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Il velo disteso

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Se va come dovrebbe,

se non ci fosse rischio,

se tutto fosse statico e se le cose continuassero così,

se niente si muovesse; e se tutto continuasse allo stesso modo,

a cosa servirebbe parlare, trovarsi.

Gli eventi cambiano i modi.

Le statiche abitudini non hanno senso.

 

La prima impressione che ho avuto, nel ritrovare questa foto, è stato al ripensare ad un detto.

Nei modi di dire tutti trovano accostamenti,

Parlo del velo steso, lo stendere il velo pietoso, per inteso.

Ieri era una serata tranquilla, e dopo aver finito delle mansioni, ho risposto a persone che mi avevano scritto.

Uscito per strada, ho ripreso l’auto, intorno era già buio, i giorni si accorciano, ma non è ancora freddo.

Il traffico scorrevole, gli orari più tragici superati ormai da due ore, la superstrada agevole e in una trentina di minuti l’arrivo a casa.

Con calma assoluta poso delle cose sopra un tavolino del soggiorno, subito dopo entro in cucina e saluto, la tavola apparecchiata, tutto in ordine.

La famiglia, le novità, quel che succede dovunque, cose che sono rassicuranti.

La partita di pallone.

Alt! Noioso vero?

Eppure, se vogliamo, se volessimo trarne aspetti nuovi, si potrebbe partire anche da alcune descrizioni-

La cucina è curata, ci sono alcune mensole e sopra dei barattoli, contengono le solite cose; lo zucchero, il sale, polvere di caffè, farina. Hanno colori diversi per non confondere i contenuti. Sul piano della cucina vi è un cestino rosso, dentro ci sono bustine di the, in ordine allineato.

Potrei continuare all’infinito, aprire i mobili e descrivere tutto ciò che contengono.

A chi interesserebbe, le persone, sono le persone che interessano!

I loro stati d’animo, le loro espressioni, la partecipazione, il raccontare.

Ci sono persone che dicono di non sapere raccontare.

Ed invece, anche le cose sanno parlare.

La zuccheriera è di un colore azzurro, ha disegnini carini, rappresentano zollette e cascatine di zucchero che sembra in caduta dentro tazze di liquidi fumanti.

Richiama lo sguardo, ed altrettanto le bustine a vista del the, nel cestino rosso, di fianco al bollitore.

Questo è per dimostrare che scrivendo si potrebbe all’infinito descrivere, senza parlare di lei.

Certo che di lei, cose da dire ne avrei, forse riuscirei ad annoiarvi.

Io, veramente non mi annoio mai.

Lei è capace di rimanere lì per me, preparare cose improbabili per cena.

Prepararsi di nuovo per uscire, seguirmi sempre.

Indossa dei jeans neri, un maglioncino aderente, degli stivaletti neri troncati alla caviglia.

I capelli che scendono sulle spalle e sa che a quell’ora io sono svuotato, non parlo molto, non chiede niente.

Ad un certo modo però sorride, finisce di caricare la lavastoviglie, mi guarda un attimo, comprende un momento che passava nella mia mente, mi abbraccia, mi scalda.

Se ora continuassi a scrivere rovinerei tutto nel mood,

La verità è che lei aveva in mano il telecomando della televisione, il canale era già impostato, ci siamo seduti sul divano, lei ha acceso.

Abbiamo visto la partita.

Ma ... Un momento!!! Eravamo abbracciati.

 

 

Gio

 

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Uploaded on November 3, 2016