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Un uomo andava in giro con la sua valigia e raccoglieva i sogni dei bimbi, degli uomini e donne che li immaginavano e li lasciavano in giro.

 

Raccoglieva i sogni e li riponeva nella sua valigia di cartone con sopra dipinte le stelle.

 

Lui poteva vederli ... erano leggeri ed evanescenti

e leggermente luminosi. Molte volte le persone li abbandonavano ... così si spegnevano un poco e lui, camminando per strade e sentieri, li vedeva e li raccoglieva.

 

Giorno dopo giorno continuava a mettere i sogni in questa valigia.

 

Una sera, stanco di camminare, si sedette sulla riva del mare e guardò il cielo ...

 

Sulla spiaggia, su cui vegliava il bosco antico, c'era gente che passeggiava e bambini che giocavano.

 

Allora, il custode dei sogni si mise la valigia sulle ginocchia e l’aprì.

 

Da questa valigia usciva una soffice luce.

I sogni emanavano una luce morbida, che pulsava leggermente.

 

Alcuni curiosi si fermarono a guardare.

 

Lui aprì a poco a poco la valigia.

 

Bolle luminescenti, brillando, si gonfiavano e queste stelle di luce fluttuavano nell’aria sopra la valigia.

 

I curiosi diventavano sempre più numerosi, mentre i bambini si avvicinavano a guardare;

così, il custode dei sogni iniziò a prendere ciascuno dei sogni racchiusi in tenui bolle di luce e a darli a ciascun bambino che si faceva avanti,

agli innamorati ed alle persone che ne chiedevano uno.

 

Man mano che le persone li ricevevano divenivano anche loro leggermente luminescenti.

 

La riva era diventata luminosa e la luna, iniziando a fare capolino, sembrava sorridere nel cielo.

 

Ad un certo punto il custode dei sogni prese dalla sua valigia un drappo nero, salì su una roccia lambita dal mare e, sventolando il panno nero, disse a tutti:

 

“Vedete anche voi cosa ho in mano?”

 

Il brusio disse: “Un tessuto nero”.

 

“Si!” rispose lui

“Questo drappo è il velo che ponete sui vostri sogni quando avete difficoltà a raggiungerli” …

“Vedete tutti?”

 

Tutti mormorarono un timoroso “Si”.

 

“Bene ! “ disse il Custode dei Sogni “Volete sapere come togliere questo velo nero dai vostri sogni?

Ascoltate !

Ci sono due cose da fare per ravvivare i sogni;

la prima è ridare vita al vostro sogno, senza mai stancarvi di infondere energia su di esso, e avere il coraggio di continuare anche quando sembra “impossibile”.

La seconda cosa è capire come raggiungere la meta. Dovete apprendere e conoscere quello che vi serve per realizzare i vostri desideri .

 

Perseverando nel vostro intento, raggiungerete quello che desiderate, la vostra meta.

Quale meta?

Quella la dovete mettere voi, o ‘scoprirla’ togliendo il velo”.

 

Così dicendo il custode dei sogni agitò il drappo nero e svanì.

 

La gente stupita rimase lì a guardare immobile, i bambini con una vocale sul volto...

 

Ma tutti avevano la loro bolla di luce in mano e questa pulsava …

il loro sogno.

 

Sullo scoglio rimase una valigia di cartone,

con sopra tante stelle.

L'aquila reale Ha una muscolatura possente che le consente di trasportare in volo fino a 36 kg e volare a una velocità di 80 km/h (la media è di 28-32 km/h) e addirittura quando è in picchiata toccare punte di 200 km/h.

Il borgo trae la sua denominazione dal fiume Musestre, un placido corso di risorgiva che nasce a Breda di Piave e proprio all'altezza della frazione di Musestre sfocia nel Sile.

La località fu senz'altro al centro di vivaci scambi commerciali nel periodo romano, infatti attraversava il territorio di Musestre la strada Claudia Augusta Altinate e la ricca città di Altino distava solo qualche chilometro.

 

Le prime migrazioni di popoli barbarici causarono lo spopolamento di questi territori e segnarono la definitiva scomparsa della romana Altino.

Musestre ebbe miglior fortuna poiché il nucleo del paese si mantenne vivo grazie all'insediamento dei longobardi, che tra il VI e il VII secolo edificarono una fortificazione, la cui presenza è testimoniata da una torre tutt'ora esistente.

L'antica torre non è l'unica testimonianza della Musestre medievale, che viene citata anche in alcuni documenti scritti: il testamento redatto nell'anno 863 dal marchese del Friuli Everardo e due atti di donazione del borgo, datati 922 e 963.

Gran Sasso (campo imperatore)

La mirada de Sua

 

Cassone di Malcesine.

Fiume Aril.

Il fiume Aril, chiamato anche Ri, è uno dei 25 immissari del Lago di Garda. Scorre interamente attraverso la frazione di Cassone del comune di Malcesine in provincia di Verona. È famoso per la sua lunghezza: 175 metri, per questo è considerato il fiume più corto del mondo

un piccolo e sfuggente "gioiello" della natura...

Ogni raggio dell'alba prenda per mano i tuoi sogni notturni, i più belli. E li conduca alla realtà.

 

Proverbio Tibetano

 

Una bellissima alba, in un silenzioso incanto, ammanta il mondo della sua luce dorata.

 

Foto scattata a Padova, 350mm di focale.

 

#alba #padova #sole #sun #disco #canale #canal #water #reflection #nuvole #clouds #zoom #veneto

Vento di passione

 

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Please no invitations and no multi invitations! Grazie !!

Barra de Tijuca, Rio de Janeiro, Brasil

  

Capital Inicial - À Sua Maneira

  

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Le specie arboree che hanno adottato la strategia della disseminazione anemofila e dunque la dispersione dei semi ad opera del vento, devono produrne una enorme quantità. Questo per il fatto che la deposizione dello stesso seme è assolutamente casuale e che la gran parte si disperde su substrati non fertili e ricettivi. Così è anche per l'ailanto, specie invasiva introdotta dalla Cina e dalle Molucche. La sua quantità di seme, non a caso, è impressionante ..... ..

Things Change

 

É claro que as coisas mudam

e que o tempo existente neste mundo

não deixa tudo explicado.

 

Mas,

será que você se lembrou de ver

um filme que passou hoje na TV?

Aquele mesmo filme que vimos juntos,

quando a gente falava bobagem,

falava de amor

e fugia de filas nos cinemas.

 

Que bobagem a minha.

As coisas mudam rápido demais.

Rápido, sem dar tempo

que reparemos na essência

das filigranas rotineiras.

  

"Originario dell’Asia Minore, l’albero del noce, appartiene alla famiglia delle Juglandacee, dal termine latino “Iovis glans”, ghianda di Giove, a testimonianza della sacralità e del legame con la divinità, probabilmente grazie alla sua maestosità ed alla peculiarità di crescere in luoghi isolati, lontani da altre specie arboree. Quest’ultima caratteristica, si deve alla presenza di una sostanza tossica, la juglandina, secreta dalle radici e dalle foglie, che provoca la morte delle altre piante nelle vicinanze. L’albero del noce è stato importato prima in Grecia e poi a Roma, attorno al 100 a.C, e si è diffuso, successivamente, in tutta Europa grazie alle proprietà nutrizionali dei suoi frutti, molto calorici (ben 650 calorie per 100 grammi), ma ricchi di vitamina B, sali minerali, potassio, fosforo, calcio, ferro e magnesio. Tutte caratteristiche ideali, che ne hanno fatto alimento principe dell’alimentazione rurale, soprattutto nei lunghi periodi di carestia. Testimonianze dell’uso delle noci nell’alimentazione dei romani sono state rinvenute durante gli scavi di Ercolano, grazie al ritrovamento di alcuni frutti carbonizzati, mentre nei dipinti della Villa dei Misteri di Pompei sono raffigurati alcuni frutti. Proprio nell’area vesuviana e sulla costiera Sorrentina, vengono ancora prodotte le Noci di Sorrento, una delle specie più pregiate, di cui esistono due varietà certificate: una più allungata e leggermente appuntita da un lato e smussata alla base ed una seconda, più piccola e tondeggiante.

Versatili, oleose e dal sapore sfizioso e gradevole, le noci sono state usate, e lo sono ancora oggi, come ingredienti per la preparazione di gustose ricette, dagli antipasti, ai primi piatti ai dolci, senza dimenticare il pregiato liquore, il Nocino, o Nocello, che si ricava dai malli acerbi, raccolti, come tradizione vuole, il 24 giugno, la Notte di San Giovanni, che coincide con il Solstizio d’Estate. Tuttavia, fin dai tempi più antichi, il noce ed i suoi frutti sono stati oggetto di storie e leggende, che, nei secoli, hanno contribuito ad attribuire a questo albero ed ai suoi frutti una nomea più o meno sinistra, al punto che, ancora oggi, si usa il termine “nocivo” per indicare qualcosa di dannoso per la salute. In particolare, l’albero del noce è legato all’elemento femminile ed alle storie nate attorno alle streghe. Ma come si è arrivati a questa fama sinistra? Indubbiamente, fin dai tempi più antichi, il noce è stato amato ed odiato: indispensabile dal punto di vista alimentare, da un lato, temuto per le leggende nate attorno alle sue fronde, dall’altro."

Dal libro : " Ti do una noce! Storia, leggende e ricette

del frutto più magico" di

Manuela Fiorini

   

A trepadeira-azul é uma ave singular, devido à sua capacidade para descer pelos troncos das árvores. Este passeriforme de tons cinzento-azulados destaca-se pelo seu bico comprido. O ventre é alaranjado e tem uma máscara preta nas faces. Observa-se frequentemente agarrada aos troncos, como os pica-paus, mas o que verdadeiramente a distingue de qualquer outra espécie de ave portuguesa é o facto de conseguir percorrer os troncos das árvores no sentido descendente.É uma espécie residente que pode ser observada em Portugal durante todo o ano. Pode ser vista de norte a sul do país, em zonas florestais bem desenvolvidas, especialmente em carvalhais, sobreirais ou azinhais, sendo relativamente comum nas zonas

onde o habitat se encontra bem conservado.

 

Fonte:http://www.avesdeportugal.info/siteur.html

 

Santo Tirso / Porto / Portugal

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"It was God himself who at the end of his day’s work lay down as a serpent under the tree of knowledge: thus he rested from being God...He had made everything too beautiful...The devil is merely God’s idleness on that seventh day..."

 

"Fu Dio stesso, che alla fine della sua giornata di lavoro si mise sotto l'albero della conoscenza in forma di serpente: si ristorava in quel modo dell'essere Dio...Tutto quello che aveva fatto era troppo bello.

Il diavolo è soltanto l'ozio di Dio ogni settimo giorno..."

 

F. W. Nietzsche, Ecce Homo.

 

Pla de la Seu, Barcelona, Cataluña, Spain

 

La Cattedrale di Barcellona è una delle chiese più grandi e imponenti di tutta la Spagna.

È anche conosciuta come la Cattedrale della Santa Croce e di Santa Eulalia.

Fondata nel XIV secolo, la Cattedrale fu dedicata alla compatrona della città, Santa Eulalia, una martire che perse la vita dopo aver rifiutato di rinunciare alla sua fede in Gesù. La sua tomba è conservata in una cripta all'interno della Cattedrale.

Questa magnifica chiesa è la sede ufficiale dell'Arcivescovo di Barcellona ed è conosciuta per la sua splendida architettura in stile gotico.

La cattedrale è composta di tre navate di uguale altezza, con quella centrale che misura il doppio di quelle laterali, chiuse da un deambulatorio semicircolare che passa dietro il presbiterio, su cui si affacciano dieci cappelle, con vetrate gotiche che danno luce all'abside, coperte da archi ogivali.

 

************************************************************************

 

The Cathedral of the Holy Cross and Saint Eulalia is the seat of the Archbishop of Barcelona in Catalonia, Spain.

The cathedral was constructed from the thirteenth to fifteenth centuries, with the principal work done in the fourteenth century.

The cathedral consist of three naves, one choir, and a cloister. The nave carries through the plan to the choir and the isle naves are at disproportioned heights to structurally support the central nave and the cimborio.

Each aisle has two chapels in each section. The choir consist of 10 ogive (pointed) arches whereas ribbed arches were placed in the nave

Costruito tra il 1856 e il 1860 nel bel golfo di Trieste, dimora di Massimiliano d'Asburgo-Lorena, arciduca d'Austria e della sua consorte Carlotta del Belgio.

I due regnanti non ebbero fortuna, a Massimiliano venne attribuito il titolo d' Imperatore del Messico dove si recò, assieme all'amata Carlotta, nel 1864, ma i messicani lo odiavano e dopo qualche anno (1867) lo fucilarono. Carlotta ritornò al Castello di Miramare e presto impazzì dal dolore. Per questo a Trieste si dice che visitare il castello assieme all'innamorata porta sfortuna e forse è vero, da ragazzino non conoscevo questa triste diceria, ma ricordo che, quando avevo 15 anni, ci andai col mio primo amore che amavo tantissimo, ma, poco dopo, la nostra storia finì

Dopo di allora io cerco di trarne vantaggio, ci porto le morose solo quando il mio interesse per loro non è proprio grande

  

Built between 1856 and 1860 in the beautiful Gulf of Trieste, home of Maximilian of Habsburg-Lorraine, Archduke of Austria and his wife Charlotte of Belgium.

The two rulers had no luck, Maximilian became emperor of Mexico where he went, together with his beloved Carlotta in 1864, but the Mexicans hated him and after a few years (1867) they shot him. Carlotta returned to Miramare Castle and soon she went crazy. This is why in Trieste they say that visiting the castle together with your lover brings bad luck, I don't know if this sad legend is true, but I remember that when I was 15 I went there with my first love and, shortly after, our story ended.

After then I try to take advantage of it, I only bring girlfriends there when my interest for them isn't exactly great

 

  

Foto 27 : Ritratto di Maria e la sua contagiosa esuberanza

Foto del 2009

 

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MARIA, UN VULCANO D'ENERGIA

 

_______________________________________________

 

Si erano conosciuti in Germania con Orlando.

Lei Siciliana di Enna, città alle pendici dell'Etna.

Dal vulcano aveva preso l'esplosiva esuberanza,

condita con una solarità fuori dal comune.

 

Si conobbero danzando.

 

Si sa quando non sei nel paese d'origine,

è normale cercare di stare insieme alla "tua gente."

L'occasione fu una piccola balera dove,

tra fiumi di birra, la domenica sera i ragazzi, per lo più Italiani,

annegavano la tristezza di un'intensa settimana di lavoro.

Maria catalizzava gli sguardi di tutti, ma scelse Orlando.

 

Mi confidò:

"Era il ragazzo più serio e sensibile, con lui si parlava di sogni, di progetti,

spesso fino a piangere di gioia.

E' con lui che ho voluto vivere.

Il solo che lottava per un domani migliore,

con una forza tale da infondermi sicurezza.

 

Arrivati in Italia, non tutto fu rose e fiori,

ma la loro determinazione fu tale che ne raccolsero i frutti.

Pian piano misero su una bella stireria con tanti dipendenti.

Arrivò il periodo d'oro e la possibilità di poter ristrutturare un grande casolare nella compagna Pisana.

3 appartamenti con giardino per se e per le due figlie.

Il loro sogno di ragazzi finalmente era realizzato.

 

Ancora oggi si amano più che mai.

Quest'anno ci siamo visti poco.

Ci manca la loro squisita gentilezza e l'energia dei loro sorrisi.

 

Lei innamoratissima per il suo Orlandino, lui altrettanto.

Che bella coppia i nostri amici.

 

Che fortuna averli conosciuti.

 

_______________________________________________

© Il testo e la foto sono di esclusiva proprietà dell'autore, Stefano Paradossi, che ne detiene i diritti e ne vieta qualsiasi utilizzo da parte di terzi. La foto fa parte dell'Archivio Fotografico della famiglia Paradossi.

 

© The text and the picture are of exclusive property of the author, Stefano Paradossi, who owns the rights and prohibits any use by third parties. The image is part of the Photo Archive of the Paradossi family.

Fotografia: Roberta Simoni

O CCBB Rio de Janeiro ocupa o histórico nº 66 da Rua Primeiro de Março, no centro da cidade, prédio de linhas neoclássicas que, no passado, esteve ligado às finanças e aos negócios. Sua pedra fundamental foi lançada em 1880, materializando projeto de Francisco Joaquim Bethencourt da Silva (1831-1912), arquiteto da Casa Imperial, fundador da Sociedade Propagadora das Belas-Artes e do Liceu de Artes e Ofícios.

 

Inaugurado como sede da Associação Comercial do Rio de Janeiro, em 1906, sua rotunda abrigava o pregão da Bolsa de Fundos Públicos. Na década de 1920 passou a pertencer ao Banco do Brasil, que o reformou para abertura de sua sede. Esta função tornou o edifício emblemático do mundo financeiro nacional e duraria até 1960, quando cedeu lugar à Agência Centro do

Rio de Janeiro e depois à Agência Primeiro de Março.

 

No final da década de 1980, resgatando o valor simbólico e arquitetônico do prédio, o Banco do Brasil decidiu pela sua preservação ao transformá-lo em um centro cultural. O projeto de adaptação preservou o requinte das colunas, dos ornamentos, do mármore que sobe do foyer pelas escadarias e retrabalhou a cúpula sobre a rotunda.

 

Inaugurado em 12 de outubro de 1989, o CCBB Rio de Janeiro transformou-se rapidamente em um dos centros culturais mais importantes do País. É o museu/centro cultural mais visitado do Brasil e o 17º no mundo, de acordo com o ranking da publicação inglesa The Art Newspaper (abril/2013).Fonte:CCBB

 

Foto: CCBB - Centro Cultural do Banco do Brasil no Rio de Janeiro

  

Conforme a Lei 9.610/98, é proibida a reprodução total ou parcial ou divulgação comercial ou não sem a autorização prévia e expressa do autor (artigo 29). ® Todos os direitos reservados.

 

According to Law 9.610/98, it is prohibited the partial or total commercial reproduction without the previous written authorization of the author (article 29). ® All rights are reserved.

 

Un soffio di vento

accompagna

momenti di nostalgia

nel ricordo sereno

di una profumata pelle.

    

E' un soffio leggero,

sa essere un compagno

discreto,

affettuoso.

    

Con la sua mano d'aria

carezzevole

dona

freschezza di respiro.

    

Non si chiede,

quando passa sul mio sorriso,

    

sa perché sorrido.

Antonio Biancolillo

fontana di piazza Pretoria, Palermo

 

La fontana Pretoria, situata sull'omonima piazza a Palermo.

 

La sua storia ha inizio in Toscana quando Don Pedro di Toledo, padre d’Eleonora e suocero di Cosimo I de’ Medici Granduca di Toscana, commissionò agli scultori Francesco Camilliani e Michelangelo Naccherino una fontana per lo splendido giardino della sua villa fiorentina. Morto però l’illustre committente nel 1552, la fontana, grazie alla mediazione di Don Garçia di Toledo, figlio primogenito ed erede di Don Pedro, venne acquistata dal Senato palermitano che pensò di collocarla nella piazza su cui prospetta il Palazzo Pretorio. Per far posto alla monumentale realizzazione, concepita per un luogo aperto, vennero demolite diverse abitazioni. La cura della ricostruzione della fontana “stupendissima” – al dir di Giorgio Vasari – fu affidata a Camillo Camilliani, figlio di Francesco che ultimò i suoi interventi nel 1581.

 

Dopo un lungo restauro è stata riconsegnata alla città nel dicembre del 2003.

 

La fontana ruota attorno ad un bacino centrale circondato da quattro ponti di scalinate e da un recinto di balaustre. Distribuite all’interno di questa complessa costruzione architettonica raffigurano gli dei dell’Olimpo e i fiumi di Palermo, Oreto, Papireto, Gabriele e Maredolce.

La statua del fiume Gabriele rappresentava il fiume toscano Mugnone, famoso nelle novelle di Boccaccio.

E ancora i Palermitani chiamano la piazza “Piazza della Vergogna” per le nudità delle statue.

 

da "Wikipedia"

 

(continua)

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