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ROOM

Room

 

Eccoti qui, da qualche parte intorno a me, ti sento, in un punto imprecisato di questo niente.

Il tuo alito caldo si insinua in gola e si spaccia per qualcosa di innocuo, ma è un respiro assassino che immobilizza tutto, come se il tempo non avesse più importanza.

Sento le gocce calde del tuo sapore, un po’ a ubriacarmi, un po’ avvelenarmi.

Voglio che tu mi uccida.

Rintocchi lenti e regolari come gocce di sangue fresco riempiono la stanza.

Uccidimi prima che sia giorno.

Devi farlo.

O sarò libero e poi perduto.

Tutto passa dal nero più nero del buio, ma ogni tanto nell’abisso piccoli bagliori rischiarano la tua pelle come lance invisibili e ti senti di colpo una preda, ti senti trovata.

Mi chiedo dove siano i tuoi occhi in questo buio caldo e fumoso.

Mi chiedo la tua bocca cosa stia cercando.

Se aperta o chiusa.

Mi chiedo di che colore possa essere il tuo rossetto.

Sono certo che sia”nero”.

E non so dove è finito il mio udito, perché non sento assolutamente niente, solo i rintocchi del silenzio.

Solo gocce di sangue intermittenti come un respiro dentro la mia testa.

Uccidimi prima che sia giorno.

Non lasciare che sia libero di andarmene.

Uccidimi.

Il vento fuori si è fermato, le auto non passano da questa strada, non c’è pioggia che cade o voci lontane, non c’è alcun rumore, perché questo silenzio sembra l’unica cosa che abbia veramente un senso stanotte.

Prendi la mia lama, quella che porto al collo, affilala, puliscila bene e poi fai cadere gocce di me come grandine, fino a riscaldare il mio corpo tremante.

So cosa voglio e so che la luce di domani non riuscirà mai a trovarmi

Taglia questa pelle, liberami dalle corde e divora il mio respiro.

Non lasciare che esca da qui.

Per favore…

 

 

Alessandro Pagni

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Uploaded on September 3, 2009
Taken on August 9, 2009