Gio\/anni
Trattienimi
Photos and contest are protected by copyright, Gio F. Copyright © 2015 - All rights reserved For any use need my written permission
I’m follet,
Il titolo del racconto è ricreazione, il mondo che si ricrea, la luce che filtra da alberi che si stagliano sul cielo che copre tutto.
Ricreazione, questa parola era usata al posto di intervallo, e l’intervallo è il momento in cui ci si può rilassare un minimo.
Oggi non ci sono nuvole, ho scostato la tenda a vetro e guardo oltre, orizzonti qui non ci sono, tutto è spezzato, bisognerebbe salire su.
Posso evadere un momento rivedere il verde e pensare ad altro.
Va bene, sto pensando a tante cose, c’è un disordine di pensieri, ne porto via un bel po’ se tolgo subito le incombenze di ogni giorno e due impegni a cui io ho già dato soluzione.
La mattinata io non l’ho neppure vista, è passata vicino e se ne è andata mentre ero affacendato.
L’ultima persona che era qui parlava, parlava, il mio modo di evadere ora è scrivere qui.
Non pensate che io rimanga qui per molto tempo, e come si fa.
Mi piace pensare un momento, di dare importanza a qualcosa di meno urgente, per me è importante.
Ho chiesto un caffè ed è arrivato, sta lì sulla scrivania, se avessi la macchina fotografica lo riprenderei, la tazzina ed il piattino si riflettono sul piano e c’è come un riverbero di luce che passa da dietro.
Meglio non pensare anche a questo.
O forse sì, che titolo darei alla tazza del caffè,
che nel frattempo lo sto bevendo…
Che titolo darei, vediamo un po’.
Sulla scrivania, sulla scrivania è bello, ma non è il soggetto…Intanto ho finito il caffè.
Chi se ne importa , penso…
Non è il soggetto importante, tutti guardano la foto e ci arrivano…
Quasi quasi io a una foto così darei il titolo differente da ciò che si vede, ad esempio “sincero”.
Quante volte arrivo sulla foto di qualcuno e scopro un titolo che non gli appartiene.
Adesso chi ha portato via la tazzina vuota mi ha guardato, ho azzardato la domanda, senta un po’, se lei dovesse fotografare quella tazza, che titolo darebbe alla foto?
E il ragazzo educatamente mi risponde : la tazza di caffè.
Semplice, pulito, senza improvvisazione. Le parole dette piano, ben scandite.
Lo faccio uscire e richiudo la porta lentamente sorridendo.
Lampante, non da rivoltare nella testa…
Adesso il mio di titolo, a questa mia foto è odioso, non lo può capire questo ragazzo.
Parlo della foto che ho postato io questa mattina.
Il sole fra gli alberi. Il giorno con la famiglia, prima che…
L’ho riguardato ora,”Trattienimi”, è una mia emozione, Di questa mattina.
un giorno una mia amica mi disse che volevo comunicare sostituendomi a cose o al sole…
Quella mia amica aveva ragione, se dovesse arrivare al mio album in internet quel ragazzo del bar, non comprenderebbe, eppure è intelligentissimo.
Non importa…Sì, importa sì, invece…
Foll
Trattienimi
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I’m follet,
Il titolo del racconto è ricreazione, il mondo che si ricrea, la luce che filtra da alberi che si stagliano sul cielo che copre tutto.
Ricreazione, questa parola era usata al posto di intervallo, e l’intervallo è il momento in cui ci si può rilassare un minimo.
Oggi non ci sono nuvole, ho scostato la tenda a vetro e guardo oltre, orizzonti qui non ci sono, tutto è spezzato, bisognerebbe salire su.
Posso evadere un momento rivedere il verde e pensare ad altro.
Va bene, sto pensando a tante cose, c’è un disordine di pensieri, ne porto via un bel po’ se tolgo subito le incombenze di ogni giorno e due impegni a cui io ho già dato soluzione.
La mattinata io non l’ho neppure vista, è passata vicino e se ne è andata mentre ero affacendato.
L’ultima persona che era qui parlava, parlava, il mio modo di evadere ora è scrivere qui.
Non pensate che io rimanga qui per molto tempo, e come si fa.
Mi piace pensare un momento, di dare importanza a qualcosa di meno urgente, per me è importante.
Ho chiesto un caffè ed è arrivato, sta lì sulla scrivania, se avessi la macchina fotografica lo riprenderei, la tazzina ed il piattino si riflettono sul piano e c’è come un riverbero di luce che passa da dietro.
Meglio non pensare anche a questo.
O forse sì, che titolo darei alla tazza del caffè,
che nel frattempo lo sto bevendo…
Che titolo darei, vediamo un po’.
Sulla scrivania, sulla scrivania è bello, ma non è il soggetto…Intanto ho finito il caffè.
Chi se ne importa , penso…
Non è il soggetto importante, tutti guardano la foto e ci arrivano…
Quasi quasi io a una foto così darei il titolo differente da ciò che si vede, ad esempio “sincero”.
Quante volte arrivo sulla foto di qualcuno e scopro un titolo che non gli appartiene.
Adesso chi ha portato via la tazzina vuota mi ha guardato, ho azzardato la domanda, senta un po’, se lei dovesse fotografare quella tazza, che titolo darebbe alla foto?
E il ragazzo educatamente mi risponde : la tazza di caffè.
Semplice, pulito, senza improvvisazione. Le parole dette piano, ben scandite.
Lo faccio uscire e richiudo la porta lentamente sorridendo.
Lampante, non da rivoltare nella testa…
Adesso il mio di titolo, a questa mia foto è odioso, non lo può capire questo ragazzo.
Parlo della foto che ho postato io questa mattina.
Il sole fra gli alberi. Il giorno con la famiglia, prima che…
L’ho riguardato ora,”Trattienimi”, è una mia emozione, Di questa mattina.
un giorno una mia amica mi disse che volevo comunicare sostituendomi a cose o al sole…
Quella mia amica aveva ragione, se dovesse arrivare al mio album in internet quel ragazzo del bar, non comprenderebbe, eppure è intelligentissimo.
Non importa…Sì, importa sì, invece…
Foll