Back to gallery

14° / 17° MOSTRA FOTOGRAFICA PERSONALE "RITRATTI DI CARTA" 3

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI ©

Tutto il materiale nella mia galleria NON PUO' essere riprodotto, copiato, modificato, pubblicato, trasmesso e inserito da nessuna parte senza la mia autorizzazione scritta.

Si prega di NON scaricare e usare le mie foto in mancanza di una mia autorizzazione scritta.

Tutti i miei lavori sono protetti da Copyright (©), si prega di mandarmi una mail se si desidera comprare o usare uno qualunque dei miei lavori.

Grazie

 

LE FOTOGRAFIE SONO IN VENDITA

 

Tratto da GRAFFI ASSORDANTI DELL’ANIMA

Scritto da Maria Grazia Marrulli

 

Ero una ragazzetta con i calzini corti, come tante altre, gioiosa, scherzavo con le mie amiche per la strada e nelle case. Sentivo gli occhi adulti come protezione, mi fidavo dei vicini di casa. A tredici anni avevo scelto di imparare, come altre ragazzine, il mestiere di pantalonaia da un maestro sarto.

Nel frattempo tra punti lenti e imbastiture, alcune volte percepivo velature di tristezze sui volti delle mie giovani compagne, sparivano per alcuni giorni e poi tornavano. Un giorno lui mi sussurrò che ero la più brava tra tutte, la più bella. Presto, mi disse, verrai a lavorare con me, nella mia stanza come una vera pantalonaia. Diventare la SUA sarta e riuscire a fare i miei primi lavori realizzava i miei sogni. Mi sentivo importante.

Fu proprio nella sua stanza, mentre lavoravo. Iniziò ad accarezzarmi facendomi sentire tutto il mio disagio e qualche giorno dopo, mi sorprese da dietro e mi avvolse con un braccio, tappandomi la bocca e slacciatosi i pantaloni, si chinò su di me e mi violentò chinandomi sul tavolo da lavoro e quando finì, mi lascio per terra in un pianto disperato e senza un fil di voce, sporca e colma di vergogna.

Scappai a casa dal lavoro, mi rifugiai nella solitudine, con febbre alta e difficoltà respiratoria. Una strana cosa avvenne, non riuscivo più a parlare, ero diventata muta.

Iniziò così il mio inferno: i medici, la famiglia, l’ospedale e il tribunale.

Mia madre si preoccupava del mio star male e volle consultare il medico e tra le diverse indagini, una radiografia toracica portò alla luce l’ingrossamento delle ghiandole mammarie e quindi la deduzione di una possibile gravidanza…da quel momento tutto diventò consapevolezza e per me la vergogna, il tormento, la paura e il dolore si acuirono e intanto continuai a non sentire uscire un filo di voce dalla mia bocca.

Partirono le indagini in famiglia. Mi trovai di fronte a una sorta di giuria d’inquisizione, i miei fratelli e sorelle maggiori, mio padre e mia madre. Che vergogna, che paura, nascosi la mia faccia dietro le braccia, le mani. Quante domande! Avrei voluto gridare ma quelle pochissime parole uscirono dalla bocca con un fil di voce come GRAFFI ASSORDANTI DELL’ANIMA e poi solo cenni mescolati a crisi di pianto e alternati a SILENZI.

Il sarto, trentadue anni, fu denunciato da mio padre, dopo una proposta di un matrimonio riparatore. Fui sottoposta a visite ginecologiche mentre i miei vestiti iniziavano a essere stretti. Fui sottoposta a interrogatori in tribunale, ad accuse, a sentire falsità, a vergogne, a essere rinchiusa in casa nascosta e alla fine sentii il pianto della mia bimba che presto fecero sparire nel nulla.

Il sarto fu condannato e la mia famiglia mi allontanò dal paese.

I miei pianti continuarono per lungo tempo ancora ma poi cessarono. La memoria di quel drammatico momento divenne tabù per tutti, ma quei graffi violenti dell’anima, ho continuato a sentirli forte in tutta la mia vita.

 

2,457 views
67 faves
53 comments
Uploaded on November 25, 2021
Taken on February 13, 2016