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Piazza Maggiore

Lucio Dalla - Piazza Grande

 

"A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.

A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io."

 

 

(20140406 144_pp_cr)

 

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Il mio parere è che ogni processo di apprendimento passi attraverso alcune fasi obbligate.

 

Per diventare capaci e poi bravi a fare qualcosa bisogna prima di tutto conoscere la tecnica per fare quella cosa. La tecnica può essere più o meno nota e complessa. Insieme alla tecnica occorre apprendere le regole che governano l’uso di strumenti e l’interazione con le cose e le persone coinvolte in quella cosa. Spesso, se la tecnica è nota, complessa e matura, le regole sono numerose, articolate ed a volte anche ridondanti.

 

Una volta apprese la tecnica e le regole occorre passare alla parte creativa ed inventiva. Più si riesce a fare proprie la tecnica e le regole e più le si utilizzerà con disinvoltura e velocità. La parte creativa ed inventiva normalmente è quella che fa la differenza. È quella che nasce dall’istinto e dal talento ed è importante, a questo punto del processo, “lasciare” un po’ le regole ed affidarsi di più al flusso della creatività. Provare a sentire dove si sta andando e guidare questo percorso con la tecnica e le regole (quindi tornarci!). Ma l’istinto va coltivato e sudato.

 

Ho in mente tre frasi riguardo a questa materia:

 

una sulla pratica e sulla teoria: “Niente è più pratico di una buona teoria” di Albert Einstein;

 

una che ben descrive come coltivare la creatività, il talento ed il genio: “Il genio è per l’uno per cento ispirazione e per il novantanove per cento sudore” (che in inglese suona anche meglio: “Genius is one percent inspiration and ninety-nine percent perspiration”) di Thomas Alva Edison;

 

ed infine: “Io seguo il mio istinto che ben poche volte mi ha fatto sbagliare” anche perché lo sbaglio, in fin dei conti, spesso è relativo e dipende dal mio giudizio che è bello pensare condizionato anch’esso dal mio istinto.

 

Ah, a proposito, l’ultima frase è di un mio amico che me l’ha scritta in una lettera più di vent’anni fa … ma è ancora lì, incastonata nella mia testa.

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Questo per dire che non riesco a parlare di fotografia citando Henri Cartier-Bresson …

e che continuo a guardare gli exif degli altri e i miei istogrammi …

e che a volte chiudo un occhio sul rumore e sui disturbi …

mentre con le geometrie e con le simmetrie provo sempre a giocarci …

… e che vorrei sapere a che punto sono di quel processo, ma so che una risposta non esiste.

 

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Uploaded on April 8, 2014
Taken on April 6, 2014