Musée Jacquemard André" Jeune Fille aux tourterelles" exécutée par Luigi Pampaloni en 1820. Ce marbre présenté dans la première salle du musée fut acheté par Nelie Jacquemart en 1908, pensant acquérir un Pigalle
"Jeune Fille aux tourterelles" exécutée par Luigi Pampaloni en 1820. Ce marbre présenté dans la première salle du musée fut acheté par Nelie Jacquemart en 1908, pensant acquérir un Pigalle ! Bien que son origine soit moins fameuse que la collectionneuse ne l'espérait, ce groupe sculpté n'en reste pas moins ravissant et sera copié à de multiples reprises.
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La Fanciulla con le tortore, scultura dell’anima che si placa
Pubblicato da Redazione in News, Scultura dell'ottocento 8 dicembre 2015
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L.PAMPALONI, Fanciulla con tortore, 1833-1847, marmo di Carrara, h.60, l.43, prof. 43 cm, collezione privata
L.PAMPALONI, Fanciulla con tortore, 1833-1847, marmo di Carrara, h.60, l.43, prof. 43 cm, collezione privata
di Adriana Conconi Fedrigolli
Luigi Pampaloni (1791-1847) realizza la sua prima versione de La Fanciulla con le tortore intorno al 1833. Così si esprime Pagni ad alcuni anni di distanza: “(…) Ed ecco uscire dalle sue mani, emblema dell’innocenza, una soave fanciullina, che toltasi il nido d’una tortorella sotto il braccio sinistro, con inconsapevole crudeltà, ritiene imprigionata nella destra mano quella meschina che vorrebbe tornare al suo materno ufficio: lavoro forse il più degno tra i molti di tal genere che furono da lui fatti. Il Granduca la volle per regalarla al Principe di Metternich, ma l’autore la rinnovò più e più volte per altri personaggi stranieri e italiani, che s’invaghirono di possedere sì cara fanciullina (…)”.
La grande fortuna di pubblico e di critica riservata all’opera, successivamente eseguita anche parzialmente come busto, è da ascriversi oltre al soggetto grazioso, apprezzato dalla committenza dell’epoca, soprattutto dalla capacità dell’artista di dare raffigurazione al mondo dell’infanzia con sensibile aderenza al vero naturale, lezione appresa e maturata attraverso il magistero di Lorenzo Bartolini.
Missirini pur riconoscendo il debito stilistico nei confronti dell’autore della Fiducia in Dio scrive: ”Il Pampaloni direbbesi l’Andrea del Sarto della Scultura. Ei come quello, co’ soli elementi naturali bene scelti, ben condotti, ottiene senza inchiesta i plausi tanto cercati dagli Idealisti (…) Un artista che col solo tipo naturale divenga sommo, rara cosa è: Può dirsi privilegio del cielo: Ben puoi acquistare la sapienza di tutti i magisteri dell’arte coll’improbo studio, coll’ostinata fatica: ma ogni tua cura è vana a farti eminentemente naturale, dove il genio non ti spiri: ove a quello non ti tragga il core: ove il tuo interno squisito senso non ti mostri in che sta il vero bello di natura, meraviglioso nella sua semplicità (…)”. Ed è ciò che raggiunge nella “puttina delle tortore”, così chiamata familiarmente da Bartolomeo Fenaroli, che fu proprietario di una versione, in cui appare descritto un momento di vissuto quotidiano di una sorridente bambina, di poco più di un lustro, colta mentre gioca divertita con delle tortore, trattenendone una con la mano.
Musée Jacquemard André" Jeune Fille aux tourterelles" exécutée par Luigi Pampaloni en 1820. Ce marbre présenté dans la première salle du musée fut acheté par Nelie Jacquemart en 1908, pensant acquérir un Pigalle
"Jeune Fille aux tourterelles" exécutée par Luigi Pampaloni en 1820. Ce marbre présenté dans la première salle du musée fut acheté par Nelie Jacquemart en 1908, pensant acquérir un Pigalle ! Bien que son origine soit moins fameuse que la collectionneuse ne l'espérait, ce groupe sculpté n'en reste pas moins ravissant et sera copié à de multiples reprises.
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La Fanciulla con le tortore, scultura dell’anima che si placa
Pubblicato da Redazione in News, Scultura dell'ottocento 8 dicembre 2015
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L.PAMPALONI, Fanciulla con tortore, 1833-1847, marmo di Carrara, h.60, l.43, prof. 43 cm, collezione privata
L.PAMPALONI, Fanciulla con tortore, 1833-1847, marmo di Carrara, h.60, l.43, prof. 43 cm, collezione privata
di Adriana Conconi Fedrigolli
Luigi Pampaloni (1791-1847) realizza la sua prima versione de La Fanciulla con le tortore intorno al 1833. Così si esprime Pagni ad alcuni anni di distanza: “(…) Ed ecco uscire dalle sue mani, emblema dell’innocenza, una soave fanciullina, che toltasi il nido d’una tortorella sotto il braccio sinistro, con inconsapevole crudeltà, ritiene imprigionata nella destra mano quella meschina che vorrebbe tornare al suo materno ufficio: lavoro forse il più degno tra i molti di tal genere che furono da lui fatti. Il Granduca la volle per regalarla al Principe di Metternich, ma l’autore la rinnovò più e più volte per altri personaggi stranieri e italiani, che s’invaghirono di possedere sì cara fanciullina (…)”.
La grande fortuna di pubblico e di critica riservata all’opera, successivamente eseguita anche parzialmente come busto, è da ascriversi oltre al soggetto grazioso, apprezzato dalla committenza dell’epoca, soprattutto dalla capacità dell’artista di dare raffigurazione al mondo dell’infanzia con sensibile aderenza al vero naturale, lezione appresa e maturata attraverso il magistero di Lorenzo Bartolini.
Missirini pur riconoscendo il debito stilistico nei confronti dell’autore della Fiducia in Dio scrive: ”Il Pampaloni direbbesi l’Andrea del Sarto della Scultura. Ei come quello, co’ soli elementi naturali bene scelti, ben condotti, ottiene senza inchiesta i plausi tanto cercati dagli Idealisti (…) Un artista che col solo tipo naturale divenga sommo, rara cosa è: Può dirsi privilegio del cielo: Ben puoi acquistare la sapienza di tutti i magisteri dell’arte coll’improbo studio, coll’ostinata fatica: ma ogni tua cura è vana a farti eminentemente naturale, dove il genio non ti spiri: ove a quello non ti tragga il core: ove il tuo interno squisito senso non ti mostri in che sta il vero bello di natura, meraviglioso nella sua semplicità (…)”. Ed è ciò che raggiunge nella “puttina delle tortore”, così chiamata familiarmente da Bartolomeo Fenaroli, che fu proprietario di una versione, in cui appare descritto un momento di vissuto quotidiano di una sorridente bambina, di poco più di un lustro, colta mentre gioca divertita con delle tortore, trattenendone una con la mano.