DSC02728 Video Installation
Con “Louis Kahn e Venezia” per la prima volta viene messo in scena il profondo legame tra l’architetto americano - uno dei Maestri del Novecento - e la città di Venezia, cominciato nel 1928 con la sua prima visita in Laguna, proseguito nei decenni successivi con altri viaggi e consolidato con le partecipazioni alla Biennale, l’amicizia con Carlo Scarpa, le diverse lezioni tenute e soprattutto con il suo progetto, rimasto sulla carta, per il Palazzo dei Congressi. Tali vicende, insieme ai temi ad esse correlati, sono approfondite in mostra grazie a modelli, elaborati grafici, fotografie, videoinstallazioni, lettere e altri documenti, in parte inediti, provenienti da numerosi archivi internazionali e collezioni private tra cui The Architectural Archives-University of Pennsylvania di Philadelphia, il Canadian Centre for Architecture di Montréal, la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, la collezione di Sue Ann Kahn di New York e altri.
In mostra spiccano i disegni originali per il Palazzo dei Congressi, frutto di un intenso lavoro analitico e progettuale svolto tra il 1968 e il 1972, che per la prima volta vengono riuniti per restituire la densità della riflessione architettonica di Kahn; le sue reinterpretazioni grafiche dell’architettura veneziana; le registrazioni delle sue lezioni e conferenze a Venezia. Sono presenti anche disegni originali di Le Corbusier e Frank Lloyd Wright, anch’essi autori di progetti,
mai realizzati, per la città lagunare. Il lavoro di ricerca sotteso al progetto espositivo punta infatti a far riflettere sull’attuale e complesso rapporto che si instaura tra passato, presente e futuro in un luogo così eccezionale come Venezia, “puro miracolo” – come disse Louis Kahn – della storia dell’umanità.
Il tema di questa prima grande mostra entra in risonanza con le caratteristiche architettoniche del Teatro dell’architettura, istituendo un legame tra l’opera di Louis Kahn, Venezia e l’architettura ticinese. Nella sua forza geometrica e nella sua essenziale spazialità, il nuovo edificio del campus dell’Accademia di architettura di Mendrisio, rivela infatti l’influenza che Kahn ha avuto sul lavoro di Mario Botta, il quale, ancora studente, collaborò con il Maestro americano proprio in occasione del suo progetto per Venezia, alla fine degli anni Sessanta.
Photo Shot by Roberto Vitalini while designing the video + sound experience.
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Con “Louis Kahn e Venezia” per la prima volta viene messo in scena il profondo legame tra l’architetto americano - uno dei Maestri del Novecento - e la città di Venezia, cominciato nel 1928 con la sua prima visita in Laguna, proseguito nei decenni successivi con altri viaggi e consolidato con le partecipazioni alla Biennale, l’amicizia con Carlo Scarpa, le diverse lezioni tenute e soprattutto con il suo progetto, rimasto sulla carta, per il Palazzo dei Congressi. Tali vicende, insieme ai temi ad esse correlati, sono approfondite in mostra grazie a modelli, elaborati grafici, fotografie, videoinstallazioni, lettere e altri documenti, in parte inediti, provenienti da numerosi archivi internazionali e collezioni private tra cui The Architectural Archives-University of Pennsylvania di Philadelphia, il Canadian Centre for Architecture di Montréal, la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, la collezione di Sue Ann Kahn di New York e altri.
In mostra spiccano i disegni originali per il Palazzo dei Congressi, frutto di un intenso lavoro analitico e progettuale svolto tra il 1968 e il 1972, che per la prima volta vengono riuniti per restituire la densità della riflessione architettonica di Kahn; le sue reinterpretazioni grafiche dell’architettura veneziana; le registrazioni delle sue lezioni e conferenze a Venezia. Sono presenti anche disegni originali di Le Corbusier e Frank Lloyd Wright, anch’essi autori di progetti,
mai realizzati, per la città lagunare. Il lavoro di ricerca sotteso al progetto espositivo punta infatti a far riflettere sull’attuale e complesso rapporto che si instaura tra passato, presente e futuro in un luogo così eccezionale come Venezia, “puro miracolo” – come disse Louis Kahn – della storia dell’umanità.
Il tema di questa prima grande mostra entra in risonanza con le caratteristiche architettoniche del Teatro dell’architettura, istituendo un legame tra l’opera di Louis Kahn, Venezia e l’architettura ticinese. Nella sua forza geometrica e nella sua essenziale spazialità, il nuovo edificio del campus dell’Accademia di architettura di Mendrisio, rivela infatti l’influenza che Kahn ha avuto sul lavoro di Mario Botta, il quale, ancora studente, collaborò con il Maestro americano proprio in occasione del suo progetto per Venezia, alla fine degli anni Sessanta.
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