Bartolomeo e Jacopino da Reggio (metà del XIV secolo) - Trittico-reliquiario con Crocifissione, Annunciazione e trenta santi (1365) - dimensioni cm 67 x 92 - Milano, Pinacoteca di Brera
Bartolomeo and Jacopino da Reggio (mid-14th century) - Triptych-reliquary with Crucifixion, Annunciation and thirty saints (1365) - dimensions 67 x 92 cm - Milan, Pinacoteca of Brera
L’opera, ritrovata casualmente in un casolare delle colline parmensi, giunse in Pinacoteca nel 1889 come legato del collezionista Luciano D’Aragona. Si tratta di un trittico reliquiario in cui, nelle cavità circolari che sormontano gli scomparti, dovevano certamente essere conservate reliquie, oggi perdute, dei santi raffigurati inferiormente. L’opera reca sotto il Crocifisso in caratteri gotici la firma dei due autori, Bartolomeo e Jacopino da Reggio, e mostra chiaramente come la cultura figurativa tra Reggio Emilia e Piacenza intorno alla metà del Trecento fosse molto diversa da quella della coeva pittura fiorentina. La scena della Crocifissione, in particolare, per la vivacità espressiva e il gusto narrativo suggerisce l’esistenza di legami tra gli autori del reliquario e i maestri miniatori della scuola bolognese del secondo Trecento.
The work, found by chance in a farmhouse in the Parma hills, arrived in the Pinacoteca in 1889 as a legacy of the collector Luciano D’Aragona. It is a reliquary triptych in which, in the circular cavities that surmount the compartments, relics, now lost, of the saints depicted below were certainly to be preserved. The work bears under the Crucifix in Gothic characters the signature of the two authors, Bartolomeo and Jacopino da Reggio, and clearly shows how the figurative culture between Reggio Emilia and Piacenza around the middle of the fourteenth century was very different from that of the contemporary Florentine painting. The scene of the Crucifixion, in particular, due to its expressive vivacity and narrative taste suggests the existence of links between the authors of the reliquary and the masters of the Bolognese school of the second fourteenth century.
Bartolomeo e Jacopino da Reggio (metà del XIV secolo) - Trittico-reliquiario con Crocifissione, Annunciazione e trenta santi (1365) - dimensioni cm 67 x 92 - Milano, Pinacoteca di Brera
Bartolomeo and Jacopino da Reggio (mid-14th century) - Triptych-reliquary with Crucifixion, Annunciation and thirty saints (1365) - dimensions 67 x 92 cm - Milan, Pinacoteca of Brera
L’opera, ritrovata casualmente in un casolare delle colline parmensi, giunse in Pinacoteca nel 1889 come legato del collezionista Luciano D’Aragona. Si tratta di un trittico reliquiario in cui, nelle cavità circolari che sormontano gli scomparti, dovevano certamente essere conservate reliquie, oggi perdute, dei santi raffigurati inferiormente. L’opera reca sotto il Crocifisso in caratteri gotici la firma dei due autori, Bartolomeo e Jacopino da Reggio, e mostra chiaramente come la cultura figurativa tra Reggio Emilia e Piacenza intorno alla metà del Trecento fosse molto diversa da quella della coeva pittura fiorentina. La scena della Crocifissione, in particolare, per la vivacità espressiva e il gusto narrativo suggerisce l’esistenza di legami tra gli autori del reliquario e i maestri miniatori della scuola bolognese del secondo Trecento.
The work, found by chance in a farmhouse in the Parma hills, arrived in the Pinacoteca in 1889 as a legacy of the collector Luciano D’Aragona. It is a reliquary triptych in which, in the circular cavities that surmount the compartments, relics, now lost, of the saints depicted below were certainly to be preserved. The work bears under the Crucifix in Gothic characters the signature of the two authors, Bartolomeo and Jacopino da Reggio, and clearly shows how the figurative culture between Reggio Emilia and Piacenza around the middle of the fourteenth century was very different from that of the contemporary Florentine painting. The scene of the Crucifixion, in particular, due to its expressive vivacity and narrative taste suggests the existence of links between the authors of the reliquary and the masters of the Bolognese school of the second fourteenth century.