Gio guarda le stelle
Elogio della Pazzia
oggi voglio che foto e testo stridano ...
vediamo se mi riesce ...
Se fossi matto mi interrogherei sul tempo.
Nel manicomio, infatti, il tempo non esiste.
Se mi dicessero che siamo nel 2000, mi interrogherei, ancora una volta, sulla vita e sul tempo che mi e' stato rubato, sulle cose che non ho potuto fare e su quelle mi sono state impedite.
Se fossi matto vi chiederei perchè oggi alcuni pensano di lasciarmi ancora in manicomio, perchè sono oramai vecchio più che matto e perciò i vecchi, che contano come i matti, è meglio che non si muovano, non si debbono muovere da qui.
Se fossi matto mi chiederei: che cosa state facendo per me?
Se fossi matto vi chiederei com'è il mare, di che colore è il vostro cielo, qual'è il profumo della vostra donna e se esiste ancora la casa dove sono nato.
Se fossi matto vi parlerei degli elettroshock subiti negli anni addietro, dei terribili momenti dell'attesa prima dell'applicazione degli elettrodi, delle urla, dell'intenso odore di urine, della voce dell'infermiere che ti chiama per nome e del medico che questo nome nemmeno conosce.
Se fossi stato matto vi parlerei dei lunghi inverni passati in reparto, a contare le mattonelle, delle allucinazioni che mi hanno aiutato a sopravvivere, dei cessi sempre sporchi e dei riscaldamenti sempre guasti.
Se fossi matto vi parlerei del caldo d'agosto, dei miraggi del mare, che passavano per allucinazioni.
Se fossi matto vi chiederei di mangiare la neve, di andare al cinema, di sapere chi possa chiamare di notte se dovessi sentirmi male o semplicemente solo.
Se fossi matto vi chiederei di stanare quelli che fanno ancora l'elettroshock senza consenso e senza nessuno a cui dar conto della sua efficacia.
Se fossi matto firmerei un appello contro le guerre, mi appellerei ai poeti, agli anchormen, ai pittori, ai matematici, ai cantautori e ai politici, perchè dicessero, ognuno a modo loro, dei fetori del manicomio, del prezzo della vita, dei rigidi inverni, delle mattonelle contate mille volte, del suono dei pianti, delle leggi mai applicate e dei volti dei matti, oramai sfioriti.
Se fossi matto vi chiederei del mio futuro, del mio presente.
Vi chiederei di me...
Elogio della Pazzia
oggi voglio che foto e testo stridano ...
vediamo se mi riesce ...
Se fossi matto mi interrogherei sul tempo.
Nel manicomio, infatti, il tempo non esiste.
Se mi dicessero che siamo nel 2000, mi interrogherei, ancora una volta, sulla vita e sul tempo che mi e' stato rubato, sulle cose che non ho potuto fare e su quelle mi sono state impedite.
Se fossi matto vi chiederei perchè oggi alcuni pensano di lasciarmi ancora in manicomio, perchè sono oramai vecchio più che matto e perciò i vecchi, che contano come i matti, è meglio che non si muovano, non si debbono muovere da qui.
Se fossi matto mi chiederei: che cosa state facendo per me?
Se fossi matto vi chiederei com'è il mare, di che colore è il vostro cielo, qual'è il profumo della vostra donna e se esiste ancora la casa dove sono nato.
Se fossi matto vi parlerei degli elettroshock subiti negli anni addietro, dei terribili momenti dell'attesa prima dell'applicazione degli elettrodi, delle urla, dell'intenso odore di urine, della voce dell'infermiere che ti chiama per nome e del medico che questo nome nemmeno conosce.
Se fossi stato matto vi parlerei dei lunghi inverni passati in reparto, a contare le mattonelle, delle allucinazioni che mi hanno aiutato a sopravvivere, dei cessi sempre sporchi e dei riscaldamenti sempre guasti.
Se fossi matto vi parlerei del caldo d'agosto, dei miraggi del mare, che passavano per allucinazioni.
Se fossi matto vi chiederei di mangiare la neve, di andare al cinema, di sapere chi possa chiamare di notte se dovessi sentirmi male o semplicemente solo.
Se fossi matto vi chiederei di stanare quelli che fanno ancora l'elettroshock senza consenso e senza nessuno a cui dar conto della sua efficacia.
Se fossi matto firmerei un appello contro le guerre, mi appellerei ai poeti, agli anchormen, ai pittori, ai matematici, ai cantautori e ai politici, perchè dicessero, ognuno a modo loro, dei fetori del manicomio, del prezzo della vita, dei rigidi inverni, delle mattonelle contate mille volte, del suono dei pianti, delle leggi mai applicate e dei volti dei matti, oramai sfioriti.
Se fossi matto vi chiederei del mio futuro, del mio presente.
Vi chiederei di me...