DSC_0501
Galleria Beaumont - armi del Rinascimento - vetrina 24 - Catalogo H.7
Cinquedea
Atelier ferrarese e orafo veneto, fine secolo XV-inizio secolo XVI
Lama d’acciaio incisa all’acquaforte e dorata a fuoco; elsa con tralci in filigrana e rosoni in smalto cloisonné; impugnatura d’argento niellato secolo XIX
Le due facce della lama della cinquedea, arma da parata, sono decorate da girali vegetali e guerrieri nudi, ai quali succedono, procedendo verso l’elsa, due figure femminili entro medaglioni sorretti da amorini, una delle quali compie un sacrificio, e quattro scene mitologiche. Su una faccia Ercole e Anteo e un liocorno circondato da giovani; sull’altra due scene di offerta con Marte e Plutone. La linea tormentata del disegno riconduce alla produzione pittorica ferrarese, influenzata dalla cultura mantegnesca, come nella cinquedea del museo Stibbert, realizzata da Ercole dei Fedeli, o a quella della collezione Wallace (Londra). Sull’impugnatura, a doppia piramide, sono rappresentate le Virtù cardinali; sul pomo, a ventaglio, S. Giorgio e il drago e la Conversione di Saulo. Tali parti non sono originali; furono probabilmente prodotte da falsari per conto dell’antiquario veneziano Antonio Sanquirico, fratello dello scenografo Alessandro, dal quale Carlo Alberto acquistò diversi esemplari, tra cui il pezzo in esame.
Fonte:
www.artito.arti.beniculturali.it:81/Armeria%20reale/Perco...
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Galleria Beaumont - armi del Rinascimento - vetrina 24 - Catalogo H.7
Cinquedea
Atelier ferrarese e orafo veneto, fine secolo XV-inizio secolo XVI
Lama d’acciaio incisa all’acquaforte e dorata a fuoco; elsa con tralci in filigrana e rosoni in smalto cloisonné; impugnatura d’argento niellato secolo XIX
Le due facce della lama della cinquedea, arma da parata, sono decorate da girali vegetali e guerrieri nudi, ai quali succedono, procedendo verso l’elsa, due figure femminili entro medaglioni sorretti da amorini, una delle quali compie un sacrificio, e quattro scene mitologiche. Su una faccia Ercole e Anteo e un liocorno circondato da giovani; sull’altra due scene di offerta con Marte e Plutone. La linea tormentata del disegno riconduce alla produzione pittorica ferrarese, influenzata dalla cultura mantegnesca, come nella cinquedea del museo Stibbert, realizzata da Ercole dei Fedeli, o a quella della collezione Wallace (Londra). Sull’impugnatura, a doppia piramide, sono rappresentate le Virtù cardinali; sul pomo, a ventaglio, S. Giorgio e il drago e la Conversione di Saulo. Tali parti non sono originali; furono probabilmente prodotte da falsari per conto dell’antiquario veneziano Antonio Sanquirico, fratello dello scenografo Alessandro, dal quale Carlo Alberto acquistò diversi esemplari, tra cui il pezzo in esame.
Fonte:
www.artito.arti.beniculturali.it:81/Armeria%20reale/Perco...