Della serie ... AL TRAMONTO SUL MAR PICCOLO IN TRE SC...ATTI n. 1
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Consiglio l'ascolto di Concerto Grosso - New Trolls
LA MITICOLTURA
Taranto rappresenta oggi la maggiore area di produzione al mondo di mitili allevati, con un stima prossima alle 30.000 tonnellate/anno e i suoi 1.300 addetti. La mitilicoltura caratterizza da secoli l'economia della città, tanto che la cozza rappresenta il simbolo gastronomico per eccellenza di Taranto. Si racconta che i primi vivai della Spezia, Pola, Olbia e persino di Chioggia siano stati impiantati da mitilicoltori emigrati da questa città.
La pratica della mitilicoltura è basata sull'uso di particolari strutture portanti in legno o metallo, lunghe una decina di metri e chiamate comunemente "pali", che vengono infissi nel fondo per sostenere le corde e le reti utilizzate. I mitili ivi coltivati sono particolarmente gustosi ed apprezzati, in quanto crescono in un particolare ambiente marino frutto della commistione di acqua salata e acqua dolce di provenienza carsica. Queste particolari condizioni ambientali dei mari di Taranto, grazie al contributo di numerose sorgenti sottomarine chiamate citri, risultano ideali non solo per i mitili, ma anche per i pesci ed i crostacei che tra i pali trovano cibo e rifugio. Nel Mar Piccolo si contano 34 citri. L'allevamento delle cozze a Taranto è da far risalire ad epoca molto remota: si ritiene infatti che sia risor-ta grazie a Niceforo II Foca, dopo le devastazioni operate dai Saraceni nel 927. Nei secoli successivi, la città riuscì ad avere una sorta di monopolio sulla produzione. Kolbert, in un reportage sulla città risalente alla seconda metà dell'ottocento, scrive che dei circa 30.000 abitanti di Taranto, almeno i due terzi traggono sostentamento dal mare e dai suoi prodotti.
da it.wikipedia.org/wiki/Economia_di_Taranto
A gennaio 2011 Il Fondo Antidiossina Taranto ha fatto analizzare alcuni molluschi del Mar Piccolo presso il laboratorio INCA (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l'Ambiente) di Venezia, un centro altamente specializzato, con una lunga tradizione nel campo delle diossine. Le analisi hanno riguardato i frutti di mare da fondali (ostriche - cozze San Giacomo - cozze di fondale e “cozze pelose”) nel Mar Piccolo.
LE ANALISI NON RIGUARDANO, QUINDI, I MITILI DI ALLEVAMENTO SU PALO E SU GALLEGGIANTE LONG-LINE che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale.
La diossina non è idrosolubile.
da www.nonukes.it/rna/taranto_1a.html
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LA MITICOLTURA
Taranto rappresenta oggi la maggiore area di produzione al mondo di mitili allevati, con un stima prossima alle 30.000 tonnellate/anno e i suoi 1.300 addetti. La mitilicoltura caratterizza da secoli l'economia della città, tanto che la cozza rappresenta il simbolo gastronomico per eccellenza di Taranto. Si racconta che i primi vivai della Spezia, Pola, Olbia e persino di Chioggia siano stati impiantati da mitilicoltori emigrati da questa città.
La pratica della mitilicoltura è basata sull'uso di particolari strutture portanti in legno o metallo, lunghe una decina di metri e chiamate comunemente "pali", che vengono infissi nel fondo per sostenere le corde e le reti utilizzate. I mitili ivi coltivati sono particolarmente gustosi ed apprezzati, in quanto crescono in un particolare ambiente marino frutto della commistione di acqua salata e acqua dolce di provenienza carsica. Queste particolari condizioni ambientali dei mari di Taranto, grazie al contributo di numerose sorgenti sottomarine chiamate citri, risultano ideali non solo per i mitili, ma anche per i pesci ed i crostacei che tra i pali trovano cibo e rifugio. Nel Mar Piccolo si contano 34 citri. L'allevamento delle cozze a Taranto è da far risalire ad epoca molto remota: si ritiene infatti che sia risor-ta grazie a Niceforo II Foca, dopo le devastazioni operate dai Saraceni nel 927. Nei secoli successivi, la città riuscì ad avere una sorta di monopolio sulla produzione. Kolbert, in un reportage sulla città risalente alla seconda metà dell'ottocento, scrive che dei circa 30.000 abitanti di Taranto, almeno i due terzi traggono sostentamento dal mare e dai suoi prodotti.
da it.wikipedia.org/wiki/Economia_di_Taranto
A gennaio 2011 Il Fondo Antidiossina Taranto ha fatto analizzare alcuni molluschi del Mar Piccolo presso il laboratorio INCA (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l'Ambiente) di Venezia, un centro altamente specializzato, con una lunga tradizione nel campo delle diossine. Le analisi hanno riguardato i frutti di mare da fondali (ostriche - cozze San Giacomo - cozze di fondale e “cozze pelose”) nel Mar Piccolo.
LE ANALISI NON RIGUARDANO, QUINDI, I MITILI DI ALLEVAMENTO SU PALO E SU GALLEGGIANTE LONG-LINE che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale.
La diossina non è idrosolubile.
da www.nonukes.it/rna/taranto_1a.html