill Creek, Pennsylvania, along the Middle Division of the NS Pittsburgh Line.
A BNSF manifest follows along the flathead river as it rolls easily downhill towards West Glacier just ahead. Behind the mountains to Glacier National Park loom over the tight river valley.
One of the last few SP-painted AC4400CW's followed behind by a rebuilt AC44/60CW and a CN SD70M-2 lead UP train MNPNL-24 out of Bonner Spring on Main Track 1 of the UP Kansas Sub passing UP train CBTIM-23 tied down on Main Track 2.
They only have about an hour left to work, and they'll try to make it into town and hopefully meet the outbound crew, who will need to work UP's 18th St. Yard before leaving south. With the coal train tied down on 2, the Kansas Sub was basically single track from Z010 at Muncie to Z021 at Loring, which kept traffic congested as several westbounds were trying to leave town with several more eastbounds trying to make it into town.
However rough they may look, it's hard to imagine only a few "patched" Southern Pacific locomotives remain on the roster. This engine has most likely been through here many times when it was built new as the SP No. 192. 9/25/24.
A sizable Union Pacific manifest passes the empty yard tracks at Origination in Maplewood along the Altoona Subdivision. Odd to see this site without cars, so I wonder what is up. Thanks to the signaling system in Lake Elmo that tipped me off that a westbound movement was out there heading towards Saint Paul.
A long manifest train is catching some rays while gaining a little speed as he passes through Munger.
BNSF 4331 leads manifest train CSX M652 westbound through Moss Run, Virginia, along the CSX Alleghany Subdivision.
Happy 2025!
I have the photography gods to thank for this one as it seems these fogbows or white rainbows are pretty rare - I’ve lived a fair while and never stumbled over one before :^)
It was a wondrous thing really - I was walking on the mountain road in thick fog when it suddenly began to rapidly lift. I knew this copse of trees was coming up ahead and imagined it might make an interesting photo if the trees could be seen through the fog. When I got there I was using the tools I have to help me see.and gosh if this thing didn’t immediately start to manifest right before me almost perfectly framing the copse! I honestly wondered if I was imagining it at first it was all so very vague to me, foggy eyes and foggy skies. It was only there for a couple of minutes and then it disappeared along with all the blue sky as dense fog suddenly appeared from nowhere again and it remained with me the two hours all the way home. Couple of minutes either way and I would have missed it for sure…..The sun was directly behind me and I took a few photos as I really wasn’t sure if I was capturing it all and couldn’t know properly until I got home and uploaded to the big screen. Fortunately this one just about caught it all :^)
Paris. De la gare de l'est à Nation
Thousands across France have turned out for another day of protests against Macron's controversial pension reform plans.
VIcenza 02/12/2006: manifestazione nazionale contro le servitù militari e contro la guerra.
motivi: qui
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Per chi non lo sapesse...
Vicenza è salita prepotentemente alla ribalta delle cronache, negli ultimi tempi. Purtroppo non per le bellezze architettoniche o paesaggistiche che la contraddistinguono, ma perché questa città è stata scelta, all’insaputa dei suoi abitanti, per diventare lo snodo principale delle politiche militari statunitensi. L’aereoporto Dal Molin di Vicenza dovrebbe diventare, secondo gli strateghi del Pentagono, la base logistica più importante dell’esercito americano, proiettando la propria potenza di fuoco nel già martoriato Medioriente. La 173^ Airborne Brigade, attualmente dislocata tra Vicenza e la Germania, si trasformerebbe in una Unità d’Azione, pronta in poche ore a trasferirsi, armi e bagagli, nei vari scenari di guerra. Questa è la volontà dell’amministrazione Bush.
È nato un movimento che, dal basso e in maniera del tutto autonoma, si è sollevato, ha organizzato una resistenza potente a questo progetto, aprendo una contraddizione enorme alla politica “ufficiale”, quella dei partiti, di centrodestra e centrosinistra. Se il governo precedente ha lavorato sottobanco per favorire questo insediamento militare, l’attuale governo ha dimostrato ben poca voglia di contrastarlo.
Il movimento vicentino ha posto al centro della propria battaglia due aspetti fondamentali, tra loro concatenati: la tutela del territorio e dei beni comuni, lo spazio cittadino come identità collettiva, da difendere anche e soprattutto in nome delle generazioni future; in maniera altrettanto forte il no alla guerra e il rifiuto di diventare complici, più o meno consapevoli, di un meccanismo che produce lutti, tragedie e sofferenze, che rende la nostra vita quotidiana sempre più incerta e pericolosa.
(ASSEMBLEA PERMANENTE CITTADINA CONTRO LA NUOVA BASE MILITARE Vicenza, 5 novembre 2006)
Rays of light burst though the clouds as a west bound manifest waits for an east bound to clear before heading towards the east portal of the Moffat Tunnel.
Not only must this train wait for the opposing train to clear, but also for the extract fans to clear the tunnel of exhaust gasses.
Taken from E Portal Road.
milano.blogosfere.it/2008/09/omicidio-abba-tutte-le-foto-...
www.flickr.com/photos/gatto_nero/2873546804/
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dall'Unità
Milano si ferma per Abdul. La famiglia: non dimenticatelo
Dai Bastioni di Porta Venezia fino a piazza Duomo, con una sosta al muretto dove Abba e i suoi amici si incontravano ogni giorno. Milano ricorda Abdul, il diciannovenne originario del Burkina Faso ucciso una settimana fa dalle sprangate dei gestori di un locale. Ad aprire il corteo, uno striscione che recita «Abba Vive, Razzismo Stop», realizzato dai ragazzi del Comitato per non dimenticare Abba, per fermare il razzismo nato a Cernusco, il paese dove Abdul viveva, sull’onda dell’indignazione per questo omicidio su cui deve rimanere alta l’attenzione.
In testa alla manifestazione ci sono i genitori e la sorella di Abdul che venerdì in una lettera hanno rivolto un appello a partecipare al corteo: «In questi giorni per noi molto difficili – scrivono – stiamo ricevendo la solidarietà e l’affetto di tante persone e per noi questa vicinanza è molto importante perché ci aiuta a superare il dolore per un fatto inspiegabile, ci dà coraggio e non ci fa sentire soli: per questo ringraziamo tutti». Sabato bisogna esserci, dicono, «per dire che quello che è successo non deve più accadere, per dire no al razzismo, per non dimenticare».
Già, perché il rischio è che si archivi l’omicidio di Abdul come uno dei tanti, e magari si diffonda l’idea che forse un po’ Abba e i suoi amici se la sono andata a cercare. Ma l’autopsia sul corpo di Abdul ha riscontrato segni di accanimento che non hanno giustificazioni, ferite plurime inferte dall’odio verso chi è diverso. Quello che gli amici di Abdul che quella sera erano con lui raccontano da giorni. E che Fausto e Daniele Cristofoli, i due aggressori, non sono riusciti a spiegare.
La polizia ha calcolato che sono almeno settemila i partecipanti alla manifestazione. Durante il percorso, ci sono state diverse soste in cui i manifestanti si sono seduti per terra gridando «Vergogna» e chiedendo «Giustizia». Alcuni momenti di tensione si sono registrati al termine del corteo, quando alcune decine di giovani hanno iniziato a correre da piazza Duomo verso via Mengoni, per raggiungere il luogo dell'aggressione, mentre la polizia in tenuta antisommossa tentava di fermarli.
Roma, gli italo-africani in libreria: «Attenti alla nostra rabbia»
Luciana Cimino e Cesare Buquicchio
«Purtroppo l’Italia è il mio paese...». Jessica si blocca subito e si corregge. «No. Perché ho detto purtroppo? Non è vero, io adoro l’Italia. Io sono italiana. Ma non è giusto…». Jessica ha 21 anni e studia giurisprudenza. A ricordarle Capo Verde, il paese d’origine di sua madre, c’è solo il colore della pelle. Lo stesso che ha segnato il tragico destino di Abdul Guibre, il 19enne ucciso a sprangate domenica notte a Milano per il solo sospetto d’aver rubato un pacco di biscotti. Jessica ha scelto la piccola libreria Griot a Trastevere, affollata per la maratona di letture organizzata giovedì sera per ricordare "Abba", per lanciare il suo allarme. «State attenti. Attenti alla nostra rabbia - dice prendendo il microfono -. Continuano a cadere gocce che prima o poi faranno traboccare il vaso. Non tutti vogliono sempre stare zitti. Continuare ad avere pazienza, come mi diceva mia madre quando tornavo da scuola in lacrime dopo l’ennesimo insulto razzista, non basta più».
La minuscola libreria sembra una piazza. Stipate nella stanza, sedute per terra, aggrappate alle porte, centinaia di persone hanno portato il loro contributo alla serata intitolata "Nessuna aggravante!". Non soltanto una manifestazione in memoria del ragazzo sullo stile delle veglie funebri africane, ma, soprattutto, una testimonianza di sdegno per la «ricostruzione discutibile fatta dagli inquirenti che escludono la motivazione razziale dall’aggressione ad Abdul e che preoccupa tutti coloro che osservano con sgomento il crescente clima d’intolleranza in Italia». «Avevamo pensato a un sit-in - dice al pubblico Igiaba Scego, scrittrice italiana di origine somala - ma a Roma di questi tempi è difficile ottenere i permessi». Già, «di questi tempi». «C’è un clima da "Mississipi Burning" che fa tremare i polsi».
Tornano gli incubi per gli stranieri che vivono in Italia, lo ammette Jean Leonard Touadi, nato in Congo, deputato del Pd ed ex assessore alla sicurezza al Campidoglio, che dopo le letture e i canti prende la parola per introdurre il dibattito. «Ma siamo qui stasera - dice rispondendo a Jessica - proprio per evitare che quella rabbia esploda. Per evitare che un giorno uno di voi metta una bomba nella metropolitana come è successo a Londra».
«L’idea di un bianco che nella notte insegue un nero è un’angoscia che sta nella nostra memoria collettiva, è successo sempre e succede ora anche contro donne e gay». Ali Baba Faye, sociologo con un lungo passato di militanza politica, racconta di quando, qualche sera fa, passeggiando nel popoloso quartiere di Garbatella, ha visto due bianchi che lo guardavano e, per la prima volta dopo anni, ha avuto paura. «Il linguaggio è la prima forma di violenza, dovrebbero ricordarlo i media italiani, soprattutto quei grandi quotidiani che danno spazio agli sfoghi dei cittadini che hanno paura e che confessano che stanno diventando razzisti».
Qualcosa forse si è rotto nei meccanismi, mai stati semplici, di convivenza di questo paese. «Quello di Abdul non è un caso isolato - aggiunge Lakhous Amara, autore del libro "Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio", che si definisce "italo-algerino" - ma è frutto della costruzione sistematica del nemico, che sia musulmano o nero o gay». «La novità di oggi - spiega Anna Maria Rivera, antropologa - è che è avvenuta una saldatura tra razzismo istituzionale e razzismo popolare, ma la cosa che fa più paura è che a sinistra non sembra esserci abbastanza consapevolezza della deriva in cui è precipitata la società italiana».
Accoglie la critica Marcella Lucidi, ex sottosegretario all’interno con delega all’immigrazione del governo Prodi, in piedi tra il pubblico con Laura Boldrini, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati: «Dobbiamo capire cosa significhi essere cittadini in una società in cui le questioni sociali diventano penali». E Touadi si domanda «dove eravamo quando il Mediterraneo si è trasformato da luogo del dialogo in cimitero per "candidati" all’immigrazione?». «Quando sono arrivato io - continua Touadi - gli italiani dicevano "dateci tempo, l’immigrazione per noi è un fatto nuovo". Il tempo è scaduto, le seconde generazioni pretendono percorsi diversi, rischiamo l’implosione sociale». La serata in onore di Abdul non basta, ci vogliono altri momenti di riflessione, lo dice il pubblico della piccola libreria trasteverina specializzata in testi africani. Incontrarsi e parlare non basta ad Alphousseyni. Lui sta partendo per Milano per la manifestazione che ci sabato oggi alle 14.30. Ma è anche uno dei membri più attivi dell’associazione G2 che riunisce i ragazzi della "seconda generazione".
Per Giusy, «qui ci siamo ritrovati, ora c’è bisogno di una reazione». Intanto ci saranno una serie di incontri (forse a cadenza settimanale) per rinvigorire l’appannato movimento antirazzista romano e poi una grande manifestazione nazionale il 4 ottobre, che si concluderà con un concerto a piazza Venezia. A Milano sabato si andrà in piazza e a Bologna e in altre città si stanno moltiplicando le iniziative simili a quella organizzata da Griot per Abdul, un ragazzo italiano.