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Prometeo - Προμηθεύς
Paolo, amico e mio webmaster.
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Figlio di Giapeto e Oceano, cugino di Zeus.
Prometeo era un titano buono e affezionato agli umani, in contrasto con Zeus, che meditava di sterminarli tutti.
Quando Prometeo e suo fratello Epimeteo furono incaricati di distribuire qualità e difese agli animali, Epimeteo dimenticò gli uomini, che furono però risarciti da Prometeo: egli rubò infatti da un cofanetto di Atena l'intelligenza e la memoria. Regalo non gradito da Zeus, che punì gli uomini togliendo loro il fuoco, anche in seguito ad un'ulteriore astuzia di Prometeo in favore degli uomini, che costò loro l'immortalità.
Per rimediare, Prometeo entrò una notte di nascosto nell'Olimpo (con l'aiuto di Atena) e rubò alcune fiamme dal carro di Apollo-Elio, il Sole. Fuggì subito dopo, donando il fuoco agli uomini.
Acortosi dell'ennesimo raggiro, Zeus si arrabbiò tremendamente, giurando sul fiume Stige (un giuramente vincolante per gli Dei) di fargliela pagare.
Così il gentile Prometeo venne incatenato alla cima più alta del Caucaso e costretto a subire una terribile tortura: al sorgere del sole un'aquila inviata da Zeus straziava il suo addome con il becco e gli artigli, gli mangiava il fegato e poi volava via. Durante la notte però il fegato ricresceva e le ferite rimarginavano, per permettere che la tortura si perpetrasse ogni mattina.
Il castigo durò 3.000 anni, fino a quando non venne Eracle, col permesso del padre Zeus, a salvarlo.
Prometeo - Προμηθεύς
Paolo, amico e mio webmaster.
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Figlio di Giapeto e Oceano, cugino di Zeus.
Prometeo era un titano buono e affezionato agli umani, in contrasto con Zeus, che meditava di sterminarli tutti.
Quando Prometeo e suo fratello Epimeteo furono incaricati di distribuire qualità e difese agli animali, Epimeteo dimenticò gli uomini, che furono però risarciti da Prometeo: egli rubò infatti da un cofanetto di Atena l'intelligenza e la memoria. Regalo non gradito da Zeus, che punì gli uomini togliendo loro il fuoco, anche in seguito ad un'ulteriore astuzia di Prometeo in favore degli uomini, che costò loro l'immortalità.
Per rimediare, Prometeo entrò una notte di nascosto nell'Olimpo (con l'aiuto di Atena) e rubò alcune fiamme dal carro di Apollo-Elio, il Sole. Fuggì subito dopo, donando il fuoco agli uomini.
Acortosi dell'ennesimo raggiro, Zeus si arrabbiò tremendamente, giurando sul fiume Stige (un giuramente vincolante per gli Dei) di fargliela pagare.
Così il gentile Prometeo venne incatenato alla cima più alta del Caucaso e costretto a subire una terribile tortura: al sorgere del sole un'aquila inviata da Zeus straziava il suo addome con il becco e gli artigli, gli mangiava il fegato e poi volava via. Durante la notte però il fegato ricresceva e le ferite rimarginavano, per permettere che la tortura si perpetrasse ogni mattina.
Il castigo durò 3.000 anni, fino a quando non venne Eracle, col permesso del padre Zeus, a salvarlo.