DSC_2568 visioni opposte..."in un paese di benestanti"

Alleggerire l'ici sulla prima casa e aumentare la soglia per l'indicizzazione delle pensioni. Sono le modifiche alla manovra su cui sono d'accordo Pdl, Pd e Terzo Polo ma il difficile nodo da sciogliere è quello delle coperture. E su questo non c'è altrettanto accordo. Il Pdl, riferiscono fonti parlamentari, frena sull'ipotesi di aumentare il bollo sui capitali scudati, mentre il Pd sponsorizza questo intervento affermando che "è giusto chiedere qualcosa in più a questi contribuenti". Intanto il governo vede al ribasso le stime del Pil e cresce la disoccupazione. Ma per Berlusconi "L’Italia è un paese benestante".

 

 

Inoltre in questo contesto...: Mai come in questo caso è nei dettagli che si annida il privilegio. Già, perché la super rigorosa manovra del governo Monti ha trascurato di eliminare il doppio stipendio per una ampia pletora di dipendenti pubblici chiamati a far parte degli uffici di diretta collaborazione dei ministri.

La scure, come recita il comma 6 dell’articolo 23 della manovra, si è abbattuta su ministri, vice e sottosegretari. Ma non sui loro più stretti collaboratori. Che, in assenza di modifiche, potranno continuare, se dipendenti pubblici, a godere del vecchio stipendio, sommandolo al nuovo come capo di gabinetto, o componente dell’ufficio legislativo o della segreteria particolare di un ministro. Stesso discorso per i componenti delle Authority, come l’Agcom e l’Antitrust, della Consob dell’Isvap e di un’altra quindicina di agenzie pubbliche. Con la solitaria eccezione del commissario Agcom Nicola D’Angelo, che da tempo ha rinunciato allo stipendio da magistrato. "Compresi i contributi previdenziali", ricorda. "Mentre a ministri e sottosegretari la manovra lascia intatti i contributi del “vecchio” lavoro".

La cosa più curiosa è che, nel clima generale di sacrifici, una bozza provvisoria del decreto (pubblicata da Milano Finanza il 4 dicembre) prevedeva una scure più ampia, che andava a toccare anche i collaboratori del governo e soprattutto i membri delle Authority, spesso Consiglieri di Stato, o membri della Corte dei Conti, o avvocati dello Stato. Ma il comma 3 dell’articolo 23, che prevedeva appunto il divieto di cumulo, è sparito dalla versione definitiva.

 

NEL MERITO

Tra gli esperti della materia circolano numeri importanti, si parla di "centinaia" di persone scelte a ogni cambio di governo, per formare le squadre di lavoro. Per capirci, al ministero dell’Economia sono 230 persone, 270 allo Sviluppo, altri 236 all’Istruzione e Università. Non tutti sono dipendenti pubblici, naturalmente. Ma facendo un rapido calcolo non si fatica ad arrivare al migliaio. Senza contare il numero di dipendenti pubblici che approda ad Authority ed agenzie, tra cui l’Agea, l’Aran e l’Agenzia per la sicurezza nucleare. Oppure a chi transita dalla Corte dei Conti alla Consob. Per tutti loro niente limite ai doppi stipendi...e che stipendi. Forse il cavaliere pensava a quest'Italia quando affermava che "siamo" benestanti

simansi_acaruati

 

 

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