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Justus Suttermans (Anversa 1597 - Firenze 1681) - Ritratto di Galileo Galilei (1635) Olio su tela dimensioni 56 x 48 cm - Palazzo Pitti, Firenze

Justus Suttermans (Antwerp 1597 - Florence 1681) - Portrait of Galileo Galilei (1635) Oil on canvas size 56 x 48 cm - Pitti Palace, Florence

 

Il ritratto di Galileo Galilei (1564-1642) è uno dei più celebri di Suttermans. Lo aveva commissionato Elia Diodati (1576- 1661), un giurista di origini lucchesi vissuto tra Ginevra e Parigi, caro amico dello scienziato, impegnato fin dagli anni ’20 a diffondere i suoi scritti in Europa e a progettare dopo la sua morte la pubblicazione della sua opera omnia.

 

Il taglio della figura a mezzo busto concentra l’attenzione sul volto pallido del protagonista e sullo sguardo diretto fuori campo, ispirato e visionario al tempo stesso. All’altezza cronologica del dipinto, Galileo aveva circa 70 anni e viveva costretto all’esilio nella campagna appena fuori Firenze, sulla collina di Arcetri. L’indagine acuta dei dettagli, dalle trasparenze dell’incarnato alla consistenza lanosa della barba e agli effetti serici del colletto, candido sulla toga dottorale, vengono resi in una materia pittorica densa e ricca, che riflette l’impressione della pittura veneta cinquecentesca.

 

La storia dell’acquisizione del dipinto nelle raccolte medicee viene tramandata da Filippo Baldinucci in una intensa pagina della biografia dedicata a Suttermans, dove si narra come dopo la morte di Galileo, avvenuta nel 1642, il suo discepolo Vincenzo Villani avesse domandato al Diodati notizie del ritratto del maestro e questi avesse risposto di averlo tra le sue cose più care, ma di essere disposto a farne dono a Ferdinando II qualora non avesse esemplari della sua effigie. “Tutto questo il Viviani palesò al Granduca che benignamente gradì l’offerta; onde non andò molto, che il quadro fu mandato a Firenze al Viviani, il quale prontamente al Serenissimo lo presentò: ed è quel maraviglioso ritratto, che oggi si vede nella Real Galleria”. Cosimo III ne ordinò poi l’esposizione nella Tribuna, dove rimase per tutto il XVIII secolo.

 

The cropping of the half-length figure focuses attention on the protagonist's pale face and direct off-screen gaze, at once inspired and visionary. At the chronological height of the painting, Galileo was about 70 years old and living forced into exile in the countryside just outside Florence, on the hill of Arcetri. The acute investigation of details, from the transparencies of the complexion to the woolly texture of the beard and the silky effects of the collar, candid on the doctoral robe, are rendered in a dense and rich pictorial material that reflects the impression of 16th-century Venetian painting.

 

The story of the acquisition of the painting in the Medici collections is handed down by Filippo Baldinucci in an intense page of the biography devoted to Suttermans, where he relates how after Galileo's death in 1642, his disciple Vincenzo Villani had asked Diodati for news of the master's portrait, and the latter replied that he had it among his most cherished possessions, but that he was willing to make a gift of it to Ferdinand II if he had no specimens of his effigy. "All this Viviani manifested to the Grand Duke, who graciously appreciated the offer; whereupon it was not long before the picture was sent to Florence to Viviani, who promptly presented it to the Most Serene Serene: and it is that marvelous portrait, which can be seen today in the Royal Gallery." Cosimo III then ordered its exhibition in the Tribuna, where it remained throughout the 18th century.

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Uploaded on June 7, 2022
Taken on September 23, 2020