Con gli occhi del cuore - 5°capitolo
FATICA E FAMIGLIA
Foto 19: Porto di Marina di Pisa.
Foto del 2015
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NON C'E' PACE
Trascorrono un paio d'anni,
ed al cantiere navale iniziano i problemi.
L'era della costruzione di yacht in legno,
stava finendo velocemente.
La vetroresina avanzava a grandi passi.
Troppo proibitivi i costi col vecchio e romantico metodo,
perfino per i ricconi.
Di colpo, mirabili maestri d'ascia,
diventavano inutili maestranze senza nessun merito.
La scure ovvio, mi colpì quasi subito,
essendo stato assunto tra gli ultimi.
Dopo un umiliante tira e molla con la proprietà,
pur di sfoltire il numero di falegnami,
fu concordato un compenso per chi accettava le dimissioni.
Non ho mai sopportato ambienti dove ti considerano un peso inutile.
E facendo un salto nel buio, mi licenziai tra i primi.
In tasca 5.000.000 di lire tondi tondi, questo il prezzo dell'addio.
Credetemi ero felice, seppur disperato.
Non tanto per i soldi,
ma per quel profumo di libertà che da sempre muove i miei intenti.
Avevo passato mesi nei quali l'autostima era ai minimi termini.
Troppo amaro il rospo da inghiottire.
Troppe false le speranze di sistemare tutto con la politica.
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© Il testo è di esclusiva proprietà dell'autore, Stefano Paradossi, che ne detiene i diritti e ne vieta qualsiasi utilizzo da parte di terzi. La foto fa parte dell'Archivio Fotografico della famiglia Paradossi.
© The text is of exclusive property of the author, Stefano Paradossi, who owns the rights and prohibits any use by third parties. The image is part of the Photo Archive of the Paradossi family.
Con gli occhi del cuore - 5°capitolo
FATICA E FAMIGLIA
Foto 19: Porto di Marina di Pisa.
Foto del 2015
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NON C'E' PACE
Trascorrono un paio d'anni,
ed al cantiere navale iniziano i problemi.
L'era della costruzione di yacht in legno,
stava finendo velocemente.
La vetroresina avanzava a grandi passi.
Troppo proibitivi i costi col vecchio e romantico metodo,
perfino per i ricconi.
Di colpo, mirabili maestri d'ascia,
diventavano inutili maestranze senza nessun merito.
La scure ovvio, mi colpì quasi subito,
essendo stato assunto tra gli ultimi.
Dopo un umiliante tira e molla con la proprietà,
pur di sfoltire il numero di falegnami,
fu concordato un compenso per chi accettava le dimissioni.
Non ho mai sopportato ambienti dove ti considerano un peso inutile.
E facendo un salto nel buio, mi licenziai tra i primi.
In tasca 5.000.000 di lire tondi tondi, questo il prezzo dell'addio.
Credetemi ero felice, seppur disperato.
Non tanto per i soldi,
ma per quel profumo di libertà che da sempre muove i miei intenti.
Avevo passato mesi nei quali l'autostima era ai minimi termini.
Troppo amaro il rospo da inghiottire.
Troppe false le speranze di sistemare tutto con la politica.
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© Il testo è di esclusiva proprietà dell'autore, Stefano Paradossi, che ne detiene i diritti e ne vieta qualsiasi utilizzo da parte di terzi. La foto fa parte dell'Archivio Fotografico della famiglia Paradossi.
© The text is of exclusive property of the author, Stefano Paradossi, who owns the rights and prohibits any use by third parties. The image is part of the Photo Archive of the Paradossi family.