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Sardegna - Nuraghe Asoru.....megalithic edifice (San Vito)

The nuraghe (Sardinian nuraghes) is the main type of ancient megalithic edifice found in Sardinia, Italy. Today it has come to be the symbol of Sardinia and its distinctive culture, the Nuragic civilization. According to the Oxford English Dictionary the etymology is "uncertain and disputed": "The word is perhaps related to the Sardinian place names Nurra, Nurri, Nurru, and to Sardinian nurra heap of stones, cavity in earth (although these senses are difficult to reconcile). A connection with the Semitic base of Arabic nūr light, fire ... is now generally rejected."The typical nuraghe is situated in a panoramic spot and has the shape of a truncated conical tower resembling a beehive. The structure has no foundations and stands only by virtue of the weight of its stones, which may weigh as much as several tons. Some nuraghes are more than 20 metres in height.

Today, there are more than 8,000 nuraghes still extant in Sardinia, although it has been estimated that they once numbered more than 30,000. Nuraghes are most prevalent in the northwest and south-central parts of the island.

There is a similar type of structure which has a corridor or a system of corridors. Some authors consider it inappropriate to call this type of structure a nuraghe and prefer the term "nuragic village".The nuraghes were built between the middle of the Bronze Age (18th-15th centuries BC) and the Late Bronze Age. Many were in continuous use from their erection until Rome entered Sardinia in the (2nd century BC), and perhaps later originated some of the current villages.According to Massimo Pallottino, a scholar of Sardinian prehistory and an Etruscologist, the architecture produced by the Nuragic civilization was the most advanced of any civilization in the western Mediterranean during this epoch, including those in the regions of Magna Graecia. Of the 8,000 extant nuraghes, only a few have been scientifically excavated.The use of the nuraghes has not been determined: they could have been religious temples, ordinary dwellings, rulers' residences, military strongholds, meeting halls, or a combination of the former. Some of the nuraghes are, however, located in strategic locations - such as hills - from which important passages could be easily controlled.Nuraghes could have been the "national" symbol of the Nuragic peoples. Small-scale models of nuraghe have often been excavated at religious sites (e.g. in the "maze" temple at the Su Romanzesu site near Bitti in central Sardinia). Nuraghes may have just connoted wealth or power, or they may have been an indication that a site was a town. Recent theories tend to suggest that Sardinian towns were independent entities (such as the city-states, although in a geographical sense they were not cities) that formed federations and that the building of these monuments might have depended on agreed-on distributions of territory among federated unities.

 

I nuraghes, o runaghes (in logudorese), nuracis o nuraxis in sardo campidanese, (nuraghi con plurale italianizzato) sono delle torri in pietra di forma tronco conica ampiamente diffusi in tutto il territorio della Sardegna e risalenti al II millennio a.C. circa. La datazione dei nuraghi è incerta e le attuali date vanno attribuite solamente ai manufatti trovati all'interno di ciascun edificio, come bronzi votivi o oggetti di terracotta. I nuraghi furono il centro della vita sociale degli antichi Sardi e diedero il nome alla loro civiltà, la civiltà nuragica. Unici nel loro genere, costituiscono i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati che si possano trovare oggi in Europa e sono unanimemente considerati come il simbolo più noto della Sardegna. Ne rimangono in piedi circa 7.000 sparsi su tutta l'Isola, mediamente uno ogni 3 chilometri quadrati (secondo alcune fonti sono 8-9.000, e si ipotizza che in passato fossero oltre i 20.000). In alcuni luoghi le torri nuragiche sono distanti una dall'altra pochi chilometri, come nella piana di Cabu Abbas presso Bonorva, o come in Trexenta e in Marmilla.

Alcuni nuraghi sorgono isolati, altri sono invece circondati o collegati tra di loro da un sistema di muri di cinta che racchiudono i resti di capanne, tanto da assumere l'aspetto di un villaggio vero e proprio. Infatti le popolazioni nuragiche, oltre che negli stessi nuraghi, risiedevano in questi villaggi addossati al castello. Erano costituiti da capanne più o meno semplici e più o meno numerose, in alcuni ritrovamenti fino a qualche centinaio e la vita quotidiana si svolgeva dunque all'interno di modeste dimore di pietre, con tetto in genere realizzato con tronchi e rami, spesso intonacate all'interno con del fango o argilla, e talora isolate con sughero.

 

Font : Wikipedia

 

L'imponente Nuraghe Asoru (circa 1400 a.C., in parte ricostruito) aveva una volta interna alta 9 m e accoglie, in loc. San Priamo, il visitatore che giunge a San Vito dalla S.S. 125 o Orientale sarda, mitica strada che tra scorci incantevoli e molte curve risale tutta la costa est della Sardegna fino ad Olbia.Il vasto borgo è disteso in una vallata ricca di agrumeti e orti e cinta dai rocciosi rilievi dell'istituendo "Parco 7 Fratelli-Monte Genis", il boscoso e granitico cuore della costa orientale della Provincia di Cagliari mentre a pochi km dall'abitato si trovano le spiagge dei Comuni di Muravera e di Villaputzu.La valle che ospita San Vito è percorsa dal fiume Flumendosa, in inverno suggestivamente impetuoso; gli itinerari ambientali del montuoso comprensorio comunale s'inoltrano in un splendido e selvaggio territorio ricco di fauna (cervi, falchi, pernici) e percorso da numerosi torrenti che originano cristallini e balneabili laghetti tra i graniti e gli oleandri selvatici.

A 4 km dal paese è visitabile la miniera argentifera dismessa di Monte Narba, sita a quota 659 m e fulcro dell'economia locale fino ai primi del '900; le sue antiche strutture occupano solinghi valloni coperti di macchia e solcati dalle testimonianze dell'attività estrattiva (villaggio, laveria, gallerie, discariche di minerali). All'inizio della strada che conduce alla miniera è ammirabile un grappolo di tombe neolitiche a domus de Janas.Al centro dell'abitato la Parrocchiale di San Vito (1750 circa) custodisce una bella statua lignea del Patrono. All'interno della settecentesca chiesa campestre di San Priamo è invece visibile una domu de Janas coeva dell'esteso villaggio di cultura di Ozieri (3500 a.C.) affiorante in loc. Nuraxi; nella cavità della domu sgorga tuttora una piccola sorgente, oggetto di riti protosardi e nuragici legati al culto delle acque.Rovine cartaginesi e di un tempio romano si trovano in loc. Santa Maria mentre i bei monili risalenti a sepolcri del V-VI sec.d.C. (orecchini d'oro e d'argento, fibule bronzee con disegni zoomorfi) sono visibili al Museo Nazionale di Cagliari. A 8 km dal paese, lungo la S.S. 387 per Ballao, merita una visita l'isolato rilievo calcareo di Monte Lora, plasmato dall'erosione a foggia di profilo femminile.San Vito è patria di valenti suonatori di launeddas e del più fine virtuoso di questo antichissimo strumento musicale a fiato, il Maestro Luigi Lai. Già bronzetti nuragici del I millennio a.C. mostravano suonatori imbraccianti le launeddas.

 

www.youtube.com/watch?v=l_ncG0-vl2M

 

www.youtube.com/watch?v=LfVJ9gvbWxQ

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Uploaded on July 22, 2010
Taken on July 9, 2010