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Left to right: Titus Corlatean (Minister of Foreign Affairs, Romania) with Karl Erjavec (Minister of Foreign Affairs, Slovenia) and Mirislav Lajcak (Minister of Foreign Affairs, Slovak Republic)

A view from Lagazuoi towards Averau, Cinque Torri, Lastoni di Formin and Pelmo. (Instagram)

4 blocchi totali

 

140g ricotta (2P 3G)

18 g fruttosio (2C)

30 g farina d'avena (2C)

4 albumi (2P)

pinoli o mandorle per 1mbG

La scorza di due limoni

cannella a piacere

 

Allora: Ho mischiato la ricotta, la scorza di limone, il fruttosio, la farina. Ho frullato e ho aggiunto due albumi. Gli altri due li ho montati a neve e li ho incorporati alla fine.

Io ho fatto 8 tortine da mezzo blocco ognuna (utilizzando le formine da muffin di carta forno)....

...le ho cotte in forno a 180 gradi finchè non si sono dorate e poi le ho lasciate raffreddare e le ho conservate in frigo....

RAGAZZI, sono tanto carine e SONO BUONISSIME!!!

Planta herbácea. Tubérculo 2-5 × 2,4-8 cm, rizomatoso, del que se desarrollan raíces hasta de 15 cm.. Hojas con pecíolos (7,5)13-45,9(47) × 0,1-1,5 cm, de color verde claro, a veces con tonalidades purpúreas, alados hacia la base; ala 0,1-2,4 cm, hialina, en ocasiones de color lila; lámina 5-35 × 3,2-27,4(33,2) cm, hastada, acuminada, a veces mucronada, verde claro, en ocasiones con manchas irregularmente distribuidas por el haz, de color púrpura o de un color verde más claro, sobre todo a lo largo de los nervios, ± marcados; aurículas 2,7-16,2 × 1,1-9(16) cm, agudas o redondeadas, próximas entre sí o formando un ángulo mayor de 60 °. Inflorescencias con pedúnculo de 6,5-31 × 0,1-0,8(2) cm, de longitud igual o menor que los pecíolos; espata 11-35 × 1,1-12 cm, lanceolada, acuminada, abierta en la antesis, caediza, verde-amarillenta, con tubo de 2,5-5,5 × (0,7)1,3-3 cm, ± oblongo, bien diferenciado, a veces con tonalidades purpúreas; espádice 6-13 cm, de un tercio a la mitad de la longitud de la espata; apéndice de amarillento a pardo, con olor úrico fuerte; maza 1,1-8,7 × 0,3-2,2 cm, bien diferenciada, oblongo-cilíndrica. Flores masculinas estériles (estaminodios) 1,5-8 mm, flexuosas, amarillentas, de base globosa o cónica, de lisa a ligeramente papilosa, dispuestas en 3-11 filas que forman un anillo de 0,3-0,6 × 0,3-0,4 cm, separadas de las masculinas fértiles por un espacio de 0,2-0,7 cm; las fértiles amarillentas, dispuestas en 7-11 filas que forman un anillo de 0,3-1,1 × 0,4-1,2 cm, separadas de las femeninas estériles por un espacio de 0,1-0,5 cm; las femeninas estériles (pistilodios) de 1-8 mm, flexuosas, amarillentas, de base globosa o cónica, lisa a ligeramente papilosa, dispuestas en 1-8 filas que forman un anillo de (0,1)0,3-0,5(0,8) × 0,4-0,6 cm, contiguas a las femeninas fértiles; las femeninas fértiles con pistilos de 1,5-5 × 1-4,5 mm, globosos, nectario 0,8-1,2 mm, de color pardo, dispuestas en 6-17 filas que forman un anillo de 1,3-3 × 0,7-1,7 cm. Infrutescencia 3-9 × 1,2-3,5 cm; bayas 2,2-13 × 1,5-10 mm, rojas, brillantes. Semillas 1-4 por baya, de 2,2-6 × 2,5-5 mm, ovoides, algo comprimidas dorsiventralmente, grisáceas o pardas; 0,5-2,5 × 1,5-2,5 mm. Indiferente edáfica, suelos húmedos, nitrificados y removidos, proximidades de núcleos rurales, huertos, umbrías de roquedos y muros, y bosques alterados, 0-1720 m. Europa hasta Turquía e Iraq, N de África. Planta nativa en Iturraran.

 

Herbaceous plant. Tuber 2-5 x 2,4-8 cm, rhizomatous, they develop roots to 15 cm. Leaves with petiole (7,5)13-45,9(47) × 0,1-1,5 cm, ligth green, sometimes with purple tones, winged toward the base; wing 0,1-2,4 cm, hyaline, sometimes lilac; blade 5-35 × 3,2-27,4(33,2) cm, hastate, acuminate, sometimes mucronate, light green, sometimes with spots irregularly distributed upperside, purplish or lighter green, specially along veins, veins ± marked; auricles 2,7-16,2 × 1,1-9(16) cm, acute or rounded, close together or at an angle greater than 60 °. Inflorescences with peduncle 6,5-31 × 0,1-0,8(2) cm, lenght equal or less then petioles; spathe 11-35 × 1,1-12 cm, lanceolate, acuminate, open at anthesis, deciduous, yellowish-green, tube de 2,5-5,5 × (0,7)1,3-3 cm, ± oblong, distinct, sometimes purplish; spadix 6-13 cm, 1/3-1/2 of length of the spathe; apendix yellow to brown, with strong uric scent; distinct maza, 1,1-8,7 × 0,3-2,2 cm, oblong-cylindrical. Sterile male flowers (staminodia) 1,5-8 mm, flexuose, yellowish, base globose or conic, smooth or slightly papillose, in 3-11 rows, forming a ring of 0,3-0,6 × 0,3-0,4 cm separate of fertil male flowers for a space of 0,2-0,7 cm; fertile male flowers yellowish, in 7-11 rows forming a ring of 0,3-1,1 × 0,4-1,2 cm, separate of sterile female flowers for a space of 0,1-0,5 cm; sterile female flowers (pistillodes) 1-8 mm, flexuose, yellowish, globose or conic at base, smooth to slightly papillose, in 1-8 rows formin a ring of (0,1)0,3-0,5(0,8) × 0,4-0,6 cm, adjacent at the fertile female fowers; these with pistils of 1,5-5 × 1-4,5 mm, globose, nectary 0,8-1,2 mm, brownish, in 6-17 rows forming a ring of de 1,3-3 × 0,7-1,7 cm. Infrutescence 3-9 × 1,2-3,5 cm; berries 2,2-13 × 1,5-10 mm, red, bright. 1-4 seeds by berry, de 2,2-6 × 2,5-5 mm, ovoids, something compressed dorsoventrally, brownish o grayish, 0,5-2,5 × 1,5-2,5 mm. Indiferent edafphic, wet, nitrified and removed soils, proximity to rural communities, orchards, shaded areas of rocky crags and walls, disturbed forests; 0-1720 m. Europe to Turkey and Irak, N. Africa. In Iturraran is a native plant.

 

Belle randonnée de 16km, en boucle depuis Cannobio.

Magnifique panorama sur le lac Majeur suisse et italien. Splendide vue aérienne de Cannobio depuis Sant’Anna.

Parcours:

Cannobio, Campleglio, Cinzago, San Bartolomeo in Montibus, Formine, Ronco, Campleglio, Sant’Anna, Triaffiume, Torrente Cannobino, Passerelle mobilité douce et Cannobio.

 

Détails techniques :

Assez facile

Après Formine court tronçon légèrement exposé sécurisé par une chaîne

40D, 17-40L, 40 mm, f/11, 1/250, ISO 100

Postproduzione: aggiustamento luminosità/contrasto, crop

© sergione infuso - all rights reserved

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You may not modify, publish or use this photo without written permission and consent.

 

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Bagattelle d’Inverno, l’ultima grande sfida #snellobb04

 

Birichinate, cammuffamenti, trasvestimenti, scherzi… insomma, in una parola: Carnevale!

Comunque lo si dica e comunque lo si festeggi, il Carnevale è da secoli una festa in cui la parola d’ordine è “divertirsi”.

Quindi, bando all’austerità e bando alle restrizioni, potevamo, noi di MondoSnello, non cogliere quest’occasione perfetta di Gusto e di Benessere, per vivere l’ultimo grande appuntamento delle gare di cucina di Snello Blind Box?

 

Eccoci qui, allora, amici di Mondosnello, estimatori dei prodotti Snello Rovagnati e appassionati Food Blogger che partecipate con noi ormai da un tempo che comincia a farsi lungo, perfino “tradizionale” (proprio come ci piace ;-)) a darvi il benvenuto a questa quarta sfida tra pentole, fornelli e… qualcosa di speciale – sennò che Carnevale è!

 

I fantasiosi piatti saranno assaggiati e votati da una giuria di esperti gastronomi di altissimo livello, a cominciare da Gil Grigliatti, gourmet di cultura ed esperienza internazionale. Da giovane è stato fiduciario Slow Food, nonché ispettore della guida dei ristoranti del Gambero Rosso per diversi anni. Autore del blog bilingue di cultura enogastronomica isymposium.org. Ancora Paolo Barichella, esperto di Food Design, autore del blog barichella.it; Alessia Cipolla, architetto e sommelier, autrice de lacostruzionedelgusto.it; Alessandro Salamone, reduce dalla trasmissione di La7 Chef per un giorno, autore di spaghettibites.com e ancora Angela Tomaiuolo co-fondatrice del web magazine milanodabere.it. Inoltre sarà presente Giacomo Kratter, otto volte campione italiano ed ora allenatore della Nazionale Italiana Snowboard. Quella da snowboard però non è l’unica tavola che ama: infatti Giacomo è un grande appassionato di cucina e adora farsi coccolare in ristoranti di lusso.

 

La giuria per l’occasione sarà presenziata dallo chef stellato e pluripremiato Davide Scabin, uno dei più apprezzati in Italia e all’estero, noto al grande pubblico per la partecipazione, nei panni di giudice dei cuochi in gara, a La Prova del Cuoco condotto su Rai1 da Antonella Clerici.

  

Per questo, abbiamo deciso di mettere insieme una serie di ingredienti saporiti, variegati, originali, proprio come in ogni ricetta gourmet che si rispetti:

 

- un pizzico di tradizione – la sede di InKitchen Loft, che ormai è prontissima ad accoglierci, in qualunque veste ci presentiamo

- e uno di modernità – quello che emana netto dalle protagoniste della gara, giovani donne che si muovono agili tra vite professionali sfidanti e articolati ménage familiari

- una buona dose di fantasia - fatta di maschere, costumi e colori sgargianti

- e l’ingrediente segreto – le nostre amate BlindBox, chiuse fino all’ultimo secondo anche al più ardito degli sguardi

- il tutto cosparso con una spruzzata di giocosità bambina – grazie a un buon numero di piccoli “scavezzacollo” che avranno il loro tavolo, i loro ingredienti, i loro cibi, e soprattutto una chef d’eccezione - Stefania Corrado, la “Multitasking Chef” che più che presentazioni merita i nostri più sentiti complimenti ;-) – a guidarli alla scoperta del buon cibo, del gusto e del mangiare bene… sapendolo preparare.

 

Già, perché, in fondo, soprattutto in un’era estremamente tecnologica come la nostra e come quella di quell’immediato futuro in cui saranno loro i protagonisti del mondo – far mettere “le mani in pasta” ai nostri bimbi lo consideriamo un onore, oltre che un piccolo grande contributo all’educazione dei “buoni mangiatori” di domani…

 

Amanti della cucina, appassionate del gusto, attente all’armonia dei sapori e alla cura per la buona e la bella tavola

 

Estimatrici di ricette snelle - per velocità, capacità, leggerezza - esperte nella valorizzazione degli ingredienti di stagione e nella rivisitazione moderna di piatti tradizionali, si sfideranno, si concentreranno su pentole e fornelli dimenticando tutto il resto, per dare il meglio di sé.

 

Ecco le Food Blogger di Snello BlindBox 04 – Bagattelle d'Inverno, vere animatrici dell'evento, che con le loro ricette e la loro esperienza renderanno onore ai prodotti Snello, Gusto e Benessere.

 

Loro si presentano così...

 

Lina D’Ambrosio

spadellatissima.com

Quando le chiedi di descriversi ,lei si presenta così: "Sono industrial designer e grafica, con una grande passione, quella del Food Blogging". Eppure non è tutto: inguaribile amante del buon cibo, dei viaggi, dell'arte e della fotografia, è sempre irresistibilmente affascinata mdai molteplici modi in cui un animo creativo può riuscire a esprimersi. Una frase che la descrive: "Mi piacciono la semplicità e la genuinità delle cose fatte in casa."

 

Serena Oliva

cucchiaiodistelle.com

Nella vita professionale, è architetto e designer, e per questo studia la relazione tra gli esseri umani e la tecnologia. Tuttavia, ha anche un'altra vita, quella da foodie, in cui è innanzitutto una mamma e una Food Blogger che progetta ricette, cucina piatti colorati, sani e golosi, cuoce il pane in casa e disegna insieme ai suoi bambini. Il motto che ha scelto per sé? "If in doubt, bake a cake"

 

Irene Prandi

www.stuzzichevole.com

Psicologa, piemontese, animata da una vera passione per la comunicazione e la condivisione, ha trovato nell'arte del cibo un mezzo straordinario per celebrare entrambe. Il suo viaggio da Food Blogger inizia con un blog creato in sordina, tuttavia in molti la notano e in ancora di più la seguono. Insomma, et voilà, il suo cammino continua rigoglioso, condito da sapori, ricette, un grande amore per il territorio, e tanta curiosità per tutto ciò che è "altro".

 

Arianna Vianelli

unafranciacortinaincucina.com

Non c'è dubbio, il suo nome è già un affermazione forte e chiara. Dice subito chi è e da dove viene. Almeno tanto quanto il suo blog nato dal desiderio di ritagliarsi uno spazio tutto proprio dove raccogliere e condividere le sue più grandi passioni: la cucina, il vino, gli amici e la Franciacorta.

Insomma, semplicità e ironia, ricette ed eventi, vini locali

e non solo, sono gli ingredienti di "una franciacortina in cucina".

  

Quindi, tra la stuzzicante prospettiva di gustosissimi lecca lecca di parmigiano con crudo e bresaola e prove di formine su pasta sfoglia con fette di prosciutto, in attesa delle prelibatezze imprevedibili che ci prepareranno le nostre sfidanti – adulte ;-) – non resta che invitarvi a conoscere un po’ meglio Lina, Serena, Irene e Arianna, giovani, pimpanti e agguerrite Food Blogger che ancora una volta ci delizieranno di una versione inconsueta e sorprendente dei prodotti che amiamo di più, con un occhio attento, come sempre, alla stagionalità.

 

SnelloBlindBox_04_CucinaTuVi abbracciamo, dunque, in un turbinio di coriandoli che non lascia presagire niente di… scontato :-)

e invitiamo tutti voi a fare festa con noi a Snello Blind Box 04 – Bagattelle d’Inverno il 6 marzo 2014, alle ore 18.30 e – perché no – a cimentarvi, insieme alle nostre “chef per passione”, in ricette e piatti che, siamo sicuri, saranno gustosissimi. Come raccogliere la sfida? Semplice, partecipando a Snello BlindBox CucinaTu – l’iniziativa pensata apposta per la #gente_di_MondoSnello che ormai ci segue da molto tempo.

 

In attesa di assaporare tutto il meglio che Snello Blind Box 04 – Bagattelle d’Inverno saprà regalarci – e non abbiamo dubbi - a presto!

Left to right: Dimitrios Avramopoulos (Minister of Foreign Affairs, Greece) talking with Ahmet Davutoglu (Minister of Foreign Affairs, Turkey)

Una crostata normalissima....ma tutta chiusa con le formine a stella che bucano il coperchio della crostata. L'interno risulta morbidissimo...e l'effetto estetico ottenuto è davvero carino!! fa una gran scena.

 

Procedimeto per la base:

solita base della mia crostata, solo che invece che fare le formine, ho steso una sottile frolla circolare con il diametro della base della tortiera. Ho messo il disco in frizer per qualche minuto, fino a diventare rigido, e poi hol'ho bucato con le formine per decorare, io ho usato le stelline.

 

Per ripieno:

preparare 700g di mele pelate e tagliate a fette grosse. Caramellarle in una padella antiaderente con zucchero, 2 cucchiai di cognack e poco burro. Quando le mele risultano dorate e caramellare, spegnere il fuoco. Adagiare la frolla nella tortiera, bucherellarla e coprire con uno starto di marmellata di albicocche. Adagiarvi sopra le mele e chiudere la tora con il ciclindro di frolla.

Inforornare per 30 min in forno preriscaldato a 180°c.

Servire tiepida o fredda cosparsa di zucchero a velo.

 

Meetings of NATO Ministers of Foreign Affairs in Brussels

- Family Portrait

 

Dolomiti - Dal sentiero 443 verso il Passo Giau

Left to right: Filip Ivanović (Minister of Foreign Affairs, Montenegro); Hanke Bruins Slot (Minister of Foreign Affairs, The Netherlands); Bujar Osmani (Minister of Foreign Affairs, North Macedonia); NEspen Barth Eide (Minister of Foreign Affairs, Norway)

Left to right: Ahmet Davutoglu (Minister of Foreign Affairs, Turkey) with John F. Kerry (US Secretary of State)

Left to right: Ambassador Sorin Dumitru Ducaru (Permanent Representative to NATO for Romania) talking with Titus Corlatean (Minister of Foreign Affairs, Romania)

Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà

Origini e sedi

L'istituzione del Santa Maria della Pietà ha origini antiche risalenti al XVI secolo. Fu fondato nel 1548 per volontà e opera del sacerdote sivigliano Ferrante Ruiz e dei due laici Angelo Bruno e il figlio Diego, legati a Ignazio di Loyola.

 

La prima sede, nei pressi di Piazza Colonna a Roma, fu inizialmente preposta all'accoglienza dei numerosi pellegrini attesi per l'Anno Santo del 1550, mentre in seguito si specializzerà in aiuto ai poveri, vagabondi, ma soprattutto nell'accudimento dei folli.

 

Inizio del testo del primo regolamento adottato dalla allora struttura di ricovero e assistenza: "Ordinamento elaborato dal cardinale Francesco Barberino nel 1635 su ordine di papa Urbano VIII".

 

«Regole et ordini per il buon governo della Chiesa, et Ospitale della Santissima Pietà, dove si governano, et mantengono gli Huomini, e le donne pazze della Città di Roma in piazza Colonna, stabilite al primo d'ottobre 1635

D'ordine dell'Emnentiss.mo Sig. Card. Francesco Barberino protettore.

Avendo la Santità di Nostro Signore Papa Urbano VIII eletto l'Eminentissimo Sig. cardinale FRANCESCO Barberini suo nepote per protettore della Chiesa di Piazza Colonna et ospitale della Santissima Pietà dove si governano, e mantengono, gli huomini e le donne pazze della città di Roma: Et havendo Sua Eminenza inteso con particolare senso di disgusto, che per il buon governo di detto luogo non si sieno finora stabilite le regole e gli ordini necessari da osservarli, hà ordinato che si formino, e mettino in uso, acciò opera così pia, e santa venga da tuti amministrata con quella carità che si conviene.»

 

Segue un capitolato di XV voci che individua nel dettaglio e pienamente responsabilizza le figure preposte agli atti amministrativi, alla sorveglianza a alle mansioni per il corretto funzionamento della struttura ospedaliera tutto ciò in data 7 ottobre 1635.

 

Nel 1725 Papa Benedetto XIII accorpò l'ospizio all'arcispedale di Santo Spirito ed il trasferimento a via della Lungara, allora ben lontana dal centro della città: l'isolamento del pazzo dal contesto sociale cominciò a richiederne anche l'isolamento fisico dalla società civile.[3]. L'isolamento ed il numero sempre maggiore di ricoverati portarono ad un periodo di decadenza dell'ospedale. Nei secoli successivi seguirono numerosi dibattiti, provvedimenti per il risanamento, nuovi regolamenti e visite apostoliche che videro annettersi alla struttura principale anche Villa Barberini, per i degenti più facoltosi, e Villa Gabrielli sul Gianicolo.

 

Con l'Unità d'Italia, il Santa Maria della Pietà venne riconosciuto come Opera Pia, mentre dal 1907 la sua amministrazione fu affidata completamente alla Provincia.

 

Il complesso del 1909

Nel 1909 per iniziativa del senatore Alberto Cencelli sulla collina di Monte Mario (località Sant'Onofrio) cominciarono i lavori per il nuovo ospedale psichiatrico progettato da Edgardo Negri e Silvio Chiera e denominato Manicomio Provinciale di Santa Maria della Pietà che cominciò a funzionare il 28 luglio 1913 e fu inaugurato ufficialmente da Vittorio Emanuele III il 31 maggio 1914. Il complesso concepito con lo spirito del manicomio-villaggio si estendeva su circa centotrenta ettari e comprendeva quarantuno edifici ospedalieri, di cui ventiquattro erano padiglioni di degenza. Gli edifici, immersi in un grande parco di piante a fusto alto e collegati l'un l'altro da una rete stradale di circa sette chilometri complessivi costituivano così il più grande Ospedale Psichiatrico d'Europa con una capacità di più di mille posti letto.

 

Struttura e internamento

Il Santa Maria della Pietà si presentava diviso in due sezioni rigidamente separate: l'area maschile e quella femminile che rimarranno ben differenziate nella gestione fino agli anni '70. Era una piccola città dove i servizi interni erano garantiti dalla presenza di un impianto termico centralizzato, la cucina, la dispensa, lavanderia e in seguito anche una piccola sala operatoria. Vi erano inoltre la fagotteria (dove venivano depositati gli effetti personali dei ricoverati), la chiesa, l'alloggio delle suore, i laboratori dei fabbri e dei falegnami.

 

All'epoca la legge prevedeva il ricovero delle persone sulla base di un certificato attestante uno stato di pericolosità per sé o per gli altri o per atteggiamenti di pubblico scandalo e ben presto si giunse ad un sovraffollamento con oltre duemila ricoveri. Nei casi incerti si decideva la dimissione o l'internamento dopo un periodo di osservazione.

 

Ogni padiglione era una realtà a sé stante: la ripartizione dei malati non veniva fatta in base alle patologie psichiatriche dei malati stessi, ma esclusivamente in merito al comportamento che questi manifestavano. Il team di infermieri, la suora caporeparto e il medico di ogni padiglione si trovavano così a gestire un insieme disomogeneo di degenti altamente diversi per gravità della patologia, terapia ed età. Comuni erano invece l'inattività, l'abbandono e regressione dei pazienti che sviluppavano di conseguenza un carattere aggressivo.

 

Tra i diversi padiglioni si ricordano: il XVIII dei criminali con mura di cinta di quattro metri; il XIV degli agitati; il XXII dei cronici, il XII dei pericolosi per tentativi di fuga e di suicidio; il VIII e XC dei bambini; il XXX delle lavoratrici e padiglioni specifici per pazienti con TBC, come il XVI. Il padiglione più grande, il XXII, detto il Bisonte, ospitava più di trecentoventi pazienti tra epilettici, dementi senili e schizofrenici.

 

Vita da manicomio

La vita nel manicomio era principalmente scandita dai pasti e dalle rigide disposizioni del regolamento interno. Ad ogni cambio di turno gli infermieri dovevano fare la conta dei pazienti in loro consegna e riportare il tutto su di un registro detto vacchetta: era infatti sotto la loro personale responsabilità l'incolumità di ogni degente. A questo fine nei turni notturni gli elementi più problematici venivano spesso costretti a letto con fasce di contenzione o sedati con rimedi drastici. Questo contesto segregante e disumanizzante colpiva entrambe le parti come riporta Adriano, infermiere psichiatrico:

 

«Il lavoro degli infermieri è molto difficile e si mettono in moto meccanismi spontanei di autodifesa psicologica. Si instaura un adeguamento alle regole e, com'è naturale in queste situazioni, si viene inglobati dai meccanismi istituzionali senza rendersene conto, divenendo allo stesso tempo strumento e vittima della repressione manicomiale»

 

(Adriano Pallotta, Scene da un Manicomio

Nei momenti vuoti i degenti venivano posti nelle sorveglianze interne od esterne e lasciati a se stessi, in una nullafacenza delirante e controproduttiva. Solo occasionalmente venivano concesse delle passeggiate nel parco del manicomio. La normale routine veniva rotta solo in due occasioni: il primo maggio e il 15 settembre, ricorrenza di Santa Maria della Pietà in cui veniva organizzata una grande festa che tramutava il manicomio, anche se per poco, in un ambiente piacevole. Alcuni pazienti denominati malatini per le loro caratteristiche tranquille e servizievoli godevano di maggiori libertà: aiutavano gli infermieri nella gestione dei degenti più impegnativi o venivano loro affidati dei lavori retribuiti all'interno del manicomio stesso. Alcuni di loro infatti lavoravano in una piccola azienda agricola, creata nell'ottica dell'ergoterapia, rendendo quasi autosufficiente la struttura.

L'ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà era un'istituzione sanitaria dell'ex provincia di Roma che fino al 2000 fu destinata al trattamento delle malattie mentali.

 

Dalla sua fondazione nel XVI secolo fino al 1907, ebbe varie sedi; la più recente struttura presso cui era ubicato si trova a Monte Mario, area nel settore nord-occidentale di Roma, in cui nel 1907 furono edificati i padiglioni dell'istituto. I locali, di proprietà della Regione Lazio, consistono in un corpo centrale e circa quaranta padiglioni. Il primo è adibito a sito museale, mentre i padiglioni sono in uso all'Azienda sanitaria locale Roma 1, che ivi ospita propri ambulatori, e al XIV Municipio di Roma Capitale.

 

Facendo seguito alle riforme dell'ordinamento sanitario e, in particolare, del trattamento psichiatrico iniziato dalla legge Basaglia, la struttura perse la sua funzione di manicomio giudiziario e venne gradualmente ridimensionato fino alla chiusura definitiva avvenuta il 14 gennaio 2000.

 

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Raccolta foto De Alvariis

Left to right: Ahmet Davutoglu (Minister of Foreign Affairs, Turkey) talking with Didier Reynders (Minister of Foreign Affairs, Belgium)

L'idea dei sette colori che escono dal tubetto e formino la luce di pace e' meraviglioso

piu' che ottimo .

 

Lavoro scolastico sul tema della pace- concorso lions club

Left to right: John Kerry (US Secretary of State) with NATO Secretary General Anders Fogh Rasmussen

1.Basilico. La materia prima. Tanto e Profumato.

2.Aglio. Un pezzettino, dipende dai gusti.

3.Olio. Extravergine di Oliva. Cucchiaiate.

4.Pinoli. Buoni. Manciatine.

5.Parmigiano. A piacere.

6.Pecorino. Un po’. Per dare sapore.

7.Sale. Poco. Che c’è già il pecorino.

8.Frullatore. Fa un casino. Meglio il pestoio, il calice di legno con il bastone cicciotto. Ma io non sono proprio riuscita a ricordare dove cavolo l’ho ficcato.

9.Formine. Utilissime, per conservare in ghiacciaia e sghiacciare all’occorrenza. Ogni formina condisce pasta per circa 4 persone.

10.Di tutto, quanto basta. Dalle mie parti si assaggia.

11.Risultato. Buonissimo.

 

NATO Secretary General Jens Stoltenberg meets with Petr Fiala, Prime Minister of the Czech Republic

150 gr farina, 2 uova, mezza bustina di lievito, latte q.b., 1-2 zucchini e 2 cucchiai di prosciutto tritato saltati nel wok. L'impasto diviso in 6 formine è cotto in forno a circa 180 gradi: la ricetta di questo e tanti altri muffin su

Amicincucina

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