Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556/1557) - Ritratto di Laura da Pola (moglie di Febo da Brescia) (1543-44) - Olio su tela 90 × 75 cm - Pinacoteca di Brera, Milano
Lorenzo Lotto (Venice, 1480 - Loreto, 1556/1557) - Portrait of Laura da Pola (wife of Febo from Brescia) (1543-44) - Oil on canvas 90 × 75 cm - Pinacoteca di Brera, Milan
Il ritratto di Laura da Pola appartiene alla tarda maturità di Lotto e la sua esecuzione è documentata: nel 1543 l’artista registrava nel proprio Libro di spese l’incarico avuto a Treviso “per dui quadri de retrati grandi de naturale meze figure” e, nel marzo del 1544, si lamentava del pagamento ricevuto da Febo da Brescia, fatto che induce a credere che il lavoro fosse a quella data ormai concluso.
Il dipinto è considerato tra i vertici della produzione di Lotto, che fu capace qui di dar forma pittorica ai numerosi messaggi che la committente intendeva trasmettere attraverso il proprio ritratto: quest’ultima, moglie di uno dei personaggi più in vista di Treviso, appare in atteggiamento dimesso, appoggiata a un mobile della camera da letto. Tuttavia, nonostante la familiarità dell’ambientazione, essa posa con un abito di foggia ricercatissima ed esibisce oggetti di lusso quali il ventaglio di piume con catenella d’oro e gli anelli preziosi, elementi che permettevano ai contemporanei di riconoscerla immediatamente come membro delle più alte gerarchie cittadine. Dato che all’epoca non era concesso alle ragazze nubili di apparire in pubblico, il ritratto va interpretato anche come celebrazione della condizione di donna sposata di Laura, autorizzata a esibire se stessa e il proprio rango grazie al buon matrimonio che aveva contratto.
The Portrait of Laura da Pola dates from Lotto’s late maturity and its execution is documented: in 1543 the artist recorded in his expenses ledger the commission he had received in Treviso “for two pictures of life-size half-length figures” and, in the March of 1544, complained about the payment made by Febo da Brescia, a fact that leads us to believe that the work was already finished by that date.
The painting is regarded as one of Lotto’s highest achievements, in which he was capable of giving pictorial form to the numerous messages that the client wanted to convey through her portrait: the latter, wife of one of the most prominent figures in Treviso, is presented in an unassuming attitude, leaning on a piece of furniture in her bedroom. Despite the informality of the setting, she is wearing a dress of great refinement and displaying luxury objects like the fan of plumes with a gold chain and the precious rings, elements that permitted her contemporaries to recognize her immediately as a member of one of the city’s highest- ranking families. Given that at the time unmarried girls were not allowed to appear in public, the portrait should also be seen as a celebration of Laura’s status as a married woman, authorized to exhibit herself and the rank she has achieved thanks to the good marriage she has contracted.
Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556/1557) - Ritratto di Laura da Pola (moglie di Febo da Brescia) (1543-44) - Olio su tela 90 × 75 cm - Pinacoteca di Brera, Milano
Lorenzo Lotto (Venice, 1480 - Loreto, 1556/1557) - Portrait of Laura da Pola (wife of Febo from Brescia) (1543-44) - Oil on canvas 90 × 75 cm - Pinacoteca di Brera, Milan
Il ritratto di Laura da Pola appartiene alla tarda maturità di Lotto e la sua esecuzione è documentata: nel 1543 l’artista registrava nel proprio Libro di spese l’incarico avuto a Treviso “per dui quadri de retrati grandi de naturale meze figure” e, nel marzo del 1544, si lamentava del pagamento ricevuto da Febo da Brescia, fatto che induce a credere che il lavoro fosse a quella data ormai concluso.
Il dipinto è considerato tra i vertici della produzione di Lotto, che fu capace qui di dar forma pittorica ai numerosi messaggi che la committente intendeva trasmettere attraverso il proprio ritratto: quest’ultima, moglie di uno dei personaggi più in vista di Treviso, appare in atteggiamento dimesso, appoggiata a un mobile della camera da letto. Tuttavia, nonostante la familiarità dell’ambientazione, essa posa con un abito di foggia ricercatissima ed esibisce oggetti di lusso quali il ventaglio di piume con catenella d’oro e gli anelli preziosi, elementi che permettevano ai contemporanei di riconoscerla immediatamente come membro delle più alte gerarchie cittadine. Dato che all’epoca non era concesso alle ragazze nubili di apparire in pubblico, il ritratto va interpretato anche come celebrazione della condizione di donna sposata di Laura, autorizzata a esibire se stessa e il proprio rango grazie al buon matrimonio che aveva contratto.
The Portrait of Laura da Pola dates from Lotto’s late maturity and its execution is documented: in 1543 the artist recorded in his expenses ledger the commission he had received in Treviso “for two pictures of life-size half-length figures” and, in the March of 1544, complained about the payment made by Febo da Brescia, a fact that leads us to believe that the work was already finished by that date.
The painting is regarded as one of Lotto’s highest achievements, in which he was capable of giving pictorial form to the numerous messages that the client wanted to convey through her portrait: the latter, wife of one of the most prominent figures in Treviso, is presented in an unassuming attitude, leaning on a piece of furniture in her bedroom. Despite the informality of the setting, she is wearing a dress of great refinement and displaying luxury objects like the fan of plumes with a gold chain and the precious rings, elements that permitted her contemporaries to recognize her immediately as a member of one of the city’s highest- ranking families. Given that at the time unmarried girls were not allowed to appear in public, the portrait should also be seen as a celebration of Laura’s status as a married woman, authorized to exhibit herself and the rank she has achieved thanks to the good marriage she has contracted.