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Cold but some of the snow has melted.

I was glad that this pic was invited to be featured on this lovely blog: shootarhyme.tumblr.com/

 

Also, pardon me for a little publicity shout: prints of four of my photos are being sold via popular US website/blog TOP here:

theonlinephotographer.typepad.com/the_online_photographer...

  

モミジ   深大寺参道  調布市 東京

Guten Morgen Inzell. Sonnenaufgang und Frühnebel über dem Moor!

Il 21 dicembre del 2012

un anno fa

è stato il mio ultimo giorno di lavoro.

 

Ricordo che era freddo, i Maya erano inflazionati, e io mi apprestavo a chiudere un lungo capitolo della mia vita.

 

Non ricordo di esser stato triste, non ricordo di esser stato felice; sinceramente, pur sforzandomi, non ricordo davvero quel giorno cosa provai. Quel che è certo è che non fu un sentimento di liberazione, nonostante andavo ad interrompere qualcosa che per svariate ragioni mi aveva fatto soffrire. Qualcosa che rappresentava, nel suo procrastinare, una scelta sbagliata della mia vita, per la mia vita.

Eppure, il sesto senso delle difficoltà che avrei dovuto affrontare da quel giorno, mi impediva di ridere alla luce del nuovo corso.

 

Non provavo liberazione perché coesisteva in me un altro e più ingombrante sentimento: il timore dell'aleatorietà del futuro.

Quando la mia barca (che forse dovrei definire più una zattera) si apprestava a lasciare il porto, non avrei potuto far altro che esser concentrato.

 

Ecco: per descrivere come è stato il mio 2013 potrei sintetizzarlo con il termine CONCENTRATO. E quando uno è concentrato su qualcosa, per tutto ciò che è esula dall'oggetto della sua concentrazione, è in uno stato simile al letargo. Per necessità vitale.

 

Abbandonavo un porto sereno, una campana di vetro lavorativa che, a fronte di quel che oggi comprendo come pochi pensieri, mi restituiva comunque un futuro triste, lento, una vita ovattata, sinistra, fuori posto.

 

Lasciavo il porto per il mare, e il cielo sopra di me era grigio. Anzi, il 21 dicembre del 2012 forse stava già piovendo. O più probabile, col senno di poi, potrei persino sostenere senza eccessivo errore che quel giorno stesse già diluviando.

Ma non potevo accorgermene.

 

Senza nulla, senza certezze, pochissimi clienti, e nessuno spazio né attrezzatura; mi stavo semplicemente inventando, lanciandomi nel vuoto in un viaggio arduo durante il quale avrei dovuto dire davvero pochi (ma grandi) "grazie".

 

Nei primi giorni di gennaio, dopo la chiara dichiarazione di guerra ricevuta da piccole personcine che all'epoca pensavano di avere su di me una grande valenza, vendetti il portatile che mi regalò mio padre in occasione dell'abilitazione professionale nel 2007.

Era un mac book pro meraviglioso, tutto alluminio, modello prima del santarosa, quando i mac book pro erano davvero una spanna sopra gli altri portatili.

Lo vendetti per 500 euro, un ottimo prezzo. Ricordo ancora quando lo passai nelle mani del bravo ragazzo di imola che lo testò ed acquistò in un lampo nei pressi della stazione di rimini. Ricordo ancora che pensai a quando, per la prima volta in vita mia, con quel portatile aprii una scatola mac, con quell'odore e quel senso di perfezione che associai alla apple e che non mi abbandonò più. Mio padre spese un patrimonio per quel portatile - circa un mese di pensione - e, venderlo, mi dispiacque più di quando vendetti il mio benelli s50.

 

Ma dovetti farlo perché non avevo una scrivania, non avevo un archivio, non avevo nulla. Necessitavo di un compagno di lavoro leggero, nuovo, versatile, potente. Dovevo investire in tecnologia e il mio vecchietto non poteva essermi d'aiuto, se non sacrificandosi e trasformandosi in liquidi.

Iniziai a pagare a rate il portatile nuovo dal quale avrei gestito l'intera mia attività. Ovunque fossi.

Iniziai a pagare a rate il software nuovo della contabilità, a studiarlo nei tempi morti, ad essere professionista in giacca e cravatta, l'impiegato al telefono con l'assistenza, l'attento psicologo per le esigenze dei clienti, il funambolo equilibrista con la stessa faccia per mille ruoli che ne racchiudeva, in via del tutto naturale, tutti.

 

Fra gennaio e febbraio i miei nemici cercarono di mettermi in difficoltà attraverso una repentina riconsegna documentale. Una massa enorme da gestire senza archivio. In quei giorni avevo l'autovettura strapiena di faldoni e cartellette, e lucidi passati. Ci sono stati giorni in cui ho dovuto occupare anche i posti in auto dei bimbi. Erano giorni in cui non potemmo utilizzare l'auto perché dovevo aspettare che giungesse il sabato, subito dopo pranzo, quando potevo entrare nella ztl per scaricare i documenti nello studio dei miei fratelli, ospite nel loro ufficio. Stavamo creando l'embrione di uno attività polifunzionale.

 

Sono stati mesi in cui passavo dalla scrivania di mio fratello a quella di mia sorella. E, nelle malaugurate volte in cui entrambi erano in studio, mi rifugiavo in una scrivania nella sala archivio/segreteria, un budellino stretto e lungo che dava su un muro bianco sporco.

 

I clienti mi facevano i complimenti per la mia "nuova stanza", ignorando che fosse quella di mio fratello che, spesso, si rifugiava nel tugurio in attesa che io terminassi, col pensiero di farlo il prima possibile, l'appuntamento di turno.

 

Poi il rodaggio, la difficoltà che rafforza e, soprattutto, l'inevitabile circostanza per cui voli solo quando ti butti. Cresci, e tanto, solo quando sei solo.

 

SOLO. Il 2013 è stato un anno in cui, pur nel determinante appoggio di Sara, nella vicinanza della mia famiglia, nella disponibilità illimitata dei miei fratelli, sono stato comunque (professionalmente) solo. E quando sei solo… o muori o voli.

Non è stato certo piacevole, né facile, ma essere davanti a tu per tu con la solitudine, forgia più della più alta specializzazione teorica, più di qualsiasi studio, più di qualsiasi cosa, persino del tempo. Il timore di quei momenti ti eleva a dei livelli difficili da raggiungere in una condizione ordinaria.

 

In mezzo al mare ho iniziato a rodare la mia zattera, nei tempi buoni l'abbellivo, la ristrutturavo, la rafforzavo, la custodivo, benché zattera rimanesse, sempre fra mille difficoltà. Non potevo fare altrimenti.

Scrivevo su una moleskine le cose da migliore in un foglio situato al termine dell'agendina con il titolo "Per uno studio migliore" dove mi appuntavo (e appunto) cosa e dove poter migliorare l'organizzazione del mio ufficio. Od ancora, sempre nelle pagine finali, un altro emblematico foglio dal titolo "tendere a…" dove descrivevo/descrivo alcune procedure organizzative per uno studio "perfetto".

 

Nei veloci mesi cresceva in me la consapevolezza di star creando qualcosa, qualcosa certamente di non eccezionale, ma qualcosa di mio, sempre da "nomade" ...

 

... poi la pagina bianca che inizia a riempirsi, i clienti chiamavano clienti, soddisfatti di questa gentilezza, disponibilità professionale, questa impagabile libertà d'essere io, Gianluca, fuori dalle ferree logiche lavorative. Ma il punto era chiaro. Il valore aggiunto di tutto era la mia autonomia. io. E basta.

E, tutt'ora, questa solitudine continua ad essere il mio punto di forza.

 

Ho investito in persone, prima che in clienti. In storie, spesso di difficoltà. Mi sono messo accanto. Ho aiutato con l'intento sano ma con la speranza che se le cose fossero migliorate avrei iniziato a raccogliere anche io i frutti economici.

Ho sperato, forse scommesso... a volte c'ho visto lungo a volte ho sbagliato. Ma, se penso a questi mesi, è stato davvero tutto bello. E difficile.

 

Poi l'ufficio nuovo a fine ottobre, finalmente una stanza mia, la semina diventa raccolta, e la bellezza dei primi risultati che in questi mesi stanno iniziando ad arrivare. O forse più che "risultati" dovrei dire "strada", che prima non c'era e ora si.

 

Sorrido voltandomi indietro, al termine di quest'anno che si sta chiudendo, specie se penso a quel giorno del 2011 quando entrai nella stanza accanto a confessare al mio ex socio la mia inadeguatezza ad essere un "professionista".

Oggi direi che quel giorno del 2011 feci un grande errore di valutazione. Oggi, di me, direi tutto l'opposto.

 

Ma questa crescita del 2013, indispensabile per avere e dare a me e alla mia famiglia una sicurezza economica minima per andare avanti, al di la delle difficoltà, non è stata indolore. Non è stata gratuita. E non lo è tutt'ora. Ho dovuto dare tanto.

 

Parlavo di concentrazione, all'inizio.

E la concentrazione di qui parlo non è quella necessaria all'eccessivo arricchimento economico, all'avarizia, all'ambizione di uno status lavorativo in grado di dare titolo alla persona e non, come dovrebbe essere, al lavoratore - circostanza questa da cui io fuggo - ma la concentrazione di cui parlo è quella indispensabile a creare un lavoro autonomo, una concentrazione intensa, quella che assomiglia ad uno stato mentale, ma quella che ha incredibilmente spezzato ogni collegamento che avevo con il prima che ero.

 

Quello che più mi interessa e mi preoccupa è il cambiamento in famiglia. Prima di tutto qui, in questo ambito, gli effetti sono stati palesi: molto tempo in meno da dedicare e, certamente, con un approccio meno paziente, meno sereno, meno di qualità.

Ma i cambiamenti ci sono stati in ogni aspetto della giornata, e la mia vita di oggi è completamente un'altra rispetto a quella di prima. Abitudini diverse mi hanno cambiato. Mi sono irrigidito, forse raffreddato alla poesia che intercettavo quotidianamente senza alcuno sforzo rispetto a quello che mi circondava. Da uno sguardo, alla danza di una foglia, da un profumo lontano alla luna. Io non rifletto più, di quelle riflessioni senza funzione né obiettivo, libere, del pensare del nulla, quindi del tutto. Sento di essere impegnato mentalmente in altro, sento di non poter mollare, nonostante comprenda l'incredibile valenza del resto.

 

Non fotografo più perché non vedo, non ho persino un facile rapporto con photoshop, non scarico la compact flash in quei rari momenti in cui mi sforzo a portarmi dietro la macchina. Se non fosse per instagram e per l'iphone credo che Francesco non avrebbe traccia della sua esistenza.

Non rispondo, se non con organizzazione di tipo "lavorativa", alle mail di piacere con amici lontani; e qualcuna passata, sebbene abbia voglia di scrivere, sono ancora in attesa da tempo.

 

Io che criticavo vite del genere sono almeno lucido nel valutarne i difetti e la ristrettezza di chi è eccessivamente dentro un singolo ruolo, quand'anche questo fosse lavorativo.

 

Apprezzo il +75% in un solo anno ma sono sicuro che il mio destino sia quello della migliore efficienza possibile e non della più alta crescita possibile.

Il problema è che sebbene mi trovi in una situazione di gran lunga migliore rispetto al dicembre 2012, il 2014 non è credo sia ancora l'anno dell'assestamento. Non ho volumi tali da permettermi una serenità che possa definirmi "a regime".

Per questo motivo, l'anno nuovo non lo vedo eccessivamente diverso da quello che sta terminando.

 

Ecco, forse è proprio questo il punto a cui volevo arrivare. Era questo che volevo dirmi.

 

Perché ho un forte dispiacere.

Mi dispiace che ho quasi lasciato questo posto a cui tengo tanto. E che temo, nel breve, di non poterlo ancora riempire.

 

Ciao amici ... buon anno di cuore

 

Série "Rêverie Londonienne"

 

Retour d'un week-end prolongé à Londres (comme de nombreux autres compatriotes il semblerait), j'en ai profité pour visiter certains spots plus ou moins connus : ici le Millenium Bridge, avec St Paul au second plan.

 

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Cette photo fait parti de mon Portfolio

2014 Budapest HOF

 

JFK Blvd. - St. Patrick's Day Parade

Somewhere in the Peruvian Amazon. May 2014.

L'anno nuovo non poteva iniziare peggio, meteorologicamente parlando, ma a livello ferroviario ha riservato lo sporadico passaggio del treno merci di cereali da Livorno Calambrone per Piacenza e quindi Villa Opicina. Qui lo vediamo in transito sotto una battente pioggia presso la stazione di Genova Quarto dei Mille.

It's been raining quite a bit (thank you Hercules!). Everything is green and the moss has puffed up. I love the little sprouts that raise up above the rest of it.

Arch Street near 11th Street

apparizioni.

(jesus-cat)

 

In Inzell und um Inzell herum: WASSER!

DD Snow Miku 2014

halloween graffiti adorns a string of abandoned chicago metra commuter train railcars hidden away in the desert mountains of southern california. 2min exposure under full moon, 3x 2min exposures stacked for star trails. nikon D7000 + nikkor 10-24mm.

Rouen, dec. 2014

Shining!

This lovely couple was kind enough to let me snap a photo of them.

 

Kyoto, Japan - November 2014

Reading Terminal Market

Praia de Mangue Seco, Igarassu, Pernambuco

I guess there's a first time for everything. I wanted to post two shots from the same location. One without and one with the great city of Toronto in the background.

Copyright: © FSUBF. All rights reserved. Please do not use this image, or any images from my photostream, without my permission.

www.fluidr.com/photos/hsub

Capture of female sawn (pen) with her 5

cygnets on a early morning swim. Photo

taken in Barnet, Hertfordshire, UK in June

2014.

 

Oman, surprisingly, has a diverse dimension of animals in the country. It is located in the Middle East. Most of Oman's animals are adapted to the live in desert.In the recent years there have been strict measures taken against hunting animals in order to stop the extinction of animals that are currently in vulnerable status. Currently, there is absolutely no killing of wildlife animals.

  

Source : www.listofcountriesoftheworld.com/mu-animals.html

quelques nouveautés...:))

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