falcoprof
Il tramonto perduto
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Quando ho scattato questa foto stavo piangendo... Okay, non stavo davvero piangendo, ma piangevo dentro. E non perché davanti a me c'era uno spettacolo meraviglioso, ma perché me n'ero appena perso uno memorabile. Le cose sono andate così: erano circa le 18.00 dell'8 ottobre 2011. Mi metto davanti al PC riproponendomi di dare un'occhiata al cielo da lì a 10 minuti per decidere se è il caso o meno di uscire a fare foto. Ma girovagando in rete m'imbatto in un sito troppo curioso: pieno zeppo di foto scattate dentro un tunnel dell'orrore. Le facce terrorizzate delle persone sono spassose, e tra uno sghignazzo e l'altro finisce che me le guardo tutte. Quando termino, mi rendo conto che sono già le 18.30 - orario in cui avrei dovuto essere fuori a fare foto. Mi alzo di scatto e corro alla finestra sperando che il cielo sia una schifezza. Scosto la tenda e - NOOO! - il cielo è bellissimo! Una coltre di nubi rosse come non ne ho mai viste. È già tardi, ma in una frazione di secondo decido comunque di uscire. Metto le scarpe, acchiappo la macchina fotografica e schizzo via fuori di casa salutando al volo mia moglie (che da quando mi è presa la mania della fotografia si è rassegnata a tollerarmi come ogni buona moglie dovrebbe fare con le fissazioni del marito). Salgo in macchina e corro alla mia "campagna dimenticata" del tutto incurante dei limiti di velocità. C'è pochissimo tempo. La luce al tramonto cambia a una velocità impressionante. Già durante il tragitto il colore delle nuvole sì è affievolito. Parcheggio e mi catapulto fuori dall'automobile senza preoccuparmi di chiuderla a chiave. Il cielo si sta spegnendo a vista d'occhio. Arrivo in "postazione" e monto il treppiede con ancora un rimasuglio di rosso su tutto il cielo. Accendo la macchina, imposto lo scatto e - NOOO! - il cielo si è spento! Solo l'orizzonte rimane tinto di rosso. E io comincio a piangere dentro.
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Quando ho scattato questa foto stavo piangendo... Okay, non stavo davvero piangendo, ma piangevo dentro. E non perché davanti a me c'era uno spettacolo meraviglioso, ma perché me n'ero appena perso uno memorabile. Le cose sono andate così: erano circa le 18.00 dell'8 ottobre 2011. Mi metto davanti al PC riproponendomi di dare un'occhiata al cielo da lì a 10 minuti per decidere se è il caso o meno di uscire a fare foto. Ma girovagando in rete m'imbatto in un sito troppo curioso: pieno zeppo di foto scattate dentro un tunnel dell'orrore. Le facce terrorizzate delle persone sono spassose, e tra uno sghignazzo e l'altro finisce che me le guardo tutte. Quando termino, mi rendo conto che sono già le 18.30 - orario in cui avrei dovuto essere fuori a fare foto. Mi alzo di scatto e corro alla finestra sperando che il cielo sia una schifezza. Scosto la tenda e - NOOO! - il cielo è bellissimo! Una coltre di nubi rosse come non ne ho mai viste. È già tardi, ma in una frazione di secondo decido comunque di uscire. Metto le scarpe, acchiappo la macchina fotografica e schizzo via fuori di casa salutando al volo mia moglie (che da quando mi è presa la mania della fotografia si è rassegnata a tollerarmi come ogni buona moglie dovrebbe fare con le fissazioni del marito). Salgo in macchina e corro alla mia "campagna dimenticata" del tutto incurante dei limiti di velocità. C'è pochissimo tempo. La luce al tramonto cambia a una velocità impressionante. Già durante il tragitto il colore delle nuvole sì è affievolito. Parcheggio e mi catapulto fuori dall'automobile senza preoccuparmi di chiuderla a chiave. Il cielo si sta spegnendo a vista d'occhio. Arrivo in "postazione" e monto il treppiede con ancora un rimasuglio di rosso su tutto il cielo. Accendo la macchina, imposto lo scatto e - NOOO! - il cielo si è spento! Solo l'orizzonte rimane tinto di rosso. E io comincio a piangere dentro.