moremare
È LA STORIA, SALVINI
TRATTO DA VANITY FAIR: 16.09.2015
-CORAZZATA POTEMKIN di David Allegranti
quella notizia ti sembra “una cagata pazzesca”? Qui si prova a toglierti il dubbio
È LA STORIA, SALVINI
la globalizzazione, quella vera, spiegata da chi la conosce
-Fermate la guerra e non verremo in Europa.- Parola di un tredicenne siriano, che si è rivolto così ai poliziotti ungheresi nella stazione di Budapest. E se lo capisce un bambino, lo possono capire anche Unione Europea e Occidente.
Alan Kurdi, trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, era in fuga con la sua famiglia come quel tredicenne. Dalla guerra in Siria, che secondo l'Ufficio Onu per gli aiuti umanitari ha prodotto 7,6 milioni di profughi interni(4,1 invece sono scapati all'estero) e 240 mila vittime.
Su 17 milioni di siriani, 12 hanno bisogno di aiuti. Scappano da un conflitto, iniziato nel 2010, che l'Occidente non è stato finora in grado di fermare, per rivalità e traccheggiamenti geopolitici.
Si scappa dalla guerra, ma anche dalla povertà. Alla ricerca di un modello di benessere, molto pubblicizzato dagli occidentali, che però non tutti hanno voglia di condividere con altri.
Uno che conosce bene questi meccanismi è Edoardo Nesi, scrittore e premio Strega, che proviene da una famiglia di imprenditori tessili a Prato.
“La globalizzazione”, dice “ nasce per ridurre il costo del lavoro delle grandissime aziende, spostando la produzione industriale dall'America e dell'Europa in quei paesi che un tempo eran definiti sottosviluppati, dove un operaio non ha diritti e il suo lavoro è pagato due lire bucate.
Per funzionare, alla globalizzazione serve libera circolazione delle merci, e dunque l'eliminazione o almeno la forte riduzione di dazi e tariffe, e la libera circolazione dei capitali. Alle più deboli delle menti belle, questa liberazione dei commerci è parsa una grande ondata di libertà, una specie di glorioso, definitivo contributo alla lotta contro la povertà universale. Ricordo quando, durante un concerto, prima di attaccare “One”, Bono Vox degli U2 ringraziò Bill Clinton, e gli spettatori tutti in piedi a spellarsi le mani dagli applausi. Sembrava arrivato il momento in cui la politica poteva portare un po' di giustizia nel mondo. Clinton era una superstar amata dalle superstar.”
-INSOMA,UN MONDO PERFETTO. ALMENO SULLA CARTA.
“Si,Allegranti. Poi però il lanificio Nesi (l'industria di famiglia, ndr.) smette di guadagnare e di assumere, e va in difficoltà insieme ad altre centinaia di migliaia di piccole aziende manifatturiere in tutto il mondo occidentale. Per quanto ci si lamenti si viene trattati da luddisti,nessuno ci ascolta e si viene spazzati via. Cosi si perdono milioni di posti di lavoro in tutto l'occidente e in cambio si ottiene l'invasione di prodotti cinesi a basso costo e l'instaurarsi in Italia di una disoccupazione enorme e strutturale, che ci vorrà tantissimo tempo per recuperare, se mai si riuscirà, perché si è dato un taglio alla piccola e piccolissima industria manifatturiera, quella che assumeva e manteneva al lavoro anche chi non aveva una laurea o un diploma.”
-E POI CHE COS'È SUCCESSO?
“È successo che i poveri del mondo-oggi i siriani, gli eritrei, i marocchini, gli afgani, domani tutti gli altri- hanno capito che un sistema di libertà di circolazione delle merci e dei capitali portava inevitabilmente, come corollario, anche alla libera circolazione delle persone. Quella stessa libera circolazione delle persone che noi occidentali in effetti c'eravamo già data, vedi Schengen, senza però concederla a loro. L'idea dei paladini della globalizzazione era che i poveri del mondo dovessero stare nei loro Paesi, buoni buoni, ad accontentarsi di guadagnare due ciotole di riso al giorno invece di quell'unica ciotola che mangiavano prima dell'avvento della globalizzazione, e a lavorare come ciuchi per produrre ciò che poi noi avremo comprato. In sostanza, gli avevamo detto che non potevano venire.-No,tu no- come nella canzone di Janacci. I primi a superare questo problema sono stati i cinesi: arrivavano con il visto turistico e rimanevano in Italia, o in Europa. Oggi è davvero straordinario, e impressionante, il fatto che i migranti ritengono di avere il pieno diritto di venire in Europa a lavorare. Che siano convinti di vivere in quel “mondo uno”, senza frontiere e senza dazi, di cui vaneggiavano Clinton e Bono. Hanno ragione, c'è poco da fare. E mi pare abbia poco senso anche questo continuare a distinguere tra chi fugge da una guerra e chi invece vuole venire in Europa per lavorare. Verranno, e basta. Perché hanno ragione di voler venire. Certo, mi rendo conto che non sono molti gli italiani che la vedono allo stesso modo”.
-CI VEDE DELL'IPOCRISIA?
“Forse, dopo essersi commossi a vedere famiglie intere che rischiano la vita per venire in Europa-del bambino sulla spiaggia non riesco proprio a trovare il coraggio di parlare- dovremmo riflettere sulla fondamentale differenza che corre tra un'immigrazione di famiglie e un'immigrazione di soli uomini. Chi si porta dietro moglie e figli piccoli vuole abbracciare un nuovo mondo, non solo guadagnare qualche soldo con lavoretti estemporanei. Spero che si integrano queste famiglie. Che rispetteranno la nostra cultura e ameranno la nostra arte, che manderanno le bambine e i bambini a scuola coi nostri, e che infine diventeranno italiani. Non sono diventato di colpo un'anima bella: è che mi ha molto commosso vedere tutto quel entusiasmo per il futuro, quella convinzione che il lavoro possa cambiare la vita e affrancarla dalla soma della povertà o dell'oppressione, quell'ostinazione a voler vivere in un Paese in cui sia consentito sognare il benessere. Non sono i cardini di quello stesso, benedetto meccanismo che ha creato il successo italiano del dopoguerra? I migranti siriani mi hanno ricordato i personaggi del mio ultimo libro, -L'estate infinita-. Per questo parteggio per loro. Perché sono gli ultimi a credere ancora nell'ideale migliore e più potente della nostra civiltà occidentale.”
-CARO NESI, LEI È UN BUONISTA DIREBBE MATTEO SALVINI.
“ Buonista? Spero bene, certo. Ma basta guardarsi un po' intorno, leggere se non un libro almeno ogni tanto qualche giornale, per capire che opporsi pregiudizialmente a un'immigrazione così entusiasta - un'immigrazione di famiglie pronte a rischiare la vita per entrare nel processo produttivo dei nostri paesi- vuol dire non aver capito bene come va il mondo.”
-CONTINUO A FAR PARTE DI SALVINI:SIGNOR NESI, NON POSSIAMO ACCOGLIERE TUTTI. LI PRENDA UN PO' A CASA SUA,SUVVIA.
“Ma la stragrande maggioranza dei migranti non vuole stabilirsi da noi: vogliono andare in Germania, da quella Angela Merkel che tanti, qui in Italia, dipingono come il demonio. L'ironia della Storia è meravigliosa, certe volte. E comunque il genio non si può rimettere dentro la lampada, e a far tornare il passato non riuscì nemmeno il Grande Gatsby. È questo il mondo in cui dobbiamo vivere. Può darsi che non ci piaccia, ma non possiamo non cercare di comprenderlo e di farlo funzionare meglio. Altro che tirar su muri, uscire dall'euro, e sragionare di ruspe e di serrate”.
-DI NUOVO SALVINI: MA QUESTI VENGONO QUI A COMPIERE DELITTI.
“ A ogni domanda che gli rivolgono in televisione, Salvini risponde con lo stesso impeto di chi si senta pestato con violenza un alluce dall'unghia incarnita. Ostenta una reazione istintiva e furibonda, immediata e potente, perché è la più comprensibile, la più facile. La meno pensata. E, invariabilmente più sbagliata. Il Pentagono ha appena detto che questa crisi durerà vent'anni, e non nasce per la guerra in Siria o in Eritrea: quella è solo una delle cause. Sarà bene invece avviare a rendersi conto, da palazzo Chigi all'ultimo bar della Val Seriana, che nei prossimi anni dall'Africa arriveranno a milioni, e l'unica cosa di cui ci possiamo ancora stupire è che abbiano aspettato così tanto a mettersi in viaggio. Non c'è da disperarsi, c'è da prepararsi. Si chiama Storia, Allegranti.
Storia”.-
È LA STORIA, SALVINI
TRATTO DA VANITY FAIR: 16.09.2015
-CORAZZATA POTEMKIN di David Allegranti
quella notizia ti sembra “una cagata pazzesca”? Qui si prova a toglierti il dubbio
È LA STORIA, SALVINI
la globalizzazione, quella vera, spiegata da chi la conosce
-Fermate la guerra e non verremo in Europa.- Parola di un tredicenne siriano, che si è rivolto così ai poliziotti ungheresi nella stazione di Budapest. E se lo capisce un bambino, lo possono capire anche Unione Europea e Occidente.
Alan Kurdi, trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, era in fuga con la sua famiglia come quel tredicenne. Dalla guerra in Siria, che secondo l'Ufficio Onu per gli aiuti umanitari ha prodotto 7,6 milioni di profughi interni(4,1 invece sono scapati all'estero) e 240 mila vittime.
Su 17 milioni di siriani, 12 hanno bisogno di aiuti. Scappano da un conflitto, iniziato nel 2010, che l'Occidente non è stato finora in grado di fermare, per rivalità e traccheggiamenti geopolitici.
Si scappa dalla guerra, ma anche dalla povertà. Alla ricerca di un modello di benessere, molto pubblicizzato dagli occidentali, che però non tutti hanno voglia di condividere con altri.
Uno che conosce bene questi meccanismi è Edoardo Nesi, scrittore e premio Strega, che proviene da una famiglia di imprenditori tessili a Prato.
“La globalizzazione”, dice “ nasce per ridurre il costo del lavoro delle grandissime aziende, spostando la produzione industriale dall'America e dell'Europa in quei paesi che un tempo eran definiti sottosviluppati, dove un operaio non ha diritti e il suo lavoro è pagato due lire bucate.
Per funzionare, alla globalizzazione serve libera circolazione delle merci, e dunque l'eliminazione o almeno la forte riduzione di dazi e tariffe, e la libera circolazione dei capitali. Alle più deboli delle menti belle, questa liberazione dei commerci è parsa una grande ondata di libertà, una specie di glorioso, definitivo contributo alla lotta contro la povertà universale. Ricordo quando, durante un concerto, prima di attaccare “One”, Bono Vox degli U2 ringraziò Bill Clinton, e gli spettatori tutti in piedi a spellarsi le mani dagli applausi. Sembrava arrivato il momento in cui la politica poteva portare un po' di giustizia nel mondo. Clinton era una superstar amata dalle superstar.”
-INSOMA,UN MONDO PERFETTO. ALMENO SULLA CARTA.
“Si,Allegranti. Poi però il lanificio Nesi (l'industria di famiglia, ndr.) smette di guadagnare e di assumere, e va in difficoltà insieme ad altre centinaia di migliaia di piccole aziende manifatturiere in tutto il mondo occidentale. Per quanto ci si lamenti si viene trattati da luddisti,nessuno ci ascolta e si viene spazzati via. Cosi si perdono milioni di posti di lavoro in tutto l'occidente e in cambio si ottiene l'invasione di prodotti cinesi a basso costo e l'instaurarsi in Italia di una disoccupazione enorme e strutturale, che ci vorrà tantissimo tempo per recuperare, se mai si riuscirà, perché si è dato un taglio alla piccola e piccolissima industria manifatturiera, quella che assumeva e manteneva al lavoro anche chi non aveva una laurea o un diploma.”
-E POI CHE COS'È SUCCESSO?
“È successo che i poveri del mondo-oggi i siriani, gli eritrei, i marocchini, gli afgani, domani tutti gli altri- hanno capito che un sistema di libertà di circolazione delle merci e dei capitali portava inevitabilmente, come corollario, anche alla libera circolazione delle persone. Quella stessa libera circolazione delle persone che noi occidentali in effetti c'eravamo già data, vedi Schengen, senza però concederla a loro. L'idea dei paladini della globalizzazione era che i poveri del mondo dovessero stare nei loro Paesi, buoni buoni, ad accontentarsi di guadagnare due ciotole di riso al giorno invece di quell'unica ciotola che mangiavano prima dell'avvento della globalizzazione, e a lavorare come ciuchi per produrre ciò che poi noi avremo comprato. In sostanza, gli avevamo detto che non potevano venire.-No,tu no- come nella canzone di Janacci. I primi a superare questo problema sono stati i cinesi: arrivavano con il visto turistico e rimanevano in Italia, o in Europa. Oggi è davvero straordinario, e impressionante, il fatto che i migranti ritengono di avere il pieno diritto di venire in Europa a lavorare. Che siano convinti di vivere in quel “mondo uno”, senza frontiere e senza dazi, di cui vaneggiavano Clinton e Bono. Hanno ragione, c'è poco da fare. E mi pare abbia poco senso anche questo continuare a distinguere tra chi fugge da una guerra e chi invece vuole venire in Europa per lavorare. Verranno, e basta. Perché hanno ragione di voler venire. Certo, mi rendo conto che non sono molti gli italiani che la vedono allo stesso modo”.
-CI VEDE DELL'IPOCRISIA?
“Forse, dopo essersi commossi a vedere famiglie intere che rischiano la vita per venire in Europa-del bambino sulla spiaggia non riesco proprio a trovare il coraggio di parlare- dovremmo riflettere sulla fondamentale differenza che corre tra un'immigrazione di famiglie e un'immigrazione di soli uomini. Chi si porta dietro moglie e figli piccoli vuole abbracciare un nuovo mondo, non solo guadagnare qualche soldo con lavoretti estemporanei. Spero che si integrano queste famiglie. Che rispetteranno la nostra cultura e ameranno la nostra arte, che manderanno le bambine e i bambini a scuola coi nostri, e che infine diventeranno italiani. Non sono diventato di colpo un'anima bella: è che mi ha molto commosso vedere tutto quel entusiasmo per il futuro, quella convinzione che il lavoro possa cambiare la vita e affrancarla dalla soma della povertà o dell'oppressione, quell'ostinazione a voler vivere in un Paese in cui sia consentito sognare il benessere. Non sono i cardini di quello stesso, benedetto meccanismo che ha creato il successo italiano del dopoguerra? I migranti siriani mi hanno ricordato i personaggi del mio ultimo libro, -L'estate infinita-. Per questo parteggio per loro. Perché sono gli ultimi a credere ancora nell'ideale migliore e più potente della nostra civiltà occidentale.”
-CARO NESI, LEI È UN BUONISTA DIREBBE MATTEO SALVINI.
“ Buonista? Spero bene, certo. Ma basta guardarsi un po' intorno, leggere se non un libro almeno ogni tanto qualche giornale, per capire che opporsi pregiudizialmente a un'immigrazione così entusiasta - un'immigrazione di famiglie pronte a rischiare la vita per entrare nel processo produttivo dei nostri paesi- vuol dire non aver capito bene come va il mondo.”
-CONTINUO A FAR PARTE DI SALVINI:SIGNOR NESI, NON POSSIAMO ACCOGLIERE TUTTI. LI PRENDA UN PO' A CASA SUA,SUVVIA.
“Ma la stragrande maggioranza dei migranti non vuole stabilirsi da noi: vogliono andare in Germania, da quella Angela Merkel che tanti, qui in Italia, dipingono come il demonio. L'ironia della Storia è meravigliosa, certe volte. E comunque il genio non si può rimettere dentro la lampada, e a far tornare il passato non riuscì nemmeno il Grande Gatsby. È questo il mondo in cui dobbiamo vivere. Può darsi che non ci piaccia, ma non possiamo non cercare di comprenderlo e di farlo funzionare meglio. Altro che tirar su muri, uscire dall'euro, e sragionare di ruspe e di serrate”.
-DI NUOVO SALVINI: MA QUESTI VENGONO QUI A COMPIERE DELITTI.
“ A ogni domanda che gli rivolgono in televisione, Salvini risponde con lo stesso impeto di chi si senta pestato con violenza un alluce dall'unghia incarnita. Ostenta una reazione istintiva e furibonda, immediata e potente, perché è la più comprensibile, la più facile. La meno pensata. E, invariabilmente più sbagliata. Il Pentagono ha appena detto che questa crisi durerà vent'anni, e non nasce per la guerra in Siria o in Eritrea: quella è solo una delle cause. Sarà bene invece avviare a rendersi conto, da palazzo Chigi all'ultimo bar della Val Seriana, che nei prossimi anni dall'Africa arriveranno a milioni, e l'unica cosa di cui ci possiamo ancora stupire è che abbiano aspettato così tanto a mettersi in viaggio. Non c'è da disperarsi, c'è da prepararsi. Si chiama Storia, Allegranti.
Storia”.-