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Doel, a small town in Belgium near the port of Antwerp, is often referred to as a ghost town. Once a thriving community, it became the center of controversy due to plans for the expansion of the nearby port. Over the years, many residents were forced to leave as their homes were bought up or expropriated, leaving behind a surreal landscape of abandoned houses, empty streets, and an eerie quietness.

🔦 ZAKER – Creepy Set 🔦

 

Do you dare to seek the shadows? ️✨

Unveil the Creepy Set, an eerie yet elegant reward for the Shadow Seekers Hunt, in collaboration with MadPea.

 

🔍 How to get it?

Hunt for mysterious objects across the grid, collect points, and claim this exclusive gift! ️‍♂️🔮

 

Dare to play? Join the Shadow Seekers Hunt now! ️

 

maps.secondlife.com/secondlife/MadPea%20Adventures/18/105/27

 

#ZAKER #MadPea #ShadowSeekersHunt #SLHunt #CreepyVibes

this place is both kind of cool, in that it is an unpretentious little place; and really creepy, cultural cringe and the elderly and the vague curiosity as to what they think of everybody walking past who is NOT in the forces (or a pensioner)

Scary Arabian Persian ghost with full moon in dark and gold style. Ai illustration as digital painting style.

Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

#Weapons #ZackCregger #CinemaStrop #FilmReview #HorrorMovie #ThrillerMovie #Splatter #DarkCinema #MovieNight #Cinema #RecensioniFilm #CreepyVibes

Scary Arabian Persian ghost with full moon in dark and gold style. Ai illustration as digital painting style.

Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

#Weapons #ZackCregger #CinemaStrop #FilmReview #HorrorMovie #ThrillerMovie #Splatter #DarkCinema #MovieNight #Cinema #RecensioniFilm #CreepyVibes

Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

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Going for a creepy vibe since its almost Halloween!

Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

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Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

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Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

#Weapons #ZackCregger #CinemaStrop #FilmReview #HorrorMovie #ThrillerMovie #Splatter #DarkCinema #MovieNight #Cinema #RecensioniFilm #CreepyVibes

Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

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Strange things are found in the attics of creepy buildings…

Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

#Weapons #ZackCregger #CinemaStrop #FilmReview #HorrorMovie #ThrillerMovie #Splatter #DarkCinema #MovieNight #Cinema #RecensioniFilm #CreepyVibes

Scary Arabian Persian ghost with full moon in dark and gold style. Ai illustration as digital painting style.

Weapons: un incubo che mente bene

 

Ieri sono andata a vedere Weapons di Zach Cregger. Fin dalla promozione – e persino in biglietteria – aleggiava l’idea che fosse una “storia vera”. È anche la prima cosa che sentiamo dalla voce narrante, con un tono che ricorda un racconto da campeggio al chiaro di luna… o meglio, di torce elettriche.

Eppure, per quanto venga dichiarato all’inizio e ribadito intorno al film, in realtà non lo è. Chiunque con un minimo di spirito critico, dopo averlo visto, può arrivare alla stessa conclusione: qui si tratta di un espediente narrativo per creare atmosfera. Personalmente, tutto ciò mi ha lasciata del tutto indifferente.

 

Il film, in realtà, nasce da un lutto del regista, che ha scritto la storia come un modo per elaborare la perdita improvvisa e tragica di una persona a lui molto cara. Le emozioni alla base del racconto sono autentiche, ma gli eventi sullo schermo sono pura finzione.

 

A me che una storia sia reale o no interessa poco: ciò che conta è come viene raccontata. Weapons l’ho trovato interessante, originale e ben costruito. Fa paura? Per niente. Anzi, ci sono momenti drammatici che scivolano in un’ilarità macabra, stemperando la tensione.

 

La prima parte è piuttosto “normale”, con un’inquietudine che aleggia sulla spedizione di dodici alunni di una scuola elementare, e un’impostazione che sembra da indagine. Apprezzo la scelta di mostrare la vicenda da più punti di vista, svelando segreti poco a poco.

 

La seconda metà, invece, accelera di colpo: ritmo sempre più concitato fino a un climax di splatter estremo. Non fa paura, ma regala uno spettacolo decisamente fuori dal comune.

 

In sintesi: piacevole, ben strutturato, coinvolgente e persino sensato – per quanto possa esserlo una storia così. E, cosa importante, dà risposte convincenti a tutti i misteri che mette in gioco. Promosso.

 

 

#Weapons #ZackCregger #CinemaStrop #FilmReview #HorrorMovie #ThrillerMovie #Splatter #DarkCinema #MovieNight #Cinema #RecensioniFilm #CreepyVibes

it creeps to the window tapping... tapping.

Hush and watch the shadows crawl.

I entered the building with caution, there was a thick grimy atmosphere that clung to the back of your throat.... I heard a maniacal screeching laughter, looking up I found my witness time to get some answers.

This is where they found the first body... mutilated, almost unrecognisable as a person. They still haven't been identified, no one knows what happened or how they got there... Animal attack they said... I know otherwise

After the first victim was found i went to my contacts... following a lead I ended up here, The Foundry, a closed down institute for the disturbed. Turns out it wasn't as derelict as people thought.

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