Messina. La fontana di Orione
La monumentale fontana di Orione, risalente al 1553, sorge in Piazza Duomo ed è opera di Giovanni Angelo Montorsoli, discepolo di Michelangelo. Fu voluta dal Senato messinese nel 1547 per celebrare la costruzione del primo acquedotto cittadino che sfruttava le acque del torrente Camaro e Bordonaro. Armoniosa, armonica, elegante e ricca di raffinati intagli, rappresenta il trionfo di Orione, mitico fondatore della Città.
La fontana presenta una struttura piramidale: in alto Orione con lo stemma della città ed il cane Sirio ai piedi e, al di sotto, 4 puttini che cavalcano delfini dalle cui bocche esce acqua che si riversa nel bacino sottostante. Seguono 4 naiadi e 4 tritoni in vasche sempre più grandi. A seguire, una grande vasca dodecagonale con 4 statue raffiguranti i fiumi Nilo, Tevere, Ebro, Camaro (quest’ultimo in realtà è il piccolo torrente che alimenta la fontana). Si finisce con 4 piccole vasche e 8 mostri acquatici in pietra nera. Questa complessa iconografia non è ancora stata del tutto chiarita.
Le figure simboliche dei fiumi Nilo, Tevere (in questa foto), Ebro e Camaro poggiano sui bordi della vasca dove si leggono nell'ordine i seguenti distici latini: "Nilus ego ignotum, septena per ostia fessus hic caput in gremio, zancla, repono tuo"(Io, il Nilo diviso in sette foci, le mie ignote origini nascondo nel tuo seno, o Zancle); "Ob meritum antiquae fidei, Messana, perennes fudit aquas magni tibridis urna tibi" (In ricordo dell'antica fedeltà, o Messina, perenni acque versa per te l'urna del gran Tevere); "Hesperidum venio regnator Hiberus aquarum hec regio in Siculis gratiator ulla fuit" (Io, l'Ebro, qual re delle acque esperidi qui giungo in Sicilia, nessuna regione mi è più gradita di questa); "Sum patriae famulus, cameris exortus aquosis officio manant flumina tanta meo" (Son figlio di questa terra, nato dai monti Cameri ricchi di acqua, per opera mia sgorgano tanti zampilli).
È stata definita dal Berenson "la più bella fontana del Cinquecento europeo".
Messina. La fontana di Orione
La monumentale fontana di Orione, risalente al 1553, sorge in Piazza Duomo ed è opera di Giovanni Angelo Montorsoli, discepolo di Michelangelo. Fu voluta dal Senato messinese nel 1547 per celebrare la costruzione del primo acquedotto cittadino che sfruttava le acque del torrente Camaro e Bordonaro. Armoniosa, armonica, elegante e ricca di raffinati intagli, rappresenta il trionfo di Orione, mitico fondatore della Città.
La fontana presenta una struttura piramidale: in alto Orione con lo stemma della città ed il cane Sirio ai piedi e, al di sotto, 4 puttini che cavalcano delfini dalle cui bocche esce acqua che si riversa nel bacino sottostante. Seguono 4 naiadi e 4 tritoni in vasche sempre più grandi. A seguire, una grande vasca dodecagonale con 4 statue raffiguranti i fiumi Nilo, Tevere, Ebro, Camaro (quest’ultimo in realtà è il piccolo torrente che alimenta la fontana). Si finisce con 4 piccole vasche e 8 mostri acquatici in pietra nera. Questa complessa iconografia non è ancora stata del tutto chiarita.
Le figure simboliche dei fiumi Nilo, Tevere (in questa foto), Ebro e Camaro poggiano sui bordi della vasca dove si leggono nell'ordine i seguenti distici latini: "Nilus ego ignotum, septena per ostia fessus hic caput in gremio, zancla, repono tuo"(Io, il Nilo diviso in sette foci, le mie ignote origini nascondo nel tuo seno, o Zancle); "Ob meritum antiquae fidei, Messana, perennes fudit aquas magni tibridis urna tibi" (In ricordo dell'antica fedeltà, o Messina, perenni acque versa per te l'urna del gran Tevere); "Hesperidum venio regnator Hiberus aquarum hec regio in Siculis gratiator ulla fuit" (Io, l'Ebro, qual re delle acque esperidi qui giungo in Sicilia, nessuna regione mi è più gradita di questa); "Sum patriae famulus, cameris exortus aquosis officio manant flumina tanta meo" (Son figlio di questa terra, nato dai monti Cameri ricchi di acqua, per opera mia sgorgano tanti zampilli).
È stata definita dal Berenson "la più bella fontana del Cinquecento europeo".