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Quel dolce sguardo di una nonna.

Torino.

Settembre 2012.

 

Di fiori un serto vivido, che Apollo a noi presenti

In Elicona è solito destar vaghi concenti.

E quei Poeti miseri che non san fare un corno

Fiori a raccor divertonsi per tutto il santo giorno.

A questo io stesso m’occupo, che sono un di costoro,

E stanco poi distendomi sotto un opaco alloro.

Or dunque il frutto nobile della fatica mia

Umil presento, e inchinomi a Vostra Signoria.

Spero che in volto placido accetterete il dono

E dell’ardir, che presimi darete a me perdono.

Prendetelo di grazia , e quindi se mai fia,

Che in un vasetto pongasi, o in quello che si sia,

Quell’acqua sì odorifera, quell’acqua istessa,

Al Precettor buonissima per celebrar la Messa.

Se dopo tante prediche che far non ne sapete

Nel cacator buttatelo, o dove mai volete.

Basta, che di riceverlo non isdegniate almeno,

Del resto cosa importami? Sarò contento appieno.

 

(un indedito Giacomo Leopardi. Per la sua nonna.)

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Uploaded on November 6, 2012
Taken on September 22, 2012