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March 8th, 2012 - 8 Marzo, 2012

Great women in Science History

 

Who was Hypatia?!

 

HYPATIA

 

Biography of a scientist and a symbol.

Hypatia (370-415 A.D.) lived in Alexandria (Egypt) in the 4th century. For fifteen centuries she was the only woman scientist in history and even today her fame comes second only to that of Marie Curie. She is the only woman to appear in books concerning the history of mathematics and astronomy, although she is mentioned more for the romanticism of her life and death than for other reasons.

 

Hypatia became the symbol of the end of ancient science because mathematics, physics and astronomy progressed very little after her death. She lived in a period during which the Roman Empire was converting to Christianity and the sciences were considered heretical. She was educated by her father, Teone, mathematician and astronomer, who wanted her to become 'a perfect human being' in an age when women were often considered to be less than human!

 

Hypatia travelled to Athens and Rome where she made an impression for her intelligence and beauty. On returning to Alexandria she taught mathematics, philosophy, astronomy and mechanics and her house became a centre of intellectual activity. Unfortunately, none of her documents (mostly in the form of textbooks for students) have been preserved intact although it appears that part of her work was incorporated into the works of Teone.

 

The most important part of her work is to be found in the 13 VOLUMI DI COMMENTO ALL’”ARITMETICA” by Diofanto, considered to be the father of algebra. She also wrote a dissertation in 8 volumes on the 'Coniche di Apollonio' (by Apollonius of Perga, 3rd century, text which introduced epicycles and differentials to explain the orbits of planets). She was also interested in the study of conicals and wrote a dissertation on Euclides and Tolomeus. The 'Corpus Astronomico', a collection of tables concerning the heavenly bodies, is also attributed to Hypatia.

 

Hypatia was also interested in mechanics and technology: she designed scientific instruments, among which a flat astrolabe, an instrument to measure the level of water and an apparatus for its distillation and a brass hydrometer to calculate the density of liquids.

 

She was a pagan, a follower of a form of Neoplatonism that was more tolerant towards mathematics, and as such she was considered an heretic by the Christians. Persecution against Neoplatonists and Jews began in 412 a.D. when Cyrillus became patriarch of Alexandria. Hypatia refused to convert and to renounce to her ideas and in March 415 her life ended tragically in violence at the hands of a rampaging mob of Christian fanatics, who killed her for her “pagan” beliefs, some say at the instigation of St. Cyril of Alexandria.

Her death marked the end of neoplatonic teaching in Alexandria and throughout the Empire.

Although this outrageous crime has made Hypatia a powerful symbol of intellectual freedom and feminist aspiration to this day, it makes clear that the important intellectual contributions of her life’s work should not be overshadowed by her tragic death.

 

This is the astonishing life of Hypatia, famed throughout the Mediterranean world, a beauty and a genius, yet for 17 centuries ignored by history. As the Roman Empire fights for its life and emerging Christianity fights for our souls, Hypatia is the last great voice of reason. A woman of sublime intelligence, Hypatia ranks above not only all women, but all men. Hypatia dazzled the world with her brilliance, was courted by men of every persuasion and was considered the leading philosopher and mathematician of her age...yet her mathematics, her inventions, the very story of her life in all its epic and dramatic intensity, has gone untold.

 

Grandi donne nella Storia della Scienza

 

Chi era Ipazia?!

 

IPAZIA

 

Ipazia fu martire della libertà di pensiero e fulgido esempio dell’emancipazione femminile.

Ipazia (Alessandria d'Egitto, 370 – 415 d.C.), astronoma, matematica e filosofa, erede della scuola alessandrina, fu fatta massacrare dal vescovo Cirillo per mettere a tacere la sua sete di sapere e la sua libertà di pensiero. Antesignana della scienza sperimentale, studiò e realizzò l'astrolabio, l'idroscopio, il planisfero e l'aerometro. Nell'anno dedicato all'astronomia è legittimo chiedersi come potrebbe essere il mondo oggi e con quanti secoli di anticipo avremmo conseguito le conquiste moderne, se persone come Ipazia fossero state lasciate libere di esprimersi e di agire.

"Ad Alessandria d'Egitto, c'era una donna chiamata Ipazia, figlia del matematico Teone; madre natura la dotò, oltre della sua straordinaria intelligenza, di una incomparabile e incantevole bellezza, ottenne tantissimi successi nella letteratura e nella scienza da superare di gran lunga tutti i filosofi del suo tempo. Provenendo dalla scuola di Platone e di Plotino, lei spiegò i principi della filosofia ai suoi uditori, molti dei quali venivano da lontano per ascoltare le sue lezioni.

Facendo conto sulla padronanza di sé e sulla facilità di modi che aveva acquisito in conseguenza dello sviluppo della sua mente, non raramente apparve in pubblico o davanti ai magistrati.

Né lei si sentì confusa nell'andare ad una riunione di uomini. Tutti gli uomini, tenendo conto della sua dignità straordinaria e della sua virtù, l'ammiravano di più.

Fu vittima della gelosia politica che a quel tempo prevaleva, ma anche dell’ottusità religiosa dei cristiani dell’epoca che vedevano in lei, in quanto donna e per di più pagana, un essere inferiore e non degna di dedicarsi allo studio e alle Scienze.

Dopo la morte del vescovo Teofilo, la cattedra vescovile fu occupata, nel 412, da suo nipote Cirillo, di idee fondamentaliste, specie contro i novaziani e i giudei, che venne subito in urto col prefetto di quel tempo, il romano Oreste, amico di Ipazia e un tempo suo discepolo.

Cirillo, che mal sopportava la predicazione pagana di Ipazia, divenuta ad Alessandria la rappresentante più qualificata della filosofia ellenica, si convinse che l'ostacolo maggiore alla risoluzione della controversia fosse proprio lei.

Così egli istigò il gruppo fanatico di monaci cristiani detti parabolani ed eremiti della Tebaide, guidati da Pietro il Lettore, a togliere di mezzo Ipazia.

Dei sicari del vescovo Cirillo la aggredirono per strada e la scarnificarono con conchiglie affilate. I suoi resti furono dati alle fiamme nel Cinerone, dove veniva bruciata la spazzatura. E quel giorno i monaci esultarono con le parole di S. Agostino, per il quale la donna è solo 'immondizia'. 'Una macchia indelebile' nella storia del cristianesimo, così definì il suo assassinio lo storico Edward Gibbon. Era l'anno 415, il IV dell'episcopato di Cirillo.

Gli assassini rimasero impuniti. Oreste il prefetto chiese un'inchiesta; Costantinopoli non poté non concederla, e mandò ad Alessandria un tale Edesio, il quale non fece nulla, poiché si lasciò corrompere da Cirillo.

Oreste ottenne soltanto dei provvedimenti per arginare l'ingerenza politica dei vescovi nei poteri civili. Cirillo in seguito verrà addirittura santificato come esempio di sicura ortodossia.

Fu Damascio, filosofo neoplatonico (480/prima metà del sec.VI a.C.), quinto successore di Proclo nello scolarcato dell'Accademia, che per primo, nella Vita di Isidoro, incolpò Cirillo del delitto, arrivando addirittura a dire che prima di ucciderla le strapparono gli occhi dalle orbite, perchè aveva osato guardare e studiare il cielo e gli astri.

Nella Storia ecclesiastica dell'ariano Filostorgio, nato circa il 368 d.C. e dunque contemporaneo dei fatti narrati, si arriva a sostenere che l'assassinio non era opera di una amorfa folla fanatica, ma di quel clero cristiano che, ad Alessandria in modo particolare, voleva spadroneggiare su tutti.

Ipazia viene ricordata, ancora oggi, come la prima matematica della storia, anzi, fu la sola matematica per più di un millennio: per trovarne altre, da Maria Agnesi a Sophie Germain, bisognerà attendere il Settecento.

Ipazia era anche musicologa, medico e bravissima docente. Ad Alessandria d'Egitto insegnò nella celebre biblioteca fino a quando questo “tempio” del sapere antico fu distrutto dalle fiamme.

Secondo Mario Luzi, che a lei ha dedicato il poemetto “Il libro di Ipazia”, il suo è tra i 'nomi luminosi' della storia del mondo. Ma prima di Luzi, avevano scritto di lei Voltaire, Diderot, Leopardi, Proust, Pascal, Calvino. Eppure in Italia è tuttora sconosciuta.

 

 

Buon 8 marzo, a tutte le donne

A quelle che non hanno il dono di un sorriso

A quelle che non hanno una carezza sulla pelle

A quelle che non conoscono la dolcezza

A quelle che in silenzio subiscono la violenza.

A quelle che non possono sciogliersi i capelli al vento

Buon 8 marzo, a tutte le donne

A quelle che abbracciano con amore

A quelle che illuminano l’anima

A quelle che parlano dentro oltre lo sguardo

A quelle che sorridono con i colori dell’arcobaleno

A tutte quelle che danno energia alla libertà della vita

 

Michele Luongo

 

 

Happy Women's Day!

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Uploaded on March 8, 2012
Taken on March 7, 2012