LIBERA,
dalla ringhiera,
Sai,
sto aspettando,
sto aspettando che finisca l'anno
e guardo dalla ringhiera,
guardo le scale
piedi che salgono e che scendono
di fretta
o lentamente
pesanti sui gradini
come colpe insopportabili,
o leggeri e briosi
come disegni astratti.
Sto aspettando,
e mentre aspetto guardo,
guardo la strada
corpi che si incrociano
auguri che si scambiano
pensieri che si affollano
negli autobus che puzzano di vuoto
e solitudine.
E mentre aspetto, guardo
e guardo corpi nudi
illusi nei vestiti
in equilibri vani
attenti a non cadere.
Così, lo vedi
sto aspettando che finisca l'anno,
un po' annoiata,
un po' delusa,
un po' sognante.
Perché per ogni anno che finisce
ce n'è uno nuovo, sempre
e il nuovo sa di bello,
fosse anche la peggiore fregatura,
come un regalo
o come un uovo a Pasqua.
Aspetto che finisca l'anno
e intanto rientro
e smetto di guardare,
con quella malinconia, sai,
che sempre
arriva
prima di una partenza.
s.f.
dalla ringhiera,
Sai,
sto aspettando,
sto aspettando che finisca l'anno
e guardo dalla ringhiera,
guardo le scale
piedi che salgono e che scendono
di fretta
o lentamente
pesanti sui gradini
come colpe insopportabili,
o leggeri e briosi
come disegni astratti.
Sto aspettando,
e mentre aspetto guardo,
guardo la strada
corpi che si incrociano
auguri che si scambiano
pensieri che si affollano
negli autobus che puzzano di vuoto
e solitudine.
E mentre aspetto, guardo
e guardo corpi nudi
illusi nei vestiti
in equilibri vani
attenti a non cadere.
Così, lo vedi
sto aspettando che finisca l'anno,
un po' annoiata,
un po' delusa,
un po' sognante.
Perché per ogni anno che finisce
ce n'è uno nuovo, sempre
e il nuovo sa di bello,
fosse anche la peggiore fregatura,
come un regalo
o come un uovo a Pasqua.
Aspetto che finisca l'anno
e intanto rientro
e smetto di guardare,
con quella malinconia, sai,
che sempre
arriva
prima di una partenza.
s.f.