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Datum eerste toelating en eerste tenaamstelling: 29 mei 1975.

© Bramari | 2022

...or the Ex-CSD loco (build from CSD T679 2001 and 2002).

On the photo is hauling a special train with english tourists and railfans.

repas pimenté !!!

Lockheed Martin C-130J-30 Hercules, United States - US Air Force (USAF), 07-4635, NUE 01.09.2022

Lüttich LGG 11.07.2015

#Explore_1/06/2007!

Autumn Polaroid Week 2021 Day 5, Picture 1

 

Polaroid 88 expired in 05/2002

Zenza Bronica SQ-A and Zenzanon-S 105 with extension tube S-18

Day 9. Q. is Neil Armstrong really strong? A. proberly because his last name explains it all to me

#comics

“There may be a great fire in our soul, yet no one ever comes to warm himself at it, and the passers-by see only a wisp of smoke.”

-vincent van gogh

 

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VT 07 + VS 28 bei einer Sonderfahrt am 21.07.2013 bei Gumpenried.

Utting am Ammersee

#Explore-5/02/2007

La mattina del 21 la nostra sveglia suona alle quattro e trenta. Colazione rapida. Bagno.Drin... "Dai Tizi sono arrivati". Carlo,Rino e Simone sono qui. Alle cinque e trenta in punto Siamo in stazione a Canegrate. Ci sono anche Paola, Giovanni e un bel po' di compagni di Rifondazione. Si va a Genova. Da Canegrate a Milano il tempo scorre veloce. Arrivati in Garibaldi ci viene subito indicato il convoglio con cui dobbiamo partire. Passiamo davanti a due cordoni di polizia che qui e là fermano qualcuno e gli perquisiscono lo zaino, scegliendo la gente in base alla faccia. Barbe,capelli lunghi e magliette rosse. Ai compagni di Rifondazione vengono sequestrati tre bastoni di due centimetri di diametro che dovevano servire per reggere le bandiere rosse. Nei giorni prima si era sentito di alcuni treni partiti da Milano che ci avevano messo sette ore per giungere nel capoluogo Ligure."Sette ore? Ti immagini?"...E così...Milano, Piacenza, Parma, La Spezia, Genova. Nonostante le ore impiegate il viaggio ci è volato... Ridiamo e scherziamo tra di noi. Parliamo di politica e sentiamo i racconti di Paola a Carlo. Paola è del Paraguay e ha vissuto un pezzo di dittatura. Attraverso un bellissimo panorama arriviamo al lungomare delle Cinque Terre dove esponiamo le bandiere rosse e prendiamo a sfottere i bagnanti. Come risposta otteniamo dei pugni alzati, un paio di vaffanculo vocali e qualcuno mimato. Genova!! Genova, siamo arrivati! Scendiamo dal treno, ci contiamo. Ci siamo tutti. Fuori dalla stazione ci inquadriamo e partiamo per raggiungere il concentramento del corteo. Qualche elicottero comicia a svolazzarci sulle teste. Un chilometro più in là ci schieriamo con la federazione milanese dei compagni rifondati e aspettiamo........ Dietro di noi arrivano i sindacati tedeschi dell'IGM. Dopo aver scandito un'infinita serie di slogan in un sorprendente italiano, dopo aver ballato e fatto casino, l'IGM ci passa davanti. Giovanni estrae dallo zaino una fila, molto simile ad un manganello, di biscotti al cioccolato. Tre o quattro minuti dopo..... spazzati. Arriva nel frattempo un gruppo di francesi, forse un movimento dei centri sociali. Scatto una foto al loro striscione mentre uno di loro grida "photo". Si coprono tutti la faccia con bandane e striscione. Ci sfilano davanti. Qualcuno dei nostri comincia ad accorgersi che siamo in coda al corteo. Creano un po' di scompiglio i pastori sardi con il loro striscione" movimento dei pastori Sardi". Striscione blu e giallo e volantini per spiegare le loro ragioni. Le probabili prossime vittime della globalizzazione del G8. Inesorabilmente ci passano davanti. Poco dopo si parte. Ci sorpassa anche un gruppo dell' Arci-gay . Dunque si parte con alle spalle il vuoto. Ma davanti, si dice, 250.000 persone. Arrivano subito notizie sugli scontri. Ci informa il segretario di Rif. di Legnano che in testa al corteo la polizia ha caricato. Dalle radioline sparse qua e là esce la voce familiare dei giornalisti di Radio Pop. Molto lentamente sfiliamo per un viale dove vecchi e alti palazzi ci coprono l'orizzonte. Dalle finestre qualche persona lancia secchiate d'acqua fresca sui manifestanti. Applausi e grida di entusiasmo accompagnano ogni lancio. "Ho sentito che davanti hanno spezzato il corteo in due". Notizie fresche. Per niente buone. Rino e Tizi si vanno a prendere una lavata rinfrescante. L'uomo "secchio" improvvisa un ballo. Applausi. Poco dopo é l'ora di Carlo. Lavato fradicio, anche lui può godere della sua parte di fresco. Le voci dei casini in testa al corteo arrivano sempre più spesso. "La pula ha caricato davanti e in mezzo spezzando il corteo e circondando la testa. Sembra che dall'alto piovano lacrimogeni sulla gente. Cazzo". Pian piano seguendo una leggera curva a destra ci avviciniamo al lungomare. Corso Italia. Proprio sul curvone ci accolgono quelli di "Drop the Debit". Con la loro chiesa multicolore e i loro cartelli. Si svolta sul lungomare, qualche metro e il corteo si ferma. All'improvviso "Indietro! Via! Via!" Corriamo tutti indietro per una ventina di metri. Qualcuno grida "Fermi!". Ci si ferma subito e si organizza un cordone intorno al corteo. Partecipimo anche noi al cordone. Proseguiamo per qualche metro e ci si ferma di nuovo. Sulla destra i primi segni della battaglia. Una caserma militare con dei vetri rotti. Appeso al muro uno striscione con la giusta scritta "ASSASSINI" Sulla targa "Zona Militare Limite Invalicabile" un foglio con stampata la bella faccia del Berlusca sorridente da parte alla foto di Carlo Giuliani morto con il passamontagna in faccia, con una scritta che recita "inconvenienti". Rimaniamo fermi lì davanti per moltissimo tempo. I dirigenti di Rifondazione ci dicono che ora si vedrà il da farsi e raccomandano i cordoni. In mezzo a noi quattro ragazzi su un pullmino bianco tutto distrutto ci esortano ad avanzare per combattere con quelli davanti. Poliziotti? Vengono comunque zittiti a distanza dalle urla del corteo. Scavalco il cordone per scattare qualche foto, qualcuno mi dice: "Rimani dentro non uscire". Nella vietta da parte alla caserma ci sono una cinquantina di poliziotti schierati. Click. Intanto cominciano ad arrivare i reduci dalla battaglia. Gente vestita di nero, qualcuno con un guanto sulla mano destra per prendere e rilanciare i lacrimogeni della polizia. Alcuni con la maschera anti-gas ormai adagiata mollemente sul petto. Qualcuno ha la testa insaguinata, altri zoppicano. Tornano anche dei ragazzi in carrozzina, vediamo anche i pastori sardi piuttosto scossi. Il nostro cordone si infittisce, qualcuno vuole entrare ma viene respinto malamente. Eppure non é molto difficile distinguere tra chi cerca un riparo e chi si vuole infiltrare. Alla mia sinistra sento urlare, i compagni dell'Arci-gay cercano di unirsi a noi, li respingono."Sono i tipi dell'Arci-gay" urla qualcuno "fateli entrare!". Dentro. "Dietro-front" ci dicono due compagne rifondate, si torna verso la stazione di Quarto. "No cazzo, scappare così no!, Dietro-front no!" Giovanni condivide la mia posizione, ne parliamo brevemente. Questa volta siamo alla testa del corteo e velocemente ci ripariamo in una strada a destra prima della stazione di Quarto. Ci sediamo subito tutti a terra. Qualcuno mangia, molti bevono. Una signora anziana ci spia tra le persiane. Mi stendo sulle gambe della Tizi e mi addormento per una ventina di minuti. Quando riapro gli occhi la signora é sul balcone e ci guarda con aria un po' timorosa e un po' incuriosita. Scatto un foto a Simone e Rino e scrocco al primo una sigaretta che fumiamo in tre. "Attenzione, allora, si parte, ci dirigiamo verso Brignole. Cordoni e massima attenzione." Le notizie che arrivano di tanto in tanto parlano di ripetute cariche della polizia ma in realtà nessuno di noi sa cosa é successo. Questa volta ci si muove velocemente. Si parla poco. Il morale é basso. Dalle finestre nessuno più lancia acqua. E' la terza volta che percorriamo questa strada. Arrivati sul lungomare in un batter d'occhio raggiungiamo i luoghi dello scontro. Ci troviamo sotto i piedi un bel po' di scarpe spaiate, magliette e una quantità infinita di rifiuti. Penso che il ricordo delle scarpe sull'asfalto rimarrà in me per parecchio tempo. Un senso di disperazione, di vuoto, di violenza. Di topi che scappano da qualcosa di pauroso. La violenza delle forze dell'ordine. Nonostante io e la Tizi abbiamo partecipato a parecchie manifestazioni é la prima volta che ci capita di vedere una scena simile. Camminando incontriamo presto la prima macchina semidistrutta. Siamo ormai in piazza Rossetti. Quattro o cinque macchine bruciate in mezzo alla strada costringono il corteo a fare zig-zag. Sulla sinistra la celere é ancora schierata, sulla destra banche, finanziarie, concessionarie bruciate. Di fronte a noi celere. Svoltiamo a destra in direzione Brignole. Sul tetto di un edificio un ragazzo solo saluta il nostro passaggio facendo casino. Trenta secondi dopo, arrivano sei camionette della polizia che in tutta fretta si fermano nei pressi dell'edificio. Dal corteo si alza "Assassini, Assassini...." Qualche compagno urla di stare zitti. Ancora forze dell'ordine, prima alla nostra sinistra e poi alla nostra destra. Un gruppo di giornalisti televisivi stranieri usa il corteo come sfondo ai loro servizi. Si alza in tono basso e dimesso una triste "Bella Ciao". Ora stiamo lambendo i containers sulla sinistra, il cordone di sicurezza viene nonostante tutto mantenuto. Siamo ormai nel piazzale davanti alla stazione. Dei manifestanti che stanno partendo ci applaudono dai treni. La ressa é tantissima, mi soffermo a scattare qualche foto ai containers, simbolo di divieto. La Tizi va in cerca di una sigaretta. Qualcuno le risponde in malo modo, soprattutto quelli che la sigaretta la stanno fumando. Una signora che sente tutto le allunga una sigaretta. Io ne scrocco una ad una ragazza. Rino divide in cinque il suo ultimo panino. Le due sigarette le fumiamo in quattro. Carlo, Rino, Simone, Tizi, Giovanni e Paola hanno sul volto la delusione e la rabbia. Dopo circa un'ora riusciamo schiacciati come sardine a raggiungere il treno che ci riporterà a Milano. Si parte, via, lontano dalla violenza. Verso la mezzanotte veniamo informati dei pestaggi negli uffici del Genoa Social Forum. Evacuati i manifestanti la polizia ne approfitta per pestare i rimasti e per saccheggiare la scuola di via Diaz. Stanchezza e sonno ci accompagnano fino a Milano. Solo una volta giunti nelle nostre case, riusciamo ad avere un quadro di ciò che é successo a Genova. La mattanza. A Genova non abbiamo visto nulla o quasi. Non siamo stati caricati, non abbiamo visto i lacrimogeni e i pestaggi. Ci rimane un profondo senso di amarezza e di sconfitta per non aver potuto aiutare i compagni durante il massacro. Forse, anzi sicuramente, avremmo dovuto rimanere a Genova, magari seduti in Corso Italia in segno di solidarietà e protesta. I compagni di Rifondazione hanno fatto di tutto e sono riusciti a non farci entrare nei casini. Bravi, veramente...dopo aver saputo e visto quel che era successo.

An dieser Decke hab ich ziemlich lange gehäkelt - ich hab mehr Wolle dafür gebraucht, als ich dachte und jetzt ist sie ziemlich schwer!

Auch Rheincargo war an diesem, für heutige Zeiten ungewöhnlichen, Morgen unterwegs. Bei starkem Schneefall und Wind hielt ich diesen Moment, auf der Brücke mit Regenschirm stehend, fest.

Die graue Lok und der schneebedeckte Zug machten das Bild noch trister, wo wir doch eigentlich schon richtig warme Frühlingstemperaturen hatten (eine Woche vorher war es deutlich über 20 Grad und deutschlandweit wurden neue Temperaturrekorde für Ende März aufgestellt).

Schooner Margaret Todd approaching Bar Harbor marina, Maine

Great excitement when a hot air balloon flew over our house this morning. I held Merri up to wave and she was thrilled the crew waved back. Really pretty balloon too.

 

A quietish day trying to recover from the Easter break's visitors and getting things organised.

441-07 Liso Polje (Лисо Поље), 01.08.2022r.

OE-LBL Airbus A320-214 Austrian Airlines @ Arrecife Airport, Lanzarote 09/03/2019

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