Tu, ragazza bonsai
L’azzurro è sempre stato tuo,
elettrizzava i tuoi bottoni
e le sopracciglia.
Alcune donne sognano l’uragano.
Penso tu sia un molo,
filmata, assi di legno sotto lenzuola d’acqua.
O qualche copertura di giungla,
divorando luce mentre, più giù,
esseri si torcono nelle tenebre. E comunque,
ciò che rimane di quella caccia sta all’interno.
Qualche zucca,
svuotata, i tuoi avi di settembre
urlanti su Delancey. Acqua stantia del Nilo in bocca,
scura come girasoli. (Il cuore, non il petalo.)
Ti sento, fantasma,
la tua voce piccola dove sprofonda la buca del materasso
anche in America. Profezia,
come tenevi il tuo corpo immobile nel suo letto
come tu non fossi donna, ma oggetto.
Un dente,
lungo e
giallo, estratto dal giardino
di una strega, oh
sorella, com’era vero. Quel cielo. Quelle vie piene di uomini
che applaudivano le tue gambe.
Hala Alyan
Tu, ragazza bonsai
L’azzurro è sempre stato tuo,
elettrizzava i tuoi bottoni
e le sopracciglia.
Alcune donne sognano l’uragano.
Penso tu sia un molo,
filmata, assi di legno sotto lenzuola d’acqua.
O qualche copertura di giungla,
divorando luce mentre, più giù,
esseri si torcono nelle tenebre. E comunque,
ciò che rimane di quella caccia sta all’interno.
Qualche zucca,
svuotata, i tuoi avi di settembre
urlanti su Delancey. Acqua stantia del Nilo in bocca,
scura come girasoli. (Il cuore, non il petalo.)
Ti sento, fantasma,
la tua voce piccola dove sprofonda la buca del materasso
anche in America. Profezia,
come tenevi il tuo corpo immobile nel suo letto
come tu non fossi donna, ma oggetto.
Un dente,
lungo e
giallo, estratto dal giardino
di una strega, oh
sorella, com’era vero. Quel cielo. Quelle vie piene di uomini
che applaudivano le tue gambe.
Hala Alyan