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Per rimanere in tema di animali alloctoni eccone uno splendido esemplare. E' una nutria (o castorino) introdotto nell'ambiente da poco oculati allevatori quando il mercato delle pellicce non tirava più, per evitare il costo del loro abbattimento hanno semplicemente aperto le gabbie, con il placet di certi animalisti.
.....ogni riferimento ai fatti accaduti in tema di trasporto marittimo (in particolare quest'estate).....è puramente voluto xD
A bordo avranno gridato ""TEEEEERRAAAAA" ??? xD
Il padiglione dell’Azerbaijan per Expo 2015 a Milano, firmato dallo studio italiano "Simmetrico".
L’edificio ha seguito criteri di ottimizzazione della qualità bio-architettonica, utilizzando tecnologie e materiali a basso consumo, completamente riciclabili”. Tra esse, spicca il louver, “pelle” di lamelle lignee ondulate che hanno la funzione di proteggere il microclima della struttura abbattendone il consumo energetico. Sempre in tema di sostenibilità, va segnalata la scelta di materiali riutilizzabili nel tempo a fine EXPO. La struttura si estendeva su tre piani per oltre mille metri quadrati complessivi. Le pareti lignee ondulate che abbracciano la struttura sferica richiamano il vento tipico del territorio azero e dei flussi culturali che lo attraversano.
...e in tema di locomotive isolate ecco un'invio di Fuorimuro che trasferisce la sua 191.002 da Genova Marittima allo Smistamento di Alessandria, classificato come LIS 74050, da dove in seguito ripartirà per qualche scalo del Nord Italia transitare nei pressi di Rocca Grimalda, lungo la linea Ovada - Alessandria in un pomeriggio di metà Maggio dal meteo altamente instabile
ZOOM TORINO...
Questa struttura è nata seguendo la filosofia che da ormai alcuni anni guida la realizzazione dei nuovi parchi faunistici e la ristrutturazione di quelli già esistenti. Gli animali osservati dal pubblico non più all’interno di gabbie o spazi comunque angusti e spogli, ma all’interno di contesti – seppur artificiali – che richiamano l’ambiente che li ospita in natura. Spazi più vasti, assenza di recinzioni a vista, scenografia di contorno costituita da rocce, acqua e tanto verde, per regalare agli ospiti un’esperienza di visita piacevole e allo stesso tempo ottemperare alle nuove disposizioni vigenti in tema di benessere animale.
Ecco la D146.2022 di MIR, in tema con l'anno in corso, mentre effettua una LIS dallo scalo di Alessandria Smistamento verso Voghera dopo aver fatto giro banco ad Arquata Scrivia vista la chiusura del tratto Alessandria - Tortona. Qui è ripresa in transito in uscita da Tortona mentre si dirige verso Voghera dove prenderà in carico il Chignolo Po arrivato in elettrico e lo porterà a destinazione.
rimanendo in tema rapaci (locali) questa bellissima femmina di gheppio sta controllando il suo territorio pronta a scattare al minimo rumore o movimento percepito a terra
Rimanendo sempre in tema di Pendolini di ultima generazione, tornando di nuovo alla tradizione, ancora una volta uno dei complessi ETR 610/RABe 503 con la sua stessa livrea aggiornata denominata "Johann Wolfgang Von Goethe" dedicata al nuovo collegamento Milano - Francoforte, in sosta sotto le volte della bella Milano Centrale.
...ora è il vestitino di Ernesto... E ha fatto tutto da solo!
(once it was a chinese lamp...now is Ernesto's dress...)
La foto è vecchiotta, quando era ancora un cucciolo, ma mi fa impazzire e poi è perfettamente in tema carnascialesco!
Percorsi…il caimano è tornato…
Lo spread vola, la Borsa di Milano perde: è l’effetto “matematico” della crisi di governo in corso. A questo punto è lecito chiedersi: dove sta la responsabilità che il Segretario Pdl Alfano ha rivendicato dopo aver tolto l’appoggio a Monti?
Monti ha annunciato che si dimetterà appena dopo l’approvazione della legge di stabilità, e ormai è fugata ogni incertezza sul ritorno in scena di Berlusconi. Sembrano passati anni dal vento di rinnovamento portato solo qualche settimana fa dalle primarie del centro sinistra, che hanno riavvicinato alla politica milioni di elettori. Le primarie del Pdl, tanto invocate e invidiate fino a poco tempo fa da diversi esponenti del partito di Berlusconi, oltre che dall’elettorato di centro destra, avrebbero dovuto svolgersi domenica, ma ormai nessuno ne parla più.
Come risulta chiaro dalla reazione dei mercati, il ritorno di Berlusconi preoccupa molto dentro e fuori dall’eurozona. Se dovesse tornare al Governo, il Cavaliere abbandonerebbe di certo la strada intrapresa da Monti, la cui politica economica si è sempre improntata sul rigore tanto osteggiato da Berlusconi. Lo spread, almeno, si era abbassato. E un pò di credibilità in più, sulla scena internazionale, l’Italia l’aveva riacquisita, per quanto discutibili siano stati molti provvedimenti presi dai tecnici, ad esempio in tema di lavoro. Monti ha incassato nelle ultime ore attestati di stima per il suo operato da tutti i leader europei, Merkel in testa. Basta guardare online le prime pagine dei principali quotidiani mondiali per rendersi conto di come la situazione dell’Italia abbia catturato l’attenzione: il timore è che l’uscita di scena anticipata di Monti possa ripercuotersi negativamente su tutta l’Europa. È stato proprio Monti, presente alla cerimonia di assegnazione del Nobel per la Pace all’Europa, a dire che le reazioni dei mercati non vanno drammatizzate. E ad affermare che chiunque vincerà le elezioni avrà la responsabilità di mantenere gli “impegni presi con l'Europa”.
“Non sto considerando questa questione in questa fase- ha risposto Monti a chi gli ha chiesto se ci sono possibilità che si candidi alla politiche. Tutti i miei sforzi - ha aggiunto - ora sono concentrati sul completamento del tempo rimanente al Governo attuale”.
È proprio rispetto agli sforzi la maggiore preoccupazione di molti degli italiani che in queste ore si chiedono per cosa hanno fatto tanti sacrifici, se il governo Monti terminerà il suo operato prima del previsto e senza varare le importanti riforme in agenda. E la legge elettorale? Saremo costretti a votare di nuovo con il Porcellum? Sembra proprio di sì. Se le cose andranno davvero così, bisognerà arrendersi all’evidenza che ancora oggi, a comandare, in Italia, è sempre Berlusconi, che addirittura apre le porte a Renzi, che nonostante tutto quello che gli si possa dire, gli risponde per le rime. Quanto alla data del voto, ancora niente di certo. Il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha indicato come possibili quelle del 17 o del 24 febbraio: dipende, comunque, da quando Napolitano scioglierà le Camere. Pare che in Lombardia e in Molise si voterà nello stesso giorno anche per il rinnovo del consiglio regionale. Come stabilito dal Tar, le regionali del Lazio si terranno invece il 3 e 4 febbraio. Cancellieri ha affermato che se il tribunale dovesse decidere per un’altra data, il Governo sarebbe felice di comprendere nell’election day anche questo voto. Accorpare le elezioni politiche con le amministrative e le regionali, ha detto il Ministro, comporterà un risparmio ingente.
Al vetriolo l’udienza odierna del Processo Ruby. È scontro tra il pm di Milano Ilda Boccassini e gli avvocati di Berlusconi Niccolò Ghedini e Piero Longo: Ruby non si è presentata in aula, e il suo legale ha detto che è all’estero e non è raggiungibile al telefono. Questa la versione del pm:
“Quest'assenza non è documentata, io non credo a quello che ci viene prospettato in udienza. È una strategia per dilatare i tempi del processo e arrivare in campagna elettorale”.
Ghedini ha replicato che non è intenzione di Berlusconi dilatare i tempi del processo, e che piuttosto quella della Procura di Milano è di accorciarli, per arrivare alla sentenza prima delle elezioni. Sembra davvero di essere tornati indietro nel tempo.
masai_simansi
Siamo a Loreo nel giugno 2012, poco prima della stazione Il convoglio storico con la 740.293 (L'ultimo a percorrere la Rovigo-Chioggia, con in spinta la D345.1041 xmpr) si appresta a transitare spedito a fianco di un passaggio a livello.
Non potrei dimenticare mai questa foto per un episodio che mi capitò molto difficile da accettare. Nel mentre cercavo una corretta posizione fotografica una delle due gambe trovò un buco fra due tronchi di legno abbandonati sotto l'erba facendomi sbattere la testa contro un ceppo di legno che avevo a fianco e procurandomi un profondo taglio sopra ad un occhio. Per quanto stordito e sanguinante scattai comunque la foto e mi diressi subito all'ospedale di Adria per fortuna vicinissimo. Un'esperienza che mi ha portato a fare alcune scelte in tema di postazioni fotografiche, da quel momento mai più improvvisate.
Loreo (RO)
02/06/2012
Foto di Andrea De Berti
In tema natalizio ecco una stella cadente direttamente sulla piazza antistante l'arena di Verona...
E' stata una bella sorpresa :-)
dipinto ad acrilico 50x70 cm
realizzato per l'estemporanea di pittura che si è tenuta a Dualchi il 05/09/2009
in tema con la "Sagra dei fichi d'india"
:-)
"una ricerca così indefinita, in mezzo a popoli tanto vari, in temi così diversi non dà certo molta sicurezza e neppure la sensazione di sapere precisamente a che cosa avete dato la caccia. ma è un modo eccellente, disorientante utile e divertente di passare una vita"
c.geertz
Beh...dopo una lunga serie a Staglieno...resto in tema!!!!
Ahahahahha!!!
(Primissima foto in RAW poi JPEG e HDR)
Mi sono preparata per ill Natale!
Notare il mascara verde abete in tema! :D
Auguri a tutti, buon Natale e buone feste!
A Montefalco ci si domanda il senso finale della scommessa fatta ormai tanti anni fa – a istinto o a capriccio – dai viticultori del territorio impegnati a far conoscere il loro prodotto costituzionalmente artigianale. Il Sagrantino nasce come vino condizionato dai luoghi, dai modi, dai limiti imposti dalla terra, dagli agricoltori che tramandano le metodologie ereditate dai padri. Metodologie, in vigna e in cantina, refrattarie alle innovazioni, basate sulle cure individuali, sulle prescrizioni familiari su come potare le viti, procedere agli innesti, ai trattamenti, sulla scelta del tempo in cui è meglio vendemmiare, pigiare diraspando o non diraspando, sul tempo in cui far fermentare, filtrare, mescolare il mosto. Oggi la musica è cambiata. Non lo immaginavano nemmeno quei pionieri che il loro vino si sarebbe così prepotentemente affermato. Perché questo successo non sfumi è importante chiedersi cosa sia mai la vitivinicoltura in Umbria. Un’opera d’arte? Un essere vivente? Una fetta di paesaggio? Una quota di mercato? Martedì scorso il sindaco Tesei e il Consorzio Produttori (150 per la precisione) hanno presentato l’annata 2011 ai giornalisti delle principali testate di settore provenienti da Giappone, Cina, Germania, Austria, Francia, Grecia, Svizzera, Danimarca, Croazia, Spagna, Regno Unito, Finlandia, Svezia, Polonia e Stati Uniti. Per dirla con il poeta, regnava un’edificante armonia per le vie del borgo, le anime a rallegrar. I produttori di Montefalco sanno fare bene la loro parte quando si tratta di ampliare lo spazio comunicativo a platee sempre più vaste. Il presidente di Assoenologi e del comitato scientifico per l’allestimento del padiglione del vino italiano ad Expo 2015, Riccardo Cotarella, nel corso di una gremita conferenza, lo ha spiegato con aria professorale (come se i produttori presenti fossero venuti a valle con la piena) che il romanticismo non porta più da nessuna parte. In verità, non si va più da nessuna parte nemmeno con l’omologazione del prodotto. I mercati sono saturi e la piattezza enologica alla lunga non paga. Il successo del Sagrantino sta soprattutto nella sua domata spigolosità, ma pur sempre di spigolosità si tratta. Le scuole di pensiero sono sempre due. L’aria, il vento, la luce, l’umidità, le pratiche agricole, l’esposizione delle vigne non è possibile razionarli fino in fondo, così come la viticultura non può essere solo quella industrializzata. O meglio, al consulente delle aziende vinicole di D’Alema e di Bruno Vespa - fiduciario del ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina - rispondiamo che il vino può essere razionalizzato solo in qualche misura, perché somiglia all’opera d’arte e come tale è una imprevedibile e misteriosa creatura biologicamente autonoma che continua a vivere trasformandosi senza sosta. Pretenderne la stabilità è pura utopia, oltre che sicuro danno. Certi vini, riconosciuti perfetti agli esami di carattere chimico e organolettico, il palato li rifiuta, perché il gradimento sfugge a qualsiasi analisi scientifica. Nessuna dimostrazione filologica potrà mai tradurre in formule la bellezza degli affreschi di Benozzo Gozzoli, per rimanere in tema. Tuttavia l’enologia montefalchese ha compiuto passi da gigante. Lo ha fatto più velocemente di quella orvietana, rispetto alla quale ha accumulato secoli di svantaggio. Il successo dell’annata 2011 è ascrivibile a due condizioni meteorologiche distinte, seppur ben integrate tra loro, come ha spiegato il Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco, Amilcare Pambuffetti. La piovosità primaverile, il clima caldo e asciutto, con temperature sopra la media, dell’estate protrattesi fino alla metà di ottobre hanno favorito la perfetta maturazione delle uve, così come il giusto equilibrio dei polifenoli, garantendo al prodotto una notevole longevità, caratteristica ormai unanimemente riconosciuta al Sagrantino. Oggi le aziende locali, sulla scia dei leader del territorio, sono consapevoli della necessità di salvaguardare l’ambiente, dell’uso razionale dell’energia e della concimazione organica. Hanno gradualmente abbandonato, senza rinnegarle, le esperienze dei padri, scegliendo l’innovazione e il cambiamento al servizio di strategie imprenditoriali sempre più mirate. Per i trattamenti in vigneto hanno addirittura protocollato nuovi macchinari. Alcune di loro stanno già riducendo il consumo di fitofarmaci mediante utilizzo di sistemi software che valutano in tempo reale lo stato fitosanitario delle viti e regolano la concentrazione della miscela di prodotto da distribuire in vigneto attraverso mappe GPS. Se gli stessi principi quest’anno fossero stati adottati negli uliveti non saremmo rimasti senza olio. Montefalco non sta con le mani in mano e presto il servizio di web assistance per la gestione ottimizzata dei vigneti, affidata ai modelli previsionali, sostituirà – grazie a stazioni meteo sperimentali (in alcune aziende già attive) – gli antiquati trattamenti a calendario, con un conseguente guadagno economico e in termini di sostenibilità ambientale. “Ccà” tra le vigne di Sagrantino “nisciun'è fesso”.
giovanni.picuti@alice.it
dal Corriere dell'Umbria del 26.2.2015
dopo una giornata trascorsa in questi meravigliosi luoghi dell'anima, prima di un'ottima cena in tema, lo spirito e la mente si ritemprano nella visione del sole che stà tramontando mentre accarezza dolcemente le colline e gli ulivi
tutto ciò che sta nel mondo acquatico m'affascina
da quando ero bimba,
adesso mi sto costruendo il mio zoo acquamarino personale
in pannolenci, feltro e materiali di riciclo.
anche la chitarra è di riciclo,
nessuno la suona più da anni,
perciò è diventata lo scivolo dei miei nuovi amichetti
quando non se ne stanno appuntati sui cappotti o sulle maglie.
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e per restare in tema di balene
I love the way that you're always surprised
Oh, to find truth in all my lies
'Cos you trust me and ignore my disguise
(Rocks and daggers - Noah and the Whale)
Uno degli ultimi acquisti in tema di autobus turistici è stato proprio questo modello della carrozzeria spagnola Ayats. Due livelli con ponte superiore scoperto, tre assi e 90 posti (per lo più seduti).
La foto ne ritrae uno con la stupenda cornice della Sagrada Familia.
L’età dell’incertezza: dal 5 all’8 maggio 2016 appunti d’autore sul nostro tempo con Lucio Caracciolo, che proprio su questo tema terrà la sua lectio, con Domenico Quirico, che a Udine presenterà in anteprima l’atteso “Esodo. Storia del nuovo Millennio”, in libreria dal 12 maggio, e con Ezio Mauro, Farhad Khosrokhavar, Stefano Allievi, Massimo Ammaniti, Igiaba Scego, Federica Angeli, Gianni Rufini, Donatella Di Cesare, Andrea Purgatori, Guido Crainz, Giampiero Dalla Zuanna, Raffaele Simone, Paola Caridi, Eva Giovannini, Philippe Van Parijs, Alessandro Leogrande, Duccio Demetrio, Vittorio Lingiardi, Loredana Lipperini, Giovanni Carrada, Pier Aldo Rovatti, Marcello Fois, Alberto Garlini, Riccardo Mazzeo, Michele Farina, Giovanni Ziccardi, Giangiacomo Nardozzi, Riccardo Staglianò, Bruno Ballardini, Chiara Volpato, Luigi Nacci, Leonardo Caffo, Giovanni La Varra, Maurizio Mori e molti altri.
A vicino/lontano 2016 la XII edizione del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani: mercoledì 20 aprile a Roma la proclamazione del vincitore. Nella cinquina finalista Martín Caparrós per “La fame” (Einaudi), Jonathan Crary per “24/7 Il capitalismo all’assalto del sonno” (Einaudi), Kamel Daoud per “Il caso Meursault” (Bompiani), Alessandro Leogrande per “La frontiera” (Feltrinelli), Lawrence Wright per “La prigione della fede” (Adelphi).
Vulnerabilità sembra essere sempre più la condizione che ci riguarda come singoli e come collettività. Vulnerabilità dunque come cifra del nostro tempo. Prenderne coscienza è utile, perché ogni consapevolezza è elemento forte sul quale si fonda una prospettiva di confronto, di incontro, di approfondimento. Da giovedì 5 a domenica 8 maggio 2016 ritorna a Udine il festival vicino/lontano, per leggere, ancora una volta, il nostro presente, grazie alle sollecitazioni della parola e del pensiero. I “dialoghi sul mondo che cambia”, in questa 12^ edizione ai nastri di partenza, trasformeranno sale e spazi cittadini in luoghi di dibattito e confronto: quasi 100 appuntamenti in quattro giorni – con alcune importanti anticipazioni – affidati a centinaia di voci: studiosi, giornalisti, scrittori, filosofi, storici, sociologi, artisti, tutti spinti dalla comune intenzione di porre e porsi domande, di coltivare l’arte del dubbio, di osservare con spirito critico per andare oltre la superficie e scandagliare il nostro “qui e ora”, ma con una prospettiva rivolta al futuro.
Nel cuore della rassegna, la serata-evento per la consegna del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, in programma sabato 7 maggio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per la regia di Gianni Cianchi. Il vincitore sarà proclamato da Angela Terzani, presidente della giuria, mercoledì 20 aprile a Roma. Tra i cinque finalisti: Martín Caparrós per “La fame” (Einaudi); Jonathan Crary per “24/7 Il capitalismo all’assalto del sonno” (Einaudi); Kamel Daoud per “Il caso Meursault” (Bompiani); Alessandro Leogrande per “La frontiera” (Feltrinelli); Lawrence Wright per “La prigione della fede” (Adelphi).
Molteplici i fili di riflessione che vicino/lontano intreccia nelle quattro giornate. Assodata la vulnerabilità del presente, sarà il direttore di LiMes, Lucio Caracciolo, nella serata inaugurale, giovedì 5 maggio, ad accompagnare il pubblico a immaginare il futuro: la sua lectio magistralis, dal titolo “L’Età dell’incertezza”, muove dagli accadimenti di uno scenario geopolitico mutevole e di complessa comprensione, per comporre, laddove possibile, la visione di ciò che verrà.
Sull’irrinunciabile tema del rapporto tra mondo islamico e Occidente interverrà il sociologo franco-iraniano Farhad Khosrokhavar, tra i massimi esperti del mondo arabo e del fondamentalismo islamico. Per comprendere il complesso fenomeno migratorio in atto, Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere Italia, sarà con Domenico Quirico, giornalista di grande spessore umano e professionale, tra gli ospiti di un confronto volto ad analizzare ragioni, caratteristiche e prospettive del flusso che investe il Vecchio Continente. Dopo il successo de Il Grande Califfato, Domenico Quirico ritorna con un libro che affronta un altro tema cruciale del nostro tempo: è la cronaca di un viaggio con i popoli migranti che si stanno riversando in Europa, il racconto in presa diretta della Grande Migrazione che sta già mutando il mondo e la storia a venire. Di immigrazione, tra indifferenza e disinformazione, si parlerà anche con Stefano Allievi, Giampiero Dalla Zuanna e Pierluigi Di Piazza. Di come i media affrontano e raccontano l’epopea dei migranti discuteranno i giornalisti Roberta Carlini e Alessandro Leogrande, quest’ultimo tra i candidati al Premio Terzani con “La frontiera”. Alla Rotta Balcanica è dedicata la mostra fotografica di Francesco Malavolta, Giulio Piscitelli, Juan Carlos Marzi, Paolo Youssef, a cura della onlus Ospiti in Arrivo, allestita al Mercato del Pesce, con appendici nelle librerie cittadine, che ospiteranno gli scatti di Michele Biasutti e Veronica Andrea Sauchelli.
Il potere e le sue menzogne, i depistaggi e le verità scomode o rimosse saranno il tema del confronto inaugurale di vicino/lontano 2016: Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia ne discuterà con il giornalista d’inchiesta Andrea Purgatori e l’inviato Valerio Pellizzari. In questa prospettiva si colloca anche la lectio sulla tortura proposta dalla filosofa Donatella Di Cesare: strumento al servizio del potere – o dei poteri? – la tortura si nutre infatti di silenzi omertosi.
Dalla legalità e dalla sua forza alle crepe che, impercettibili o manifeste, la percorrono: sul male oscuro della democrazia si confronteranno lo storico Guido Crainz, il giornalista Ezio Mauro e il linguista e saggista Raffaele Simone, insieme all’antropologo Nicola Gasbarro. Nel percorso dedicato alla legalità si inscrive anche lo storico format educativo interistituzionale ospitato da vicino/lontano, “Il piacere della legalità?”, quest’anno con la partecipazione speciale – venerdì 6 maggio – dei giornalisti Federica Angeli e Domenico Quirico, oltre che del presidente di ®Esistenza anticamorra Ciro Corona e di Pierluigi Di Piazza.
Dalla vulnerabilità del sistema in cui viviamo alle fragilità del singolo: del reddito di cittadinanza come utopia possibile, a sostegno dell’individuo, parlerà Philippe Van Parijs in una lectio che toccherà i temi della società giusta e del limite di sostenibilità della diseguaglianza. Di insicurezza e fragilità del sistema economico-finanziario discuteranno gli economisti Giangiacomo Nardozzi e Antonio Massarutto, mentre Riccardo Staglianò e Fabio Chiusi spiegheranno come web e robot, dopo globalizzazione e finanza, stiano impoverendo e cancellando la classe media. In tema di vulnerabilità, vicino/lontano porterà il focus anche sul filo che si sfrangia quando la nostra relazione con la vita sfocia nella depressione o nelle dipendenze. O quando diventa fragilità nella vecchiaia, che chiede accudimento e presenza anche da parte delle istituzioni. Il tema della “cura”– riletto tra filosofia e psicanalisi – trova spazio nell’incontro con Beatrice Bonato, Duccio Demetrio e Vittorio Lingiardi. Che il soggetto debba essere protagonista lo ricorda il filosofo Pier Aldo Rovatti, in una lectio sul mettersi in gioco, lo rilanciano Marcello Fois e Alberto Garlini nel dialogo sulla soggettività in rapporto alla scrittura creativa. In gioco oggi è anche il ruolo della famiglia, spesso in difficoltà di fronte alle nuove sfide educative: dallo psicanalista Massimo Ammaniti, e dal suo osservatorio privilegiato sull’età evolutiva, verrà un approfondimento sul difficile compito della genitorialità nelle nuove famiglie. Le paure degli adolescenti sono al centro dell’edizione 2016 del Concorso Scuole “Tiziano Terzani” – coordinato da Gianni Cianchi -, che come ogni anno coinvolge, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, tutti gli istituti della regione. E il sentimento della paura nei giovani è anche il tema di un progetto di ricerca elaborato dagli studenti del Corso di Laurea in Scienze della Formazione dell’Università di Udine, che verrà presentato tra gli eventi in anteprima del festival.
Parole utili per comunicare, ma anche generatrici di conflitto. Una riflessione sulla violenza verbale che corre in Rete sarà proposta da Giovanni Ziccardi e Fabio Chiusi, mentre la parola e l’immagine violenta, come elementi del marketing dell’apocalisse minacciata dall’ Isis, saranno al centro del dialogo tra Bruno Ballardini e Nicola Strizzolo. Di violenza esercitata sulle donne di ieri e di oggi parleranno Chiara Volpato, Filippo Focardi e Igiaba Scego. Quando, poi, la parola tace, è il momento del silenzio, del ritrovarsi in sé: nella viandanza, per esempio, raccontata da Luigi Nacci con una riflessione sul camminare come esercizio di sobrietà.
Pur con uno sguardo proiettato sul mondo, vicino/lontano mantiene salde le sue radici nel Friuli. Nella terra che ricorda i quarant’anni dalla notte in cui, alle 21.06, un rombo sordo squarciava il silenzio buio e faceva precipitare il Friuli nell’abisso di distruzione del suo terremoto. Quel drammatico evento sarà evocato in una mostra multimediale, KAOS ’76, voluta dal Comune di Udine e dalla Regione Friuli Venezia Giulia e organizzata da vicino/lontano. Il progetto espositivo troverà spazio nel Cinema Teatro Odeon, restituito momentaneamente alla città. La ricorrenza del sisma sarà anche un’occasione per mettere a confronto il cosiddetto “modello Friuli” con le diverse esperienze di ricostruzione in Italia – dal Belice all’Aquila: se ne faranno carico Giovanni La Varra, Bartolomeo Pietromarchi e Andrea Tagliapietra. Al centenario della nascita di padre David Maria Turoldo, cantore degli “ultimi”, è dedicata la serata speciale di lunedì 9 maggio con l’anteprima dello spettacolo concerto “Turoldo vivo. Parole e musica per un domani”, da un’idea di Giuseppe Tirelli per la regia di Giuliano Bonanni. In tema di memorie friulane, vicino/lontano 2016 ospiterà anche la presentazione in anteprima dei volumi “La notte che il Friuli andò giù” e “Affari friulani del sabato sera”, che raccoglie testi inediti di Elio Bartolini, entrambi pubblicati da Bottega Errante edizioni.
Ricchissimo il circuito di incontri nelle librerie cittadine: attualità e storia, temi da leggere e da dibattere, compongono un percorso che ribadisce il ruolo del libro e la funzione della lettura come importante momento di crescita, con una particolare attenzione per l’educazione al multilinguismo negli appuntamenti dedicati ai più piccoli, realizzati in collaborazione con l’Arlef. Ma vicino/lontano è anche parola declinata a ritmo di musica in concerti e performance, in letture animate per piccoli spettatori, in spettacoli teatrali, in mostre dove la parola si fa sintesi dell’immagine e dell’arte. Come il concerto “Vif et Rythmique” proposto tra le anteprime del festival dall’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia con uno dei più grandi clarinettisti viventi, Fabrizio Meloni, e il pianista Takahiro Yoshikawa, lo spettacolo “Ribellioni possibili” con gli allievi del terzo anno di corso della Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe e la “Suite in forma di rosa”, una produzione del Teatro Club per la drammaturgia d’ispirazione pasoliniana di Massimo Somaglino, con Mariano Bulligan, Claudia Grimaz, Nicoletta Oscuro, Massimo Somaglino e Vittorio Vella, che concluderà in San Francesco, in perfetta sintonia con il tema-chiave della manifestazione, l’edizione 2016 di vicino/lontano.
A cura di Paola Colombo e Franca Rigoni, il programma 2016 di vicino/lontano è stato elaborato nel laboratorio di idee del comitato scientifico, composto da Nicola Gasbarro (presidente), Stefano Allievi, Beatrice Bonato, Giancarlo Bosetti, Lucio Caracciolo, Fabio Chiusi, Giovanni Leghissa, Antonio Massarutto, Michele Morgante, Valerio Pellizzari, Pier Aldo Rovatti, Marco Tarchi, Angelo Vianello, Norma Zamparo e Rodolfo Zucco.
La manifestazione è organizzata dall’associazione culturale vicino/lontano. È promossa dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Udine e dalla Fondazione Crup, con il sostegno di Saf, Coop Alleanza 3.0, Banca Popolare di Cividale, Autostar, Amga, Ilcam e Biolab. Si realizza in collaborazione con Università degli Studi di Udine, ARPA-LaREA, Federfarma, Confartigianato Udine, ARLeF, Teatro Nuovo Giovanni da Udine e con numerosi altri enti, associazioni e istituzioni, tra cui: Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe, Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, CEC-Centro Espressioni Cinematografiche, Tucker Film, Teatro Club Udine, Palio Teatrale Studentesco “Città di Udine-Ciro Nigris”, Società Filologica Friulana, Società Filosofica Italiana-Sezione FVG, Multiverso, LiMes, Gruppo Historia, Pagina99, Voci Fuoricampo, Ospiti in Arrivo onlus, CSS-Teatro Stabile d’Innovazione del Friuli Venezia Giulia, Bottega Errante, Associazione culturale 0432, Istituto di Genomica Applicata, Pordenonelegge, enidUDanza, Time For Africa, Associazione Alumni della Scuola Superiore dell’Università di Udine, Scuola Lacaniana di Psicoanalisi-sezione di Udine, Associazione culturale Coro “le Colone”, Comune di Sedegliano, Cooperativa Sociale Futura onlus, Galleria Massimodeluca.
Garantiscono i premi per il Concorso Scuole Tiziano Terzani le BCC Udine, Friuli Centrale, Fiumicello, Basiliano e CrediFriuli insieme a Salani Editore, Sevi e Trudi.
La partecipazione agli eventi in programma è aperta a tutti.
Info www.vicinolontano.ittwitter @vicinolontanofb ift.tt/1VYze8q
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L'articolo 5/8 MAGGIO – vicino/lontano 2016 dialoghi sul mondo che cambia sembra essere il primo su Info FVG - News e Comunicati Stampa dal Friuli.
Si dice che il miglior compagno del formaggio sia il vino. (anche se poi l'abbinamento non è né facile, né scontato)
Poligny, capitale del Comté, è anche terra di ottimi vini. Jaune de Jura, Vin de Paille, Poulsard, Savagnin, Melon d'Arbois (Chardonnay), Pinot Noir, e poi, in cima a tutti, Chateau Chalon.
Questa è una chiesa adibita a cantina: il Caveau des Jacobins.
Parte dei guadagni derivanti dalle vendite vengono usati per il restauro di questa chiesa del XIII° secolo.
I Jacobins in questione non hanno nulla da spartire con Robespierre, ma erano una derivazione dell'ordine dei predicatori Domenicani. Nell'adiacente convento - per restare in tema - ha sede il Liceo Alberghiero, con indirizzo enocaseario, Hyacinthe Friant.
Non ho mai avuta la curiosità di bere, né di fumare o di drogarmi...
Non perché abbia qualcosa in contrario contro chi lo fa; per la verità le compagnie che ho frequentato specie da ragazzo, sono sempre state rigogliose di avvinazzati totali o tossici di primo grado, ma anche di ragazzi come me che talvolta avevano semplicemente il desiderio di vedere il mondo un po’ più a colori o un po’ più in bianconero (dipende dai gusti... e tanto per rimanere in tema fotografico).
Non li ho mai giudicati, non mi permetterei mai.
Più spesso mi chiedevo invece come mai io non provassi lo stesso tipo di smania, finanche per sperimentare almeno una volta “cosa si prova”...
Chi è che non ha mai provato una sigaretta in vita sua?
Chi è che a cena con gli amici non si è sentito almeno una volta legittimato ad alzare un po’ il gomito?
Chi è che non si è mai chiesto cosa si provasse nel fumare una canna?
Mi sento un po’ “inadeguato” a volte... spesso per la verità, specie quando le persone che mi conoscono da poco e con le quali magari mi trovo a cena fuori, mi dicono “ma come? Bevi solo coca cola?”.
Mi sento in difficoltà perché mi sembra di essere quello “perbene” che non lo fa “per principio”, perché gli hanno insegnato che non è corretto, che “non si fa”, ma invece non è così.
È che proprio mi manca la curiosità, lo stimolo.
A parte per l’alcol che invece in qualche sporadica occasione ho provato (in minime quantità) e che proprio non mi piace come gusto...
Io che in genere nella vita sono sempre stato intrepido ed avventuriero, per sta cazzo di cosa qua non riesco a far sbocciare alcun tipo di interessamento.
E dire che di canne ne ho preparate davvero un’infinità: ero diventato sino più bravo dei “tossici francobollati” della mia classe, i quali mi si litigavano come compagno di camera quando andavamo in gita perché sostenevano che ero perfetto (non rompevo le palle se fumavano ed in più mentre loro potevano fare altre cose io gli rollavo le canne... “rollavo”… eh?).
Pare che un fulmine, quando colpisce una persona gli entri dentro attraverso le cavità del cranio (naso, occhi, bocca, orecchie), scorra poi attraverso il sangue e termini il suo transito scaricandosi a terra...
Il tutto in poco più di 400 miliardesimi di secondo: un vero fulmine!
Cuore e polmoni non reggono alla scossa e si arrestano.
Soltanto che, mentre il cuore è in grado di “ripartire” da solo, per i polmoni serve per forza un sollecito che può anche genuinamente essere una respirazione bocca a bocca...
Mica tanto difficoltoso...
Forse per “darmi una botta” di tanto in tanto, potrei provare a contattare la mia amica Margherita (pusher dei tempi della scuola) e dirle se, come io allora le prestavo la mia assistenza, non ha per caso voglia di venirmi a coadiuvare in questo scimunito esperimento.
Facciamo che mi vado a bere un bel bicchiere di porto e non se ne parla più va...
Continua a piovere, dicono che la ripresa è già cominciata ma quest' anno aumenterà ancora la disoccupazione ( non mi torna molto ), le Olimpiadi sono cominciate per certo, Germania e Stati Uniti hanno platealmente espresso il loro dissenso verso la politica di Putin in tema di diritti umani e contro la recente legge omofoba, l' Italia è giunta invece con il capo chino come sempre agitando la bandierina come dicono di fare ai bambini se arrivano le autorità in visita alla scuola.
Ieri allo zoo di Copenaghen hanno ucciso davanti ai bambini Marcus, un cucciolone di 18 mesi di giraffa maschio perfettamente sano e buono come il pane. Il direttore ha spiegato ai giornalisti che Marcus era geneticamente troppo comune e non avrebbe contribuito così a migliorare la propria razza. Questo discorso mi ricorda il nazismo...ma penso anche che il direttore invece sia geneticamente superiore e quindi andrebbe conservato con cura, magari in un bel vasotto di formaldeide.
Piove e questa è la soffitta, ora l' angolo pasto della Peppa Pig che sta facendo qualche piccolo progresso con noi e soprattutto con mio figlio Dario.
Visto che sono in tema B+W e vedendo la foto di Manuel mi è venuto in mente che avevo anch'io una del Palazzo delle Poste a Locarno. Chiaramente da un'altra angolazione e forse non del tutto simmetrica.
Vanaf 1958 werden er goed geïsoleerde en gestroomlijnde caravans in Temse, België gebouwd.
Dit type, aluminium / polyester zijkanten en dak van polyester werd vanaf 1960 gemaakt. Kenmerk: laag zwaartepunt door stalen chassis met lichte , gestroomlijnde opbouw.
In 1982 ging het merk failliet en maakte een doorstrart onder de naam Mirage. In 1985 werd het verkocht aan Chateau Caravans te Budel (Nederland).
Specs of the Comet:
Manufacturer: Constructam, Krijsbaan 247, Temse, België
Lenght: 4,30 m
Width: 2,04 m
Weight: 700 Kg
Max. weight: 1000 kg
Headroom: 1,85 m
Brakes: mechanical
Tyres: 6.40 x 13
Material: outside: alloy + polyester
Other types: Corona (3.00 m), Condor (3.10 m)
Buongiorno ragazze oggi riaprono le scuole…. Dopo le Vacanze è sempre dura ripartire…. Per questo ho voluto proporre questo Outfit da perfetta studente. Lo trovo molto simpatico e Originale che ne dite?. Indosso un pantalone color blu largo e lungo leggermente sotto le ginocchia, maglia nera anche questa non troppo attillata, ma molto morbida, arricchita da un rigonfiamento leggermente sopra al gomito molto cool!!! Al collo indosso un colletto bianco con l’applicazione di 2 stampe, che raffigurano 2 rondini, molto Originale l’ idea di Nicoletta, realizzare questo capo con la possibilità di toglierlo e metterlo sopra qualsiasi tipo di abbigliamento, è possibile indossarlo anche sopra ad un vestito, per una serata elegante, a mio parere dona raffinatezza all’ Outfit. È di tendenza di questo inverno arricchire il collo con collane come ad esempio la Cocker, stretta al collo, di moda già negli anni 90, molto glamour. Si possono abbinare perfettamente a qualsiasi occasione e con qualsiasi look. Per le scarpe ho indossato, questi sandali bassi neri con applicazione di pelo sintetico, altra tendenza di questo inverno 2016/2017, sotto ai quali ho indossato dei calzetti neri, con il freddo della stagione, è impossibile non indossarli. Vi piace il mio cappello? In passato gli uomini usavano metterli, presentarsi senza significava essere fuori dalla normalità, oggi anche le donne lo hanno adottato come accessorio. Io come ho scritto nei precedenti articoli li adoro, oggi indosso una fantastica bombetta, color rosso, perfetta per l’Outfit della giornata. Come borsa ho optato per una tracolla color blu con raffigurazioni di color nero, che ricorda molto quella scolastica per rimanere in tema, però potete abbinarci perfettamente anche uno zainetto piccolo, molto di tendenza già da quest’estate. Ringrazio Nicoletta per l’ outfit è davvero fantastico!!!! Sono curiosa di sentire le vostra considerazioni….. Buona Inizio settimana a tutti e sopratutto Buona scuola….
L'articolo Idea Per Un Outfit Originale e Simpatico.... sembra essere il primo su The Shades Of Martina.
Restiamo in tema musicale con uno scatto del 2007. Festa conclusiva del Musicastrada Festival, Terricciola.
gsfp #40: una semplice istantanea da vero pigro, ma la più in tema tra le mie.
Visto da Cerreto Laghi, dovrebbe essere il Monte Cavalbianco, sul crinale Tosco-Emiliano.
Un progetto durato oltre un anno, tra mille impegni e difficoltà, che però ha portato a tante soddisfazioni.
Ogni foto che vedete fa parte di un set realizzato in tema con ciascuna delle quattro stagioni e posso garantirvi che abbiamo "sentito" e "subito" le stesse durante le varie realizzazioni!
-PRIMAVERA: siamo stati colti di sorpresa da un veloce temporale che ha praticamente distrutto tutti i fiori che avevamo portato per allestire il set. Spostandoci in un'altra zona abbiamo dovuto correre per non essere aggrediti da un branco di cani randagi.. che dire, ci siamo tenuti in allenamento :P
-ESTATE: inutile dire che abbiamo scattato in una zona di mare (nel fantastico hotel Marinagri a Policoro) con temperature che sfioravano i 40°, direi azzeccate per uno come me che superati i 5° sopra lo zero inizia a soffire di colpi di calore!
-AUTUNNO: "Amore, portiamo l'ombrello, magari rende meglio l'idea della stagione!". Mai presa decisione più saggia! Eravamo quasi alla fine dello shooting quando arriva un temporale incredibile, noi due bloccati,a piedi, in mezzo alla strada sotto questo grande ombrellone giallo, la macchina era lontana e intorno tutto allagato. Risultato? Acqua fino alle ginocchia ma tante, tante risate!
-INVERNO: Il più recente, ma forse il più complicato. Abbiamo scattato sotto una nevicata abbondante, con temperature sotto lo zero di parecchi gradi, una luce difficile e la completa mancanza di possibilità di utilizzare attrezzatura esterna alla reflex. Eravamo soli, in tutti i sensi!
Credo che la fotografia sia anche questo, sacrificio e passione, dedizione e adattamento. Solo con queste "armi" si possono abbattere tutte le difficoltà di ogni caso!
I risultati poi li lascio giudicare a voi, noi due siamo completamente soddisfatti ma soprattutto felici per le esperienze fatte insieme :)
Vorrei concludere questo post con una dedica -tratta dalla celebre canzone "‘O Surdato Nnammurato"- a questa ragazza che mi sopporta da quasi 10 anni e che è sempre disposta a seguirmi ovunque:
"A cchiù bella ‘e tutt”e bbelle,
nun è maje cchiù bella ‘e te!
Oje vita, oje vita mia…
oje core ‘e chistu core…
si’ stata ‘o primmo ammore…
e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!"
Mariangela - The Four Seasons
Donare mimose costituisce il rimedio retorico di una società maschilista che prova a scaricarsi la coscienza. Peccato che l’otto di marzo i venditori improvvisati di questi fiori raddoppino i prezzi con la stessa scaltrezza dei pusher di ombrelli, che spuntano come le lumache nei giorni di pioggia. Siamo figli di una società distratta e fin troppo liquida che ha ereditato ben poco dal disusato feticcio femminista. Del femminismo rimane solo il bombardamento politicamente corretto di quanti invocano – sebbene giustamente – le donne al governo o nei ruoli chiave delle istituzioni. Questo succede più che altro in Italia. È curioso che, a distanza di tanti anni dalla nascita dei movimenti per i diritti delle donne, nella patria di Lisistrata, la Grecia, il rivoluzionario conservatore Alexi Tsipras non si sia circondato di loro. Spesso la donna possiede, in politica come nei ruoli dirigenziali, qualità maggiori rispetto all’uomo. Lo dimostra Angela Dorothea Merkel, che dal 2005 detta legge all’Europa, dall’alto della sua carica di Cancelliere della Germania. Eppure in Italia più che per le innegabili capacità, le donne chiedono di essere valutate secondo una prestabilita quota rosa, come se si trattasse di una questione di numeri, di doverosa parità. È così che riaffiorano il malinteso e il malcontento dell’antico ragionare femminista, mentre il matrimonio gay ruba loro la scena, perché la politica rivendica sempre nuove frontiere in tema di battaglia sui diritti, specialmente ora che l’indifferenziazione sessuale è eletta a ideologia. Nel mare magnum dei diritti tutto si annacqua, diventando spunto per i social network. Tutto si fa schiamazzo indignato, che mira a una difesa dall’alto con la conseguente imposizione di una regola, quella della parità di genere nelle liste elettorali. È così che l’8 marzo diventa giornata commemorativa, museale, appunto, compravendita di mimose. L’ipocrisia e la retorica servono a ricordarci che al femminismo delle origini (inteso come sacrosanta rivendicazione dei diritti della donna, ma anche come storytelling ideologico) è subentrato un femminismo di Stato. Un femminismo dei numeri. Qualcosa di simile accadde con l’arca di Noè, ma in quel caso la parità di genere fu imposta dal ruolo naturale e inevitabile assegnato alla donna da chiunque l’abbia creata. Nel carosello delle banalità, che in fondo nascondono sempre un po’ di verità, fa tendenza affermare che le donne andrebbero onorate sempre e non un solo giorno. Lo si sente in giro, lo si legge nei social. Se l’auditorio è del genere naïf, e spesso lo è, questa verità rivelata costituisce garanzia di larga approvazione. Quanto al rametto di mimosa, fiore molto evocativo tuttavia maleodorante, può accadere che se lo regali hai la coda di paglia o nella migliore delle ipotesi ti stai nascondendo dietro uno scontato formalismo. Se non lo regali ti additano come uno sgradevole maschilista. In tema di parità sessuale siamo ancora all’età della pietra. Quello che stupisce è che tale parità si possa ottenere attraverso le leggi, e che, invece, non provenga da una rivoluzione interiore, collettiva, condivisa, delle quotidiane abitudini. Nondimeno la società ha preso finalmente atto dei diritti sacrosanti della donna. È ormai lontano lo spettro di antichi ricordi, quando le donne dovevano lottare per affermare la pari dignità tra i due sessi, dignità che oggi nessuna ragazza europea sente realmente messa in discussione. Ma il confine tra dignità e diritti è ancora incerto, mentre il rispetto, quello vero, non si acquisisce in ambito legale.
Giovanni Picuti
giovanni.picuti@alice.it
dal volume edito dal Comune di Foligno, assessorato pari opportunità in occasione della "Giornata della Donna" 2015
Studiare confezioni sempre diverse è un compito arduo, soprattutto quando la bomboniera ha già una sua scatola.
In questo caso bisognava dare meno evidenza alla scatola che non era in tema con il matrimonio, e che (detto tra noi...) non era proprio bellissima.
Ho utilizzato una carta bellissima, semi trasparente, che lasciava intravedere la marca della bomboniera, ma che nello stesso tempo dava un tono di raffinatezza che era in armonia con il portaconfetti che era stato scelto da Roberta per il suo matrimonio.
I confetti utilizzati? Perla bianca, perla al cioccolato fondente, mandorla con cioccolato bianco e caramello, Ricotta e Pera, e non poteva mancare la classica mandorla pelata di Avola senza glutine. Firma dei confetti??
Ovviamente Sulmona!
Atripalda
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Atripalda
Atripalda - Stemma
Stato: bandiera Italia
Regione: Stemma Campania
Provincia: stemma Avellino
Coordinate: 40°55′0″N 14°49′32″E / 40.91667, 14.82556Coordinate: 40°55′0″N 14°49′32″E / 40.91667, 14.82556
Altitudine: 294 m s.l.m.
Superficie: 8,53 km²
Abitanti:
11.188 1 maggio 2009 [1]
Densità: 1.317,00 ab./km²
Comuni contigui: Aiello del Sabato, Avellino, Cesinali, Manocalzati, San Potito Ultra, Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico
CAP: 83042
Pref. telefonico: 0825
Codice ISTAT: 064006
Codice catasto: A489
Nome abitanti: atripaldesi
Santo patrono: San Sabino di Avellino
Giorno festivo: 9 febbraio
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
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Il comune di Atripalda all'interno della provincia di Avellino
Atripalda è un comune italiano di 11.188 abitanti della provincia di Avellino in Campania.
Indice
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* 1 Storia di Atripalda
* 2 Personalità legate ad Atripalda
* 3 Evoluzione demografica
* 4 Amministrazione
* 5 Collegamenti esterni
* 6 Note
Storia di Atripalda [modifica]
Fu fondata, secondo ipotesi fantasiose di antichi scrittori, da Sabatio, pronipote di Noè, il quale dette il nome di Sabathia al primo insediamento umano che trovò vita lungo la vasta fascia di terra bagnata, ieri come oggi, dal corso fluviale del "Sabato", così denominato proprio in omaggio al discendente di Noé.[2]
I luoghi dove intorno all'anno mille sarebbe nato il primo nucleo di Atripalda avevano ospitato - sul pianoro tufaceo che da nord-ovest domina l'attuale centro abitato - Abellinum, un insediamento sannita, poi colonia romana sorta per volontà di Silla nell'82 a.C., poco dopo le riforme agrarie promosse dai Gracchi.
La comunità di Abellinum era prevalentemente formata da milites lassi - trapiantati da Silla tra le mura di Civita - i quali ripopolarono questo lembo di terra irpina dopo aver allontanato da essa i primi abitanti, cioè i "Sabatini" che vengono considerati i grandi antenati degli atripaldesi.
Civita fu anche il rifugio di ex legionari dell'imperatore Augusto che, come racconta Plinio, sostenne l'annessione di Abellinum all'Apulia.
In epoca successiva - tra il 220 ed il 230 d.C. - giunsero nell'antica città di Silla i veterani dell'imperatore Alessandro Severo provenienti dall'Asia Minore.
In questo vorticoso avvicendamento di popoli e di tradizioni, non tutta la primitiva gente sabatina abbandonò la terra di origine: molti indigeni, nel corso dei decenni, furono inesorabilmente assorbiti dagli Abellinati dai quali appresero la lingua latina e con i qualiconobbero momenti di splendore e di grandezza.
Crisi economiche (III e IV secolo d.C), violenti terremoti (346 d.C.), disastrose eruzioni vulcaniche (476 d.C.), invasioni di territori nel corso della guerra tra Bizantini e Goti (535-555 d.C.) e la penetrazione sull'intero territorio della Penisola dei Longobardi a partire dalla Pasqua del 568 spinsero fuori dalla mura di Abellinum la colonia romana che si trasferì laddove oggi sorge Avellino.
Civita si spense dopo secoli di vita intensamente vissuti come testimoniano le scoperte archeologiche - resti di sepolcreto, di anfiteatro, di edifici termali, di strade - che si sono susseguite nel tempo nonostante che il cemento - croce e delizia dell'urbanistica moderna - abbia tentato di archiviare per sempre l'antichità nella lunga notte dell'oblio.
Mentre sulla sponda sinistra del "Sabato" l'Abellinum sillana si era ormai fisicamente esaurita, sulla sponda opposta un re longobardo, Troppualdo, riusciva ad ottenere il riconoscimento di autonomia per la popolazione sparsa nella zona, distaccandola amministrativamente dalla vicina Avellino longobarda.
Era l'atto di nascita di Atripalda.
Atripalda trae il nome dal re longobardo che nel corso del secolo XI edificò la sua fortezza in cima ad un'altura che sovrasta la cittadina irpina.
Le rovine di questo castello rammentano il più antico atto di galanteria in Italia: è lo storico-statista Pasquale Stanislao Mancini (1817-1888) che parla nel riferire dell'ospitalità accordata in una notte d'inverno del 1254 allo svevo re Manfredi, "biondo, bello e di gentile aspetto", dai signori del maniero Marino e Corrado Capece, fedeli agli Svevi.
Il giovane re, braccato dalle truppe papaline, abbandonò Napoli diretto verso il principato di Taranto.
I signori Capece, non temendo le rappresaglie del papato, aprirono i portoni del castello al re fuggiasco.
"Il buon re Manfredi - rievoca il Mancini - educato alla gentilezza, all'amore ed alla poesia, volendo retribuire di qualche insolito onore l'ospitale accoglienza ricevuta dai fratelli Capece, fattesi venire avanti le due loro giovani spose che erano di rarissima bellezza, volle che ai suoi fianchi sedessero e seco lui familiarmente desinassero".
Dell'evento molto interessante è la testimonianza dello storico svevo Nicolai de Yansilla, al seguito di re Manfredi.
"Il costume e la superbia delle corti - si legge in Historia di questo eccezionale "cronista" - obbligava in quei tempi i sovrani a sedere soli a pranzo, escludendo rigorosamente le donne, ritenute esseri inferiori, ma il re Manfredi volle che fosse spezzata questa barbara usanza dicendo: spezzerò io questa barbaria cominciando dal dì di oggi e il castello di Tripaldo serberà memoria di me".
Dello storico castello - che lo stesso re Manfredi, in virtù di quell'atto di galanteria, immaginava come "qualche cosa di sacro per le belle italiane" delle future generazioni - oggi non restano che pietre.
Atripalda nel corso dei secoli ha conosciuto il dominio di longobardi, svevi, angioini, aragonesi, francesi, spagnoli, saraceni, greci.
Nell'epoca feudale, la città della riva del "Sabato", siamo nel 1502, divenne dominio della regina Giovanna, nipote del re spagnolo Ferdinando il Cattolico.
A distanza di dieci anni l'antica terra dei Sabatini fu ceduta per 25.000 ducati a don Alfonso Castriota, primo marchese di Atripalda dal 1513, discendente di Giorgio Castriota Scanderbeg, famoso eroe albanese nella guerra contro i Turchi.
Nel 1559, il "feudo Tripalda" passò nelle mani del nobile finanziere genovese Giacomo Pallavicini Basadonna che l'acquistò per 60.200 ducati.
Il governo del finanziere genovese servì a rafforzare l'innata vocazione al commercio degli abitanti della zona, i quali, già prima della venuta del Basadonna in questa regione dell'Irpinia, coltivavano con successo l'"arte del mercanteggiare" lungo le sponde del fiume "Sabato".
Un episodio, verificatosi nel 1560 e quindi all'epoca del Basadonna, sarebbe la dimostrazione di quanto forte sia stato l'influsso esercitato sulla popolazione residente dal nobile genovese in tema di finanze e di reperimento di risorse necessarie per la gestione del feudo: gli Atripaldesi, infatti, in quell'anno decisero di realizzare una strada "dentro la terra" per imporre il pagamento del pedaggio a quanti, per portarsi dai paesi limitrofi nel vicino capoluogo, cioè ad Avellino, dovevano attraversare il territorio di Atripalda.
Nel 1564, con rogito del notaio Bernardino Brusatori di Fermo, il Basadonna permutò il "feudo di Tripalda" con i feudi posseduti dal nobile casato di Domizio Caracciolo nel ducato di Milano, a Gallarate.
La cittadina irpina con i Caracciolo visse un periodo di grande splendore, dal 1564 fino al 1806, epoca in cui venne abolita la feudalità.
Nel ducato di Atripalda dopo Domizio, I° duca di Atripalda, della prestigiosa famiglia Caracciolo si susseguirono Marino I (1535-1591), cavaliere distintosi a Lepanto, Camillo (1563-1617), Marino II (1587-1630), Francesco Marino I (1631-1674), Marino III (1668-1720), Francesco Marino II (1688-1727), Marino Francesco I (1714-1781), Giovanni (1741-1800) e Marino Francesco II (1783-1844).
I Caracciolo, con una programmazione "rivoluzionaria", seppero incentivare le risorse dell'intera valle bagnata dal "Sabato".
Le filande, l'industria del ferro, la lavorazione del rame, della carta e della lana concorsero ad assicurare agli Atripaldesi un elevato tenore di vita - superiore a quello del vicino Capoluogo - tanto che in quel periodo non furono censiti "cittadini poveri" tra la popolazione.
Notevole impulso venne assicurato al mondo della cultura che conobbe, grazie al mecenatismo dei Caracciolo, l'Accademia degli Incerti.
Le origini di Atripalda affondano le radici anche nel sangue dei Martiri cristiani: lo Specus Martyrum, conservato all'interno della Chiesa Madre dedicata a S. Ippolisto e S. Sabino (patrono della città), è considerato uno dei maggiori monumenti dell'archeologia cristiana del Meridione.
Personalità legate ad Atripalda [modifica]
* Raffaele Aversa, Labico Roma 1906-Roma 1944. Di famiglia atripaldese, visse ad Atripalda l'infanzia e l'adolescenza. Capitano dei carabinieri, reduce dalla Russia, eseguì insieme al maggiore Giovanni Frignani, per ordine del re Vittorio Emanuele III, l'arresto di Benito Mussolini. Arrestato e torturato nel carcere di via Tasso,fu trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare.
* Alfredo Bonazzi, poeta
* Giuseppe Cammarota, nato ad Atripalda (Avellino) il 27 luglio 1764, avvocato, giustiziato a Napoli il 4 gennaio 1800 come aderente all'esperienza della repubblica napoletana del 1799
* Pellegrino Capaldo, Atripalda 1939, banchiere
* Leopoldo Cassese (Atripalda, 1901 - Salerno, 1960), storico e archivista
* Antonio Cassese, giurista di diritto internazionale
* Sabino Cassese, giurista nel campo del diritto pubblico e amministrativo
* Sabino di Avellino, vescovo
* Vittorio De Caprariis, Napoli 1924- Roma 1964. Di famiglia atripaldese, visse ad Atripalda nel 1944-45 e vi fondò la sezione del Partito d'Azione. Redattore delle riviste Nord e Sud e Il Mondo.
* Luigi Barbarito, 1922 - vivente, Nunzio apostolico.
Evoluzione demografica [modifica]
Abitanti censiti
Amministrazione [modifica]
Sindaco: Aldo Laurenzano (centrosinistra) dal 27/05/2007
Centralino del comune: 0825 615300
Posta elettronica: sindaco@comune.atripalda.av.it
Collegamenti esterni [modifica]
* Webcam Atripalda
Note [modifica]
1. ^ Dati Istat - Popolazione residente all'1/5/2009
2. ^ Questa ipotesi sarebbe da attribuire a Fra Scipione Bellabona (francescano del XVII sec.). Cfr. Antoine Laurent Castellan, Lettres sur l'Italie, Paris, Chez A. Nepveu Libraire, 1819, p 228.
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Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Atripalda"
Categoria: Comuni della provincia di Avellino
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synthesis of CsPbI perovskite materials and imaging in TEM
Courtesy of Mr. Durga Prasad Muvva , UGC-Networking Resource Centre, School of Chemistry and The Centre for Nanotechnology, University of Hyderabad
Image Details
Instrument used: Tecnai
Magnification: 71kx
Horizontal Field Width: 2
Voltage: 200kV
Spot: 1
Working Distance: 3
Detector: ccd
tá com fire in tem ass jessie?
gente, até gostei desse novo album dela mas sinceramente acho que vai flopar.
estou com pena dela porque é muito talento jogado no lixo de uma vez só
Ho rinnovato la camera da letto in tema "bianco/nero"al quale si è aggiunto casualmente il tema "natura".
visit me on www.creativititychannel.blogspot.com
Il P180 iniziò le prove in galleria del vento in Italia e negli Stati Uniti nel 1980 per finirle un anno dopo. Per sviluppare il velivolo venne attuata, a partire dal 1982, una collaborazione con la Learjet, che finì nel 1986, anno del volo del primo prototipo. Il certificato di tipo per consentire l'utilizzo del modello nello spazio aereo degli Stati Uniti d'America venne rilasciato dalla Federal Aviation Administration (FAA) nel 1990. L'intero progetto porta la paternità dell'ingegnere Alessandro Mazzoni, La prima di 12 fusoliere fu costruita nello stabilimento di Wichita nel Kansas, con parti della H&H Parts e della Plessey Midwest, e poi inviata per via aerea in Italia per l'assemblaggio finale.
L'Avanti è motorizzato con due turboeliche installate su di un'ala media, cioè posta in prossimità della mediana della fusoliera. La particolare configurazione prevede una posizione arretrata, dietro la cabina passeggeri, e un alto coefficiente di allungamento, definito come il rapporto tra l'apertura alare e la corda media. L'impennaggio è di tipo a T e sono presenti due alette fisse anteriori con angolo di diedro negativo e prive di superfici di controllo. Il velivolo viene spesso portato ad esempio come configurazione canard, ma riguardo al P180 questa dizione è impropria, in quanto le alette anteriori sono prive di superfici mobili di controllo. Queste ultime sono, infatti, di tipo convenzionale, cioè ripartite tra ala principale, stabilizzatore e equilibratore in coda.
La configurazione delle superfici alari consente a tutte e tre di fornire portanza, a differenza di quanto accade nelle altre configurazioni di velivoli, nelle quali lo stabilizzatore del piano orizzontale di coda crea una forza diretta verso il basso per contrastare il momento che tende a far abbassare la prua dell'aereo, generato dall'usuale accorgimento di porre il centro di gravità più avanzato rispetto al centro delle forze di portanza, per migliorare la stabilità dinamica longitudinale. La configurazione a tre superfici portanti è stata brevettata con il nome "Three-Lifting-Surface Configuration" (3LSC).
La configurazione propulsiva con eliche spingenti, ripresa dai modelli P-136 e P-166, nasce anche con l'obiettivo di abbassare i livelli di rumorosità in cabina, in quanto i dischi di rotazione delle eliche, causa di una consistente quantità di rumore in questo tipo di velivoli, si vengono a trovare più indietro rispetto alle zone occupate dai passeggeri. Questa scelta progettuale porta però alla generazione di una particolare impronta sonora, inconfondibilmente "acuta", all'esterno, causata dall'interferenza aerodinamica degli scarichi motore con le eliche stesse.
L'angolo di incidenza delle alette anteriori è impostato in modo da causare lo stallo aerodinamico prima che lo stesso fenomeno accada all'ala principale, producendo un effetto automatico di abbassamento del muso, che rende la perdita completa di portanza per il velivolo più difficile. La configurazione scelta, con angolo diedro negativo, deriva dalla necessità di evitare che la turbolenza causata alteri il flusso aerodinamico in entrata alle prese d'aria dei motori o che investe l'ala principale, o lo stabilizzatore orizzontale.
Una versione rinnovata, battezzata Avanti II, ha ottenuto la certificazione europea e USA nel novembre del 2005 ed è caratterizzata da numerose migliorie, progressivamente introdotte al progetto.. L'Avanti II ha tra le sue caratteristiche una nuova versione del motore PT-6, che gli consente di aumentare di 11 nodi circa la velocità massima, pur con un minor consumo di carburante. Il peso massimo al decollo è stato innalzato dalle 11 550 libbre originarie a 12 100 libbre, con significativi guadagni di carico utile ed autonomia. Il velivolo può decollare da una pista di 3.300 piedi ed ha una autonomia di 1.700 miglia
Tra le altre modifiche più significative si annovera l'adozione di una strumentazione digitale integrata, a configurazione glass cockpit, che permette di riunire su tre schermi LCD tutte le informazioni, generate dai sensori, su parametri di volo, motori, sistemi velivolo e apparati avanzati di navigazione, anticollisione (TCAS e TAWS) e comunicazione.
Il modello realizzato completamente a mano in Italia da personale specializzato è prodotto dalla ditta Piazzai Models di Arona – Novara, è in scala 1:50 e rappresenta un esemplare della Guardia Costiera Italiana.
Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera è uno dei corpi specialistici della Marina Militare e svolge compiti relativi agli usi civili del mare ed è inquadrato funzionalmente ed organizzativamente nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al quale si riconducono i suoi principali compiti istituzionali. Il Corpo, inoltre, opera in regime di dipendenza funzionale dai diversi Dicasteri, tra i quali ilMinistero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che si avvalgono della sua organizzazione e delle sue competenze specialistiche.
Tra le citate competenze, in primis, la salvaguardia della vita umana in mare, della sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, oltreché la tutela dell'ambiente marino, dei suoi ecosistemi e l'attività di vigilanza dell'intera filiera della pesca marittima, dalla tutela delle risorse a quella del consumatore finale. A queste ultime si aggiungono le ispezioni sul naviglio nazionale mercantile, da pesca e da diporto, condotta anche sulle navi mercantili estere che scalano i porti nazionali.
Il corpo - storicamente erede delle antiche magistrature del mare degli Stati preunitari italiani, alle quali era stata affidata l'amministrazione e la cura dei porti - venne istituito con l'emanazione del regio decreto 20 luglio1865, n. 2438, subito dopo l'unità d'Italia. È competente in tema di sicurezza dei porti e delle spiagge, ed anche dei commerci che ivi si svolgono e vigila su tutte le attività che si svolgono in mare e sulle pertinenze del mare.
Il servizio aereo della Guardia costiera fu attivato nel 1989. Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera, ha una flotta composta da oltre 300 unità navali di vario tipo, dislocate in 113 fra porti e approdi della penisola italiana e delle sue isole, dispone inoltre di una componente aerea formata da velivoli ad ala fissa e ala rotante stazionati presso le sedi del 1º, 2º e 3º nucleo aereo rispettivamente negli aeroporti di Sarzana-Luni, Catania Fontanarossa e Pescara Fontanelle in cui operano 7 Piaggio P.166 (codice di chiamata radio: "orca") e 3 ATR 42 MP (uno in versione 400 e due in versione 500) ("manta"). Nelle sedi di Sarzana e Catania, esistono inoltre due sezioni elicotteri rispettivamente 1a e 2a sezione elicotteri con Agusta-Bell AB 412 ("koala") e 4 nuovi AgustaWestland AW139("nemo"). Dopo la dotazione del corpo degli AgustaWestland AW139, si sta valutando la possibilità di dislocare nuovi nuclei elicotteri a Cagliari, Salerno e Pescara.