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Il 26 luglio del 1873, Martino Baretti con la guida Giuseppe Cibrario, detta Vulpot ed un alpigiano detto Pertus come portatore, raggiunge la vera vetta dell’Uja Bessanese 3604 m, fino ad allora giudicata troppo difficile da scalare. Al tempo ci si fermava al segnale Tonini 3592 m, dal nome del primo salitore, dove oggi è posta una statua della Madonna.

 

Sulla Guida dei Monti d’Italia si trova una descrizione della salita fatta dal Baretti troppo colorita ed esilarante per non riportarne un breve stralcio :

“ Il Vulpot si porta innanzi, fa levare le scarpa al Pertus e lo spinge in alto per le parti nobili che presentano ampia superficie, mentre quest’ultimo punta i piedi nudi contro la roccia; sollevato ad una certa altezza arriva ad aggrapparsi ad un qualche cosa che gli sembra solido, e , sempre sospinto dal Vulpot viene a porre il ginocchio sul ciglione superiore del canale; il Pertus si è coricato sul dorso, solidamente ancorato sporgendo i piedi dal margine superiore del canale; il Vulpot mi spinge in alto “ut supra”, punto i piedi, mi aggrappo rapidamente prima ai piedi poi alle gambe del Pertus, ed eccomi in alto….tremo dall’emozione, il sangue mi bolle, i polmoni si dilatano quasi a far scoppiare la cavità toracica,, non attendo più i compagni, arrivo all’ultimo ciglione, ed un urlo indescrivibile mi erompe dal petto, è l’urlo del selvaggio sul caduto nemico, è l’urlo del soldato quando supera la breccia; in questo grido tutte le speranze, tutti gli sconforti dell’alpinista, tutte le gioie dell’amor proprio soddisfatto; è l’urrà della vittoria !”

 

Altri tempi.....il nostro arrivo in vetta è stato molto meno funambolico, ma la soddisfazione e l’emozione sono state comunque davvero grandi.

 

Sull’esile vetta del segnale Baretti all’Uja Bessanese 3604 m in un splendida giornata di fine estate.

 

I fianchi dirupati di questa montagna furono testimoni di un singolare incidente aereo ante litteram. Nell’ottobre del 1893, una mongolfiera con 4 persone a bordo, a causa di un’improvvisa bufera andò a schiantarsi sul versante orientale. Le quattro persone a bordo, il cinquantenne capitano Charbonnet, la sua sposa diciottenne Anna Demichelis ed i sigg. Giuseppe Botto e Costantino Durando sopravvivono allo schianto, ma dopo un primo bivacco, il giorno dopo, durante la discesa sul Ghiacciaio della Bessanese, il Charbonnet precipita in un crepaccio e non può essere soccorso dai compagni privi di qualsiasi attrezzatura. Dopo un secondo bivacco, i tre superstiti raggiungono il Pian della Mussa e quando due giorni dopo i soccorsi trovano Charbonnet non possono fare altro che recuperarne la salma.

 

Quando ieri sera sono uscita, per assistere al concerto del figlio di una mia vecchia compagna di scuola, cantautore, che conosco sin da piccolo, e approfittarne per salutare la mia amica , mi ero un po' stupita per il movimento di gente in centro città.

Non mi ricordavo che era la festa di San Giovanni, patrono di Genova.

Al ritorno , anche nella mia via, un po' in collina, il piccolo baretto ( due metri quadri, con un tavolino e qualche sedia sul marciapiede), era molto animato, con un gran vociare di gente.

I bicchieri erano anche sul tetto delle auto parcheggiate nella via.

Mi spiace un po' non aver assistito al grande falò, che è una tradizione ( ricordo i piccoli falò, per strada, in periferia, di quando ero bambina), perché ad un certo punto sono tornata a casa : assistere allo spettacolo dei 'Trilli', un gruppo musicale, non mi interessava.

Sarà magari per il prossimo anno, magari partecipando anche al Ghost Tour, un giro guidato nei misteriosi vicoli della città.

Anche se il simbolo di Genova è San Giorgio, con la sua bandiera bianca con la croce rossa, San Giovanni Battista è il suo patrono sin dal 1300 : è il protettore delle navi nelle tempeste e la leggenda racconta di alcuni miracoli a questo proposito.

La città è in festa, ma io non lo ho mai festeggiato, perché gli insegnanti, periodo d'esami, quel giorno lavorano.

 

The night of St John the Baptist , patron saint of Genoa

 

.... Sul tetto di una macchina...

Let us read a poem together...

For you my love

 

If thou must love me, let it be for nought

Except for love's sake only. Do not say

I love her for her smile ... her look ... her way

Of speaking gently, ... for a trick of thought

That falls in well with mine, and certes brought

A sense of pleasant ease on such a day'—

For these things in themselves, Beloved, may

Be changed, or change for thee,—and love, so wrought,

May be unwrought so. Neither love me for

Thine own dear pity's wiping my cheeks dry,—

A creature might forget to weep, who bore

Thy comfort long, and lose thy love thereby!

But love me for love's sake, that evermore

Thou may'st love on, through love's eternity.

 

- Elizabeth Barett Browning

 

Posto a 2910 m d’altitudine, in posizione panoramica alla base della cresta Est dell’Herbetet, è stato inaugurato nel 1962 in memoria dei fratelli Lionello e Lucio Leonessa caduti in montagna, il secondo dei quali proprio dalla cresta Est dell’Herbetet.

 

Sullo sfondo lo straordinario spettacolo della catena del Gran Paradiso baciata dai primi raggi di sole.

 

Da sinistra le Punte Valletta Nord 3318 e Sud 3356, Cissetta 3419, Patrì Nord 3561, Patrì Sud 3581, il gruppo degli Apostoli con la Torre di S.Orso 3618, S.Andrea 3651 e San Pietro 3692, Testa di Money 3572, Becco della Pazienza 3606 , Roccia Viva 3650 e Becca di Gay 3621 separate dal Colle Baretti 3432 prima della depressione del Colle Gran Crou 3315 alle spalle del bivacco..Seguono poi la testa di Gran Crou 3437, la Testa di Vanontey 3562, la Testa della Tribolazione 3642 e infine la Punta di Ceresole 3777.

 

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Cara vecchia matita.

Sono anni che cerco la felicità, è nel vivere quotidiano la felicità.

Quando ci si sposta da casa, mancano dei minuti ad un appuntamento, ci si avvicina ad un tavolino qualsiasi di un baretto di periferia.

Un piccolo tavolo tondo, dove qualcuno ha lasciato alcune scritte col pennarello.

Chiamiamolo artista da baretto. Questo tavolo di plastica bianca non poteva restare intonso, dal lasciare una traccia d’amore. Un tavolo al posto di un albero, dove incidere un cuore ...

Cercavo una biro dentro il mio borsone, dentro c’era tutto, tutto meno una biro. L’ho anche vuotato, ma con scarso risultato; in quel momento, ho pensato che mi avrebbero soprannominato lo scrittore senza biro.

Dal bar entrava ed usciva gente, il giovane cameriere attese dietro un ragazzo, prima di uscire col the freddo che avevo ordinato, lo appoggiò con un vassoio sul tavolo dove io attendevo.

Più che il bere, lo attendevo per chiedere una penna a biro. Chiesi al ragazzo una biro con cortesia, mi disse di sì e rientrò.

Ma tornato dietro il banco era continuamente al lavoro, tanto da dimenticare la mia richiesta.

Poco male, cominciai a sorseggiare il the al limone, guardando la strada, stava per attraversare una signora con un bambino.

La signora portava un vestito leggero, era di una fantasia a fiori delicata, aveva una borsa di paglia coi manici corti e la reggeva con la mano sinistra, il bambino, una maglietta a righe blu, dei pantaloncini corti le Sneakers, in mano uno di quei videogiochi portatili.

Arrivati al bar si accomodano al tavolo vicino al mio.

Ordinano gelato e frutta, il bambino sposta lo sguardo dal suo gioco e arriva a me, col mio notes in mano e senza biro.

I bambini sono aperti al mondo, riescono a capire, mi dice di scrivere col cellulare, se non voglio dimenticare.

Il rimprovero al bambino, arriva subito da parte della signora che poi mi rivolge la parola, lo scusi, sa mio nipote è così! Non perde l’occasione e disturba.

No, non è vero, non mi ha disturbato, anzi, il suo modo semplice è di conoscere soluzioni rapide, inutile spiegare che non si possono scrivere tante cose su un cellulare.

Lui voleva essere gentile, io esclamo un grazie, lui si avvicina, allora prendo il cellulare e mando alcune risposte a Gab.

E lui orgogliosissimo di essermi stato utile, dice una cosa che sembra illuminante.

A me piace scrivere con la matita, come quella che hai sotto il tavolo, se sbaglio cancello, se scrivo con la biro, rigo i quaderni.

Ho raccolto la matita caduta dal mio borsone rovesciato.

E’ con quella che ho scritto tutto questo.

Gio

Forse perché furono le prime grandi montagne su cui si posarono i miei occhi di bambino e poi di adolescente che con il passare degli anni cullava sempre più il desiderio di salirle, ma il rapporto che mi lega a queste vette è davvero profondo e speciale, tanto che ogni volta che da una di esse mi capita di ammirare le altre, l’emozione che provo non è quella di chi ha appena fatto una conquista, ma piuttosto di chi è tornato a casa da un lungo viaggio.

 

Sulla vetta del Grand Serra o Grand Sertz 3552 m, da sinistra la Torre di Lavinia 3308 m, Punta Valletta 3356 m, Punta Cissetta 3419 m, Punte Patrì Nord 3561 m e Sud 3581 m, il gruppo degli Apostoli con S.Orso 3618 m, S.Andrea Nord 3651 m e Sud 3643 m e più alto di tutti la Torre del Gran San Pietro 3692 m.

Dopo il largo Colle di Money ecco il Becco della Pazienza 3606 m, poi il Roccia Viva 3650 m e la Becca di Gay 3621 m separate dal profondo intaglio del Colle Baretti.

A seguire, dopo il colle del Gran Crou la Testa del Gran Crou 3437 m, la Testa di Valnontey 3562 m, la squadrata Punta di Ceresole 3777 m, la rocciosa Cresta Gastaldi 3894 m, poi dopo il Passo Vaccarone il Roc 4026 m ed infine il Gran Paradiso 4061 m

Si prosegue poi con Piccolo Paradiso 3926 m e becca di Montandaynè 3638 m per arrivare infine alla grandiosa piramide dell’Herbetet 3778 m

 

LA SERENISSIMA ATTENDE FIDUCIOSA.

  

Fase 2, il sindaco di Venezia al governo: "Basta, apriamo tutto e usciamo fuori"

Brugnaro a ruota libera contro l’esecutivo: "Neanche una telefonata, noi esclusi da ogni decisione. E' il peggio del peggio". Il sottosegretario Baretta replica: "Nuovi aiuti alla città nel decreto di maggio"

Intanto tornano a muoversi le acque dei canali di Venezia, dopo la calma portata dal lockdown delle ultime settimane. L'aumento del traffico acqueo sul Canal Grande e sui cittadini è principalmente dovuto al maggiore utilizzo delle imbarcazioni da lavoro, le «tope», mentre quello turistico continua a essere fermo. Negli stazi i gondolieri controllano le gondole per riparazioni e pulizie. I vaporetti sono semivuoti per le ragioni di sicurezza, e i marinai controllano un eventuale sovraccarico. La stazione di Santa Lucia, solitamente uno dei punti di maggiore afflusso dei turisti, è desolatamente vuota...

  

CANON EOS 600D con ob. SIGMA 10-20 f./4-5,6 EX DC HSM

One of a number of crusty chests found at Barrett Cadillac

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La spiaggia del Poetto si affaccia sul Golfo degli Angeli, nella costa centro-meridionale della Sardegna.

Sebbene le dune di sabbia bianchissima e i variopinti casotti siano solo un ricordo del passato, l'arenile conserva un notevole fascino, accresciuto dalla presenza del promontorio della Sella del Diavolo, che domina il porticciolo di Marina Piccola.

Questi elementi, oltre alla vicinanza alla città ed all'animazione offerta dai caratteristici baretti, fanno del Poetto la meta preferita dei cagliaritani nella stagione estiva e in qualsiasi giornata di sole durante il resto dell'anno soprattutto adesso che il Comune ha risolto tanti problemi.

La zona del lungomare, inoltre, offre una vasta scelta di servizi, come bed & breakfast, affittacamere, stabilimenti balneari, diving center, e scuole di vela.

Per quanto concerne il nome "Poetto", si pensa derivi da una torre aragonese denominata "del Poeta", che si può osservare ancora oggi sopra la Sella del Diavolo (nella foto, sul promontorio, il piccolo rettangolino a sx della "sella"). Un'altra ipotesi è che derivi dal catalano pohuet (pozzetto), in riferimento ai numerosi pozzi e cisterne per la conservazione dell'acqua piovana sparsi sulla Sella del Diavolo. Inoltre, verosimilmente, il termine potrebbe derivare dallo spagnolo puerto ("porto") ad indicare l'approdo di Marina Piccola a ridosso della Sella del Diavolo. La località sarebbe stata chiamata dai cagliaritani pue(r)to, pue(r)tu o pue(r)ttu, così come viene detta tuttora. Finita la dominazione spagnola, i piemontesi italianizzarono molti termini derivati dallo spagnolo e "puettu" diventò Poetto nella lingua del regno.

In Bicicletta

Riccardo Cocciante

 

Passeggiando in bicicletta accanto a te,

pedalare senza fretta la domenica mattina,

fra i capelli una goccia di brina

ma che faccia rossa da bambina,

mai un fumetto respirando,

mentre mi sto innamorando.

Lungo i viali silenziosi accanto a te,

con quegli occhi allegri e accesi d'entusiasmo ragazzino,

che ne dici ci mangiamo un panino,

c'è un baretto proprio qui vicino,

mentre il naso ti stai soffiando,

io mi sto sempre più innamorando.

 

Ed il pensiero va oltre quel giardino,

vedo una casa e poi vedo un bimbo e noi.

Passeggiando in bicicletta accanto a te,

pedalare senza fretta sentendoti vicina,

da che parte adesso siamo indovina,

il futuro è nato stamattina,

prima freno e poi discendo,

scusa se ti sto abbracciando,

scusa se ti sto abbracciando.

 

Ed il pensiero va oltre quel giardino,

vedo una casa e poi vedo un bimbo e noi.

Passeggiando in bicicletta accanto a te,

pedalare senza fretta la domenica mattina,

Mentre mi sto innamorando.

Mentre mi sto innamorando.

Mentre mi sto innamorando.

Io mi sto sempre più innamorando

 

www.youtube.com/watch?v=EG36hK1XXVw

BECAUSE i DO....ND i LOVEE// MY HAiR...ND i LOVEE// AMBER FOR GiViNG ME THE CLiPPY!

Anche stamattina mi sono seduto al mio solito posto. Il baretto è frequentato sempre più o meno dalle stesse persone, ormai ci conosciamo tutti, sopratutto al mattino, siamo sempre i soliti.

Mi sono piazzato sul mio tavolino, di fianco alla porta, per guardare meglio fuori dai vetri. Come sempre ho appoggiato il telefono, il portafogli e l'agendina che di solito tengo nella tasca interna e ho aspettato.

Il barista non mi ha nemmeno chiesto cosa volessi: quando sono entrato ci siamo salutati e lui ha iniziato a prepararmi un caffè e a mettere sul piattino una brioche al cioccolato.

Guardo la gente che passa qui fuori.

È una via tranquilla, di fronte c'è un ristorante orientale che però adesso è ovviamente chiuso. Subito di fianco che una panetteria che fa anche da bar per le colazioni, ha messo tre tavolini fuori. Adesso c'è solo una ragazza con una giacca lunga. Beve un caffè, fuma e intanto guarda il telefono. Poi all'estremo opposto si siede una coppia che chiacchiera.

Intanto passano davanti a me, oltre il vetro, una signora di colore, un uomo in giacca e cravatta dal passo deciso e una ragazza che indossa una felpa grigia.

Starei qui per ore ed ore a guardare fuori dalla vetrina. Oggi è lunedì e passa anche il camion della spazzatura: dietro si forma una piccola coda di tre macchine che non riescono a passare perché la via è stretta.

Ho finito il caffè e la brioche.

Non ho proprio voglia di alzarmi da qui ma devo farlo.

"... Y sigo todos los rumbos:

montes, arenal y cerro,

luna, sol, tormenta, cielo,

lluvia, soledad, misterio,

¡siempre junto a mis caballos!,

noche bajo las estrellas

días en busca del agua,

copla tirada en el viento

para acompañar el hambre

que agiganta la distancia...

¡Cuánto daría por llegar a caballo al Uruguay! ..."

 

Fragmento de "¡Cuánto daría por llegar a caballo al Uruguay!", de Alberto Baretta

Fuente: gauchoguacho.blogspot.com

Plácido Rosas, Cerro Largo, Uruguay

La barista guarda lontano quasi con apprensione : è molto caldo, c'è il sole, il cielo è solo un po' velato , ma il mare non è blu, è grigiastro.

Allerta sospesa nell'aria ?

 

The little bar on the sea

 

7/9/'24

Nella calca

del traffico urbano,

spintonato da questi e da quelli,

coi negozi addobbati di stelle

e la gente che corre dovunque

quasi avesse un impegno incombente,

mi ritrovo di colpo in piazzetta,

una nicchia discreta e affettuosa

dove ogni clamore si estingue

e la luce è di bassa corrente.

Un baretto ha disposto i suoi tavoli

sotto un cielo grondante di brina,

all'aperto e senza stufette,

ché i passanti van riscaldati

dentro i cuori,

con un buon cappuccino bollente.

 

Bordighera 7 agosto, LA RESERVE: baretto delizioso sulla spiaggia... MORE INSIDE!

   

© Daniele Canfora: tutti i diritti sono riservati

Questo nn è un autoscatto...me ne guardavo bene:P

Cartola de duende em feltro artesanal.

Obrigada ao António pelo pedido - foi um desafio!

 

Wet felted elf hat.

 

* Thank you "hatdiva2" for your post :o)

hatdiva.blogspot.com/2009/02/i-love-flickr.html

Albrecht Dürer (Nuremberg, 21 May 1471 - Nuremberg, 6 April 1528) - Bildnis eines Mädchens mit rotem Barett - Portrait of a girl with a red cap (1507) - parchment on wood 32.5 x 22.3 cm - Gemäldegalerie, Berlin

 

Il ritratto, che fu probabilmente dipinto immediatamente dopo il ritorno di Dürer da Venezia nel 1507, raffigura una giovane donna vestita alla maniera tedesca. Il berretto indossato con una leggera inclinazione le dà un'espressione sfacciata. La limitazione dei colori dell'abbigliamento al rosso fragola e al verde intenso, che formano un efficace contrasto con i toni della pelle e dei capelli, conferiscono a questa foto un fascino particolare. I gioielli sul berretto, costituiti da un rubino e una perla, significano ricchezza e un alto rango sociale; i capelli scoperti mostrano lo status della ragazza come vergine non sposata ma non vi è alcun riferimento specifico all'identità della ragazza ritratta

 

The portrait, which was probably painted immediately after Dürer's return from Venice in 1507, depicts a young woman dressed in the German manner. The cap worn with a slight inclination gives it a cheeky expression. The limitation of the colors of the clothing to strawberry red and intense green, which form an effective contrast with the skin and hair tones, give this photo a particular charm. The jewels on the cap, consisting of a ruby ​​and a pearl, signify wealth and a high social rank; the uncovered hair shows the status of the girl as an unmarried virgin but there is no specific reference to the identity of the girl portrayed

Steenplein, Antwerp, Belgium

A stylish lady in a black dress and a Basque-style beret posing with a German-built Ford in the countryside. The car is registered in the city of Stuttgart (III A = Polizeipräsidium Stuttgart).

 

Country of origin: Germany

All rights reserved - Copyright 2015© Barett Soroka

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Particolare di una delle "Barette" di Messina, tradizionale processione del venerdì santo che si svolge lungo le strade del centro storico cittadino.

Was auch immer: ein Franzose mit Barett? Jedenfalls nichts, was ich bewusst fotografiert habe.

 

Scan Rossmann HR 400 Expired und Zeiss Contina III

No inspiration for a description right now, maybe tomorrow!

 

Credits:

Snipes-Pistol Grip

WarPig- Inspiration

Shockwave-Rail covers, Handstop, Rope and Magpul text

-Bowlingdude- MW2 Font and iPod

-BraydenMaine- Surefire and HK logo

-Ken- Deadmau5 face.

-Travis- Quick-detach lever

 

Feel free to comment and add notes!

... an altered pictrure frame... upholstered with a gingham fabric and rick racks to hold baretts and hair clips...

Matrimonio. Ristorante da "Baretta" Legnaro. Primo pomerigio. Vivida luce naturale dalle ampie finestre.

[Bacon, Francis Bacon]

 

Cristina mi scrive.

 

e-mail #44.

 

L'amore è vederti controllare il risultato della partita su un televisore al plasma di fronte a un baretto l'altra sera! il mio cuore ha avuto un tuffo di tenerezza e sorpresa, durato un attimo, poi tutto è tornato al suo posto quando mi hai chiesto: ma gioca con la Juve, confondendo le strisce nero azzure!!!??? hai ancora un po' da recuperare su quegli stupidi riti tribali del maschio italiano.

In amarcord mood, abbiamo ripreso posto sulle panchette della creperia e l'odore dello zucchero bruciato ha avuto l'effetto dei biscottini di Proust.

Dopo il vento a Milano, sembro un cane da tartufo, il mio naso seleziona gli odori, li registra in personale archivio e li tira fuori un po' per consolare un po' per fare fallo (rimaniamo in gergo calcistico mia Biscardina in erba). Milano è tutto fru fru, dopo la settimana più fintamente ansiogena dell'anno sono tutti architetti, sono tutti interior sono tutti un'istallazione.

Dicono che pioverà.

Comunque come al solito devo darti retta, dopo la spavalderia del cappotto rosso e del vestitino stretto, degli occhi spalancati e delle calzette alla riso amaro è risalita tutta intera l'indigestione per la pancetta inglese! E i sogni bellissimi che ho fatto non si avvereranno! Troppo Bacon, dovrei diventare vegetariana!

Matrimonio. Ristorante da "Baretta", pomerigio inoltrato con caldissima luce naturale proveniente dalle fineste.

"-those who are willing to do what others cannot"

Brasileirão - Cuiabá x Santos - Arena Pantanal (02/07/2023) - Fotos: Raul Baretta/ Santos FC.

Treino no CT Rei Pelé (28/04/2023) - Fotos: Raul Baretta/ Santos FC.

Treino no CT Rei Pelé (20/07/2023) - Fotos: Raul Baretta/ Santos FC.

A fellow wearing a Basque-style beret, a sports coat, and breeches posing with a Benz on an Alpine road. The photo was taken in Switzerland, as the following words, handwritten on reverse, explain: "Juli 1930, Klausenpaß Anfang Linthal" (July 1930, Klausen Pass at the beginning of Linthal Valley). The car is registered in the Prussian province of Hesse-Nassau (IT = Provinz Hessen-Nassau). Note the unevenly worn front tires.

 

Country of origin: Germany

Treino no CT Rei Pelé (28/04/2023) - Fotos: Raul Baretta/ Santos FC.

Treino no CT Rei Pelé (10/03/2023) - Fotos: Raul Baretta/ Santos FC.

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